Critica Sociale - anno XXVII – n. 9 - 1-15 maggio 1917

I _ .. 122 CRITICA SOCIALE . \ \ . posta ai su~diti -con l? scettr? in~n,gtiinato di glo– ria ! Immagmate Guglielmo v1ttor10so a Notre Dame o Nicola trionfante a Santa Sofia, e voi subito ve– drete la guerra perenne nel fulgore della gloria pe: renine, vedrete la guerra debeUrure la lotta: delle _daissi e jl soc.i.ailismo,vedrete la guerra reSltare la risorsa suprema di tutte le Cor~ne va,e.illa~ti :-:-- l'~ltim~ ri,c.orso d~ tutte le economie borghesi mma,cciate di ,congestione e di morte ! · . Chiunque ha dlato il suo assenso .arduoo coalizione di guerra !1on può s~n,za_. incoerenza .. alliet~rsi 1ei risultarnent1 ,contraiddiittorn emergenti dall iroru,co destino della ,coalizione in ·cui ha. militato: solo lo spirito di neutralità ha diritto di esaltarsi negli ef– fetti rivoluzionari del mutuo paralizzarsi delle av– verse reoalizioni imperialist e. S olo lo spirito di neu– trailità ha il diritto di dire c.he non la 'guerra, ma il logorìo della guerra e ,il proro garsi della vittoria, _acuendo le impazienze dei popoli, fa i Governi lar– ghi di promesse _ liberali _è, sollevan_<l'o!1~ll'inte~no di ,ciascuno Staito J. corrucci delle molt1tud1m, obbhga le coalizioni di guerra a. rinunzi~re agli e,stremi ob– biettivi del loro imperia~i.smo ed' a mettere in ,e.erta ,coerenza le magniloquenti ,parole demo.crati,che e i fatti della storia. Ma qui, tr.ionfa nte, ,sibila ai ll'oroochio ancora il motteggio: « Ma i risultamen.ti rivoluz,ionari, con– tr.addittorii agli ob biettivi' di -cia ·scuna,coalizione im– perialista, portato della rispettiva impotenza all.a prevalenza aSiSoluta, sono sempre portato ,del fatto guerra ! ». E ,ciò è verissimo. E non c'è che assen– d:ersi. Il fatto guerrd p.artorisce effetti proprii; ind'i– penidentemente dal fatto vittoria. E tali effetti si .asicri– vono a gloria della guerra, ,a, scorno di rehi non vi ha; partecipato ! Ah !'il sottile sofisma ! Ah ! il ,ç,apzjoso argomento ! Chi ardisce generalizzarlo ? - Chi .a,r– d'isce far l'apologia della, guerra come disfatta, come carestia, ,come tmdimento, pel'·chè dall'ultimo male i popoli balzino alla rivoluzione,? Con tal logica, e pur senza .arrivare a tale estremo, bisognerà dunque che il socialismo si faç,cia ministro cli eap:italismo perchè ess,o è del •capitalismo negazione e supera– mento ,insieme? bisognerà ,che il soc.ial_is!l)o si s,cri– va · sotto i vessilli di un imperialismo, se '!'-imperi a– lismo è fase borghese che necessita oltrepassa.re ? Più genericamente, b,i!Sognerà ,che l'i giene .promuo -< va ,il tifo e il ,colera 'per fFe trionfare gli acque- · d'otti ? -che l' edil'izia susciti 1 terremoti perrehè si ri– costruiscano i pian.i regolatori delle oittà. e si abbat– tano i ·veochi stambugi d'ella sporcizia, della miseria? Perchè le oscure leggi del cir,colo dell'essere fanno servire il male e la morte al bene e alla vita, proda~ meremo non pure l'indifferenza, ma la ,connivenza al male ed .aJla morte ? Ah: no ! lo sviluppo d'eUe società sul piano del capitalismo postula il fatto· guerra, ,il quale con. la vittoria ,celebra ed esalta la volontà di potenza e · cli impero, e ~senza la vittoria, •èon la pace auspi,cata nel Messaggi.o wilsoniano d'ello scors8" dicembre, celebra 'ed esalta la volontà di libertà e di indipendenza delle democrazie del lavoro. Nessuna .abilità di sofisma riescirà a ,confondere la perspi,cuità delle antitesi di ,cui. .il Primo Maggio è ,il simbolo più puro e più luminoso. La guerra è f.atto ic.apitalistiéo e, perichè tale, il socialismo lo nega. Lai società capitalistica. non ha fin, qui potuto prescindere dal fatto guerra, perichè tal fatto è lo sbocco ineluttabile della ,con– quista e della difesa dei mercati e delle penetrazioni per l'acquisto d'elle materie prime, per lo smalti- ' mento dei manuf.attii e per-chè tal fatto nel pathos nazional e sommerge . la coscienza di ,classe ; ma la società .capitalisti.ca non ha fin qui neppure potuto prescind' ere da,l fatto lotta di classe, dalla· creazione di un proletariato che, ,come specie economica., è identi,co ·in tl}tti i paesi capitalistici,· e •che, .in suo BibliotecaGino Bianco sviluppo normale, sente lo stesso interesse, serve l? stess? ideal_e: :detronizzare la. borghesia ..e ~cia– hzzare 1 rne,zz1 di lavoro ! Donde :il suò mteresse- , ideale d 1 ella pace :internazionale, perrehè nella: pace internazionale si affinai"la solid•arietà dei proleta– riati contro le borghesie, mentre nella guerra si ve– rifica ,il fatto opposto : il violento solidarizzare d'elle , borghesie e dei proletariati contro i «nemici» senza. cl..istmz.ionedi classe, che è la condizione essenzial– mente negativa del socialismo e, per la classe lavo– ratrice consapevole, la· condizione ~uzialmente reazionaria, perc'hè sigillatrice della dominaiione borghese sul proleta·riato ! · Tale infatti il senso più intimo e puro del Primo Maggio, quale usciva d:a. un Congresso internazio– nale di lavoratori ventisette anni or sono. Gli svol– gimenti naturalistici e letterar i del Si mbolo ag– giunsero alla sua significazione propri.al - il patto mternazion:aJista del moviment o proletari o - uno spirito più mite ed urriaril(), fa ,e.en ,done come una festa del lavoro :in corrisponden za dlel rinnovarsi d'ella vita. a primavera. Il mito nuovo ·e futurista, proprio dellai, classe d~i lavoratori, novellamente schiusa alla storia per l'evolversi del sistema bor– ghes·e di produzione, si ricongiungeva, e ,si inanel– lava. ai miti più antichi, p iù un iversali, più dassici in onore ,della divina, Na :tu.ra instancabilmente f e– condlai. Il mite Virgilio, pieno di georgica letizia, pareva aver temperato le .aduste collere ribelli di Carlo Marx,· re'candb da ultimo- al Primo Maggio un sor– riso di comunione, '.attraverso i fili sottili della so– lidarietà umana, con .tutte le forme dell'essere. E tutti i figli del rnt'iovissimq verbo : « Lav<;>ratori ,di tutto il rnonào unit,evii! », anche quelli più infleS1Sibili, s~ erano placati alla, vaga trasformazione del Mito, peréhè, insieme con ·la visione della dasse erta in campo, era sempre l'esaltazione <l'ellà forza· crea– trice e prod'uttr.iice; erai sempre l'apoteosi drel Lavoro nella libertà e nella p:a!ce- cioè l'immanente inS!Op– primibile .antagonismo della società proleta,ria socia- · lista ic.onla società borghese dello sfruttamento ca– pitalista,, delr ozio reddlitu.ario, della tirannia politirea e della guerra :internazionale ! Ora tutti i lavoratori, che hanno compreso il sim– bolo e vi sono rimaisti fedeli, aspettano la _effettua– Z!ione delle promesse del nuovo Primo Maggio non diaille forze dei partiti e dei Governi di guerra, ma dalla propria forza che si ricer,ca e si ritrova a fog– giare l'em.anc.ipazione ,della classe. • Al ierzo Primo Mag- , gio di guerra, i lavoratori, volgend'osi sg,omenti .al– l'indietro, questo in prima e supremamente affer– mano in tutte le congreghe del mond'o :. la loro vo– lo·ntà di non più cadere giammai negli agguati di guerra: dei ceti., cesarei e d!elle borghesie imperia~ liste. E coloro che si strapparono dall'inganno e, resistendo alle insidie abili ed alle lusinghe avvol– gitrici, riuscirono a salvarsi da ogni responsabilità della guerra, sono destinati ad essere le naturali gui,de d'el ricostituito esercit o :p roletario ,Uilternazio– nale, che aspira a teneré in s.ua mano· il motore re– golatore della società deglj Stati . Le stesse riforme .- ' f • . \ • . •

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