Critica Sociale - anno XXVI - n. 1 - 1-15 gennaio 1916

2 CRITICA SOCIALE « Pur troppo, ·da IJJ.ngotempo I.a Chi,esa non gode di quelkl libert.à di -cui avi,ebbe bisogno, e ,cioè da quando il su-0 cil-po, il Sommo Pollllefice, incominciò a mancare di quel presidio che, ,per disposizioh,e delta Divina Provvidenza, aveva ottenuto nel volgere dei se.coli per tutela deLla sua libertà. La mancan:va di tale presidio, è vènuta a .e,a,gi-0nai,e, cosa d'a1tronde inevitah1le, un non liev,e tµrbamenlo i1nmezzo -ai OOJl. toli-ci: co:loro infatti -che si prof.essano figli d•el Soon– mo Pontefice, tutti, così i vii-cini ,come, ·i lontani, h,a,nno di11itto di essere assicurati che i-1 loro Padre OO· mune, nell'esel'Cizio del.l'aposto!Li-co ministero, sia ,·,e• namente libel'o da ogni umano potere, e libero asso– lutamente riswlti ». Le quali proposizioni richiamano una. delLe più intellettuali confut.azi,oni -che siano state fatLe del po– ter,e temporale della Chiesa. È di Luigi Ornato, nella fin.e del suo Saggio sopra i Ricordi di 1\ifarco Au– relio, là dove difende l'Imperatore fìl-0sofo cl.all'ac– cusa di aoore egJ.i pure consentito alle persecuzioni dei -cristiani, sollo l'influsso di quei sospetti contro cui si scagliò San Giustino, fìlosofo platonico, po,i dottore della Chiesa, nella sua Apologia: « Se voi intendete dir-e -c:hen-oi ,a,spe,Ll:iamo un l'e• gno e suppo,n,e,teche ques'to l'egno aspettato da no,i sia un regno terrestre, voi si,e·Le in errore: noi non ::.,pettiamo che il regno di Di,o ». Infatti .... Qua11do i c.risti:ini e loro sacerdoti, si fecero un giorno possen_ti per numero, riccl~~zre e forte orga111smo g,erarch1co, non bastando pm l~ro il regno di Dio, cerca-rono un regi:10 te.rres~11e u~– clinarcmo a lor volta alla pers·ecuz10ne. Chi non ri– chiama subito i roghi della Inquisizione, gli eccidi delle popolazioni indigene cieli'America e i Papi del medioevo colle tante guerre suscitale da loro quando. non contenti pure cli un regno terrestre, cerca.ron'.◊ con ogni arte cli ingrandirlo e -con ogni arte, anche in casa all.rui, prel,esero di fare e di sfare a pia cer loro i re e gli imperatori? La protestata necess1.tà del po.Lere temporale che altro è se n-on un preLesl, o a coprire una os,tinal.a ambizione? « Esercitare u,na a•ulorit.àspi,rituale - sono le stesse parole dell'Ornato - che può, -che de,y,ealtro essel'e se non sign'Ìfiwre ·lealmente iad ognuno -che -abbia fede in noi ciò che slimi,amo giusto e vero n,ell,e ,r,ose dà 11el igione,?Ora il <li-re: -a questo effetto ci è nie– cessa.ri, o il pobere temporale, non è un dire che è neoessa rio essere principi e- re per poter essere gi'Usti e leali?». Dopo tanti anni non si potrebbe dare risposta più pen,etrantc all,e lamentanze pontificie. Avete bisogno cJ.ie ssere re per dir.e ai cal.lolici La parola della vo– sl.ra ve.ril.à? Che è allora della v-ostra fecle, del vo– Sl.l'O regno di Dio ... ? Quello che è della questione politica è della que– stione sociale per il Papa: come nella questione po– litica il Papa, fatta riserva della preminente auto– rità propria, consegna le plebi alla autorità dello Stato, così ancora nella questione sociale esso rac– comanda soltanto l'ossequio alle autorità e la giu– sti::ia. Sono parole Yuote che nulla definiscono -- parole impari al tempo ed alla questione. Si può - è vero - dubitare - come fa. il Miss.iroli - che questa sia materia di competenza della Chiesa. La Chiesa, srnlutando tulli i beni .di questa terra e pre– dicando la carità, non clistrugge essa tutti i presup– posti che 11endono possibile la questione operaia? Ma come la Chiesa dominerebbe il veochio mondo se se ne isolasse, se prescindesse dalla realtà delle BibliotecaGino Bianco lolle sociali? Ed ecco la ricerca di una soluzione media che possa conciliare alla Chiesa la borghesia ed~ i,l proletariato. « Di,sgroziatamente -· osserva il Missiroli - una simile, wluzione, la sosping-&vemo il poliere -costituito, cJ.el quale si f.a complice.... D'al.tra pal'te essa non può nemmeno o,d,erire al movimento -0pe.rai,op•EliTIChè, con, i•stinlo infa,blibiie, intuisce la nailura prop·ria del,la lotta di classe, che •esa,urisoe,-su:lterr-eno ,econorni,co, la pl'imitiv,a,rivolta del libero ,es.a.me » . È v,ero. Come fatto, la socializzazione dei mezzi d.i lav-0ro, pensiamo noi, p~trebb_e essere a.e,c~t.ata dal!a Chiesa, che troverebbe 11solido punto d1 appogg10 alla propria coe_renzanel comuni~mo evangelico pri:– mitivo. Quello rnvece che la Cluesa non potrà m.ai a.cc.et.tare è ,il moto verso cli quella, l'emancipaz i,one deg\.i ~pe1-ai ,come f~tto_quo_tidjano., come v_ofo-n,tà d! redenzione sopra prrnc1pi chfferenl!, oppos~1 a quelh della Chiesa. In hoc signo vinces. Nell'um~o seg;no della Chiesa ,e i-n nessun altro, non nel Smdac.ato che è una comunità a~·eligi-osa, e non nella, pro– prietà com une, se. n?n è presieduta dalla. Chiesa. Una società comumsw.ca nel sogno della Cluesa può ,essere retta , su La carità e su l'am,ore 1 ma non sulla giustizia. « Il diritto può cedei-e so,J.odi· fro,nte wlla rinu1117.i,a, per dar l•uogo a,d una sem.pli-ce morfologi,a -sociale: solo lai Leoc,r,a7,ia può cosliituire lo Stato d<idi<ri!Jto ». Pero, secondo il benigno int,erprete, il Papa e la Chiesa, raccomandando obbedi,enza ed amore, non accettano l'orcline presen.Lc che è il disordine; ch,c se non dànno il segno della rivolta, è perchè sa1nno ccche ~gni affermazione del diritto nuovo non può compiersi s,e 1110n .attraverso la lotta, il dolore, l'er– rore, il male: unia serie innumerevole e- imprevedi– hile di azioni, che turbano la purità deHo spirito .. ». Gosiochè ccnessuna sanatoria può sper:are dalla Chi,esa l'ordinamento, attuale .... è solo· per evitare alt11e e peggiori rovine che I.a Chi-èsa prediica 1a pace». Si .ammetta. Ma, se 1a Chies:a non accebLa r ordine .attuale o predica l'acquiesoenza per tema di peggior turbamento, non è come se -essa si ri– tr.a,esse cl.alla lotta sociale dicendo : io non sono de hoc mundo? E pure, ha dett o ,il Missir oli, essa non può prescindere dalla r-eullù cl.cliclot.te sociali ... Come si combina tutto ciò? Non si combina . in guc– sto sol,o, -che essa sforza la competenza che 1e viene da. Dio per co~andare in sfera del diavolo? Dalle .anime ai corpi, dal regno celeste a qU'esto terre– stre, 111 concorso coi re, con gli imperatori, con le cancellerie, con le ~randi banche, coi gra•ndi gior– nali, con tutti quelli che sf.ruttano e strazi.ano i po– poli ,e fanno la guerra. Ma il Pap.a vuole I.a pace .... Eoco- il punto. Roma è neutrale in. mezzo all'alto terrore del monello e prega. Prega per tutti e non male-dice a nessuno. Tra i potenti essa non giudica. Chiede: pace, paoe, pace. La chiede in nome cli che? Dice il Miss1roli: « La guerra attuale è urua ba,ttagtia fr,a dll'e mondi e due sistemi ideali. La Germania si avventa ancoro unrn v olt,a con liro l'ide.a del Sillabo. Disgraziatamente i suoi ne.mi -ci sono inermi. Sol-0 ,il P,apa, ha una spada» . La linea di questo paradosso tende a fare della Oua<lruplice La nuova Santa Alleanza a difesa del Sillabo contro il razionalismo protestante. Il Missi– roli non si impaccia per il rivoluzionarismo latino e l'anticlericaLismo gallioò. La massoneria e I.a Chiesa collaborano, hanno sempre collaboraoo. r I I :

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