Critica Sociale - anno XXVI - n.16 - 16-31 agosto 1916

218 CRITICA SOCIALE Germania. Allora l'Italia sarebbe messa con le spall,e al muro. La focosa campagna dei più arditi interventjsti italiani :per la guerra dell'Italia alla Ger– mania guadagnerebbe un senso ,concreto ed una ef– ficiema prati,ca davvero 1nnegabili. .Quella che adesso non sembra che una indigena mortificante sollecitazione al Paese di prestar nuovo e volontario e platonico segno di lealtà agli Alleati, che è quagj un omaggio di sudditanza morale, allora sarebbe l'inidicazione di un tributo, doveroso e necessario, da pagare all'Alleanza. La difficoltà; però, che si af-· .faccia a cotesti fautori della pace separata per con– vinzione. della utilità eùropea della -conservazione dell'Austria-Ungheria, è quella •capitale del limite dei sacrifizi cui è disposta l'Austria. È di tutta ,evi– denza -che l'Austria in tanto offrirebbe pace sepa– i~ata, in quanto sperasse di salvare grossa parte del suo capitale: sarebbe un concordato di favore -che ,essa proporrebbe. Ma un tal con-cordato· difficilmente potrebbe combinarsi con le aspirazioni dei mag– giori ,creditori, l'Italia, la Serbia: e la Russi:a! Al contrario, quelli che non reputano più soppor– tabiìe in Europa un lmper-0 di Austria, se non- sotto lo aspetto di un Regno o Repubblica di Un_gheria, a cui acceder.ebbero o no a lor tal,ento i- Tedeschi di Vienna,. e di un Regno di Boemia, non potreb– bero certamente a-cconciarsi all'idea .di discutere una pace ·separata ,offerta dall'Austria .. I!,. che scopo, in– fatti? Quelli che dicono che o l'Austria sarà fatta a pezzi ·e definitivamente distrutta oppure tornerà ad essere la serva deile ambizioni germaniche, osser– vano altresì, ,con rigorosa inoppugnabile verità, che •ogni forma cli conservazione dell'Austria - obbiett.o della pace separata - darebbe all'Impero in ricon– segna quelle popolazioni slave, tzeche, èroate, ecc., che dal primo scoppio della guerra ·sono l'og– o-etto delle misure di persecuzione più dra,coniane. Cotesto regime del terrore austriaco, in cui, sinistra dominatrice, .si leva soltanto la forca-, inaugurato· dal- 1' Austria per cautelarsi durante la guerra contr-0 i sentimenti dei suoi popoli, assai probabilme1ite con– tinuerebbe dopo la guerra pe,r feroce spirito di rap– presaglia del superstite Impero contro i sudditi della cui scarsa fod,eltà avesse avuto le prove. Non biso– gna dimentjcare quelle, che sono le condizioni po– liti.che interne ,dell'Austria dallo scoppio della, guerra in poi. Secondo dati uffici.ali, dal 20 feb– braio al 23 marzo 1914, daf solo Governatorato di Bosnia sono state espulse 5260 famiglie. Nel mese di marzo, 70.000 infelici avevano riparato in Mon– tenegro. A migliaia è de-cine cli migliaia gli «· orto– dossi>> sono stati spogliati dei loro beni, cacciati dalle loro dimore, internati nei campi di concentra– mento. In Dalmazia le cose non,vanno diversamente. I tribunali cli guerra lavorano con alacrità. Si cita.rio casi. Una povera donna, che non sa nè leggere rtè scrivere, piglia in pagamento qualche piccola mo– nela montenegrina - fino alla vigilia della guerra, n,ei Distretti cli frontiera si pigliava dappertutto mo– neta montenegrina - e<l è mandata al patibolo (1). In Istria, un giudice si rifiuta <li condannare due fanciulle denunzi.ate e contro l'e quali non sono prov,e; ,egli è subito arrestato e tenuto in caroere. A Serajevo, 70 impiccagioni, 80 a Trébiniè e a Mostar, 90 in Sirmio; _a SJ)avento della popolazione i cada– veri sono lasciati per settimane pendere dagli al– beri. Nel Trentino, in Bucovina, in Moravi.a, il si– stema non ·muta.· Ora - si domanda - come gj possono _lascja,re ai loro seviziatori coteste .popola– zioni martiri? I proscrittori e i pròscritti, i -carne– fi.ci e le vii.time - e le vedove·, gli •orfani, i vecchi pad ri delle vittime - credete che possano c on.vi- (!) Vedi E: DENIS: La grande Se,·b!t, pAgg. 310 e segg. - Po.rie, Llbralrle Dela. gra.ve. BibliotecaGino Bianco vere ancora nello stesso ovile, sotto lo stesso· pa– store (che pastore Francesco Giuseppe! Egli. ha su– perato ne_i delitti F.erdinando II!)? È creare una nuova immensa Mace,doni a nel cuore ·dell'Europa, coi suoi disordini, con le si.le insurrezioni periodi– che, coi suoi rivi di sangue e cli incendio in per– manenza, finchè, come dall'altro braciere baJ.canico, non scoppierà un'altra volta la ,conflagrazione eu– ropea! L'.a'rgomento è storicamente, politicamente e senti– mentalmente inoppugnabile. Ma non è - pur troppo - decisivo nella ques-tione, poichè potrebbe essere - tal quale - rovesciato per le popolazioni armene, ebree, lettone, polacche, ,che la Russia, che tutti guardiamo come il principale strumento della .giu– stizia sterminatrice degli Absburgo, ha soggette allo si.esso regime di guerra e che per alcune popola– zioni - oh Kiscinew ! - è regime corrente anche in tempo di pace. All'ora del decidere, la consorte– ria dei potenti .e dei responsabili non argomenterà dalle condizioni politiche interne degli Stati per sen– tenziare dell'assestamento ,esteriore dj essi: sarebbe concetto assai pericoloso per tutte le Potenze, nes– suna eccettuata, onde gli pPeferirebbe•ro il vecchio concetto dell'individualismo degli Stati., salvaguardia della loro « indipendenza » - il non intervento. Per gli stessi motivi di merito, ancor più forti per la questione di forma ,concernente la pace sepa– mla, l'argomento della necessità di non abbando– nare le popolazioni ribelli dell'Austria non sarà per sembrare ai Governi congruo per sè ~ senza il concorso di altri di diversa natura - per risolvere in principi-O la questione dell'atteggiamento della Quadruplice nel caso che l'Austria offra una pace separata. Di quell'argomento .!i terrà al più conto per unà clausola; nel futuro trattato di pace, con il quale le Alte Parti si· impegneranno, come di rito, .all'amnistia piena e compl,eta per le compromissioni dei rispettivi sùddi-ti o pupilli -0 ·vassalli nelle agi– tazioni politi.che relative alla guerra: così come con– dudevano tutte le Convenzioni con la Turchia per i ,torbi,clie le sollevazioni balcaniche, promosse o pa-· trocinate dall'Europa civile! . Infinè, la terza corrente non potrebbe avere alcun preconcetto intorno alla proposta della pace sepa– rata. Essa &ene rimetterebbe, per forza di cose, alla Russia, e soltanto farebbe valere in un senso ,o nel– l'altro la propria influenw a seconda eh!'), al mo– mento· psicologico, considerasse di maggior impo– nenza i rapporti con l'Europa centrale o i rapporti adriatici. , Non illudiamoci. La questione della sponda ,orien– tale dell'Adriatico preme sulla Europa .assai pi,ì:1 che gli stessi Serbi ed Italiani non si immaginano. Il Denis, che nell'opera citata non esita a farsi avvo– cato dei Serbi con molta passione, non dubita di scriv,ere: « È una ques-tione di ordine universale e non. è esagerato dire che l'avvenire del mondo ne · può dipendere in larga misura .... Ohe se una P-0- tenza si regola unicamente sulle sue convenienze momentanee, è assurdo esigere dalle altre una ri– nunzia., che, in mezzo all'egoismo univ.èrsale, non sarebbe ,che ingenuità. La conquista della Dalma- . zia ,da parte dell'Italia ha per corollario fatale I.a conquista dell'intera riva sinistra del Reno da parte della Francia .... ». Si vede che, pure negli spiriti più eletti, e che più sono candidamente convinti che I.a guerra at– tuale è pe·r il rispetto aUe nazionalità, per la libertà de.i popoli, per la fine ,delle guerre, il vecchi-0 spi– rito di ,egoismo, di equilibrio politico, continua a dorriinare. ·E l'elemento per nutricarsi gli è fornito dal fotto inoppugnabile delle popolai~oni miste, il quale, ,ove si prescinda da un -concetto sereno e largo di concordia e di cooperazione, fornirà sem-

RkJQdWJsaXNoZXIy