Critica Sociale - anno XXVI - n. 6 - 16-31 marzo 1916

ì , ' ' CRITICA SOCIALE 85 $plendido cemento umano e/ella sua ,·azza .... Ìrqs/011- dendo la p·ropria capacità organizzatrice, la serietà volitiva e morale, l'energia dei lavoro ».· E mi pa·re che basti. E ,chi sorisse queste p,arol-e, oggi fa la voce grossa contro ,i professori intedescati. Con che cor morettina tu m-i lasci! con eh.e core! con che cor! Si r.acconta come una volta un cappuccino met– tesse un gran manto rosso suL do-sso, d'un villano e gli ponesse, in mano uno •scettro per fa,r-e,che- ,rap– presentasse Pilato, al modo che usava una. volta il rnneNlì santo e forse, usa ,ancora, almeno nei paesi nei quali i circoli vinicoli non hanno impo-rtata un'al– tra We'ltanschauung .e riti più giocondi. E, a.à,dita,n– dog1'i il orocifisso e mos trandogli i pugni, gli urlava in faocia al popolo: tu, in.fa.me uomo, tu, sceHeooto, hai ucciso quell'innocente! Pilato• sopportò un p,oco, poi ruppe, il silenzio• per un-a sua rozza risposta. La d,eoonza mi vieta. di ri'f,erirla integ:mlmente, ma pr,es– s'a poco suonàva così:' $Ì, a.ttaocagli fuoco per di sotto e, poi va a ,dire ohe son.o stato io! Così potrebbero ris-ponde·re a F,Jrrero i professori in~escati. ALBERTO VEDRANI. Dall' irrBdBnfismo al-nazionalismo Bdall' intsrnazionalismo lB patri E E ammesso ormai ,anche da colo,ro.... che io ne– gano, che le idee seguono• il corso dei fatti ec-0no– mici, e si trasformano via via secondo la evoluzione di es~. · Gli eventi attùali cl"Halia in parte determj.nano e in parte maggiore rivelano u n fenomeno i,nte•ressan– tissirrro, dal lato dottri na.le e dal lato !3-entimentale, di questo mutarsi di un'Mea al seguito d'una tras~ formazione dei tempi e cLell'ambiente economi•co,: parlo dell'irredentismo tradizionale, che è divent,ato il nazionalismo moderno, senza che molti, special– mente <lei giovani, che avevano il culto di Trento e Trieste e lo p•rati,cavano con fervore cli poesia, si siano accorti del diva.rio profondo• fra le due cose. · Quanti e quanti, cresciuti in quella, ch'era la for– ma tangibile- e « sensibile» dell'idea della pa.tria - la rivendi<:.azione delle terre irr-edente, il comple– tamento della nazione - avranno innestato su di essa i nuov-i orientamenti nazionalisti, -convinti che si trattasse a un dipresso del medesimo programma teorico e pratico? A onor ,del vero, i nazionalisti più.audaci e schietti non man<:.ar!}no,fin, <la tempo fa, di dichiarare cru– damente SII.Iloro organo che Trento e Trieste po– teva,no essere forse un « motivo » sen~imentale utile per aocendere le fiamme interventi 1 sl.e·, ma· che ben altra era la meta delle loro aspirazioni. E di re– cente, uno pseudo-mistico pubbJi.cista confessava, sul massimo foglio ufficioso, ch e il nostro p opolo è cosi restìo a comprendere la n.eoossu.tà e l'inte– resse del far la- guerra per fini di utilità economica,, , da essere stato mdispensabile il presenta,rgli l:a im– presa del nostro intervento « sottq, la s,pecie » deHe giuste rivendicazioni irredentiste. Ma la gran maggioranza cl.iquelli che oggi sono nazionailisli e i.eri erano irredentislti, nè bad'an,o, a questo, nè sa,nno che fra i d'lle Lermini sta l'abisso clle divide due epoche. L'irredentismo in verità era l'ultima eco e l'appèndice superstite - in Italia - del patriottismo romantico, che aveva ricostituito le • patrie ·in nome cli un diri,t,to-e cli u,n,a idea. Il na- I zionahsmo era la espressione prima, e - in Italia - sia pur prematura, di una forma nuova e di– versa ciel ,concetto cli patria, iruspiraita alla for:z,a e dominata dall'interesse: forma nuova, che, « supe~ rando » il conoe,tto, 1-o,distrugge. · · Non già che l'interesse economico non giacesse, inconsaputo forse, nel profondo, anche nel movi– mento eroico per la ricostituzione nazionale, che culminò ,nel La me tà del secolo XIX. M.a era soffuso e coperto· d' id.ea- lità, appunto perchè rappresentava una mèta, un ideale da raggiungere, non una realtà da ,conservare; e si identificava, comunque, con un principio morale cli giustizia e di J,ibertà - il diritto cli ciascun popo,Io cli reggersi a,ut.onomo ne' suoi naturali oonfini. · Noi socialisti respirammo, di quel paLriotismo ro– mantico, gli ultimi effluvi; e, sia che lo ripudias– simo, spavaldamenl.e per giovanile baldanza, sia che ne accettassimo la forma sopra-vvivent.e dell'irreden– tismo, noi ·non lo potevamo· trovar pe·rò repugnante né al conceLto internazionale,,. nè agli ictea\i cli giu- stizia socia-Le. , -L'Internazionale non è La giustizia nazionale ap– plicata a tutte le patrie? Tutti i popoli arbitri dei loro, destini, tutte le_nazionii r1?stittùte nei loro ter– mini segnati dalla natura, ,o, negli assetti e negli 'aggregati liber.amente scelti· dai popoli stessi, p,er una convivenz:a ,non solo- reciprocamente rispettosa e tranquilla, ma animata di mutua solidarietà : qu~ sto era il coronamento sponta,n,eo delle liherazioni e unificazioni nazionali. . · ' Nè, quella tra<d'izione,di patriotismo o ,quelLa gio– vanile a,spirazione di irrecbentismo, contrastava al concetto d'i giustizia sociale. Era· iniquo che Trento giacesse in ,servitù dell'austriaco; el'.a iniquo· che il lav,oratore fosse sp-ggetto, allo ,sfruttamento· ciel pa– drone. Eoco un prooesso• logico·, per cui molti so– cialisti della generazione oggi matura passarono-, · e d1e servì di poi, mille volte, -nei ,comizi, coi gio– va.ni della b-orghesia infiammati cli libe11tà irreden– tis te, a porli al puntò ,difficile: -. Sta bene le giu– stizie nazionali: ma perchè non; 1e sociali? - E una medesima logica, quell'irre,cle-nti,smo d'allora, ch'era un patrimonio, quasi esclusivo dei partiti estremi, porta-va nella restante conoezione ecl azione politica. Come aveva raiclici e tradizioni garibaldine e ribelli, così osteggiava la Triplice. Alleanza, la innatura,le e umiliante rappac1ficaz1one, con, l'Austria, si doleva che il Re d'Italia avesse a-ccettato il grado onorifico– e l'assisa cli colonnello austriaco (chi non. ricorda 'le tonanti aipostrofi ciel povero Imbr.iani, alla Ca– mera e nei Comizi?) e, da-l punto cli vista della politica col Vaticano, rimproverava .al Governo· mo– narclùcò <li eis,sere amico - e amico della. mano sini-stra- - di uno Stato, il cui capo non restituiva al Re d'Italia la visita in Roma ca,pitale, per non scontentare il Papa, Era dunque una ,conoerzion.e org ani,camen te de– mocratica, nell'aspetto nazioruale e· politi.co; e non aveva nulla di antid<emocratico nell'aspetto sociafo, 110111 era il principio di nazione ·contrapposto• al prin– cipio cli classe, le idealità e i doveri nazionali levati con;tro gli inl.eressi · e i diritti proletari. Cresciuto ed organizzatosi anche in Italia il So– ci.alisnro non più come un partito cli ,sentimenti, di idee, cli afferma,zi-ornipolitiche, ma come un movi– mento cl.i interess,i e· di rivendi-cazi,oni operaie, si chiarifi-ca,rono- e si. separarono anche quelle miste cor11enti, che, sottò il generico nome di « partiti avanzati» o rivoluzionari, adducevano a noi nume– rosi elemenbi gio,vanili d 1 elle classi borghesi. Questo cot}t.ributo qtrn,si i1!t,er:amenteres_sò, e-- -ins,ieme con

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