Critica Sociale - XXVIII - n. 12 - 16-30 giugno 1918

134 . CRITICA SOCIALE loro al'monica disciplina e cooperazione, che sarà listi e della lolla é\i classe. E tanto più ciò è ne- possibile solo se e_d_ in quanto le -~lassi _lavoratrici cessario in quanto - come mille fatti luminosamente Jocro-ieranno fa pohl1ca estera degli Stati sopra lo dimostrano - la guerra, anzichè ammorzare la lottEi stis~o indil'izzo di classe della loro politica interna. di classe, l'ha acuita coi suoi rigori -politici, con In sostanza, il patriottismo del Socialismo è un le inevit-ebili disuguaglianze nella distribuzione dei patrioLLismo concepito come un imper~tiv? catego- pesi, con la frequente rivolta dell'interesse partico- rico universale. Il suo contrasto col patnotttsmo par- lare capitalista contro l'interesse ·generale, e, sopra- licolarisla è innegabile ed è costante. Esso dà di tuUo, c9n la colossale c·oncentrazione della ricchezza. t:ozzo in pieno nel p:;i.triottism<?della tra~izio'.1e e. dei Il prospero successo di ogni nostra azione politica è, libri di scuola, che urla al tnonfo se s1 arncch1sce indefettibilmente, vincolato a tale stato di cose ed al cli una provincia e guaisce alta abbominazione se la corrispondente stato di anime. A prescinderne, non- perde; patriottismo che' ai propri i obbiettivi non ri- chè più pratici, diventeremmo più sterili. conosce allri limiti che quelli del proprio potere, Infatti il socialismo pa;triottarélo, che ha messo in convinto come è, in fondo, che, torto o ragione, la alto il fe{iccio patria senza c.ombinarlo-realisticamen- patria ha sempre ragione, in quanto che adversus te nei suoi elementi costitutivi, le classi, è riuscito hostes aeterna auctoritas. Ma questo· contrasto fa infecondo come patriottismo e come socialismo (tant'è la sua nobiltà e, se anche preso nella sua assoltitezza ~ho questi due termini, rettamente intesi, non fanno cotesto patriottismo .~eml)ra un'utopia, pone p~r al- due, ma uno). In fatto, il socialismo paLriottardo, tro una mèta verso cui nulla è più beJ!o e più pra- come socialismo, non ha nulla potuto fare, perch~ tico che sforzarsi di camminare ogni giorno, e dà durante Ja· guerra rion trionfassero i principi i e i me- una s t_regua pèr giudicare le azioni politiche contin- lodi dei conservatori e, come patriottis·mo, n@n ba gen.ti. dei Governi, alla quale i •Governi stessi soglio- 'potuto negare la sua solidarietà a tu'tbi i programmi no rendere omaggio quando non riescano ad aUuare dell'Intesa; .i quali - e· non per 1 vi1?tù lor.o, rfla dell'è.- i loro piani opposti e, nel tentativo, caschino in peri- circostanze militari non prospere, soltanto ora aç- colo o sotto la minaccia dello stesso danno che ·vo- cennano ad emendarsi - ·mettendo· in· ::ilLo il prin- levano inferire altrui. cipio di naziònalità per i Polacchi, gli Jugo-sla- Qualche amico nostro, discutendosi in alcuna riu- vi, ecc., ed· abiurando agli eccessi dell'imperialismo nione degli atteggiamenti del Partito nostro in Parla- (che del principio di nazionalità è il più diretto ne-. mento, pur concordanrdo essemi-almente nelle tr.idi- mie.o) nell'Adriatico, sui Balcani, in Asia Minore, zionali vedute del socialismo intorno alla guerra, sulla riva sinistra del Reno, ecc., ecc., che tanti ar- . prospettava il dubbio che in una tale concezione non o-omenti - cl-i più o meno buona fede - avevano _ fosse a sufficienza perspicuo, specie contro l'invà- fornito all;:i polemica germanica. Ora l'anzidetto so- clere cli correnti aspramente negative del pat.riotti- , tialismo «nazionale», dopo tanta vicenda <li casi, smo, il nostro aderire alla :difesa nnzi.onale; premess::i oercando affannosamente intorno a sè dei lavoratoti indispensabile, ,eome giustamente fu osservato, :;i.-d a cui rivolgersi, p-er éostituire una Unione italian'a ogni politica che-miri, sul terrenQ parlament~re, a. del Lavoro da opporre alla gloriosa Confederazione. incalzare contro i fascìsti le· correnti più libeFali e Generale del L(J,Voro, è ridotta, per ,dichiarazione c\'el ragionevoli, al fine di preparare le crisi risolutive suo segretario E. Rossoni i~ un'intervista pubb)i- della angosciosa situazione presente: Il dubbio non çata sul Tempo di Roma, a propugnar-e non pmo ci pare fondato. A prescindere dall'ubbia che la guer~ l'apoliticismo più assoluto del reclutamento, che, ra si possa far finire quando che sia con un col'po doverosamente, pratica anche la Confederazione del di rriano partamentare, ubbia anche pi6 utopistica cli Lavoro, clic:endosi di, acceUare « nell'Unione tutti g-li _quell'altr_a cl~e si possa f?~ finire con _un colpo cli operai, pl'ovengano, dai catLol1ci o dagli anarchici. _mano... m piazza, e perciò neppur seriamente pro- purchè nel -nostro sano non alimentino preconcetti ponibile, sta in vero che a quell'ufficio cli istigazione di parte>> e « anche gli operai neutralisti, come se la delle energie borghesi convergenti alla difesa qelle guerra non fosse stata », ma anche l'apoliLi,cismo .pii! libertà ed alla instaurazione della pace .:.__che noi assoluto delle idee, in quanto.- si professa -la « spe- r.iconosciamo ,essere cli compendio del Partito nostro r'anza », anzi « certezza », chè « il proletatiatb n0n - noi saremo tanto più idonei quanto più ·saremo si dividerà fra chi è stato con la guerra e cl;i-i,,,i ftt « noi », cioè porteremo un fermo principio generale ·contro». ·. -: · · - ~ e _porteremo masse saldamente organizzate e fer,ii- , Nella quale. espressi'éme sembra ~mpllcita la' Ji– damente prese cl-iquel «principio», in guisa da in-, nunzia dell'Unione Italiana ad avere, come tale, Ml- cuorare ad acclostarvisi i timidi e i tepidi dèl Ji.be- teriorm,ente, wa.'op-inione èlfficiale sulla pace e .su ralismo e del pacificismo borghese. Nè altrimenti la guer,ra, che è pure una. premessa nece,ssaria cli ' noi c_icomportiamo in. simiglianti contingenze. Quan- · qualunque futura azione nazionale (ed internazionale, do s1 traLta cli incoraggiare i più ra<licali interventi per chi, come noi·, ci crede) della classe ,favor~trice-:- dello Stato per la legislazione protettiva diel lavo,ro, In fatto, non è irresistibile che il sindacalismo nel noi non nascondiamo che il nostro piano generale è dqpo guerra richiami dagli atteggiamenti della guer- l'istituzione di una società socialista di Ìavoratori · ra ·le sue direttive, e si prepari ad essere nazionale in cui la produzione, es~endo il principalissimo uf~ o internazionale, p-rotezionista- o libero-scambishi., fic!o della società stessa, sarà regofata politicamente militarista o antimilitàrista, ecc., ecc., a seconda che , . dai lavoratori nelle loro dirette r·appresentanze; ossia l'espérie'nza suprema d.ella guerra gli anà inseghato? d~l roveto ?r~ent~. del _prin~ipio mas~imalista trag- B mai possibile che il sindacalismo << interventista » g1amo la s~m~1lla 1Iluf!1-matnce_della riforma per c,ui · torni acì.essere q,t~ello di prima: antimilitarista, anti- 1 lavoratori s1 appass1<;mano, mtendono che è vera- pahriota,. contrario ad ogni autorità,, fosse p1,1rer·al!I- .mente' trasformatrice, e però sì agitano e spingono t0rità' delle grandi organizzaiio!'li e deUe alite <!fUOte~?, le c?rre~ti mini~alis~e del riformismo borghese alla A noi non, pàre. M~, s·e ciò• fosse possibile, e- se è re_alizMz10ne leg-1slat1va. Certo, nella terribiJ..e que- · vero, ciò che -clic.e ·ti Rossc:mi, che « il •regime prole– stwn~ d~lla guerra e d~ll~ pace, della patria e della · tario e capitalista non. muterà gran che dopo la guer- lnternazwnale, le pass10111-sonò più torbide, i mal- ra ; non c'è da aspettarsi un rivoluzionamento ; ln 1 intesi più facili, le ,calunnie più agevoli, il ricatto lotta di clas1;e rimarrà qual'era», chi non si ri_tiene è un sistema. Ma non è ragione di mutare il nostro autorizzato a seor:gere in tuttQ ciò un principio. an- metodo, che consiste nell'agire per la collaborazione cora inconsapnto ma realè'di pentimento ilt>l sinrla- con tutta la forza délla pr.essione rlei principii socia- cali,-mo inlervPntisJ.::i-? - BibliotecaGino Bianco -- r . - ' ~ '

RkJQdWJsaXNoZXIy