Critica Sociale - Anno XXV - n. 3 - 1-15 febbraio 1915

_46______ :_____ ~ ___ c_n_I_T_IC_A_,s_o_c_IA_L_E _ _ __ _ _____ j __ _ faciliti lo svilupp-0 ecoC1omico de_l p~ese domin~nte - uno sbocc.o a mare, ad esempio, m potere d1 un p-aese situato all'interno. In tali casi, può avvenir_e che si concedano al luog,o occupato anche cond1- :t,ioni materiali cli favore, purchè _il d:omif1ato,r? non debba temere concorrenza, o per1coh, o velleità d1 autonomia dallo sviluppo economico di esso. Ma l'avere tali' punti strategici o tali sbocchi oommercìali in ma.lùo a gruppi nazi-~mali.estrane], sarà se~p~e un peric-olo per la naz10:nahtà clom1!1ante. Qumd1, anche dove esista un regime economico favorevole, sarà tan!lo più vivo il wspetto, e si~t-ematica la_Lotta, contro le Lradizi-0ni, la cultura e la lmgua ciel gruppo soggetto. La questione dell'Università italiana a Trie- ste insegni. . .. Se Kautsky e Schaeffle combattevano I pari.il ! so– cialisti irredentisti, Marx ed Engels hann o sem pre riconosciuto nelle nazionalità soggette, purchè con– servassero la loro vitalità, il diritto di liberarsi dal- l'oppress:ione (1).. . . . . . , Ciò non vuo,l chre che 11Partito soci.ahsta sia I oir– gan-0 a<el:atto per sollevare le questioni nazi,on_ali: yuol, diire soltanto che, una volta pos'to, dalLa situaz10ne stessa, il problema, j. social_isti nop possono, metiter~ il veto ali.a -sua soluz10ne, m Italia e altrove, con 1 mezzi idonei, a favore degli oppressi e contro gli oppressori. Le organizzazioni e gli uomini del so– cialismo. non possono, anzi, asteners.i dal cooperare a questa soluzi,one (2). G. C. LONGOBARDI. Net p·1·ossimo Nu>ne'l'O,dello . stesso LONGOBABDI: II. L'imperialismo italiano; III. La pressione slava. (I) Schaeffle era un ministro dell'lmpet'o Austrlaço. K~utsky teo– rizzava, In tempo dl pace, la tesi favo1·evole al predominio tedesco, oonie oru., in t8mpo di guerra, dopo ntoltl glrl di raglonamento, conclude per la solMarletà era l'Impero e Il socla.llsmo germanico. Egll è co1:rente. Sctocohl nol 1 però, so non vediamo l'a11L"mus •a oul obbedisce, e se rtletl'o la maschera del più noioso era I glossatori di Marx non scorgiamo le rattezze del buon suddito degli Imperatori alleati. (2) Claudio Treves, che è un dlaletuco Cormldablle, pone al C1<utorl dell'Intervento Il dilemma seguente: siete per la Francia ed Il Dclglo, o per Trieste e Trento? In verità, t due ol>btetttvl non si fBOludono, ma concordano benissimo. Parteggiare per la Frauola significa di– rendere la democrazia. Ed Il principio di nazionalità è uno del fon– damentali principi! democratici. Sarebbe strano, poi, voler d!Cendere Il suolo belga o Crancese, e non quelto Italiano, dal dominio stra• nloro. SI tratta, inoltre, di lottare contro gli stessi Stati. I due flnl coinciderebbero, quindi, per la loro natura e nell'azione pratica. LESTATISTICHE DELLA fiUERRA Disoc<Yupa~ione. Nella enorme anormalità presente, pure qualche cosa va adattandosi e normalizzandosi - tanta è la adatta– bilità clella natura umana pur cli vivere - la disoccu– pazione. In tutti i paesi, dopo il profondo. turbamento pro– d_otto nell'agosto dallo scoppio della guerra, il lavoro nprende sopratutto perchè chi non è alla guerra la– vora per la guerra. Le forniture militari hanno infatti ass~rbito, tanto nei paesi belligeranti. quanto nei neu– tl_'ah,molta parte della mano d'opera disponibile spe- cialmente quella specializzata. . ' Cominciamo dall'Inghillel'l·a. Ecco le cifre· dei disoc– cupati in quattro mesi: Setteml.Jre Ottobre Novembre Dicembre soci delle Trade Unione 995.975 912.898 932.576 917.680 l>lsoccupatl 55.778 40.146 26.771 23.003 BibliotecaGino Bianco l>lsoccupatl per .100soci 1914 l9IS 6,6 2,3 4,4 2,2 2,9 2,0 2,6 2.6 Si nota una costante diminuzione rlei disoccupati, con tendenza ad avvicinarsi alla situazione del mese corrispondente dell'anno precE1dente. · In Ge·1·mania la percentuale dei disoccupati, calco– lata sopra 1.347.222 soci delle organizzazioni operaie, è alla fine di ogni mese: Luglio 2,9 Agosto 22,4 Settembre 16,7 Ottobre 10,9 Novembre 8,3 Anche qui un miglioramento, pur e:ssenclo ben lungi clalla normalità del mese di luglio. In Isvezia, la percentuale dei disoccupati tra i 60.494 soci delle associazioni operaie era stata in Aprile Maggio Giugno Luglio Agosto Settembre il ti,5 1/o ,, .5,1 ,, ,, 2,2 ,, ,, 3,1 ,, ,, 8,0 ,, ,, 8,1 ,, Scoppiata la guerra, le inchieste sulla disoccupazione, compiute al 15 e 23 agosto e al 1° settembre, dettero questi risultati: Operai non colpiti dalla cri:si mobilizzati disoccupati " " " a orario ridotto Agosto Jb 25 50,5¾ 55,1 °lo 7,6 ,, 7,3 ,, 9,7 ,, 8,3 ,, 32,2 ,, 29,3 ,, Setten, bl'o 1• 61,0¾ 6,1 ,, 6,4 ,, 26,5 ,, , La situazione è mol-to peggiorata in confronto ai primi mesi dell'anno, ma dall'agosto è andata lieve– mente migliorando. In Danùnm'ca si avevano: Operai <\lsoccupati Operai con orario rldotlo al 22 .agosto al 24 ottobre 11,3 °lo 9,7 ,. 11,1 °lo 9,9 ,, In confronto al luglio 1914 e all'ottobre e agosto 191:.l, la disoccupazione era tre volte maggiore nell'agosto di quest'anno, e due volte più grande in ottobre. Nell'k1·genti11a si calcola c_he, nella sola capitale, siano 30.000 disoccupati e, nel contado, 70.000. Per 'l'Italia abbiamo dive_rse indagini compiute dal• l'Ufficio nazionale del lavoro. . . Una prima inchiesta sul numero dei connazionali rim– patriati e che non trovarono occupazione. dà que!lt"i ri– sultati (secondo gli ultimi dati del Bollettino del 1° ge:n• naio 1916): Rimpatriati, in 60 provincie, 398.099;. · non avevano trovato occupazione 236.912. Un'altra inchiesta, compiuta in 11 provincie dell'I– talia meridionale, stabilisce che, mentre negli altri anni la disoccupazione normale colpiva 54 608 lavoratori, quest'anno la cifra dei disoccupati sale a 173 190, con un'eccedenza quindi di disoccupati, in conseguenza della crisi eccezionale, di 118.582. Inoltre un'inchiesta, compiuta dal Circolo d'ispezione dell'Industria e del Lavoro di Bologna, sulla disoccu– pazione, estesa alle provincie di Ferrara, Bologna, Forlì, Firnnze, A.rezzo, Livorno, Lucca, Siena, Modena, Parma, Pesaro, Piacenza, Pisa, Ravenna, Reggio Emilia, e a 495 Co!J-luliisu 636, dà una cifra di 188.684 disoccupati, dei quali 139.073 maschi e 49.511 femmine. Il Bollettino fa notare che queste cifre hanno sol– tanto un valore di approssimazione assai relativa. Il 1•inca1•0 dei vive1'i. Se migliora alcun poco la situazione dei disoccupati, peggiora invece, sensibilmente, quella dei prezzi dei generi alimentari che vanno crescendo dappertutto. Per'l'Inghilfel•ra, i nume1·i indici dell'Economist danno queste risultanze:

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