Critica Sociale - XXXI - n. 21 - 1-15 novembre 1921

\ EJRITICA SOCIALE . . , 335 -secolo, a Rom'a, una,classe ,degenerata o ignorava o rideva della minaccia che ruggiva ·ai remoti con- fini dell'lmp~. .. . ' · · . · Ciò chia.ramentepremesso, ecco ciò che a Londra ha rac,colto il nostro .collaboratore. · _ç. t. :Per quanto oscura appaia la, situazìone internazio– nale ~i questo t_orine~toso _e captico· dop0-guerra, -~ cert,o che 1 Impero britanmco e 11 ip.ondo anglosassone m· ge– nere rappresentano_ il cardine,· la chiave di volta·• di tale situazione. Su questo punto fondamentale crediamo non sia po~sibìle conte.stazione aléuna. Si potrà credere che ·ciò sia un bene od un- male, a seconda 'delle proprie in- , clinazioni o preferenze; ma il fatto~ in sè e per si,, è innegabile. ~ , , Tuttavia, chi vuole ;ienetrare un po' a fòndo delle cose; chi non sa accontentarsi dp.i soliti luoghi comuni e delle impre'ssioni v~he e genertche; chi vuol rèndersi . in quà.ldi.e )TI.Odoconto del perchè la situnzi9_he si sia venuta. così deliueando, costui deve domandarsi-che cosa sia cotesto eomplesso mondo anglosassòne, deve acco– starsi un poco alle gra11di correnti dell'opinione .pubblic:i. in~lese, deve porsi dal punto di vista britannico, che 'è diyersp, molto diverso, da quello cpntimentale. A chiun– que àittrav'ersi lii+Manìca; puì:dh'è 'sià 8òtatò .'di' •gual'che· acume psicol<;>gico, questa breve striscia d'acqua sj rii-eia - come si' è rivelata a chi scrive queste righe in un re– cente viaggio in Inghilterra - quasi una barriera tr!l, due monili: _il continente europeo.e 'il _mondo an,glo~assone. Di là dalla Manica si respira in un '&tmosfera politico– socin}e jii v.erfla, e ci si. sente moralment"e e intellettual– mente' più vicini a New-York o a Calcutta, che a Ber– lino o a Rom.a. Non deve pertanto stùp ire alcuno se la situazione storica del dopoguerra vis.ta da Londra sem– bri in antitesi con la visione che se ne ha dli.i più, ad es., in Italia, ove spesso si parla dello sfacelo dell'Im– pero Britannico e si pronostica un non lQ:titano conflitto· tra l'lnghitterra é gli Stati Uniti. · Lasciando pel mom,epto da· J)arte coteste cupe profe– ..zie, si- può dire in genere che, mentre sul continente pre– domina anci>ra un certo pessimismo 'più o meno catastro– fico, in Inghilterra prevale il senso sobriamente ottimi– stico che il mondo è 1mtrl!to bensì in una ·nuova fase storica, ma éhe ·esistono cond_izioni obietti ve tal~ da per– thetterne la ricostruz ione pacifica sulle basi del pur di– fèttoso lspeciahnen.te. nPlle sue _clausole economiche e finanziarie), Trattato_ .=tr Versailles. · . · . Quale delle du!i visioni abbraccia piu ricca realtà? 'Quali ra_gioni' si possono avanzare· dal punto di vistà in– glese in polemica con quello contiuent~1e? . ~ ~ * * * Cominciamo dal tauto disçus·so e discutil:iile· Trattato di Versailles, che :(ori:na la ,pietra angolare della situa– zione. Naturalmente' anche in Ing:l1ilterrà. si è ben lungi dal consider1;1,re come perfetto cotesto Trattato; chè. anzi, molte delle criUc:fi.e più vivaci che -si - sono appuntate contro di esso sono _partite precisamente da pubblicisti e -sòrilltolfi'inglesi (il!J,r.rcrttavia, dial·cousider'arlo èome imper– fetrto al ritenerlo un pezzo di cada degno di essere strac- , ciato e gettato nel cestino, ·ci• corre e di molto. ~ più tra còloro chè .condannano in bloccò la Pace, di Versailles , di,menticano molte cose. La prima si è che la pace,. ac-· - canto ad un aspetto negath·o, consistente nella mera ces· saziQne delle ostilità, ne ha uno positivo,.- eh.e consiste nella ripresa della prod_uzione e della cooperazione intel– lettuale e morale tra i R?poli, e del quale. le mere paci sono solo tappe. simboliche. In quésto senso, la pace di Versail.les fu più la ·fine il)lperfelita dello stadio negativo che l'inizio organico ·e risoluto dello stadio ~i costruttivo del!a pace reale, ,destinata a consolidarsi e ·ad esp ander.si. La seconda cosa che si suol dimenticare si è~che la pace di Versailles, per quanto difettosa, è di gran 'lunga mi• .gliore di tutte le precedenti. Nessuna pace ha, al p:tr di . questa, liberati, tanti )?Opoli, di eui molti ovviamente immaturi al migliòr uso delle loro llibertà. Nessuna pace ha. p'iù seve,•~men-te punito la violazione ,-dei Trattati. . ~ . (t) Oltre "ll'oper", notissima l\nche in Ttn,iia,, d~I Keynea su L• con,egrten~e economiche delllf Pace, ai pnò conaultn,re in proposito nn recentr e vigoroso opnacolo di J. ~ .. l{ob\!on; '!'he Eco,.01/l'ic,of zidpa..ration. LofdOll; 10!!. ,/ Nessun'altra ha come questi} stabilito il precedente, con– sacrato ,dalle. stesse dei·isorie sentenze della Corte di ·Lipsia; che clJ,1commette atro<;ità in guerra non V~ esente da pena. Nessun 'altra 'ha· consacrata l'estinzione di' tre autocrazie imperiali nel · mondo. Nessun' altra. si è svolta con la stessa misura di pubblicità e tra i rap– presentanti di popoli liberi, capi 'di governi responsabili. Nessun'altra·-ha avuto carattere altrettanto universale e non esclusiva'.mente europeo, e nessun'altra ~ termi• nata, prima ài questa, con l' jstituzione, mediante la Lega, di un organo permanente di cooperazione e con– sultazione pllr la prevenzione_ di guerre, Quali si sieno i' difetti della· Lega e qualun,que sia il destino della sua ,organizzazione e .del suo ,Statuto, il fatto che il Pi:;esidente Harding ripreµde. la visio·ne del suo prede– cessore e vuole che l'America continui •in pace ad occu– pare il _posto preso in guerra, é'i rivela. che il significato intimo, ·profondo' della Pace cli 'Versailles e che ne tra-– scende tutti i difetti, si è che essa inizia l'aitto-govei·no_ del mondo iimano; in quanto la lezione_ massima della guerra si è che d'ora innanzi, se due bastano a provocare una guerra, non bastano a conclutlerla,, 'e la pace è l'af– fare di tutti e tutti pesano nel determinarla. 'Siccome ·non è.dubbio che ogni altra guerra sarebbe pii. p~ofon– damente mondiale della precedente e più tremenda ne' sùoi orrori e nelle sue <JOnseguenze, la -Pace di Versai!- ' les, di· cui la, Lega,~ il nocmio1o,•imperfetto e ·debele, ma cap_ace d'indefinitq sviluppo, significa che quind'innan?.i. · il problema massii:nò della politica d:ogni Pai,se è ·il pro– blerµa ,della. pace_ internazionale, è il problema dello s.vi- luppo eooperativà. di tal gérme. · , E' naturale,.- inevitabili) e giusto che le Potenze vit– toriose, che furon qu·elle che coi massimi s11grifici riu-. seirono a ristabilire l'ordine violato dagli Imperi Centrali, costit.uiscano il primo nuc)eo del nuovo ordine, e ohe le Potenze perturbatrici _non vi sieno ·ammesse che dopo subite le meritate 'conseguenze della -loro condotta ed offerte adeguate garanzie per l'avvenire·. Ma la Lega è, ,in principio, aperta pure ad esse; anzi diciamo che non potrà mai funziona,r bene senza di esse,· ed esse ·sarannb meno-pericolose dentro che fuori la· Lega. Un' ultima osservazione da fare a difesa della Pace dtVersailles è cl\.e essà fu il .primo e grande determiuato tentativo di as~idere la pace del piondo sul principio di nazionalità e sull 'a.fflne prinéipio di ~1\ todecisione. Senz a entrare q ui in discussione sull'applicabilità più o .meno integra.le del principio di autodecisio·ue, si può affermare col Percy che l'imperfetto succQsso della Pac~ di Versailles è per non poco dov.uto al suo essere .un com– promesso tra la mentalità politica continentale europea, prodotto· di Ull processo di disintegrazione politica - del– l'organismo· che R,oma aveva cercato costrurre, con ·la men~alità politica del mondo sì britannico che ame– ricano; creata da un ·processo prevalentemente sintetico .'e che approdò. a dis~eminare nel mondo unità statali vaste. comé- continentj. Questa. mentalità guarc;la aLcon,– tinente europe? -come guarderebbe all'Australia, e cioè come-a un mondo da'paoificaree uttificare; nel mentre le nazioni europee,guardano' ad esso come ad un mondo in cµi coesistere equilibrat"e e vigili, le une accanto alle altre, gelo'se le une delle altre e ·chiuse le une alle altre. La, Lega delle Nazioni fu il principio unificatore che il mondo anglosassone a-ppçirtò alla pace europea e che do– vette venir a compromesso coi nazionalismi continentali, costretti a subirlo solo percbè inetti ,a stabilire ·1a pace con le sole lòro forze. • . Non 'bisogna dimenticai e che il continente europeo soffre pur oggi della_ disintegrazione della mole romano- · cristihna e che gli imperialism~ succeduti al Romano, in– vece di preparar la via ali' assorbimento naturale tlelle nazionalità •minori da parte della maggiore ,mediarite la loro cooperazione. in condizioni di eguaglianza, ne in– tensificarono le ostilità con l'erigerne un a a r_azza domi– nante. Orbene,· la Lega delle Nazioni fu un tentittivo di indurre l'Europa ad ai:quistrore una coscienza comune e a gerir•e per mezzo di un organ:'o comune cl.i cotesta co•· sc~enza i_ suoi_ c~m.uni_ i0~~ressi, elev~nd?si al di sopr~ dei part1colar1sm1 naz1onalt, col'l).e v1· s1 sono elev11t1 molti J?aesi t!"ans9ceanici. _o, 1questo _t~nt~tivo progredir~, ovvero l'Europa, co' suoi moltepltc1 s1stem1 doganali, · monetari-,· ni.ilitarì, ferroviari, ecc., e destinata ad essere rapidamente sorpassata dagli' Stati transoceanici, e ad agitarsi nel vuoto tra gli orrori della guerra e quelli delle convulsioni sociali. L'Europa deve i1iteqm1·si o de– cadere. Occorre esser c)iechi per n·on vede1·e che l' inte- ...._. .. \ ·, \ \

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