Critica sociale - Anno XXV - n. 6 - 16-31 marzo 1915

90 CRITICA.SOCIALE LA POLITICA DEILAVORI PUBBLICI I. Valore deilavori pubblici nell'economia azionale Fra i Lanti argomenti che la terribile conflagra– zione eur1opea ha f.atto passar~ in seoond'ordii:ie, non vi è certo, in Italia, queHo de,1 la_von pubbli_c1, gwc– cltè è pr,opr:.io in causa cldlc mper~uss10ru_ econo– miche che la gue·rra ha avuto da 1101,che s1 mvoca da va~·ic parl.i~ una più inLc,ns.aaLl.ivitù g-0vernativa in materi.a d'appalti d'opere. . . . . ln verità, il Ministero dei !Avon Pubbli01, seb– bcrl.C abbia l'apparenza di un Ministero tecn.ioo, è sernp11e stato e s.cmpre sarà di caralte.rc_ eminente– mente politico? e, c,ome u~ lemp? cont,r_1bt_1ì effica– cemente all'unrlà della patria, anc ogg.1 s1 nv?lgon_o ad' esso al,i sguardi del Paese nei moment.i J)JÙ cn– tici e pef.i pr,oblemi più gravi che interessano l'.av-. veniTe del La nazione. « Allorc,hè fu, procl.arnalo il Reg,110 d'lw'1ia - ha l::tsciat.o scritto l'Jaci,rii (1) - la 1:,carsezza d.i o,p,er,e pubbliche in una ,g,ran parLe d-el nruovo StaLo, /'evi– denza del van/aggio immenso che dalla esecuzione loro poteva derivare alla politica, i'ist.into nazion.ale di ooruseirvazione, il des.i<le,ri,odi mostrare che, la dilT,eir~nw Lna i nuovi tempi ,e gli antichi e-rn g.ramde non: solo ma infiniita, la illusione sulla l'eale ricchezza economica del Regno, l'inesperienza finanziaria, in– duJSse,roiii Pioose, il PMlamenLo e il Gov,wno a cion.fe – ri,re al Minisber-0 dei Lavori Pubb-li•ci il diploma d i artefice principale dell'unità nazionale, ooll'obbl:igo i,norenLe,cli sod<l1is.fare,a breve scadenza, a tutti gli iin,firni1ti cles,ideri che altre nazi,ooi più ri,cche e in bempi calmi seppero 1'1Calizzarenel cors.o di parecchi. lus!Jri. S'C1nq,a, Le111C1r conto. nè della proporzione in cui devonJ mantenersi le opere pubbliche rispetto alle condi– zioni del credilo pubblico, nè de•i mezzi d'esecuzLoITTe, nè della manca,nro di studi preclis•posti, nè del ,pe,ri– rofo di pregiudicare questioni che av,rebbero potuto cs,;,en,crise,y,ne, nè cli qu~llo cli sollievar,e il ma,looin– t,c'l1Lo s,c butti i fabli non avessero p,a,i potuto COII"ri– spon.der,c .aii de-si'Clea·i tradotti in legge, l'It.ailia costi– tu,i.La,,COtngi.ovrun-ilebaildanza, dèc.ret.ò uno. mol1.ì,Lu– d i1ne di sp·e,s,e, -p-e,rg-rnndi lavori, a 1iei1,miniftss.i di tempo ,a:;s...'l.i prossimi, che gli emendamenti d,ci clepu– t.ali, più smaniosi di popoJ.a:rit.à, rius,cirono sp-esS-O nnchc a m,:]g,giorme,nLe .abbr,evi,a,re ». In queste poche righe sono prospeLl.ate Le più importa,nt:i qucsbioini che concernono l'azione cLel Mi– nisLcro cL~iLavori Pubblici; -prima fra. tulle quella che si riferisce all'importanza politica cli quel Dica– si.ero. 1;: un fa'LLoche, quando si parla dell'utilità ddlc -Opere pubbliche, SIÌ dimentica spesso che, ac– canto all'utililà eco-n.ornica, ve n'è una di cara~tere diverso ma non meno importante, come accanto ai bcnelìzì mareriali direUi ve ne sono degli indiretti che non si possono esattamente calcolare nè preve– dere. QuanLo non s'è detto e non si cl-icesulla pas– siivit.ù lìnan'.liaria di molte costruzioni ferrovi.a,rie? Eppure uomin.i coscienziosi ed alieni da ogni .polj– t.icantismo, quale il Fortunato, sono stati i primi a 1·iconoscere gl,i immensi vantaggi che le ferrovie, a prescincklre c1~11 loro coslo, hanno a pportat-0 nJ n.o- (1\ S11/le ope,·e p11bbllche <l'Italia 11e1 10,·o ,·nppo,·to rollo Staio. Studt di sterano Jacinl. Milano, 18G9,pag. so. Biblioteca Gino Bianco stro e agli, altri Paesi. Un gran cattivo affare finan– ziario quello delle fer1,ovic, riconosceva il Fortu- 11ato nel 1897, inaugurandosi il I.ronca d.i forrovia da Hionero a Potenza; ma un cattiv-0 affare, sog– giunge,·a, a cu,i sono statj traseirnati, come pare, tuUi i popoli ci,,ili della terra. Per esso tutto è mutai.o nel corso di due sole gencrazi,oni. « L'unive!'sale liveHame,nLo dei prezzi non è più u:n'alluc~nazio111,e di me-n.te infe1,tnia, e-nella lista de.ne miseirie uma,ne ,più non figura Ja cm-estia: il mono– poli-o deJk1 rendLla fondiari,ai è soomato, e la boniificn dielle <Ler1,e, meno fe,rlil>iè 1•e.saposs.ibile. Arag,o scri– ve-Yanel 1838: - non si 1'\Ccl,i,rne una prov,i1ncia · nè si a.Jliela ruma-regione pi,a,n·t.·mdovidelle rotaie cli fono. '-- EppUire in un quar.to di seoolo le si.rade feirrmie lrnn,rno,ri&anaito la Sologna, in un decennio èsLesa la sicurezza del1l,ecampagn,e a lutila qua.nta l'Italia me– _ridiorua,le, a ooi tante volte e in !,a,nLimodi que.sLe povere strade ferrale s-0no slabe ri,n,f,acci.ate e rimp•ro– rn,ra1Le » (I).· ' E alcuni rnom,cnli prima aveva -0sservato: « $e il molo u'l1ilario ciel• 1860, frullo d,i un [)J'ocesso rnerameITTt.e l,eitt.erario, e, della buon.a. _fortuna, ha p,o– tufo, ma.lgrn,clo luLlo, a'Ve1ie oonsist,enza e viitJali,t.à, ciò è dovuto .all',impulso di un f.abLo assolu.tamente arli– ficia,le, a.11'.efficaciadi una causa esclusivamente Lec– ni,ca: le fe,rro,,ie. L'-wni,fic,az.ionep,oli.tica non è s'i.ata possibilie uirm ,s,ecollld:J> volta, senrz,a l'uni 1ficazione geo– grafica. Le ,strade fe.rraLe, COl'll'eggendo il vizio di 00t11,f.0NnJa.zione, seguendo, le s•tesse tra,cce delle grandi vJ·e lasl.ricailie, di cui il genio di. Roma volle sollc.a.tal'Italia, hanmo compiuto il miil'aoolo. Gl'ing,e– gne.ri , i oosbrut.Lor.i e gli O'perai va,lseiro, per l'uni,fi– oozi,or{ede.lla paLriia, .non me,n-0dei m,a,rtill'i,degli sta– fa,Li e d,e,i sol·dati ». Effettivamente la· civiJ-1,ànon cammina soLo pc1· strade i<lealri, e :a-n:c'oggi la p·iù notevole traccia dell:a granc1erz.z.adei rnostri antenati noi la tro,v-iamo nelle .opere pubbliche da l-0ro•e.ostruite in ogni parte del mondo. Ma, rer quanto sia all'duo in questa. materia segnare dei hm.ili, non bis-0gn.a esagerare. L'Jacin.i, com.e s'è vis.Lo, accanto alle necessità politiche ed ideali ri.corcLa.bene quelle ecooom.iche e lìruanziarie, cd anche il Fortunato lamenta più volte che l'Italia abbi.a sofferto jl mal della pietra, eseguendo lavori pubbtici sena,a troppo riguardo al loro val-0re ef– fettivo, consumando, sciupando, immobilizzando· in opere del tuilo inutili. Scl17.a dubbio, se i dieci miliardi c irca ·cli lavori auto1,izwti negli ultimi cinq11anL 'an.ni hanno contri– buito e contr1buirann,o grandeme nte ad arricchire il Pa.ese, non tutti sono sfati bei1e impiegati (basti p,e-nsa,re ai milioni spes.i per bonifiche nel Mezzo– gio,roo, quasi s,em,a nessun nisulLato), tal che, men– tre il volgo c onnette l'idea cli spesa improduttiva solo ai bila.n.ci mili,tari, anche quelLo dei lavori pub– blici p uò essere in parte c onsideralo alla. medesima sLregu:a, come giust ;amcn.le osse-rva l'Einaudi nel suo volume ·su La [in anza de lla guerra e· delle opere pubbliche (2). Dove e quando com.i.nei la spesa improduttiva è però dàffìcile dirlo, nella m~g10r parte dei e.asi. Ciò sopratutto _per il motivo che, in ogni tempo e in ogni Paese, anche il più democratico e liberale, n.on vÌ è perfetm corrispondem.o tra coLoro che pa- (I} GJOSTINO FORTUNATO: Il Mezzogiorno t lo Slalu Italiano. DI– scorsi politici. Bari, 1111 (voi. II, pag. 78), (2) Torino, Società Tlpovanca F.dltrlce Nazionale, 1°114, pag. 5 e etg.

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