Critica Sociale - XXXI - n. 21 - 1-15 novembre 1921

CRlTIOA SOQlALE 33i ' . che nessun sistema socia1e, per. qllànto agonizzante, Eccoli infatti cessare il tentativo di erigere, di può, consentire le coesistenza di due poteri ·e di contro ai Sindacati, nuovi organismi che meglìo e– due forze perpetuamente contrasta·nti," di cui l'una sprimano la volontà della massa proletaria; ma al cerca di empiéter·ogni giomo sull'autorità dell'altra, contrario, tentare la conquista· dèi Sindacati stessi, rifuggendo da ogni tentativo di- collaborazione è cercare· di cacciarne dalle Pirezioni gli"elementi mo– dalla ricercà di .ogni nuovo equilibrio, sia pur tem- derati, ~ cosidetti " mandarini,, o "bonzi,,; fondare por.aneo; le memorande rivincite industriali, seguite_ un giornale sindacale· estremista (1); dar 1 opera a un allo seiopero metallurgico d'aprile e all'occupazione Comitato Sindacale Comuhista, che si ramifica in di settembre 19~0, s'incaricarono di dfmostrarlo ai altri Comita,ti per ogni industria e che lancia focosi più ciechi. ,. . . . /. , appelli per una grande " azio·ne concorde,, che è · AltrÒ esempi@ comico di esagerazione e- di in- poi la f_ipicaazione dei sindacalisti, lo sciòperq ge- fatuazione verbale è l'esaltazione del sistema dei nera/e. · . Consigli per il fatto che ivi l'operaio "si s.ente in_- Così la parabola è chiusa; il Comunismo sboc- granqto (1) nel pr~cesso pro~yttiv9 ,;, : finisce, p,er ca nel Sindacalismo~ · - . ·. ·acqmstare ùna coscienza comumsta,,, "diventa un 111- -Nel Sindacalismo, da cui era -partito. Po_ichè 'granaggio della macch_ina-di_vi~ibne del la_voro_;,! tutta_ 1a·teoria comunista. ha così profonde analogie . "acquista cos1/enza chiara d1 que~ta sua ne~ess1ta con l'idea •soreliana,- da non potersi negare la sua ' determinata,, etc .. etc. Ora qualche tosa d1 .vero derivazione da quella (2). Ma allorchè cercai· di di– c'è iri fondo a- questo diluvio imaginifico, ma ap- mostrnrlo, agli albori dell'Ordine /'{uovo (3), non pe~a ,qualcosa, che viene gonfiato, -bardato grotte- credevo di trovare così presto nei fatti conforto e scarnente (2), considerato, sub speci~ aete_rnitafi$, ditnost_raiione ,alla mia tesi. . · ' · mentre si tratfa di un mutamento ps1colog1co del- _ Senonchè -col suo ritorno al Sindacalismo il Co– .,, l'_opèrai.o,,chehpuò .avve.nirt:;,,.nw .p,uè,>_ .,ai:i.~h.~, -~e11is-... ~unisu1-o ,hfl'. ripq~gél;tq,st:;stess.~_,, la.sua_ pr~~i;e.~z;iqrìe· simo mancare, oppure può non 111novare per nulla dt due anm. " Il movimento det Comm1ssan sarebbe '-– su quanto già l'operaio _pe_nsava, bencl_lè_apgarte- _ nato e si svilupperebbe solo per sqstituire Buozzi ne&~e a un "borg~ese,, Smd~cat<t._ : _ , e Borghi o d'Aragona?,, (4)-si efa chiesto (interroga- Che proprio sia necessario eh~ 11_l'avora_tore zione. retorica) un giorno.l'organo dei Comunisti ; · abbfa s?tto il n~so.." la !flacchin_a dt cui è schiavo e -risp~ndeva negativamente. Le sue critiche non e d1 CUI non sara pm sc_h1av~,, _e111 m'ano una scpe?a eran rivolte ·a questa o a· quella persona, bensì a con la rosa dei Comm1ssan dt ~eparto! per, cap1'.e - tutto it sistema, cui si n~ga'va ogni possibilità ri– qual'è la sua funzione 11ella società qet produHon? voluzionada. " I sindacalisti pseudo-rivoluzion._ar\' Sjntomatica, perchè deri-V'ante anch'essa dall'e- d'Italia sono. condottì spesso a discutere' se non sagerazione del concetto ~i uno Sta~o-_F,a~brica,l'e- convenga fare del Sindacatçi (p. es. del Sinda– saltazjone di Torin~ che_ 1 Co1!1un1sh fecero sul- cato ferroviario) un cerchio chiuso, comprendente l'Avanti torinese: dt Toqno, pnma cellula della fu- solo i rivoluzionari la minoranza audace che tra– tura società Comunista, unica città in cui si svol- scini le masse fredde e indifferenti· essi sono cioè gesse in tutta la sua fierezz~ la_ lotta ~i , cla~se,_· e condotti- a rinnegare il principio e!e:Uentare del Sin– per ciò degna, essa so_la, d1 gU1dare 11mov1_mento ' dacalismo, :l'organizzazione di 'tutta la màssa. Per– proletario. E anche qU1, c;on qualche fondo d1ver?; chè intimamente e inconsapevolmente intuiscono ~a, con tale co~ica burbanz_a, da des~are_ saronte , l'~nanità della "loro ,, propaganda, l'in!:;apaè:i!à del nsposte sul gèm1110ma nem1~0 Avanti I dt Milano, S111dacato a dare una forma concretamente 'nvolu-- .. e generale ilarità. zjonaria alla coscienza dell'operaio ,, (4). E come * * *. / Ma è te·mpo di éonc.hiudere, tanto più _che non è be\lo _, nè _Nofittevo~e sfondar:e rort~ orme.1.~perte, e inf1enre SUI defunti. Il C0ns1gho d1 Fabbnca ha dimostrato d'e!ssere nulla più chè un mito povero di r.ealtà storica, e po.vero persino di ciò chèforma la giustificazione e l'importanza dei mit(, ~ioè il valore pragmatistico._·Jn realtà, esso è sva111to co-:– me nebbia al sole; qua facilmente-- soffocato dagli industriali, là ab!Jandonato dagli stessi operai, al– trove divenuto, come già in Austria e in Germal)ia, .strumerlfo dr-liddomèsticata cdoperazione.- Nessuno - i Comuni~ti per primi - ne parla più. Parce sepulto/ .. _ Così cadeva nel nulla tutta la parte costruttiva del Comunismo; e sola ré~tava I& critica al Sinda– cato, Ma, v~tie ndo ·a mancar~· l'istituto che al Sìn– dacato dove.va contrapp orsi, i Comunisti si son tro– vati a dover rinnegr.re anche la parte negativa e ditica del loro proiramma: ,e sono ricaduti nel Sin"– dacalis_mo, c_ontro cui erano li)artiti in gue1:ra spietata. . . ' (1) Si noti quest'espre13sione: usando pér m1,tafo~a· un termine tecnico, si viene ad esercitàre un'incon~ma . suggestione snl lettore, che finisce coll'intravvedere q11al– che ·cosa di meccarn:co, di preciso, di adatto ad un si– stema e.economico, e industrialti, senza peraltro avver– tire esattamente' da che proven'ga Ia sua sensazione. · (2) • Tout cela,n'est p_a.~ faux, mais ext1·èmement exa– ger_é,boursouftè. n se~/Jte voir ~ homme qui veut {aire mouvoìr oo lourd tram de chemm de fer, en y attelant une chèvre. • V, Pareto (a, ptoposito dei falansteri~_ in ~stèmes Sociaii.,tes, II,_ pag. 266. va che, ,dopo av;er eloquentemente, ·sviscerato tale. organica incapacità (5) del Sindacato, i Comunisti si contraddicono nel modo _più palese; e tentano quella penetrazione rivoluzionaria negli organismi sindacali che harlno· definita pazzesca e impossibi- . le? Come va che, dopo aver scritto che "l'incre– mento quantitativo determi'na un impoverimento qua– ·Iitativo,, (6), cercano di gu 4 dagnarsi quanti più ope– rai possonq, tutti gli op,erai, per-un'azione generale? E non è significativo che il quotidiano organo . del- partifo, che l'Esecutivo del partjto, si trasferi– scano · a Roma, alla dispre,zzata città degli affitta– camere e c!ei ciceroni,, a Roma che non ha - quasi fabbriche, che non ha avufo Comitati di Fabbrica, alla· capitale ozi:>sa e politicante, dall'operoso mi~ · crocosmo torinese, simbolo ed immagine del mondo futur_o, fondato sulla ,produzione? ,Ciò significa che, dopo aver ta'nto schernito il proselitismo e il politicantisrno, dopo essersì vo– luto rinserr.are nell'alveo di classe, anche· a questo deve riqunziare il, nuovo partito. E' uscjto dalla Fabbricai; ed enfra nel Caffè. (1- Il Sindaqato Rosso. . t2-) V. in tutte le lléfiéxions sw· la violence e D1li Ma– tériattx d'ime théorie dii prolétar;"ot di G. Sorel (Rivi~– re, 1921) .e in Leone, Il Sindacalismo (Sandron, 19_Q7-), _ sopratutto a pag. 7, 60. ·61, 65, 98 etc. . _· (3) V. in Rivista d'Italia, gennaio 1921.. (4) Sindacalismò e Consigli, i-n O. N, a. I, n. 25. (5) Jbid. (6) lbid.

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