Critica Sociale - anno XXVI - n. 9 - 1-15 maggio 1916

CRITICA SOCIALE 133 COMUNI E STATO I ' .Moto cent'rifugo e cent1•ipeto nelle necessità della situazione di gum"ra, e nell'atmo– sfm•a di int1·ansigenz,a da essa m·eata: Nel gennai.o scorso, in Bologna, si adunarono gli .ammi nistratori socialisti, per i gravi ,problemi del- 1',ora preseh.te, ·e per le autonomie, Le riforme e le riven dicazioni g eneriche che la vita locale degli Enti, conquistati dalle classi lavoratrici, reclama per potersi svolgere con piena efficienza. È noto che il Congresso ebbe tono di vitalità e -di vivacità oltre il consueto, e in verità confortan– tis,simo. Fu, un po', un Congresso socialista assai più che solamente amministrativ-0. Il momento spe– -eia,Legli infuse passione; La lunga astinenza da altre forme di manifestazione e di attività fece confluire in esso una gagliardìa di impeto e una materia di -cliseussi-0necopiosa. All'antitesi permanente fra Co– muni e Stato, si sovrappose la doppia ragion poli– tica, attuale, dei Comuni socialisti contro lo Stato -che fa La guerra, dei Comuni socialisti contro. lo Stato borghese che, nell',o•ccasione straordina-ria -della guerra, paJ.esa più che mai le sue insuffi.cienze a p1,ovvedere agli interessi d 1 elle masse consuma– trici, a difenderle dalla speculazione. Le quali in– sufficienze (sia detto di passa ta) sono t alora d'o-rdine tecnico, e dovute a. Ministri dirigen.ti -0 a buro.cra– ·zie dipendenti; ma son più spesso d'o rdine politico -e si inspirano a veri precone:etti conserwatòri e in~ dividualisti, a resistenze tenaci, dottrinarie e poli– tiche, contro le teorie e gli indirizzi nuovi. Volle la fatalità chè, p.roprio durante la gu~rra, e mentre più erano necessari provvedimenti arditi e seiolti -da ogni misoneismo di scuola o preoccupazione di classe, si trovassero al Governo d'Italia uomini, -come il Salandra, come il Cavasola, ostinatamente fedeli all'àntico. Questa loro salda e inconcepibile .fedeltà, trad1:1- -oendosi in effetti impressionanti nella pratica, fece poi credere ai più clt,e si trattass,e solo o prevalen– temente di incapacità tecniche, di cecità - diremo -così - traumatica, e non di p.rincipio: sembrando inverosimile che, consap,ev-olmente, si potesse ne– gare ·1a luce ehe veniva dalle cose, e d agli ese mpi ·stessi di nazioni viòne. Ma l'incapacità tecnj.ca è m ·gran parte leggenda : si tratta di cec ità cron ica, ·anzi cong,enita. Congresso politico; dunque, più che strettamente ·amministrativo, quello dei Comuni a Bologna; Con– -gresso «riformista», ·quanto a attività pratiaa di lav-oro e di materie trattate o prospettate; « intran– sigente», quanto a tono -e·a spirito animatore. In– transigente per fatto, più. che per preconcetti beo– rici. Quando lo Sta-lo borghese fa La « po-litica della -civiltà », cura le Scuole, i lavori, la produzione, al– lora gli atteggiamenti e i rapporti del Partito socia- 1ista e degh Amministratori socialisti, rispetto ad esso, non possono esser logicamente gli stessi, che ·si assumono quando lo Stato fa la politica della guerra. È esso che si stacca da noi, più che non ·siam noi a staccarci da esso: ossia, è esso che si allontana da quel terreno relativamente comune, su •cui in tempi normali l'opera delle parti e delle forze politiche e sociali più avv,erse, può svolgersi, in -qual-che aspetto, concorde. , Quindi, mott~. e insegna del Congresso di Bolo– .gna, parve -esseì'e: I Comuni contro lo- Sta,to. E tuttavia, appunto per l'eccezi-0nalità dell'ora, e per la grandezza delle forze e degli s.forz! necessari ib(lotecaGino Bianço a fronteggiarla, mai come oggi appare indispensa– bile if concorso e l'intervento cle11oStato per i bi– sogni locali, di cui i Comuni sono interpreti e pr-ov– v-editori più divetti.. Apparente contraddizione, non nuova, ma oggi più saJi.ente, del rapporto fra Comune - e Comune socialista sopratutto! -. espressione diretta della vita dei cittadini, dei consumatori; e Stato, sintesi pr,ev.alente degli interessi delle cla,ssi dominanti, si– stemazione vasta, ma,cchinos.a, più difficilmente per– meabile e più lentamente mutabile, di quegli inte- - ressi, e di tutti gli istituti e gli ordinamenti che li pre– sidiano! _ Il Comune è -con.trolo Stato, sorge contro lo Stato, imp11ecacontro lo Stato, denuncia al.J.e popolazi-oni lo Stato, eppure reclama dallo Stato, attende dallo Stato, sente che solo la potenza dell'esponente de!la collettività nazi.on.aie può arrivare là, dove la pic– cola forza locale è inad 1 eguata! È un p·o' come l'i,nnamorato che fugge e disdegna la donna crudele, e pur mira a conquistarla. Ora, una netta· coscienza cli questa condizione di fatto e di rapporti, e di questa condizione d'animi, non vi è forse in tutto il nostro. partito, è non mi parve vi fosse in quel Congresso che pur ne rappre– s-entava un.'élite amministrativa. Siamo -contro allo Stato: sta be-fie. Oggi, ~erchè • fa la guerra? Domani, allo stesso modo·, se si acco– sterà alle opere della civiltà e della pace? Lo cbnce-' piamo come il « Comitato esecutivo de!J.e classi do– minanti», così, simpliciter, in via assoluta? Lo con– cepiamo relativamente permeabile, conquistabile, in– fluenzabile dalle correnti che si svolgono nel paese? Siamo contro di esso: d'accordo. Ma per asse– diarlo e string-erlo da presso-, onde·« influenzarlo », .trasformarlo, ottenerne o (se pr,eferite) strapparne delle con:quiste per noi? O per accamparci separa– tamente da esso, lontano da esso, per non aver niente che fare con esso, per fare per conto· no– stro•, per inalberare v-es.s-illocli secessione, e svol– g,ere nei Comuni un'-opera - · la nostra -opera - mclipendentemente dallo Stato e in contrapposto allo Stato? Eceo quello che non hanno forse ben chiaro nella mente parecchi di coloro, che così facilmente assu– mono atteggiamenti da plebe ritirata,si in sdegnosa secessione sull'Aventino : atteggiamenti che rivelano· uno stato d'animo eccezional~, e spiegabile, di iQ– transigenza, di voglia di tagliar tutti i legami e tutti i ponti, di star da sè, di far da sè, cli ridursi in iso– lamento, incurante· del· numero, lieto d'esser sol-0 .... SpiegabiJ.e, naturale, e perciò ottima oosa, questa tendenza, in molti campi, morali e politici: inconce-, pibile, inattuabile, e perciò dannosa, in altri càmpi, soprattutto pratici e reali. Noi non dobbiamo patteggiare, con lo « Stato della guerra » ,sul terreno dei principi e dell'azione poli– .tica; ma noi non_dobbiamo, non possiamo all-onta– .narci da esso, far senza di esso, disinteressarci cli esso, lasciar ch'esso si disinteressi cli noi, su altro terreno, come quello della vita amministrativa: ·Esso è il nemico; per dir più esa.ttamente, è la ròcea del nemieo, · una delle ròcche ciel nemico, il Capitalismo. Ma è una ròcca che dobbiamo asse– diare, non una ròcca alla- quale possiamo v-0ltar le spalle per andare a dar battaglia al nemico .... nella .luna. Questi rilievi su una psicologia palesatasi anche in questo campo dei rapporti fra Comuni socialisti e Stato borghese - ma manifestantesi parallela- . mente in .altri campi e. per altri segni, per esempio

RkJQdWJsaXNoZXIy