Critica Sociale - anno XXXI - n. 6 - 16-31 marzo 1921

90 CRITICA SOCIALE deli forme di diitisa e di persecuzione contro i suoi av– versarl, così oggi gli intrighi dell'Intesa e il suo tenta– tivo di blocco economico e militare contro la Russia hanno accresciuto i dolori e gli orrori di quella crisi ri voiuz ionaria. li proletariato europeo non può fure nulla (e nou ha n:11la da fare) per influire sulle vicend~ interne della rivoluzione russa; ma esso può e deve adoperarsi per– chè le sorti di quella rivoluzione, quali che abbiano ad essere, non siano influenzate dal peso delle armi e delle· rappresaglie delle Potenze occidentali, ma siano deter– minate solo dall'equilibrio e dal contrasto delle forze interne (1 J. In qual modo può adoperarsi a questo fine? Il Go• ,erno dei Soviety e il Comitato della Terza Internazio– nale ebbero, su qu·esto punto, a mutar pensiero, per il mutare delle condizioni. Un anno addietro Litvinof, in un.convegno a Copenaghen, suggeriva al rappresen– tante del nostro Partito che questo appoggiasse la po– litica allora propugnata dal Governo italiano nei con– vegni dell'Intesa. Più tardi, quando il Governo italiano dovette sacrificare alla volontà della Francia e dell'In– ghilterra il proprio pensiero e gli interessi del Paese, Zinowieff e Trotzky pensarono che solo un· movimento rivoluzionario del proletariato occidentale in genere, e italiano in ispecie, avrebbe potuto recare 1111 aiut.o effi– cace alla causa della rivoluzione russa. Ma già osservò l'Avanti! che alle parole • movimento rivoluzionario• occorrnrnbbe aggiungere un a~gettivo indispensabile: « vittorioso •; e noi non abbiam bisogno di ripetere le ragioni (che già adducemmo contro le fatue speranze di alcuni iusurrezionisti), per le quali riteniamo oggi im– possibile il trionfo, in Italia, di un moto rivoluzionario. E allora non c'è al tra via che la pressione esercì tata dal proletariato dei Paesi europei sui loro governi, per . imporre ad essi una politica di neutralità nei confronti della :Russia. Oggi apparisce meno repugnante alla mente e alla coscienza di molti nostri compagni '(che fino ad ieri rifi11tavano di ammettere una tale evenLualitàJ an– che la possibilità che il Partito Socialista aspiri alla conquista del potere nelle forme e coi procedimenti della democrazia: con che alla causa del proletariato nazionale e internazionale e a quella della rivoluzione russa potrebbe recarsi, certo, un aiuto più efficace che con la pressione esercitata su un governo borghese. Ma disgraziatamente noi cominciamo a considerare desidera– bili e utili certe forme d'azione, proprio quando si son Vbnute creando condiz:ioni e accumulando ostacoli che ne rendono estrem'.\mente remota la possibilità e difficile il successo. · Ma non può essere il Proletariato di un solo Paese, molto meno della sola Italia, che con la sua azione rie– sca ad esercitare un influsso efficace per imporre ai (fo. (I) È noto ohe tale fu _sempre, ed è, il pensiero diMartoff e dei me_nac':'vloht n1~e1, 1 quali non vollero ma.i partecipare agli intri.– gh1 dei .oon tror1volnz1onarì e dei socia.lieti rivoluzionari, anzi li denunzta.ro no e combatterono. Una. de lle più recenti testimo nianz e è data dalle. risoluzione votata, ~ulla fine de_llo score~ ge ~na.io! in segno di proteste. oontro una delibera _presa 1n una riunio ne fra profughi ruasi a Pa.rigi nella qual~ si mo~trava.. aperto fa.. vore agli sfor7.i clell' intesa. 1 , 0 ; abbatt,ere 1n RuasHi. la ditta.tura bolaoevica. Quella risoluzione, firmata dal Martoff e dall' Abramovitch dopo aver constatato ohe la delibera di Pa1·ig'i pa.r fatta M:>posta. Per ri– tard~re 1~ ripre~a delle rel.ttzioni ~ommerciali fra là Rueeia e gli S~a.t1.oco1denta.l 1 e per acuire le diffidenze fra la Russia e i popoE vicm 1 1 e ~be, e ci? ~he è anche più grave, sarebbe (ee a.ttnata) la. c~>n~acraz1one definitiva. della tutela politica. delle Potenze impe .. ru\hs~ tml popolo rne~o e della. loro pretesa di deoidere enlla. questi on•• d~lla "lege.I,ta,. del solo govoruo esistente in Russia 8 delle. effica.01a. dei tr!Lttati '?on.chius i con esso» -, continua la.men• tanc~o «:-hea ~a.I~ del1be~a 1 1ep1ra.ta . da oerti ambienti della diplo– mazia 1_mpe~1aJ_1sta 1 abb_rn. no dato !a Joro adesione alcuni eof}ia.listi rivoluz1onal'1, iaodndos1 strumenti della oontrorivolnzione russa 8 enropea, e rivendica al eolo proletariato russo il diritto di pro...-. vedere ai propl'i destini. BibliotecaGino Bianco verni cJ:ie lascino piena libertà di svolgimento alla ri– voluzione russa. Come per tutte le altre forme d'azione, noi siamo anche per questa vassalli dell'Estero, perchè ... manchiamo di grano, di carbone, di materie prime. Que– ste condizioni nostre hanno permesso all'Intesa di pòrci il coltello alla gola per obbligarci ad entrare iu guerra; e con queste armi l'Inghilterra e la Francia possono an– che vietarci i rapporti commerciali con la Russia. Oc– corre che sia il proletariato dei grnpdi Stati produttori ed esportatori che imponga ai propri Governi una po– litica di neutralità nei confronti della rivoluzione russa e la ripresa delle relazioni commerciali e politiche con la Russia dei Soviety. Certo, oggi, con la crisi di di– soccupazione derivante da pletora di prodotti disponi– bili, anche il proletariato di quei Paesi non può eserci– tare un'azione così efilcace,:come quando, per la man– canza di riserve e per la scarsità della produzione, il capitalismo aveva inuiellente bisogno di uu lavoro in– tenso delle sue braccia. Ma oiò non distrugge il fatto che solo questa pressione internazionale del proletariato può avere qualche successo nel contrastare la minaccia controrivoluzionaria. Eceo un altro punto di vista (oltre a quello esami– nato da Claudio Treves nello scorso numero e a ;quello implicito nel problema che esamina in questo numero Francesco CiccottiJ da cui va considerata la questione dei rapporti del Pàrtito Sooialis,a Ital;ano; e della Alleata Confederazioue P,enerale del Lavoro, con Mosca, con Amsterdam e con le forze socialiste dell'Europa occiden- · tale e centrale. Se il proletariato italiano è stato il solo, fra quelli dei grandi paesi dell'Europa, che abbia dimostrato di sentire gli obblighi di solidarietà int,ernazionale, giova alla causa dell'internazionalismo è della rivoluzione pro– letaria che esso si stacchi da quelli su cui può e deve cercar di esercìtare un'azione di persuasione e propulsione? U. G. .MONDOLFO. Per un oruanirn avviamento alla IDtialillalio Dei concetti affermati nell'ordine del giorno del compagno U. Bianchi, che abbiamo pubbli– cato nello scorso numero, due vanuo posti in particolare riliev,): t) le realizzazioni che egli propone sono concepite, non· come atti di socializzazione (che egli ritiene possibili solo com.e effetto di un precedente evento rivoluzion1~rio), ma come prov– vedimenti destinati a spianare la via alla futura socializza.zione di tutta la produzione e a ren– derne più facili gli iniz'ì e più sicuro il successo; 2) tali atti di pre-socializzazione non vanno compiuti sotto forma di avocazione allo Stato di particolari rami di produzione,. ma di trasteri– m'ento di essi ad una gestione cqoperativa. . Sull'uno e sull'altro punto riferiamo alcune delucidazioni forniteci dallo stesso Bianchi, rin– novando ai compagni studiosi e competenti l'in– vito a discutere di quest'argomento, che preve– '.1iamodiverrà, in un giorno non lontano, di grande importanza nel programma d'azione del nostro Partito. La CRITICA SocIALB: I. Nessuna socializzazi0ne potrà essere, quando che sia, effettuata, se essa non venga preceduta da un'acconcia

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