Critica Sociale - anno XXXI - n.3 - 1-15 febbraio 1921

ChtT!CA SOCìALE cni le ha fatte seguire, mentre mette, opportu– namente, in evidenza il lato anticapitalistico di qnelle rivelazioni,. mentre co ucorda pienamente - in astratto - nella tesi liberista, non rileva in– vece, o non vuol rilevare, la ragione fondamen• tale per cui il Cabiati, collaborntore ordinario ed ambìto del • Secolo », s1 era rivolto in questa occasione al quòtidiano socialista, ed anzi, messo in fine alle strette, oppon,e un rifiuto all'invito di provocare un'azione immediata e decisa del partito e delle organizzazioni contro il tentato e rovinoso salvataggio dei siderurgici. Concorde in tutto col Cabiati, Quidam dichiara d.i dissen– tire da lui « dove egli si ripromette un efficace intervento del Grnppo Parlamentare Socialista. Se qualche compagno, egli aggiungeva, porterà l'argomento alla Camera, si formerà subito l'u– nione ~era su tutti i banchi dei partiti borghesi. Di fronte ai siderurgi ci non e'è differenza d'opi– nioni o di coz:i.tegno fra liberali e popolari, fra radicali e nazionalist i: la politica li divide, il capitale li unisce ». La real~ invece ha dimostrato perfettameHte il contrario: molti deputati liberali, tutti gli agrari e l'mtero Grnppo popolare, nonostante il suo torto di avere scelto sull'argomento un ora– tore ligure liberista a parole, ma sostanzialmente favorevole al protezionismo siderurgico, avreb– bero .indubbiamente seguìto il Grnppo socialista, qualora questi, dopo· le dichiarazioni strappate dal Sal vernini all'on. Giolitti, si fosse impegnato a fondo ed avesse, con un ordine del giorno molto esplicito, obbligato il Governo a sospen– dere l'iniziato salvataggio ed a rinunciare ad , ogni forma d'intervent0. Il Gruppo, invece,' non solo non diede alcuna importanza a quelle di– chiarazioni, ma, per bocca dell'on. Bianchi, e– spre~se la propria soddisfazione per la discus– sione da esso provocata e per l'inchie;;ta che, a salvataggio avvenuto, lascerà le cose al punto in cui sono. Nè molto più chiaro ed ésplicito si è dimo– strato l'organo della Confederazione del Lavoro, il quale, in un articol@ del suo direttore, mentre non riesce a nascondere del tutto il pensiero personale dell'on. Giuseppe· Bir,,nchi, contrario ad ogni protezionismo industriale e convinto della necessità di subordinare gli interessi par– ticolari di singoli gruppi proletari agli interessi generali, tenta .tuttavia di coprire questo pen– siero sotto i soliti attacchi contro il liberismo astratto dei maniaci dell'e.:::onomia e sotto un diluvio di fasi involute ed oscure, da cni tra– p13la la preoccupazione di non assumersi la re– Rponsa!Jilità di demolire un'industria che nella sua rovina potrebbe travolgere un• intero e po– tente gruppo di operni organizzati: egli infatti dichiara di non volere gli aiuti agli industriali, ma di non voler nemmeno che il peso della crisi cada sulle maestranze. La preoccupazione, in un dirigente di or– ganizzazioni, è certamente legittima; ma, quando egli sia con vinto che la siàerurgia, nell;;, sua forma attuale, è un peso morto che danneggia e paralizza tutte le altre industrie, essa è anche uua preoccupazione eccessiva. Gli operai addetti alla miniere di ferro, agli alti forni, alle accia– ierie ed alle ferriere italiane, supera110 di poco, ibliotecaGino Bianco · tutti assioe).'.(J.e, i 30 mila, e non è affatto provato che da una crisi dell'industria - crisj che del resto è scoppiata già da sei mesi - · essi sareb– bero tutti ccndannati alla disoccupazione. E' strano rlunque, che per un periodo certamente breve di disoccupazione di J0 o 20 mila operai, non tutti certo specializzati, si debba lasciarsi indurre a sacrificare l'economia nazionale ed a favorire i ricatti di un gruppo di affaristi, mentre - per citare un esempio solo - non si sono mai avute preoccupazioni simili per gli operai edili, che a centinaia di migliaia sono condannati a periodi lunghissimi di disoccupazione completa. Ma per fortuna l'on. Giuseppe Bianchi ri– conosce che, in questa materia, è necessario dare al proletariato un'orientazione più precisa. E' questo precisamente anche l'augurio no– stro, ed è una necessità assoluta ed urgente se si vuol evitare che .l'azione• socialista conduca ad un consolidamento prbprio dei gruppi più parassitari di quella borghesia, contro cui si comb ..tte. Grno LuzzA.TTO. LaCollezione di Studi Rivoluzionari • I della. Casa Editrice R. BEMPORAD e F. di Firenze, è una,Collezione di cultura popolare. Eminenti scrittori e uomini politici vi sintetizzano in morlo semplice e piano le principali teorie che tengono diviso il proletariato, in quest'ora tumultuosa, o espon– gono, con oggettiva chiarezza, gli ultimi grandiosi mo– vimenti sociali. • Ogni volumetto tratta di un argomento cornpleto, e costa tre lire. Sono testè usciti : On. U~rnE1t-ro B1ANCH1 - La socializzazione clel so(tosuolo - volume doppio L. 6.- Gwuo PUGLIESE - Il ùolscevismo in Italia . L. 3. -· Degli stessi editori: G. NoFR1 e F. PozzA:<11 - J,a Rnssia com'è - L. 6.- Per latutela delle nuove g nerazioni Aproposito del recente conyegno per l'assistenza all'infanzia L'assistenza all'infanzia, come è stata progettata, ed in parte attuata, dalla prima amministrazione socialista di Milano, con le scuole all'aperto, con le colonie al mare e al monte, con la riforma degli asili infantili, con -l'i– stituzione dei medici e delle vigilatrici scolastiche ecc., costituisce indubbiamente un grap. passo verso la realiz– zazione di quel postulato igienico e sociale secondo cui, dando ogni cura più amorosa all'infanzia, noi provve– diamo efficace:nen te ad un miglior avvenire della col– lettività. l\fa è mia ferma convinzione che, se uoi vogliamo preparare al nuovo, incleprecabile assetto sociale genera– zioni sane, robuste, equilibrate, l'opera nostra non può, nè deve arrestarsi ai bambini e ai ragazzi che freqnen– tano l'asilo e la scuola elementare o, al più, il corso po• polare là dove esiste; ma !'leve estendersi anche a tutto quel periodo d'età che va dai 13 ai 18 anni e che si dosigna quale periodo della pubertà .. \ \

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