Critica Sociale - anno XXX - n. 9 - 1-15 maggio 1920

JYerchè l'autodiscipJ.ina di classe. non viene stimo-– lata, sorretta e resa effica,ce dal pungolo e da.J sostegno della coscienza pubblica. Nell'i.ndivi.dtH?la disciplina -interiore si 1:egge a°:to~oma _sulla coscien– za del dovere; ma nei g-rupp1, 111 cui per ognuno si tratta, non ,soUanLo di governare se. sles~o•, ma di concorrere a govprnare og.n~no degl_, altra, essa si l'ilascia e cede alle cause. d1ssolvent.1, se non la ridesti e ravvivi di continuo la vigilanza e l'esi~ ge1LZacollettiva: Questa è dunque l'esigenza prelimi.nare e fond,a– mentale per la soluzione di t.utt.i i prqblemi della scuo la: a questa debbono volge,re l'opera assidua il Part .i.to Socialista e le organizzazioni di lavoratori, se vogl iono che la scuola risponda alla o-randezza del còmpito che nell'avvenire sempre più le spetta. Bisogn,a tener presente, sempre, che ogni società ha non soltanto il Governo, ma anche I-a scuola che si merita. RODOLFO MONDOLFO. stri rapporti sociali secondo 1 nostri bisogni e la nostra. volontà. Pace e lavoro sono i ·presupposti· esteriori per il raggiungimento del nostro scopo, ma il p~suppo– st.o interiore è che il popolo, che le masse lavora– . trici della città e della campagna vog]ianò il ·rinno– vamento sociale. Cert o ci son o quelli che pensano . che basti un p.aio di- miglia.ià di uomini coraggicsi. ed energie.i per jmposs esarsi, c on u n còl,po dj mano·, del pote•l'e dello Stato, e dec·re ,t.ar- epoi il socialismo, imponendolo al popolo.· Ma -qu esto è un e·rrore, per– chè come potrebb e una piçcola minrranza, la qullle prema con mezzi te-rrori-sti.ci sulle masse; popolari, per soUomeUerle alla sua _vo lontà, come potrebbe, di,co, far funz-ionare il grande apparecchio della produzione sociale? Certo essi potrebbero, col ter– rore spietato, esp·roµriare la classe capitali,stica; po– trebbero fors'anche., da qualcne punto- centrale rivo– luzi9nario, dominare l'apparecchio produttiyo; ma questo saiiebbe un socialismo -bur_ocratieo e non de– mocratico: perchè la concentrazione rivoluzionaria renz& fra. souola di St&to '8 souol& libera, oome nnioo rimedio per non potrebbe amministrare le fabbriche;· le miniere, purifio&re le stalle .di Augia. M& ho già detto ohe nella scuola le' campagne, se rion l)er mezzo di ·una _buroe-razia libeTa. le stall? non ma!'c&no, ~eppur_ogg _;, che ~ ~-~on~~rr~~z,a_i>Pf , d~. 1•ssi imposta.~ i cvi c9mandi ~.rebbero ,obbe~iti può esercitarsi: saremo tanto ingenui da spera.re ohe un.'lilfezione · mer,cè 1a forza delle a·rmt.' Ma no1·no n vogliamo· un contro l'_a.ltra.serva. a. produ~re il ris~namento ?, No' '! 1 · rimedio socialismo burocratico, che sig:ni.fichi la dominàzione p~ò _ventre ~olo.dalle grand'. correnti pur? della coscienza l',1?-b· di .una _,piccola. minoranza su tutto u n popolo. Noi bhO!t, ohe sia davv_ero .~?nsapevole, ?d armi ~ so~teng~ una deoisa. VO<>'liamo uri socialismo de.mocra-tico cioè l'auto-am- volontà.. Allora alla vigil&nza esteriore oorrispondera. veramente ·"·, , · d' t tt. ·1' 1 M è l'autodisciplina: il resto è illusiòne. mm1straz,1one· economica I .u o I popo .o. ere . tutto un sist.ema di organizza1.ione dem_ocratica .deve La • sca1·sità, ve,;amente tirannica, dello spazio ci obbtiga a r'imandare una r·eplica dell'ing. Rigiano al p1·ot: Griziotti, una del Vagliasindi alle osservazioni dell'Agronomo, una serie di tre ar·ticoli (del dott. Gaddi, dell'on. Alber·telli, di oc ~ y À) sul pr·oblemà $ide1'U1·gico,– e altri ar·ticoli che a_bbiamo sul tavolo già da tempo. LA VIA AL SOCIALJ$~0 . il .popolo stesso amministrare la-sua vita ecenomi-ca, e questa. organ-izzazione noi abbiamo tracciata, nelle pagine preced~nti. I ·comi.tali. di lavoro in ciascuna azienda. i Comitati di inqui-1-iniin ciascuna casa, le Organizzazioni, ·le Cooperative di consumo, Je Coo– •perative ag•ri,cole, i Comuni urbani e rurali, i :Con– sigli di· amministrn1,ione di r,iascw1 ramo .di indu- X. I presuppostidella socializzazione. Noi abbiamo tentalo in una· serie di ar-Licoli di Lracciare .le misLire ne<;essa-r.iepei ·.at.Lùareeosci-ente- 111entee metodioamei1te il grande rivolgimenbo .so-·. eia-le nell'interesse della colktLivili.t. e senza Lurba– mento della produzione. Gi resta a dire quali sono le condizioni nelle quali saranno -possibili- le varie ri- stria e i Consigli di vigiLam,a di. cia-scuna azienda ru– rale, gli l/fficì ·a.grar1 distrettuali ed i loro Consìgli, i -Cons.igJideH'agri-coltura, il Consiglio dell'economia agraria nàzionale, ·il Consiglio· di ammiri,isbra-7:ione 1 della Banc.a CenbraJ.e nazionale, e inCtne l' Assèmblca ·nazionale e ;il GO\(ernò .da :essa formato, ecco le più .importanti organizza1.ion.i che subentrano ai cap1,ta– listi e ai iprop:rietari nell'aimmirùstra,re gli sir1:rmenti di produzio1ae, e guida-re il _lavoro, e regola1;e la vit;:i economica. un· tale sistema di auto-amministrazione eoonomica del popolo· s·uppone pen'> la volonterosa partecipazione, la gioiosa collaborazione di tl!tle le• masse· popol.ari. ·Un tale sistema-non può essere im– posto al popofo da ·una ,piccola minoranza, ma .deve balzare :dalla volontà stessa delle masse lavoratrici. Perciò ·il priIT\Opresuppòsto del -socialismo è chc- le masse popolari, che la maggioranza. del popoli:>sia piena d-i convinzione socialista. sia anima·t.a .dalla forme proposte. ·. Il primo presupposto della socializzazione è, as– :;oluLamenLe,la pace. Nessuna delle misure che ab– biamo indicate è possibile, fino a ·~~J\I.O che noi .sia– m? ì-n guerra, e' le"nosL1:effonti~rf,qpn S?rlo fi_&5a,te I e 11ma,r,enon è ancora libero. Per esemp10, no1_ non · t1ossiamo .attuare. la imposta sul patrimonio, fìnchè non sappiamo .quale. territ orio ha il nostro Stato,. .e· importanti parti. del nostro territor.io sono sotto roc-.' cupazione straniera e no n sia defi nita .la distribu– zione dei presti-Li di gu~rr-a su -oiascuno de i nuovi SLati. Noi non siamo liberi di· determina.re la no– stra costituzione· sociale sécond o la nostra p ropria · volontà, indipendentemente dàlle classi dominanti · dell'Intesa, finchè non paghiamo coi prodotti del no– stro lavoro i nostri mezzi di sussistenza ed i.l car– bone, ma li riceviamo a prestito dalle mani del vin-. ciLore. Noi :dobbiamo anzi tutto· acquistare la pace, quindi dobbiamo ,r-istabili·re la. -libertà dell'importa– zio11èdelle materie -prime e degli oggetti di consumo. · Le nosLre maochine debbono esser rimesse in azione, dobbiamo. riprendere :;i )f!.vorare _pe1: ce:ssare di esser dipendenti dalle g,razie del vincitore, non più sotto– messi alla sua volontà., ma liberi di atteggiare i no- ·BibliotecaGino Bianco. voldt\t!a tlill' sòéH!li,sm6:· · · , ,; 1 · .·-,F r '"'Il! , , Ma i-I socialismo pz,esupp0ne, aneora ·altro, e cioè uno Stato c~pace, per sua natu,ra; di attuare il ri– volgimernto $@ciale. · _ · , · Ec-c0 il presupposto a -cui noi dobbiamo, ·nell'Au- st~ tedesc~, particolarm~nte :badà11e. ·. Poic~è noi si.amo ancorà davanti alla grande questione, se la nt>– . st,ra Austria tedesca sia per d iven tare una partP. co– stitutiva della gr-and'e.Repubb! .i.ca tedesca , .oppure se . essa dovra uni1•si coi Czechi,- J.ug osla.vi ,..Ungheresi, Polacchi e Romeni in ·una lega di .Stati, i n una Fede~ .r11zioqeDanubiana., Da que$la decisione. d~pe,1J.de il prossimo avvenire deJla nostra costituzione-~ociale. . Immag.iniamoci un istante .cotesta ,F<:-çlerazione di popoli Danupiani. · . '·'Chi ·dovrebbe, ·denlro·cot-esta Federa7_ione, attua.re il socicalismo?,H governo tedesco-ausl:riaco? Ma ·non è possibile-immaginare chè-, in ,una. stessa Federazio– ne, si- possano riunire una Austria .so.cialista .con Stati vici.ni capitalistici. Oppùre deve tulta la Federazi_?ne

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