Critica Sociale - anno XXX - n. 11 - 1-15 giugno 1920

- ) -CnJT,ICASOCIALE 173 Tuttavia, se non si agita la questione, . non prn dalla sola categoria degli inse-gnanti, ma da ttrtta la Òlasse lavoratrice - che è tia maggiore utente della scuola, - Miner:va sarà sempre l'ultimo dei Mini– steri e rimarrà tale anche in regime collettivista: Frattanto si pone la domanda: chi deve· pagare? Si . sostiene che la scuoLa e un servizio pubblico, il cui onere è da riversarsi sulla massa dei contribuenti. Se ciò sta p-eTla scuola di primo gl'(ldo e p,er' quella popolare, il medesimo è più. discutibile per. la media– e la superiore. Dato anzi uri regime tributario che p-0ggia su ogni' sorta di imposte indirette, nel -quale anche le dirette si ripercuotono in massima sui meno· abbie 0 nti, non si comprende perchè un servizio -re,so alle classi ricche o meno disagiate lo debba ess.ere in perdita, nel senso che le tasse scolastiche non cieb- -bano bastare a pagarlo. · · Ne consegue che tutti gli- sforzi. dello- Stato -dev-0- no -essere rivolti a soste.nere la séuolà primaria, on– de ogni classe sociale si giova ugualmente. Più in su, .dove chi· profitta della· scuola 'è un'.a minora1;1za, 'che -se ne -vale per aèquistare più ampi diritti nella direzione economica e ,politi-ca -della soci-età,· l:a tassa .. scolastica p-iù .alta gioverebbe ad escludere dagli studi i valori neg,ativi (1); -mentre il. gettito delle tas-s-e-di esame, imiposte- ai provenienti d,a.Jl'insegna– mento .privato, costituirebbe u'n primo fondo :per sufficienti borse di studio, destinate ai nullatenenti che si riveler.anno, nella _scuola_dei popolo, degni di • passare agli -studi medii e superiori. Chiunque non nutra fede nelle rapide ·palingenesi s.ociali, ma aspiri positivamente a un -miglioramertto graduale· e sicurq delle masse, consentirà che è -tem– po di iniziare seriamente una c:unp.agna percl1è siano alfine saggiamente organizuiti i· mezzi necessari pei: accre-scere indefinitamente l'energia e la po– tenzialità tecnica, scientifi-ca e morale dell'uomo e del cittadino. GIUSEPPE BEDETTI. ' (1) Dissentiamo su questo punto, proJondamente ,. dal ,nostro collaboratore. Siamo d'aocordo con lui che lo Stato debba pensare anzi tutto alla scuola primari& e popolare e .perciò non ohiedi&mo · - ohe la scuola secondaria e superiore eia anch'essa, fin d'ora., in• terament\ gratuita. Mé. sarebbé · assurdo, se.rebb,e enarme che si volesse fare un passo &ddietr.o, chiedendo oh~ le tasse pagate dagli alunni bastino a mantenere le scuole medie e superiori. Si rinforzerebbe ooai quella concezione individualista della funzione scolastica, .contro cui pure il Bedetti reagisce e combatte; si wr:. rebbe a rafforzare il privilegio classista ·dell'istruzione più elevRt&, · contendendo l 'acceseo alle souole post-elementari a ·tuttl coloro ~he non potessero pagare centinaia di ~lire ogni anJ•o, anche se abhiano talento e attitudini non comuni, i quali, per le ragioni già dettci da R. Mondolfo e riferite ora dal Bedetti, restano spesso celate, nei primi anni dell'adolescenza, in coloro cui il disagio economico e l'ambiente famigliare non abbiano dato stimolo• a svilapp&re le loro capacità intellettuali, ' (Nola della ORITIOA). . . . LE VIRTÙDEL. CIÙCO Altri la giudichi unaforty.na ; io incomincio a credere che la sia ~na disgra.zia: in It~lia abbiamo trQppo in– gegno. Vi rammentate quello che diceva. una volta -. forse, più volte - Enrico "Ferri? "Ha maggior ingegno Ùn, calzola4!>italiano. che ~on un pr~fe~sore tedesco ,,. Ecco: che l'onesto ciabattino, che m1·risuola le scarp~ e mi rifà i tacchi nuovi alle calosce, si.a più profondo di Emanuele Kant, non ardirei ·sostenerlo. Ma che abbia un;inte!ligenze. più agile, fòrse, del pese.ntuccio autore. I libtecaGino Bianco delle Critiche delle Ragioni e del Giudizio, può anche darsi. Poichè qµeste. sembra la specialità - oltre, s'in– tende, i maccheroni ed il cielo azzurro. (quando non piove) - del nostro paese: l'agilità dell'ingegno. · C0me aobiamo ·il piacere •di constatare anche nel campo politico. Non che i Rabagas siano un P!'Odotto esclusivo del nostro. suolo: questo no_:l'immortale per– sonaggio. delll;l commedia del Sardou, per qJ:!anto l'au– tore ce lo dipinga come un avvocato monegasco, è francese, ben francese. O, piuttosto, internazionale? L'arrivismo è malattia politica - e non soltanto poli– tica,:,_ che alligna sotto ogni-sole. Ma, poichè io vivo _in Italia e, da qualche anno, non metto il piede fuori delle frontiere, fermo la mia attenzione su quello che avviene a casa nostra. Come insegna Saverio De Mai– stre, anche i u viaggi in casa,, possono essere istruttivi. Ora io non so cosa accada all'estero. Ma so che qui da noi, tanta è, come dicono, l'~gilità. dell'italico ingegno, clte, se voi rivedete un amico che non incontravate da .qualche -anno od anche- solo da qualche mese, sarà cor– tesia e prudenza che v'informiate, oltre che della salute di"lui, della moglie, dei pargoletti e della suocera, anche d~lla sua attuale fede politica. Perchè c'è il ·caso che quegli, che ricordate "tesserato ,, e cui state per rivol– gere a cuore aperto la parola· come a "compagno ,,, sia oggi diventato nazionalista. Oppure che vi troviate com– pagno di partito - e molto più acceso di voi - tal altro che, nelle· elezioni preceden,ti, non soltanto non militav·a 'ancora· nelle file socialiste, ma era, magari, candidato di un partito .avversario. ·o che vediate al– leat_odei preti, e magari regolarmente affiliato al Partito Popolare, uno che voi conoscevii:~ fiero anticlericale e credèvate massone. O, per finire l'esemplificazione .... la quale potrebbe continuare all'infinito per le innµmere• voli figure che si potrebbero ricopiare dal vero, vi può capitare, senza uscire dal seno del Partito, di. vedere portabandiera dei massimalisti chi, fino a poco fa, ri– teneva,te, con buon fondt\mento, più " destro ,, di voi·; e quel 'medesimo, che non isdegnava di scrivere in Riviste ultra-conservatrici, e sostenere la l:ii:i;zarratesi di un auspicato accordo fra clericali e soèialisti, che, fraternamente, si sarebbero dovuto dividère le rispet– tive zone d'influenza, rurali ed u,rbane, quel medesimo oggi/ lo sentite tuo11are, a ca_podegli ultra-maf!isiinalisti, per un fronte unico rivoluz-ionario, costituito di orga– nizzate schiere socialiste e di falangi disorganizzate d anarchici .. Misteri dell;agile ingegno italiano i * AÌÌa vigilia delle-ultime elezioni politiche, incontravo, ad un Comizio, un compagno candidato, che aveva sem• pre militato fra le fila dei rivoluzionarii e che, perciò, si trovava, rispettabilmente, a posto fra i neo-massi– tp.alisti (s·e col nuovo termine s'ha da· designare la ten– denza dei valorizzatori del programma massimo al di · sopra dèlle realizzazioni immediate). Cotesto compagno, rientrato da poche settimane dall'estero, dov'era ripa– rato per un infortunio professionale, mi diceva che ciò che l'aveva maggiormente colpito nella sua ancor breve permanenza in Italia erano le innumerevoli, prodigiose ·conversioni.... a sinistra di tanti compagni, che egli rammentava· militahti, disciplinati si, ma " destri,, o " de.strissimi ,,. È vero che il mondo cammina e Che bisogna essere ciechi per non accorgersene; ma, in– somma, l'angolosa fierezza rivoluzionaria del compagno, sempre rimasto fedele alla sua bandiera, mi pareva tal poco - come dire? - sorpr_esa, e non gradevolmente, da\· pletorico ingrossarsi delle file estremiste. .

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