Critica Sociale - anno XXVIII - n.9 - 1-15 maggio 1918

·I CRITICASOGIALE. 107 no-tti ,insonni, aHe veghe terribi,li sotto I.a minaocia. dei velivoli nemi.ci~ / . L'l v.i.ta era stalla essenzia'1rnente pe,nsi,ero, pe,r Ro- berto Ardigò: perchè vivere, ·d1eveess·ersi do,manda.to il Maestro, se p,iù non posso p-ensare? La vita er,a sta.tai sempre_ lav,or.o, p~r. Robertc. Ar– digò_: ~rchè vi·vere, dev,e 1 essersì detto ,il Maestro, se ormai non posso- J.aiVor.are più-? , Così - a· nòvant'annì - questo laiv?ratore del· pein~ sie>Foha ceroato di morire. :alfa· lam'da. \ / . ·PEL LIBRO DI' rDOMA·NI Avemmo un tempo i canti di guerrà; oggi abbiamo . le prose di guerra, che sono tuWàltra cosa, e meno simpaticç1,. Spiego. Sinchè canta il poe·tar,· la ·ragi.one e la. mode-, razione sono fuori, caùs~. Non ~oltanto la riµia à le sue licenze, ma anchf l'estro - che gli-antichi chi amavan o ."furore,, - n~ la vena dell'ispirazione pq,ò- esse.re il rigagnoletto ·ben condotto fra• due· argini, che tira v-ià _quieto .col suo sciacquio misui·ato come =uri 1iolso. Al pqeta è concesso idi passare il sJgno·; anèhe l!iperb0le - è l'lna figura retorica; Pegaso alat0 -p.on può andare. al trotto o. piegarsi al freno: Dante à esagerato ìn taii,te · - rii.aledizio.ni, Shakespeare in tante adulatoTie, che nes- ( . ~ - suno vorrebbe ì·ecarli a -modelli d'imp·arzialità, come non citerebbe Alfieri per pròvare, che i Francesi ·erano tuttì delle birbe, o F. T. Marinett1 pèF dlmost:rare cihe i Tedeschi sono tutti degli imbecilli. Poe~i,- poeti. La ... poesia ~ la giovinezza. deUo spirito, é il fawt que Jeu- nesse se passe, . . , Oggi pei'Ò_la storia -noFJ.- à eommento di poemi.. I poeti, pochi e non buoni~ àn lasciato il passo· a gente più oscura e .più p·raticà, senza rime ·e sen.za, estri, cui non dovrebbero mancare le qualità spicciole degli uo- . mini positivi: ·chiarezza, lo.gica, ordine, buon senso; nè parlo della sincerità, che dovrèbbe essere :fu,ori discus– sione, insospetta assai più - della moglie di Cesaré. I èarmi di glilerra, stupendi ''furori,, del bardo invaso - 0.al N ume, àn <iato juogo a semplici prose -· artièoli; · éhiose, .relazioni, descrizioni ;_ le qu_ali stanno all'an- . tica poesia bellicosa C<?meuna divisa grigio-verde al-• l'armatura niellata e piumata d'un conqruistado1·. Della rerultà esse sono ~ cioè-_dovrebl!>eroess,e1:e - emana- ~ioni misurate e fedeli. Così v0gH0no· i tempi. L'alte– razione del vero non à più scuse di licenze poetiche;· il delirio non è giustificato dal genio; si tratta di cro– nache derivate 4a1 comunicato e dalla fotografia, com– poste a regola d'aritmetica, -scritte - di'rei così - da . ,,, • 'I fermo, con tutti i pesi e freni della ragione. ·E quello che offend~ la ragione mi offende.... - - Evvia, non siate così delicato. SaJ!)etebene H pro– verbio: à la ·guerre c:onime à la gue1·re. - Proverbio parigino. I Francesi, infatti, - ·sono i primi a non distinguere tra--v-ersi e pr<i>se,·quando I la I g~erra c'è. Ma non li approvo .. Il giornalista è sempli– cemente un uomo, .e l'uomo è un animale ragionevole. - .Ma anch'esso à dei nervi, anch'esso una passione. E siccome c'è, la guerra, è -a1rnh'esso 11n mobil\tatò. C@me il - so1d~to non misura il colpo di spada, può: il giornalista misy.rare il colpq · di penna? - n soldato uccide uomini mortali, che si rifanno. -n JUitrag\ìere fa delle r<:>yineriparabili: vi sono pie~11é • Biblioteca Gi·noBianco· I • e v'è della crnlce.i.p. tutte le cave .. Ma i danni inferti al'ia coltuFa non si m,edioano; noi:i si riedifica' sulle ro– vi.p.e del~a ragione. . - Giusto. Ma allora diventa artifizi0so il vostro di.:. stipguere. fra versi e prose, fra genio e testa ordinaria. ~ rispetto alla- ·coltura, questa. neu.trale i,rttangib.ile fra tutte, dovrebbe ~ssere norma comune; ma, ammes_se le i11frazioni in poesia, che colpa farete al cronista pro-·· saico-se, non .potendo offendere la logica a colpi d'ala, la prende ·a·calci, come può? Avete ricordato D_ante-e !7Alfìe1i. Ebbene: ·furono uomini di parte, come ( re– dattori d,el F 1 >·0.nte interno. :-'--Perdonate. Io 'posso, uri.a volta tanto, inebbriarmi. _ di spuma di chanipagne, e non.... . - E nòn di ,zozza: capisco. Ma allora ,voi fàte del- --,, l'estetica, e non intendete Ii.è gli uomini nè'i tempi. - Ebbi questa :baruffa, una delle tantè, con uno di quei- .tanti bravi giovani che in polemica, da quàndo si com– batte, ostentano un così fierò òrrore ·di tutte le genti~ 'iezze dello spirito, come ·sffbratrici della volontà belli– cosa, ~h'io li Feputèrei c~pàei .:._ ·se mai la sorte li chiamasse un g:iorno sul c.ainpo di: battaglia - di ro– vesciarsi le palpebl'e o di strapparsi gl'incisivi, alla gaisa dei guerrieri Niam-Niam, per avere un'apparenza .ì>,iil. ti·emenda. J;ntaìito H ·m:en0 che mi tocchi,_ quando mi· capita ·di tirare in ballo la logica e il sentimento, • è quelFaccusl:!- d,i estetismo che ogg.i suona assai grave,· · benche n~ssun decreto Sacchi 8/ncora· ne tratti;· .ma. · tant 1 è: il combattere odierno è senz'esclusione. di. colpi, e. du,nque prendia~oci anche questo.:uno· in-polemica,_ · è arrivato · a dirmi. -che in tempo -fii' guerra .·"non. bi-: ' sogna mostrare faccie lunatiche ,,. Già, Facile 'a faccia_~ fe1·oce: come d~qeva il Borbone ai suoi prodi, che però scappavano lo stesso. Ma no, benedetti!'.Io non ò -vo~ .glia di ròvesciarmi le palpebre per far~ paura ai ne-. miei'; ma -voglio essere ·buon cittadino - buon italiano, se vi piace - èo:ri la mia mite faccia naturaie. E, se· soffro ·qualche volta di lune, non è perchè al cervello ' faèciano · iHgombro ·i vapori dell'estetica, ma perchè, tagliato grosso com;è all'am_brosiana .:_ questo cervello 4 una sua mèlanconica affezio_ne.al buon senso, e soffre del dai;mo che a questo , si fa:.- Che volete? Anch'io, come .il marèhese Crispolti; mi s'ènto un pochino man– zoniano .... Il ',' furore ,, di chi sci·iv°e, sopratutto se scrive in prosa, non arriva a dissociarsi in me dall'idea del ma- 11icomio; il ql'l~le ancora non dà 'legge al monçio, cou– tr:;i,riamente. !tlla p.rofezia di Gionata Swift. 9 ricordato la definizione d'animale ragionevole, ch'è anèora la più fortunata fra quante !"uomo·~ avute, compresa quella d,I' "animale.grazioso e ben.igno,,, assolutamente fuori d( moda. Grazioso noì benigno neppure; ma ragionevole al.- · meno,! Se no, non resta che l'animale. Vorrei quindi do.– mandare ~i cronisti d'oggi, che dovranno essere gli storici· di doma,ni, consegnando alla posterità i .documenti. più so1enni e _{)iù istruttivi della trasformazione uni versa: - Credete voi di poter assumere la responsabilità, di front~· ai figli vostri é nosti:_:i, .di tutto ci_ò .che ora as.: serite,· gridate, giurate, per m·ezzo di quél giornale che à purtroppo spòdestato la cattedra e il pergamo? - Ohimè, sì, _pii1 forte del · pergamo e· dèlla cattedra, _ il 'giornale. Chi contraddiceva alla pFed': i.cà, ·nei ·secoli . • I della· mola e .del .rogo, era forge bruciato dopo, ma certo_ era ascoltato ~rima; oggi, all'opinione stamp,ata la Cen– sùra può assicurare la signoria assoluta, franca di con– trolli e di contrasti.,._Pletzhoff Lejeune, meglio di me, à già segna,,lato e lamentato questa nuova specie di ti- • . .. -

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