Critica Sociale - anno XXX - n. 11 - 1-15 giugno 1920

176 CRITICASOCIALE L'idea di tale unione non è nuova fra noi: è ·un ideale sacro per cui, negli ultimi cinque secoli, cen– tinaia di migliaia di Montenegrini hanno <l_ato I~ vita. E la stessa situazione politica ed economica de~ popoli di razza iugoslava esige tale unità; e n~1 Montenegrini specialmente la vogliamo. E' a ramm1:-n– carsi che tanti nostri eminenti amici inglesi, nt-e– nèndo di difendere le ragioni e gli interessi d_el po: polo montenegrino, difendano in realtà soITan!o gli interessi della famiglia Petrovic)1. Degli antichi· primi ministri del mio paese J:>en cinque si oppongono al signor Plamanatz_ e al suo padrone, l'ex re Nicola, e solo il sesto s1 tro~a 1? Svizzera a far propaganda nello stesso senso d1 lui. Su più che trecento, antichi e presenti deputa!i montenegrini, soltanto quindi<:i hanno appoggiato 11 signor Plamanatz. E del resto quante volte lo stesso Nikita, in versi .e in prosa, inneggiò all'ideale, come egli diceva, della sacra· unione fra Serbia' e Monte-. negro! Certo .se la corona· jugoslava si fosse posata sulla sua testa, egli si sarebbe mantenuto fedele al suo ideale. . . Il signor Plamanatz dice che il popolo montene– grino non fu in alcuna guisa consultato circa il suo fu-ttiro destino, e ·come· tutti _i ·pocJ;ii ma rumorosi seguaci dell'ex re, denuncia· come assemblea ille~ale la Grande Scupcina del novembre 1918, che, vice– versa, fu eletta reg_olarmente, avendo diritto di voto ogni uomo di età superiore •ai 21 anni. Non val la pena di seguire il signbl' Plamanatz in tutte le sue ridicole affermazioni- contro i Serbi. Egli sa che nelle scaramucce contro le piccole bande (di 200 o 300 uomini in tutto)_ organizzate cl.all'ex re per opporsi all'unione, l'esercito regolare serbo (con– tro cui si· lanciano accuse di crudeltà assolutamente false) sostenne una parte minima, Alle reclute 1, agli studenti montenegrini fu quasi i!nicamente af: fidato il còmpito di mantenere l'ordme contro gli emissari del loro screditato ex re.- Se anche tutti i soldati serbi lasciassero il . Montenegro, basterebbero i Montenegrini a teiler .testa, da soli, alle bande che si infiltrano di quando in quando nel nostro paese, provenendo dai depositi di Gaeta, dove l'ex re in– trattiene u., piccolo esercito con cut spera ricupe– rare il trono del Montenegro. Quella trup_pa è com– posta quasi. esclusivamentè di ufficiali: chi paga. l_e spese del suo mantenimento in _Gaeta? Ignora 11 signc,r Plamanatz che il deputato socialista Costan– tino Lazzari chiese al Governo italiano di spiegare a quale scopo l'Italia spende 300.000 lire al mese per mantenere il minuscolo esercito d_ell'ex re Ni– cola? Può egli offrire qualche sP.iegazione in me– rito, all'infuori di quella che si presenta oyvia a ciascuno? . . Certo, pur con l'unione sl deve tener cor;ito della storia particolare e delle traclizioni del Montenegro. Del resto l'Assemblea costituente- ha deciso che ,il Montenegro, la Croaz.ia, la Bosnia e le altrè provincie jugoslave abbiano un'autonomia, ed esse l'avranno. Ne è garanzia anche il fatto che, cc,ntro le false affermazioni dei partigiani di Niki ta, tutti i prefetti e sindaci e altri funzionari amministrativi or.t in carica sono nativi dèl Montenegro. Come dichiarò lord Curzon alla .Camera dei Lords, l'atteggiamento del Governo inglese verso i Montene– grini ·è esattamente quello che. i Montenegrini clesì– derano, cioè il riconoscimento del diritto dei Monte– negrini a decidere della propria sorte. E quando sarà .convocata l'Assemblea costituente del regno dei Serbi, Croati e Sloveni, nella quale il Montenegro avrà il suo posto, il nostro popolo deci– derà nuovamente se desidera far parte dello Stato jugoslavo ~nitario. o rimanere autonomo. çhe cosa. possono desiderare cli più il signor Plamanatz e il suo padrone? ~ Il signor Plamana,tz protesta contro la presenza <li truppe serbe nel Montenegro; ma perchè. non prote– sta contro la presenza di truppe i.taliane nei distretti di Vir-Pazar, Antivari e Dulcig110, la èui popolazio– ne sarebbe felicissima di venir ·Jib~rata da quella .presenza, come ripetutamente ha fatto conoscere? Se il signor Plamanatz ritiene . che · la maggio– ranza del popolo montenegrino si.a della sua opi- BibliotecaGino Bianco \ nione, vada nel Montenegro a patrocinare il ritorno dell'ex re Niéola e dell;:i sua dinastia! Ma egli sa che accoglienza troverebbe. Nell'autunno 1915 l'ex re ·Nicola ordinò a suo figlio Danilo di tornare subito nel paese dei suoi padri a impedire eihe la dinastia fosse deposta. Danilo rispose dj essere affetto da in– fluenza e. di non sentirsi in grado di mettersi in viaggio! Di quella influenza, nei cinque anni da allor~ tras- corsi, Danilo non è guarito ancora. · * Il numero del 27 aprile 1920 dt1l· « Bollettino del- l'Istituto russo in Roma» reca alcuni' dati sull'in– ·dustria della nafta nel Caucaso, che 'possono inte– ressare l'economia italiana, sempre angustiata dalla mancanza di combustibili. In molti casi la nafta può 'vantaggiosamente sostituire, come ·forza motrice, il carbone; ma mentre· al petrolio russo ricorrono lar– gamente l'Inghilterra e la Francia, p~ù lontane dal ·,Caucaso che non sia l'Ita1ia, questa, çhe, prima di _'diventare cliente dell'America, costituiva uno .dei mi– gliori sbocchi della. industria petrolifera russa, at– tualmente ha quasi clel tutto cessato di importare 'nafta dal Caucaso. .n bollettino espone alcune cifre rivelatrici del– l'eriorme sviluppo raggiunto dall'industria della nafta nella reg_ipne di ·Baku, e. de)l'importànza sempre mag– giore che essa è destinata ad avere nel prossimo futuro. Mentre Intorno al 1860 la produzione annua non era 'che '<li 255 mila puds, e vent'anni più tardi non toccava i :(5 -milioni, nel 1890 era già salita ·a .225 milioni e nel . 1900 superava di molto la cifra - enorme di mezzo miliardo di puds. Parallelamente allo sviluppo quantitativo _dell'industria si operava la sua concentrazione in pqche grandissime imprese. Esistono ora a Baku dieci Società, ciascuna delle quali produce ogni anno più di dieci_miljoni di puds di i;iafta. Tre gruppi· di capitalisti ·dominano il mercato: il• gruppo Nobel, quello della « Socie~à del mar Caspio e del mar Nero», quello della « So– cietà russa della Nafta»:. intorno ai quali si rac– colgono le forze finanziarie e tecniche c!1e permét– tono lo slancio imponente dell'industria caucasica. Bisogna tener .presente· che, ,oltre al mezzo mi– liardo di puds di nafta estratti annualmente, questa industria produce ari.che 150 milioni annui di puds <ii derivati della nafta: la maggior parte di tale com– plessiva produzione viene esportata, ~d a tal fine serve una .flottà imponente di navi-cisterne. e quella tubazione ( « pip'e-line ») transcaucasica, che si steI).de ·per una lunghezza di ottocento chilometri.· L''organiz~zione dei trasporti, essenziale 1n un'in- . dustr-ia çli questo genere, fa capo a_ 1?aku, -e si trova nelle ·mani di pareéchie potenti ditte, come la «Ma-• zut », quella . del «Volga», la « Società orientale», 'la « Società d.el Caspio », ecc. Esse hanno f~ndato nella Russia euro pea e in Siberia numerose stazioni di rifornimento, dcive accumulano immensi stocks di nafta. . Si può dire, concJudendo, che l'industria ·della naf– ta nel Caucaso presenta un sistema di prod11zione e <li trasporti ben congegnato e organizzato. Essendo disponibili nel mome'hto attuale ingenti quantità per l'esportazione, l'Italia potrebbe · risolvère quasi im– mediatamente l'angoscioso J}rob.lema del suo riforni– mènto ·in combustibili, riallacciando col Caucaso le -già' fiorenti relazioni commerciali. Ci sono tre ·modi per far venire il petrolio di colà: o servirsi dellq. ferrovia Baku-Batum, o della.« pipe-li ne»· che con– giunge il Caspio col Mar Nero, e imbarcare poi la mer– e~ a Batùm_ su ?avi-cj.s~er~e ~he poss?no traspo~tarla direttamente nei porti 1tah\m. Pre.fenremo contmuar a lasciare· che il prezioso combustibile prenda tutto la via di altri Paesi, contentandoci dj gemere sulla crisi delle nostre industrie, per il ,difetto di f<;>rza motrice? ÀNGELO TREVES. RIGAMONTI GIÙSEPPB, ge:ente responaabile. .· , . - . Milano, 9/6 1990 . Coop. Graftoa degli Operai - Vi~ Bp_artaoo, ·e.

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