Critica Sociale - XXIV - n. 24 - 16-31 dicembre 1914

CIUTIC_ASOCl:\LE 371 ------- --- --- c·on ciò non si vuol dire che il socialismo e l'anti– rnili~arismo siano· cont!'o il pri11cipio di -libertà dei popoli e di nazionalità; no. Con ciò si vuol dire sul– tanto che il socialismo e l'antimilit,arismo hann1J ordinato til principio di libertà dei popoli e di n t– zional,ilà fuori della guerrn internazionale, nelb Lolla di classe interna, avente per obbiettivo I.a con– quista del potere pubblico per la effettuazione di ogni g-ius_lir.i?,di ogni libertà. Si può trovare l'irlrit gmsta o mgmsta: certo è co·erente tr/l le premcssr e le conseguenze. Coerente invct:e 110n è per nulla combattere gli armameriti e riservarsi nella me11tr: il rùco,rso alle anni per la effettuazione degli ideai i dell'irredentismo; e il pcntimc11to non sana nella so– stam~a storica ,e positiva dei fatti l'errore elci mc– lod,o,, perchè non basta ad eliminarne gli effetti. E 1o strano è che l'on. Col.ajanni, nelle' condizio11i di spirito in cui egli confessa trovarsi, pretenda, proprio lui, imporre .al socialisrno - come· fa in certo suo- scritto ciel Secolo _:_ o di proclamare la propria indiffer,enz.a alla vita delle patrie, oppure di secondare il sogno delle aggressioni al modo del 1848. Il ·termine mediano - la difcè-a nazionale - non gli cape·h\ ment.e perchè ·non gli riesce di com– binarla con l'antimilitarismo socialista. E così l'ono– revo1e Golajanni nel monolito compatto d,el socia– lismo· può ~lludcrsi di avere scoperto la crep,a di una contraddizion,e. Illus:ionc breve. Basta gli ram– mentiamo che,. mentre i socialisti in tutti i Parla– menti v,otano contro gli incrementi cLelle forw mili– tari, s>iccome nemici della guerra di .aggressione, i11 tutti i loro programmi - appunto perchè, cl.ate le pr01 1 ompenti correnti imperialiste, non escludono l'ipotesi della difesa nazionale - hanno iscritto I.a nazione armala, che è il possente strumento tecnico sper,ifico d:e.Hadifesa e quasi nullo per l'aggressione. L'-on. Colajanrni, intuendo l'obbiezione, la pre– vie!ùe come un sofista che nega il giorno e la !ùOtte perchè c'è il crepuscolo, come un borghese che nega la lotta di classe perchè tra l'affamato e Rot– schild e'è una linea media che non è pro1etariato e non è borghesia, la p11eviene, ci-oè, osservando che non si sa e non si può sempre distinguere dove .e come comincia e finisce la guerra .cl:i aggressione e quella di conquista. Certamente non sempre le dif– ferenze sono chi.are; certamente gli errori sono pos– sibili. La diabolica a·rte dei Governi non ha appunto creato il tragico malinteso per cui i popoli dell'Au– stria e della Germania si reputaoo essi aggrèditi dalla Russia, come quelli di Franci:i e dello stesso Belgio sono aggrediti cLalla Germarni.a? M.a la pos– sibifità di errori, determinati dalle macchin.a?ioni dei re e dei Governi, non esime .la coscioe-nza elci genere umano dal distinguere tru le vittime e i car- 11efici,' tra ·gli .aggressori e gli aggrediti. Di qui, il sistema difensivo d,elle milizie, da sostituire - come \IOgliono ,i soci•alisti - agli esercit.i permanenti, è fatto per togliere in pratica molta efficacia alla con– fusione tra la guerra di aggressione e quella di di- ' fesa, pe-rchè il sistema dèlle milizi,e, ·univocam~nte adatto, e .col -massimo rendimento,- alla difesa; è ùestin.alo. à render automaticamente impossibile la aggressione. -Il pe1'Chè, stringendo la sinLesi del dibattito. si può dire che la questione è tutta qui: p la democra– zia, partito borghese, si sente solidalè, come molte volte ha mostr.àto (per es. nella impresa di Libia), l'Oil gli alti 1 i parti-ti bo,rghesi nell'imperialismo, nella t:onquista coloni.aie, nel ricatto militarista prima, nella gu~rr.a gtrerregg,iata mondiale poi, ed allol'a 110ncerchi foulie di [ico quarantott.esche µer coprire la vergogna del!a st~a .ahdic?zionc e J!r~,fessi di <'S: scire, come è, 111 prnno umssono sp1_nlualc 0011 1 malfattori della Weltpolitifl del nostro tempo. Ma in t:il cal'lo la flrmocrnzi:i f'i inchini anche rispettosa ca Gino Bianco al fermo, coer,ente aLteggiamcn t.o d el socialism<J, che, di fronte a tal politica ed a I.al guerra, non può esse1•e che atteggiamento di ficrn, di disperata pr11- Lesta. Oppure la democrazia, deprecando 1·calme11le l:i guerra imperialistica, la riconosce solt,anto pe1· ti– rarne p-retesLo ad una risurrezione, rcpugnante al– l'evo, di bande ribelli cercanti il compimento vio– lento di una patria, al di là clc-llcragioni stesse per cu·i lo Stato nazionale doveva formarsi con fa guer– ra ... Ma· in tal caso riconosca, la democrazia, cl.i 11a– v:ig.a1·cnello ana,cr onistich c sfere d'oro del ~g1i,,J n della legµ-cnda, di vi.ve- l'Cin un'Es,pericle eroica cd individualista, mentre in torno urla e tempesta il r:i– b,ido ur:3ga110 io1p,crialisla che la travolg,~rù Jl,•11:i sua r<YV1m1. .. IntanLo - povern· clcmoaazia! - si è St:hierata i.;ompatta sollo ~ vessilli di Salandra - d1c forse non farà la guerra di T1·iesl,e - oome ieri t:om patta si schiemva sotto quelli di GiolitJt,i per la gue1Ta, che pur tl'opp o è stat,a fati.a (e non è compiuta) di Tripoli: alt.ra impresa -- non è vero? - nazionale, perchè la patria non soffocasse nel .~Icditerraneo!, .. E avanti sempre, cosi ·- pove,~a democrazia! secondo il proprio fato suo di essere sempre lo zim– bello c1;éiGoverni, <lacchè ha fartLoiri·imecl:iabile di– vo17Jirid:11'pr.oletariato e dal socialismo .... · IL VrcE. Dal!' agitazione per la guerra_ alt agitazione per la previdenza Occuparsi dei problemi della previdenza, in queste giornate di ~risi de-Ile cose e deglt spiriti, può pa– rere, se non un nonsenso, un fuor d'opera. Quando tutto Ì'interessamento degli intelletti e degli animi è reso ·captivo da ~!ùa. sitùazionè oosì e~cezionale co– me la presente, la quale tende a polarizzarli verso gli· schemi dell'attualità più dolorosa e più premente; quando lo sforw di molti tende a oscurare tutbi i probJ.emi che possono distrarre i pensieri e le atti– vità <lalla·sfera delle preoocup,azioni guerresohe, dalla visione del dramma che ci stringe intorn·o,. e di cui sentiamo s,enza dubbio tante ripercussioni materiali e moooli; ·qua~do, pure volendo rimanere oon tutta la le<nacia de-Ile nostre convinzioni e coi nostri ideali. no·n affiev,oliti e;1tro l'amb<i<lo di un'ope-ra civile estra– ~ea ana gll'erra; (lnzi contro la guerra e l'interve!)-tO, - s,iamo premuti da ogni lato da esigenze imperiose e, improrogabili, com.e queUe, ad esempio, che pone in· essere la disoccupazione, pare forse che i pro– blemi me,no atti,iali debbano lasciare il -passo agli altri più -urgenti, più immediati. Per quel che è qell'attuai:ione, tutto_ ciò, diciamo suibito, è verissimo. E infialti !'.operosità concreta del– le organizzazioni, d.aI movimento della resistenza a quel-lo cooper.ativo, .si. sYolge ora. sul terreno di quei prm·vedimenti e di quelle _rifoi:me che sono da attu:irc senza . indugi e :-cnza tcrgirnrs;1zioni. M.a se pe,1· altri problem_i, come· ·per ~1uesto della previdenza, avviene che meno :si avverta l'immedia– tezza, in ·confronto di quegli altri bis.ogni, che s.onò addirittura fondamentali e, vitali, è tuttavia ,altissimo l'interesse. ·morale che si connette a un'agitazione, la quale sia promo -~a precisamente, nelle cundiz.ioni ,;I raordinàric cù eccezionali dell'oggi, per I.a risolu- 7ione di p·oslulati meno . p_ro~!--imi nel\a. ~la .deUç

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