Critica Sociale - anno XXX - n. 3 - 1-15 febbraio 1920

44 CRITICA SOCIALE LE.G.GE.NDO Ml551ROLI Da mollissimo tempo io sono socialista. Non sol– t,anto perchè, d,a parecchi ,anni, ho in tasca la tessera del Parlilo (mi piace dil'lo - non essendo stato nem– meno candidQ/o - ,a cerli... impazienli, inscrittisi frettolosamente all'ultima. or.a). Ma non la tessera, ben$ì la ,coscienza mi ha reso ,soci.ailista. D.a un buon quarto di secolo, da quando, nella primissima giovi– nezza, seguiv·o le prime ,affermazioni proletarie con. profonda commozione sentimentale. Poi, dal tragico 1898 mi abbeverai, in queste colonne insigni dellia Critica Sociale, delle i-dee di quello che è stato ed è il Maestro del mio .pensiero politico, Filippo Turati, e, vi,avio, negli studi di filosofia, di storia, di politica., trovai argomenti logici in appoggio di quelle raisons du coeur, que la raison ne conn.ail pas. Per tutto questo - non per .Ja tessera - fui e rimango socia– lis.tn ; e tale rimà·rrei anche se, per ipotesi,_ lia tessera mi venisse strappata. Orbene, leggendo un libro, sci-ntil'liante di pensiero, · scritto dall'agile penna di Ma'l'io Missiroli (PolemiC(l liberale; ·Bologna, Zianichell~, 1919), mi sono dpvuto chiedere più di una,volta: il mio sociia-ltsmo è... libe- raHsmo? · Colpia dei mio - immutato - desl_rismo socialista? Colpa di Missiroli? Colpa di... Ovidi·o e delle sue Metam·orfosi, non discare iai nostri ginnasiali ricor~i? Forse, colpa di quest'ultimo, ricol'dato anche dal Mis– siroli. Ma non si trotta di. .. metamorfosi individua:li, per cui - rammentàte? - lo mulalur in vaccam, oppure (che 60 io?) qualche ultro-riformista, avvi– ciniandosi le elezioni, si è metamorfosato in bolsce– vico ; bensì di un:a metamorfosi più complessai e più g~nerale. La quale ... costituisce la tesi, forse, più in– sistente, più p,aradossa\e ,;'.se .\luoJ,si- ma (appùnto per. questo?) più simp,atica del :volume di Mis-siroli: « oggi, la « funzione » liberale e piasSU'ta,di fa:tito, ai socialisti».' Non tutt~ le tesi, le argomen!Jazioni, le pitture del pubblicista bolognese mi, persuadono quanto questa. .Non, ad esempio, I.a .soreIIi,ana « stronootur~ » di Gid– vanni Jaurès, che fu assai, ass,ai _.più di un « pletorico e vanaglorioso» oratore. Si, invece, con buona pace ,di Romolo Murri, l'esaltazione, dal punto -di vista del– l'ortodossia, di quel candido pontefice -ehe fu Pio X: e questo dico non per .simpatia ... di corregion.ale, ma piuttosto per l 'anitioo ian,tipatia verso quel mode~•ni– smo, che vole\1'3. stare con un piede dentro J.a,Chiesa e con ·l'allro fuori. Coh· I.a'logioo non si scherza - ed anche I.a vita è un terribile sistema di logi-ca, in çui.. 1 i nodi vengono al pettine - e, aocettaite certe pre– messe, bisogoo avere il coraggio, teooetico e pr.aUco,, di arrivare alle conseguen2ie. Questa è appunto una, delle doti i-ntellettuali più singolari di Mario Missiroli, dote che egli, modesta– mente, ritiene essere non una sua pereonale qualità, ma bensì una filiazione naturale della posizione men– tale del liberalismo: il saper entrare nei sistemi lo– gici più disparati, più lontani dal proprio abituale modo di pensare, e saperne interpretare l'intima struttura, svolgendone con curiosità tutta la trama senUJ. arrestarsi di fronte ad alcuna deduzione. · In coteste analisi il fine scrittore emiliano - che, per ceri.e sue paradossali arditezze e per l'agilità con cui sa padroneggiare i più differenti punti di vista, sem- . BibliotecaGino·Bianc0 , bra quasi un figlio del Mezzogiorno - è un maestro. Per questo, il volume, del quale sto parlando, pur essendo, in gron parte, una raccolta di articoli di giornali quotidiani, è uno: dei più vivaci e - adope– ri.amo pure la brutta pa,roloa- suggestivi libri di filo– sofia politica, che si possano leggere. * Ma vediamo, finalmente, quella. che ho, già detto essere la tesi più insiS'Lente, ed anche più simpati,ca,. .•del MissiroÌi. ·(a: tesi è... i)•nche 1m'antitesi.- E l'antitesi è, non già foa liberialismo e sociailismo,. bensì - me ne ,dispiace- per Antonio Salandra, di oui. non deve obliarsi il discorso di Torino - fra libera– lismo e partito liberà.le . « Vera o falsa, la mia tesi è· « questa v - sc rive il Missiroli; ed in tali parole mi sembra sia i•lsucco del suo pensiero - « e, per quanto « possa sembrare strana, a me pare inoppugnabile. « Quei gruppi, quelle associazioni, che amano chia– « marsi « partito libera-le », non hanno nulla a che ve– « dere col libeoo.Jismo, perchè costituiscono, ordinia– « riamente, H gro,sso de!J.e forze conservatrici, con.ser– « vatrici di in<ooressi e di privilegi. Che tali forze ab– « biano il diritto di esistere, di viv,ere, di 1,ot'baire, io cc non ho mai negato e non nego; che tali forze siiaino cc chiamate ad eseréita.re una funzione uti!i.sstm,a nel cc divenire sociale, io ammetto. Nego so·l:tanto che pos– « isano chiamarsi, in un ,modo o nell 'aitr_o, « liberali », « perchè H libera.lismo è. un metodo ed. un principio »· (p. 2ll). Chiaro e preciso; e... i signori « liberali», che n.asoondono sotto ta,le maschera augusta il loro vecchio viso di conservatOO'i, sove'nte nostalgici di buo– ne manette ,a-'butel,adell'ordine, del l<>ro rdine disor~ dinato, sono serviti di barba e di parrucca. Soprat– tutto di parrucca. Missiroli è un giovane ; egli sente pul:sare fervida ·la vita n~lle sue arterie, e per ciò– .ben lungi dal fare il carabiniere delLa penna a classi ed ,a c:r:ioche polttiche in isfacelo, vuol preparare cc onorata sepolitur.a, alle ·cose morte». La ·cc pÒsizione » inteNettuale di cotesto singolaTe– pubblicisfa può essere esaminata· sotto due aspett~ · teore~~~o e p:na,Lico. P,er Mario Missiroli il liberalismo noh è, oome ab- · biamo veduto,-l'insegna di un parli.lo: tan!Jo meno 9ei sedicenti partiti liberali. E allora, che oos'.è il •Jibera– lìsmo? È uno stato -d'animo. « Si nasce li'berali come si nasce giacobini ». E questo è, _inbuona parte, vero, perchè le più profonde v,.ooozioni, come ·J,e,più .alte conquiste, deJ,lo spirito sono intimamente convesse alla propria natura. M,a, poche righe avanti, il Missi– roli medesimo, oon legittimo orgoglio, aveva scritto: « solo ·i filosofi sono Jibera-Ji » .. Senonchè - non ha detto Fichte che la filosofie. che .si sceglie .dipende -dal,J,anatu:ra che si ,possiede ? Po~sesso o conquista che sia - ed i-o pr-openderei p,er il secondo tel'mine - il liberal'i&mo è uno stato d'animo, mi si conceda l'immodestia di affermairl,o,, aristocratico, come qq,~llo ohe esige liberazione da pregiudizi, larghez:z,a di ve– dute, serenità di spirito. È la :r;ibellione consapevole all'ipse dixil. È la protesta dell'intima libertà dello spirito - di quel'la, che una volta si chiam~v,.a « la ra– gione » - contro la fede, contro ogni fede. È la cri– tica diuturna del « credo, quie. absurdum ». È la rivo-, luzion,e in atllo. Ma è anche, come ,negazion,e teore– tioo dell'assoluto, come ,antitesi perenne fra la « ra– gion pura » e la « ragion pratica», un razionale e ra– zionolistico scetticismo. II quale persuade, non a pat– teggiumen li od a tranisazioni, ma ,a<l una virile. bolJ.e-

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