Critica Sociale - XXV - n. 24 - 16-31 dicembre 1915

370 CRITICA SOCIALE lasciasse in penombra i se.ntimenti reali deJla Ca– me·ra ,rispetto al suo Governo. E giustizia tuttavia riconoscere che !'on. Salandra. provocò, quanto era po_~ibile, il giudizio, e _chenon si infinse. Se akuno s1 mifìns,e, fu la Magg10ranza, dre no·n suscitò se non -orat.ori critici d·el Governo e apologeti della guerra. Più grandi e perig·liosi sono gli eventi, e più grand·e e s1c,m1 deve esse11ela fiducia negli uomini chiamati a go– vernarli; più clielicata e più importante, quindi, ia loro scelta. Inghilterra, Francia e Russia hanno già mosLrato, con radicali mutamenti ne!La composi– zi,one del Governo, cli voler eia-resanzione agli errori colossali della politica degli Alleati nei Balcani .. Il D.elcassé fu il primo ,a dover climette,rsi e il Brianct prese il posto dlel Viviani alla Pr-esicbenza. I de- . stini della Francia, come sono inte·rpr_etati a Pa~. rigi, implicano che, quando, in frangenti critici co– me gli attuali, i Ministri non sembra rispondano alle esigenz,e, s•i cambino, ed è propri-o votare per i deslini della Francia il cambi.arli. Certo, per fare ciò, bis·ogna aver.e il respiro largo·, e profondo cl,eUaresponsabilità. Se, invec:e, come accade in Italia, si ha, il nespiro c0rto ed asmatico e si ,rif ugge dal sobbarcarsi in o•reche il potere non è lieto, a.li- oraben conviene ripararsi dietr-o il dogma che affetta la dittatura e in una frase gonfia di pa– triottismo affogare il più cauto egoismo. Ma la ve– rità più v,era è quella che uno cli noi, iLTurati, gridò alla Camera, attonit.a e silenziosa: Se i.o,fossi mai stato per la guerra, non un.o, ma dieci voti vorrei eia-recontro a questo Governo· . Ques-ta verità non fu raccolta; non lo poteva esse.re; alta stretta deUe cose, i riformisti, che, già per bocca del Nofri e del Ca– brini, avevano• demolito la politica dei consumi e La politica di Peazi-one social,e ciel Gove,rn-o,per bocca ciel loro leader chiamarono i propri discorsi semplici, amichevoli av,r.ertimenti, che non impe- . gnavano il Gov,erno, per il quale vol,evano votare in ogni caso; int,endendo di voi.are.... per i destini d'Italia! Allora - pensò il Governo - vi farò votare per i più conservato?i e reazionari d,estini. Poiehè siete voi che lo vol1ete .... Poichè, avendovi io sciolto eia ogni preoccupazione, da ogni sospetto che un mu– tamento di Go,v,ernopossa compromettere la fortuna militare ,o diplomatica, siete voi che vi ostinate a votare· per la concordia nazionale in me, ebb,en,e, non avPele da lagnarvi se essa è una concordia na– zionale con la libertà corta una spanna per gli ·avv,ersari ,e senza limiti per i miei amici, se è ullla concordia nazionale con una politiea cosi liberista dei consumi da mandare in visibilio i propri,etaTi e gli a,ccapaPratori, .se è una concordia n.azionaliecoru i carichi della guerra messi per tre quinti sulle spalle dei Lavoratori e per due sulJ.e spalle dei recl– d'itua,rl (senza tener conto cl,ei rimbalzi), se è una concordia naziOJl.éµe, insomma, con una politic.a di classe conforme alle più nobili tradizioni del mio partito. Messi con J.espàlle al muro, oltre cento deputati, che già avevano votato a. favore clell'... .Italia e della guerra, si squagliarono per non dire nè si nè no sull',ordine del giorno Benti•ni, che metteva al ci- BibliotecaGino Bianco mento del volo palese i propositi di concordia na– zionale del Gov,e,rno d,eI cuore dei riformisti e de– mocratici. · P,erehè l'on. Salandra pose· 1a questione di fidu– cia sulla reiez.ione dell'ordine d,el giorno Bentini? Non certo perchè in quello fosse una questione attinente al1e grandi pregiudiziali della guerra e della patria. L'ordine del giomo Beptini, figliato dal discorso dell'on. Modigliani, non negava i fondi alla guePra neppure sotto il pretesto umanitario, e democratico, della protesta ,contr,o gli aggravati bai– velli del sale, della bicicletta e del francobollo, per– ché, in fatto, soppcrimendo queste entrale, le sosti– tuiva in più larga misura con entrate da ricavarsi su indicate sorge,nti di redd ito, accrescen do i p,esi sui terreni bonificati e sugli extr.al?rofitti. L'on. Sa– landra dunque pose la questione di fiducia perehè tutti intend!e.s,s,e-ro ch,e egli voleva governare in collr cardi.a nazi.on.aiema coi suoi principi intransig,ente– mente con,se,rvatori, che apposta accampava fiera– mente sopra una tesi di manifesto interesse di classe e non di Stato. La vittoria, riportata d.all'on. Salandra sop-ra la Maggioranza rimasta fedel,e e su quella che si squa– gliò o si smarrì, deve, in suo pensiero, avierLoac– costato al fine che egli titi,ene proprio del movi– mento parlamentare ·e sociale. Soppres-SIÌi confu– si,onari ,e parassitari partiti di mezzo•, dover rima– nere due soli partiti nettanrente schierati in, campo : il partito conservatone liberale e il Partito· sociali– sta. In questo i.ntenclimento l'-on. Salandira lavorò a isolare i soc ialisti e ad assorbire i democratici. In altri temp,i, p.er riuscire allo scopo, avrebbe do– vuto fare ,con-cessioniai democratici; in questo, egli non ha c~,e d:a continuare la guerra, e, per il resto·, non ha che eia str inge-re i f ren•i p.olitiei, ammini– strativi, cl-ericali e trib uta.rl di classe. I democra– tici, compromessi; screditati, sfigurati, non potranno mai più presentarsi al suffragio ,universale altri– menti che come un'appendice dei conservatori, rac– comandati: dell,e classi privilegiate alla commise-ra– zione politica e aUa el,emosina govemabiva. Quanto ai socialisiti, J'.on. Salandra sa che l'isolamento li rafforza nel vivo dell,e energie proprie, ma, p-0ichè egli dispera dli distruggerli ed è convinto della ine– luttabilità d,ella loro esistenza e della loro crescenza, si lusinga che l'isolamen,to ritardi il lo•ro,trionfo di quante ,energie affini egli riesce a togliere d;al 1Qlr-O alone per ingrossarne l'alone del partito conserva– ·to!'le. Or non sanemo noi a trovare che questi calcoli siano tutti privi di fondamento, siano tutte chi– mere v arue, ombr e s,e,nza sostanza. In verità, un pensiero polibi.co di tale fatta segue legittimamente il movimento• economico-finanziario ·che accompa– g.rn1la gueirr.a, onde si affretta la concentrazione della ricchezza ,ac\i un,o dei poli e la c:onoentrazione deUa miseria all'aHro polo della so,cietà. La rare– fazione dei ceti di mezz.o. ,economici auto·rizw la con– cezione della rapefazione dei partiti di mezzo e del loro asso•rbimento rispettivo nei due partiti estpemi, il conservatore e il socialista. Evidentemente, l'ono– Pe\'ole Saland>ra ha una visione più realistica diella gu,erra e delle sue cons.eguenze economiche e so– ciali che non po-rtino o portass ero qu ei suoi entu– siasti amici democratici i quali nel.la guerra intrav– v,eclevano non si sa bene quali vaghe e fantastiche effusioni di libertà, dj democrazia, di giustizia so– ciale - talchè per poco non stabilivano, l:'equazione: guerra ugua.Le socialisni.o! H domani della guerra segnerà un rude risveglio della lotta delle classi, tra creditori e dlebitori nell'ordine della economia privata, tra cittadini _,e cittadini nell'ordine del-la finanza di Stato. E con l'acquiescime.nto• dei demo– cratici J'.on. Salan<lra si prepara.

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