Critica Sociale - XXXI - n. 17 - 1-15 settembre 1921

258 CRITICA SOCIALE c'è, non già l'idea dell'intransigenza,' ma ~rn vero e vivo sapore di rancida democrazia. A queste osservazioni occorre aggiungere. non so– lamente che è vano ogni tentativo'inteso a sv~lutare i-1noto Ordine del giorno, col pretesto della sua non precisa o imperfetta espressione, poichè tutti ·conoscono lo scrupolo del nostri rivoluzionari quando gi tra ti.ad i' formule da tramandare alla storia; ma che a_ben altro, era d,sposta e favorevole la nostl'a Direiione, 'come può qimostrarsi rièordando il Gove·rno mlgz.Lo1·e, che l'ot-.1 timo Bara tono dichiarò <loversi -favorire; è -il voto che, se occor.,,e, verrà, dopo l'astensione, a fàvore d-i tale Gove1·no, come dichiaz:arono esse;·e proposi'to della Di– rezione varii suoi membri, durante le co11versa~ioni che pr~cedettero e seguirono -le riunioni. * * * Ma noi dobbiamo estendere, sia pure brevemen.t~, la no<1tra indagine, per intendere in t.ut.ta la sna logica l'Ordine del giorno ricordato; e per dimostrare, con fatti a tutti noti e non già con sofismi, coine esso con– chiuda ·tutta una serie di atti degli stessi massiipalisti (ora ribattezzati intransig1mti) di sment.ita e di condanna alle formule '8 ai. programmi proprio da essi, imposhi al Partito, oont.ro ogni realtà,. e perciò fatalmente li\11- nerabili e vulnerati nella pratica, per opera, principal, mente, dei suoi stessi formula tori.' Per _quante accademié e per quante chiacchere si facessero nei nostri ormai lontani Congressi N a11io– nali, il programma d'azione del nostro partitb rimaneva sempre abbast.anza serio e realizzabile: suffragio uui·– versale, rappresentanza proporzionale, liberismo doga- · nale, riforma tribut.aria, assicurazioni sociali, intensifi– cazione delle culture ecc .. ecc. Fino al' 1917 questa se– rietà e. questo senso realistico non vennero meno. :aasta, 'infatti, rileggere il nostro programma app1;ovato dalla l')ostra Direzione del Partito in quell'anno e ·che, col decentramento amministrativo ·~·egionale, comprendeva una serie di riforme 1 poco -dopo .definite borghesi per mimetiRmo. o per allucinàzione, ma allora tutte appro- 1ate all'unanimità (e 'con uu solo ,successiyo dissenso e~presso d~l Tarati p~r quanto ,l'iguarda:y il passaggio· lavoro trentennale, Ma roi, a poco ·a poco; si ammise, si concesse, si, rinnegò .. . Chi parla piii oggi di Soviety? Come finì la' dot– tissima discussione· sull'argomento? Quale azione _side– cise di svolgere nei Comuni al Congress.o di RimiQ.i, senza proteste della Direzione? Quale fu il programma· elettorale della Direzione del Partito? Come fu nomi– nato a far parte del Direttorio del Gruppo Parlamen– tare Filippo Turati, per oltre' un anno costretto al si- lenzio e quasi, .. squ11lificato ?° · E quale il contegno ,ecenìe dell'Avanti!, a pro– po,-ito dì vioÌenza e' à 1 'altro, dopo !I-vere pubblicatQ i proclami ai soldati e ai carabi_nieri in vista. della 1·i,– voluz;ione imminente? Oh! quelle yignettEl di Sca]arini, · raffiguranti la violenza come un, lu_po accovacci~to nel cuore dell'.nomo e svegliatosi d'un tratto a_imbestialirlo, dopor>hè la D;rezione à.veva costretto tutti i sociali.iti d'Italia a portare in tasca una tessera, nella quale la violenza è rappresentata come ·panaéea di ,tutti i mali'! E ·da quali presupposti fu mossa la recènte pace coi, fascisti? Riiiu~c1e, rinuncia, rinuucie, alle· utopie; per cui, ricordando il regolare succedersi di esse, .si spiega, chiaramen'te l'Ordine·ael giorno, di cui abbiamo discorso più sopra, non già cpnie un atto isolato e tr,a,nsitorio, ma come il riconoscimento finale e conclusivo dei gra-– vissimi errori di pensierp e di aziorie compiuti in questi ultimi anni. Apparè· vana, dùnque,,qgni manovra intesa .a farlo dimenticare; come è vano :og,ni tentativo di uou– dune il Part.ito sulle vie di fallaci afferm_azioni di prin– cipio, èhe la realtà si incarica di smentire. La Direzione del P11rtito, in).uogo di m1z1are ora nuovainente, sotto veste di intransigenza, l 'ant.ico me– todo fallitissim.o, avre,bbe dovuto da u~ pezzo lasciare il suo posto,; da quando cioè una nùov3: e, diversa a– zio'ne da quella prevista e voluta essa era costretta a, ··compiere, e prima di di,ventare enormemente incoerente, , Turati. aveva saputo tacere e tirarsi in disparte, 'quando· gli altri compivàno' tu~to il proprio esperimènto; e tale doveva essere, dunque, il contegno di chi 1 dopo il di- , sastro,· era costretto ad invocare Turati e ad applicai•e, s~nza essern~ capace, il- ponsiero di lui, , alla forma repubblicana di Governo), non (3olo. della Direzione, ma da quanti ue seguivano le direttive, e Rinnegando tutto ciò 'che i massinia1isti ·unitarì perciò anche dai ·compagni che la compongono ~ èhe scrissH9 in polemica con Lenin e con i nòstri comu– le seguono oggi. , · nisti, gli odierni intransigenti vorrebbero escludere oggi Or bene: l'allucinazione di cui sopra fece ~imen- · dal Partito socialista: nna numerÒsa frazione,di compa– ticare tutto quel programma a coloro che sono predi-' gni, accusati di collaborazionismo. -Ora, cotne abbiamo sposti, per temperamento o per desiderio di facile do- sopra• dimostrato, a forme di collaborazione si dimo– minio nel partito, alle manie rivoluzionarie ricostrut- · st.rarono disposti, appena poche-settimane' a:ddietro, la tive a base di bacchetta ·magica; e· qualche tempo dopò stessa massimalista 'Direzione del Partito, verameuté · la Dir~zione ~pprovò una solenne n;iozione con là quale: disorientata dal fascismo e dalla crisi e_cono.mica, con- , e per la quale il _mondo _poteva ricòstruirsi dando lé · Jràriamente· a. ciò che afferma la recente mozione di ferrovie ai ferrovieri; le miniere ai minatori, la terra , Baratcno, E ,in questo su6 disorientamento essa pre– ai contadini e la ... burocrazia agli impiegàti. Testuale- tende, per giunta., di giudicare .e condannare quello e autentico. Ma la mania rivòluzionaria giuocava d·ei 'che fu ed è pensiero coere,nte e logico,· pur nel preva– brutti tiri a chi volev!i e agiva solo per istinto, sia· lere delle più diffuse illnsioni e della più iniqua reazione, pure generoso;· e la giovine, allora, e tragica rivolu- quello, ciòè, di Filippo Turati e. di coloro ché lo seguono, zione russa mutò nuovamente il pensiero dei nostri ora · ripudiando ogni oppol·tunismo. intransigenti, i quali, senza proporsi di apprendere dalla Ma in che modo noi siamo· collaborazionisti·? Vo– es1ierienze· nozioni meno superficiali, propugna::-ono, ,su- gli amo andare· al_ Governo ad ogni costo, oggi, domani? bito, in Italia, la dittatura del prole~ariato, la violenza L'av_vento del Partito socialista al potere non può come unico mezzo di lotta, i ,Soviety come· organi in- certamente avvenire nello stesso i;nodo col q111Q.le gli fallibili di legislazione e di amministrazione proletaria. altri .partiti mercanteggiauò i jrop;.i voti a un Mini- Parecchie centinai~ .e migliaia di lire furono sper, stero. La forza del nostro Partitp, ché potrà, .essere in perate con questa illusione; leggermente, così, fu pre- breve tempo ricostituita; la sua tradizion~ e la sua parata la conqursta di mille é mille Comuni; bestiai- finalità idealistiche; la organicìtà del _suo programma, mente, cosi, si favorì la reazione e la distrÙzione di-un non consentono intrighi di corrideiò 1 aeconieda,menti BibliotecaGino Bianco

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