Critica Sociale - anno XXXI - n. 11 - 1-15 giugno 1921

... "·- stiche in questi mesi (specialmente nel ramol velocità) da ,rimanei;:ne- sbalordito! Poi, poi, bisognerà fare tutto il r&<lto(le ai:mi.' i quattrini, molti quattrini., la disci– plina, la discrezione, la sel'ietà, l'allenàni"ento al sacri– _ficio, eccetera, eccetera, eccetera).' · · 1 · E q1iando ~i è prov-veduto a· tutto ciò, ripensarci ancora, perchè ciò che è 'stato assai facile al faséismo, èbe era in sostanza, malgr·ado le'.sue tremende e te,:Fibili farneticazioni;-_ uno str°i"mento di' Governo·, riuacirà al– trettanto difficile per il proletari"avo. E. naturalmen-te, ~e si infila quespa seconda strada, bisognerà rimfociare a tutto quel lavoro di graduali con– quiste e realizzazioni, che fa perdere tempo e che offre ber– sagli al nemico. Cii> che ad ogni modo occorre, è una decisione. Per~ chè così non la può durare. . Troverete - oh! sì - dei. compagni che si sacrifi– chino a faré i deputa:ti, ànclie se· la loro elezione debpa co,tare sacrifid enormi (non al deputatQ, s' in'tende, ma · a.i::suoi partigiani). Il neo-eletto prende il treno e va a Roma a riposare delle, ·ansie. e delle ... preoccupazio~i vissute nelle settimane di passiene; mà dove troverete· - dite? - i Consiglieri co~un_ali ~ ,prbvinciali, gli As– sessori e i Sindaci che dovranno formare' le future am– ministrazioni so;,iali!j,te, se -la_ prospettiva. sarà ancora questa : di dovere, d0po _essere trionfalmente eletti !la 167 cen.trando la quasi totalità dei lavoratori, soltanto i so– cialisti si presentavan,o sulla soglia. della nuova epoca storica con una precisa coscienza della loro missione in Trieste italiana. e con· i mezzi adeguati p~r _co!Dpierla.· I nazionalisti profughi, ritornando dall'• esilio in :i:;atria •, dove con ogni cura avevano coltivat"o il fiore della • :uentalità triestina•, si sentirono terribilmente a disagio nella nuova 'l'rieste •. ·-nella nùova Regione, per· essere più esatti -, che riconosceva senza contéstazioni, e•piuttost◊ am!lletteva eh.e· subiva; la superiohtà del Par– tito socialista, Era neÙe eoscien11:edi tutti i rimasti che co,s\ dovessi\ essere:. funzione dire~tiva. nella ~ita ~itta– ,dma aveva 3:ssunto ·1]_ nostro Partito durante la guerra, e, nel!' angosci~ dei primi mesi ct'assestam,mto, quando il geverno d'Italia, con le migliori intenzioni, veniva moltiplicando i suoi errori irreparabili, si guardava an– cora al Partito socialista come a quello cu'i spettava, per consenso di tutti, la· tutela del Pa~se, e si ascoltava la voce del Lavo1·atore ~ome la più, autorevole · per forza di masse da_cui _pro.veniva e per preparazione tecnica di alcuno fra i capi,. Chi primo governò la Venezia Giuiia italiana, ·il generale Petitti, 'intese questo sta.to d'animo di ogni str:ato della popolazione, e non solo chia~ò a con– sulta' i socialisti nei casi e per le 'deliberazioni pi~ gravi,. 1 Sut1. Maestà il sn~ragio uni versale, ricevere ordini e in– chinarsi alla' volontà di Sua :fylaestà il bastone fascista? , / Il te~timone. - ma si servi di singoli uomii,ì del Partito per•c·onsigli ed 11.zioniche ti·ascen<.levatio i confini della Regione, per a,– sumere im_po'rta.nza nazionale od internazional11. 11 famd,o ,, treno dei miliardi •, '{)(10 ·resta )!Da delle buone azioni pratiche dell'amministrazione Petitti, fu 'organizzato pre– cisamente- da un socia.lista: in tempi che il mass_imalismo non av~va ancora bussato alle porte di 'l'r\este, e _il na– zionaliamo ~ posto dinanzi al fatto compiuto della re– denzione - non sapeva ritrcvare· se stesso in un mondo ch"' non aveva più bisogno del vscchlo irredentismo, e Il fascismo- nella Venezia f iulia credeva, e non•.dubitava tli proclamare, finito il suo com– pito, l · 1 - ; · iri pr.ovincia, COlll0in città. Le masse accorrevaJ?,O, neppur chiamate, sotto la bandiera rossa·, I malcontenti! Cioè, più o meno, t·utti. Operai, çontadini, impiegati, per !,ano, uon fos·se· per caso un'altra 0dpressiene. lii quel averne-a-iut-o a ·r:òigliorare i contratti di lavoro;' J1egoz1auti, t~stardo ·ed H<pido ·~egionalismo, che .si ostina a conside- • per averne aiu td nella q uestioi;i.e del cambio della eorona, iu rare la Venezia G,iulia c0me_ un paese' a sè, rispetto al quella della tlqtta commerciale, in quella dei porto; mal– .resto d' ltal1a. Le stesse forme esteriori, gli stes,11 at~eg- ·contenti politici, per andare d'accordo con chi - pe1: g,.. mema, le l:!te;se imprese, lo ,nesso ltnguaggio: ma ònoi· di' bandiera - protestava sempre. Gli Slavi ... Ci litverse, almeuo m pane, le ong1n1, torse dtfferent1 le fu un priino· t.impo che acèorsero anch'essi; nascosero il · tioallta, certo assfu più vaste e lontaue che a1trove le i- loro. nazionali;nno <!ietr-o l' insegi:i,a di:! nostro Partito.;,' r1percussioui. ;::ii; il fascismo giuliano può éssere studiato, I non furono creduti: e non passò molto, che lo stes'so _ oltre ·che 1D sè, a sè. governo di Nitti - secouda incarnazione -- ·dimostrò Mi sono chiesto se parlare d'un fascismo giuliano come di qualche cosa di ben distinto - nei lini più che uel metollo .- dalle altre manifestazioni 0 del fascismo ita- _ p.,,. <1!.1.pern perchè nacque,· occorre riportarsi alla si- loro che si poteva viv.ire anche- senza e, presto presto, tt1azwae dt,L partiti della Venezia lhul111, " iu particolare an~hè contro i socialisti. . '· d1 'l'neste, percbè il fascismo è nato in città, aÌla tine 'l'utti, .se non soci,alisti, i~ uno stato d'animo di ·at– della gllel'ra mo~diale. 1 lib"r ...11-u ..zion•ali -,- 1 cui cap~ tesa convinta del molto di bene che il Partito socialista s'erauo, durante' la. g'uerra; spàrsi per i vari • comitati avrebbe potuto fare nel.la Venez,a Giulia; la borghesia, profughi• ll'ltalia, aa 1dpirarv; 1<> J!VllLW<> llegli interua- passiva· di fronte ad esso, come di fronte all'ineluttabile. 111~nt1_ de-i couc1ttaaiu1 pico gradi\i - !l:rano sgommati del_ ~bituato alle salde costruzioni, ·alle afferm~-zioni ponde– tutto, sE!mi:adepuLat1, ~!'uza vuU1uu1,,0.,uza 111ez~idi col-· 1:ate, al'le co'nquiste sicµre del riformismo pittoniano, il legamento dopo I' incendio del Piccotu !' la .ioppressione Proletai;iato, )?areva lontano,. come· nessun afrro, dai pe- . degli altri giornaletti lii .l!annv, intorpiditi dalla vita ric0li del massimalismo che andava gonfiandosi turbino'– IJestiale · ni,1 campi ,,di' concentramento o dalla fame·; i samen.te 'nel resto d 'ltalia. Uli atteggiamènti recisi, ma · c1er1cal1, ut:Jle ~awpague del .l!'riuÌi, spariti dii'ianzi all''e- cortesi'; 'la parola tagliente, ma non offensiva; l'at-ti vità. secraziune p'er colµi ch'era ·già stato il loro valido' e for- pvatica, senza rodomontate, s'impouevano al rispetto \li tu~ato orgiuu,..:ature,,11 :b'aidutti, Iurida figura ai venduto; tlltti. E se la disciplina d.el Partito socialista italiano i repuubltcaui, persegu1tatiss1mi tra i perseguitati, -in-. non avesse costretto -- bestialità incommensuràbile iu go1at1 dalla guerra, con i i:n,igliori giovani miÌitanti nelle quel momento d'importanza vitale per la Regione -' al ".!ile de1i 1 esercito italiano. Solidamente organizzati, forti' più rigido anticollaborazionismo, al nostro Partito nella d'un giornale cui neppure i nemici hanno saputo negare Venezia Giulia sarebbe spettato .il va11Lod'avere evitato il merito di varii benefici recati alla causa triestinfa, rii)- molti guai e ·procU:rato, moltçi bene alla, regione che si chi .-di CooJ?erative di consumo e di lavoro· soEdissime, . stava assestandò, · con ,una Camera del lavoro f.he andava ra,pidamen'te ac- Ma. venne anche lassù il massima,lismo, e... Non I I' /

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