Critica Sociale - XXXI - n. 23 - 1-15 dicembre 1921

èìtìiICA SOCÌALE SIGNIFICATO E INSEGNAMENTI ..., DELLA .RIVOLUZIONE RUSSA I. - La contraddizione iniziale, Il discorso di Lenin nl Congresso panrusso d_ei Comitati ,di educa:1:ionepolitica, del 17 ottobrll ultimo, ha sollevato nellà stampa mondiale una vasta ondata ·di echi e di commenti. Da tre anni a questa parte, si può dire, n.. intervalli più o meno lunghi, tutti i gior– nali sogliono commuovere .perioriicamente se stessi" e l'opinione pubblica con la sorpresa per le smentite e sconfessioni eh~ fra.nchi discorsi di Lenin rappresen– tano per le illusioni 11ìito/.ogiche di chi s'è avvezzato a parlare di Russia comunista. Ma certamente questa volta Lenin, ché pur~ è abitui;tto a colpire ogni tanto · taluna delle forme d'azione già assunte dal governo dei Soviety, come ~ it · più grande errore» che vuol essere brutalmente dichiarato e· riparato con un oppo– sto orientamento, ha fatto un, discorso più grave ed impressionante dei precedenti. E l'Avanti/ commenta, rilevando l'importanza tat– tica di primissimo 01;dine . del discorso, che, « in– segna quanto sia· pericoloso fare, come si dice volgar, mente; il passo più lungo della gamba, specie in un ambiente economicamente arretrato come la Russia». Quasi tre anni sono, sulla Critica Socfole, discu– tendo dei rapporti fra leninismo e socialismo,· e met– teudo in luce tutta la gravità del significato che ave:. vano· fin d'a!Iora le offarte, promulgate d~ Cicerin, di concessioni al capitalismo straniero, io concludevo che il bisogno ·e il desiderio, che esse rappresentavan-0, di una instaurazione dei capitalismo quale premessa in– di.ipensabile per una preparazione del socialismo, di– mostrava come la storia, al pari· della natura, non ammetta salti pericolosi. « E chi ritenga di aver com– piuto i passi mirr,.colosi, coi leggendari stivali delle « sette leghe, si ritrova· ·poi, lacero e contuso dallo « sforzo innaturale e violent.o, a dover riprendere mo– « destamen,te il cammino con il' ritmo degli altri mor– ·« tali, e per una- via anche piu irta di'triboli, che « non sia la strada ·comune degli altri». .E:a,cil~profezia, in fondo, 1.8. mia d'allora, e quella contemporanea del Kautsky ~ che pur prevedeva l'av– viamento della Russia a una nuova forma di capitali-· smo, e veniva assalito da Lenin col- titolo di rinne– gato, proprio perchè non intendeva rinnegare la sua profonda coscienza storica. Facile profezia, che oggi però ci impone, - per quella stessa' consapevolezza storica che allora ci moveva alla critica e c'induceva alle previsioni ora· confermate dai fatti, - di non fer– marci a far le Cassandre vittoriose di fronte a una sconfitta, sempre d_olorosaper quanto prevedibile; ·ma di porci invece un problema, insospettato forse dai critici SL1perficiali, e di giungere poi, attraverso un più preciso intendimento-,del proces110in via di svi– luppo, a -conclusioni ed insegnaimenti • non infecondi'. Il problema· ci è messo inna,nzi dal contrasto, che sempre ci è apparso (e ·che Lenin oggi mette in più netto rilievo ne.I suo. discorso), fra le dichiarazioni teo– riche e gli atti pratici dei aonàottieri più , chiaro'l"!lg– genti della rivoluzione ·sovietista. Lenin· richiama oggi quanto « in teoria la nostra migliore letteratura eco– nom.ica della. prima metà del 1918 ,affermava netta– mente,. ; e noi pessiamo, fra i tanti documenti carat– teristici, l'.ievocare le parole ' che allora Lenin a.tesso pronunciava e scriveva:· e l'utti noi almeno coloro fra noi che ·si basano sulla scienza e sul socialismo - sappiamo che il socialismo non può_ EJSSererealizzato che nella misura in cui il capitalismo internazionale ne avrà sviluppate_ le premesse materiali e tecniche su una scala immensa e su basi. scient.ifiche,, (discorso· del 4 giugno 1918). . Dove era la consap.evoiezza chiara e precisa del fatto che il problema dell_a distribuzione, che il so– cialismo pone, non si può fondl!,re e risolvere se non _,sulla base della soluzi1rne, cui il c_apitalismo deve pri– ma condurre il problema della produzione. Consape– volezza che Lenin traeva dal marxismo, del. quale sempre si è professato fervido seguace, e che gl'inse– gnava ·come « nuovi rapporti sociali non si sostitui– « scano 'ai vecchi, .prima che le loro condizioni mate– « riali di esistenza n_on si siano schiuse, precisamente « in seno all'antica società ». Il socialismo presup– pone, diceva ~enin; le pre_messe materiali e tecniche (e., avrebbe potuto aggiungere, spirituali), che solo la pienezza dello sviluppo capitalistico è in grado di for- -nirgli: senza le premesse,· la çonclusione non .può es- ser tratta dalla storia. · Ma di fronte alla coscienza chiara e decisa di questa esigenza, l'azione di Lenin, in parte già all'i– nizio della rivoluzione sovjetista e più anco1~ain se– guito, costituiva quàsi tutta una contraddizione, appa-_ rentemente animata dall'illusion~ della possibilità di un passaggio immediato al comuuismo, senza Ja tran– sizione per lo sviluppo capitalistico: «la· nostra poli– tica economica (dichiara oggi Lenin) supponeva che fosse· possibile passare direttamente <lai vecchio re– gime economico russo alla statizzazione della produ– zione e alla ·ripartizione sulla base comunista... L'e– sperienza ha dimostrato .l'errore della · nostra conce– zion-e, che era in ·contraddizione con· quello che dice– vamo prima della rivoluzione•. Ora il problema è questo: come mai, nella con-. sapevolezza pur viva di un'esigenza imprescindibile, fo_ commesso l'errore di non tenerne conto? « In as– soluto contrasto - dio~ oggi Lenin .:_ con quanto a– vevamo sostenuto sui' modo di passaggio dal capitali– smo al' comunismo ... incominciammo a cadere nell'er– rore che ora deploria:rp.o; noi volemmo instaurare nella Russia, senza' passaggi e senza transizioni, la produ– zione e la ripartizione <lei prodotti su basi comuni– ste». Ma come, se egli era conscio della direzione e del percorso della giusta vin, ha potuto prenderne una sbagliata? La risposta di Lenin: « noi l'ahbiamo di– menticato nella febbre della guerra civile», è troppo semplice e punto persuasiva. I La consapevolezza non s'era affermata soltanto pi:ima della rivoluzione: non soltanto Lenin stesso di– chiara (e risulta dalla citazione precedente del suo di– scorso del giugno 1918) che tutta la prima metà del 1918 mostra, nelle teorie e nelli,.pratica, maggior pru– denza e rif;lessione; ma egli riconosce a_ncora che. « le nostre migliori pubblicazioni teoriche continuarono, an– che nel corso .di questi ultimi anni, a sostenere e di– mostrare» la lunghezza del cammino dal capitalismo al comunisr,10. E noi possiamo aggiungere che i ten– tati vi .pAr aècordi coi capitalisti stranieri e le offerte di concessioni, che a quella consapevolezza appunto rispondevano, hanno inizio dalla fine del 1918 e con• . tinuazione ininterrotta fino ad oggi. E' dunque una c~ntinua oscillazione e ·antitesi, che dilacera la teoria e l'azione insieme, protese a un tempo entram_be in opposte direzioni: è una contraddizione immanente e· non una dimenticanza; e all'ingenua spiegazione altra più profonda giustifièazione bisogna sostituire, ricer-

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