Critica Sociale - XXIV - n. 24 - 16-31 dicembre 1914

370 CRITICASOCIALE ,le Ila a\ arizia dolla eonll'0 la stf)ssu imposta pro– ~n•~f-iva sul 1,cddito, si volsero ferocemente contro. L'on. Colajanni non assistette a tal se<luk1 e no_; 11011 sappiamo come avrebbe voLat•o se fosse stato pl'es,ente. Ma, nella discussione sulle comunicazioni del Governo, ~11'.allusione a quel provvedimento or– ribile, inLerrnppe a gran voce: « Se nel '66 si. fosse ,·<•reato tante cose, non si sarebbe fatto più nulla!». I lo\·,e si intravvede che, second,o l'on. Colajanni, nel I015 noi dovremmo ripetere il '66 (Gustoza, Lissa e la Venezia ricevuta in regalo da Napoleone III). llnve si intravvede inoltre, con un bel complimento .il sentimento di giustizia cli classe clegl-i uomini del ·on, una sottintesa approvazione dei mezzi in cui c11l111inò la sapienza moderala per ristabilire succes– sin1111ente il bilancio nazionale squilibrato: il lotto, il sale, il macinato, e, poi, il dazio sul grano - di cui il Colajanni è poi s·empre rimasto aperto e stl'enuissimo sostenitore. Riconosciamo noi, mali– gni, che un qualche progresso si è pur fatto da col.t-st.i .arnesi cli Lo rima fiscale; ma soggiungi.amo ,rnbito che tal progresso è stato il_portai.o cli quella maliynilà che il Colajanni ci rimprovera, e, che, in so'stanza, consiste nell'argomentare sempre per elevnre nel proletariato la c-oscienza del suo stato di classe, per dargli il s,enso dell':malis.i dei rap- 1,0,rti correnti nella società fra le diverse classi e il criterio per decidere, pur nel groviglio degli in– leressi, quali sono i suoi, quali dei suoi nemici, chi gode e chi paga in ogni circostanza e, partico- 1.u·mente, quando la circostanza è ... la r,uerra! Che ·se per effetto di tale ginnastica intellet!Jiv.a !¼>cialeil 1wolelariato arriva alla conclusione che la guerra è sempre contro di lui e che unb dei mlezzi più potenti per scongiurarla che siano in sua mano è quello di sforzarsi a ributtare da sè l'onere delle spese per cercare di aggravarne la borghesia, con ciò il proletariato non afferma che il riflesso di un altro fatto anche più generale ed importante, l'an– tagonismo tra socialismo e guerra, anzi addirittum t1·a democrazia e guerra. A quel modo che, quanto più il proletariato acquista potere pol1itico in re– gime di libertà e di responsabilità, tanto meno lo Stato cui appartiene è proclive alla guerra, mentre più lo sono gli Stati assoluti, dove predominano le caste feudali e le cricche militari; cosi, dove i ceti borghesi e plutocratici son costretti a sopportar,:, le spese magg,iori ,della guerra, ivi è altra ·e pos– senlie remora dalla guerra, altro e possente pun– t.cUo della pace. La riprova di questa umile osser– vazione è anche in ciò che già avemmo opportunità dii osservare, cioè a dire che la sconclusionata de– mocrazia belligera di Italia non trova altra via per fare la propria propaganda per la guerr.a che quella dell'abiura ai sentimenti ed ai rispetti democratici. Cotesta d-emocraz·ia infatti - che si fa pur bella del suffmgio universale - verso il quale non' h::1 alcun merito, del resto -- non altrimenti supera !',obbiezione deUa manifesta avversione popolare alta· guerra che esµ.rimcndo il più grande disprezzo per la massa popolare e togliendo ogni valore etic(l e poli!Jico alla volontà popolare. Perciò la democra– zia rinfaccia al popolo di non ave1,e partecipato ai rivolgimenti della unitù nazionale, i quali non po– lrnt!o <·ssa 11eppm.- aLtribuire alla borghesi.a indita i II ugni tempo di indiffc:rcuza, è costretta a~l ascri-– \ e..-li, e 110n forse ingi11:-lalllet1lc, ad una ristretta ;H•isto1:razia rivoluzionaria, alla cui testa si mise i' Eroe popolare e che travolse, con l'insinuato ti-– more di perd~re il_regno e con la cupidigia cli al– l argado , la dmaslla. Ed ecco cosi come la demo·. ,; mz.ia, dopo cinquanta anni di vita nazionale, vo– lentieri ci ridurrebbe alla obbedienza delle iniziativ~ r ivoluziona rie oligarchiche. Viene da esclamare; \ frt:1.r.Vla co nto cli fa1·e l'It.alia H,erchè la maggioranw Biblioteca·Gino Bianco de~li italiani non ubbia il diritto di dispone di essa ,, ctei suoi destini! Senonché dal cupo fondo· cli lutto ciò balza ab– bastanza chiaro l'assurdo anacronismo in cui si av– \"olge la democrnzia ital,i,ana. J\lla guerra mondiale, ,·,n·ollario fatale della politica mondiale - H' ellpo– lili/; = Welll.-ric•u - a cot.esl-0 immane mostro par– torito dalle modcl'l1,issime cupidigie cli mercati, dalle rn al1lù imperiali che si protendono nei più remot.i cont.incnli, dalle enol'rn~ espansioni delle flotte, ue– n·li cse1·,·ili, dalle nuove invasioni delle razze, stretl.P inL01·no .ii Despoti -- ~,Ila guerra mondiale, essa, la democrazia italiana, teni.a app.licai-e una sua pic– cola coccarda tricolore, avanzo elci... '6Ci e, con un balzo a rit,·oso cli sess.ant'anni, evocando i senbi– menLi cli al1orn •e le fo1w oligarchiche che allora erano sufficient.i nel duello limitai.o dal pul'0 diritto nazionale, sogna ,e freme cli rinnovare, tal quale, t.:on quei melodì e qucg1i affetti, la gcst.a di .allor.a. e si irriLa e chiama codardo colui che l'avverte: Non è così! li mondo è cambi.alo. Così si v.a alla distru- ione delle nazionalitù, delle libertà, delle demo– crazie. Cosi, col prescindere dai riflessi deg1i .anta· ~onismi di classe che si sono affermaU poderosi negli ult.i111isessant'anni, non si va all'edificazione .lei Lempio c1ella Giustizia, ma al contrario, consn · pevolmente o no,n, si lavora per il trionfo del cap1- talismo, del militarismo, del dispo~jsmo! La gurrra attua'1e è, nel più lato senso dellia pa-rola, cei;ul'eCL, · aggioga i popoli, le razze, i continenti; non i:- fac– cenda di voJ.ontari, non è g,esta per chiare indivi– dualità ebbre di ideale; al contrario• è il trionfo pii, cinico e possente della forza sistemata, organizzala dallo Stato per la eonquist.a e la !'spogliazione deul, altri. Questa guerra il socialismo chjarament,c p~,: vide, malcclicen<lo, nelle viscere clell,a società bo:·– ghese e milita.1·isliic:a;quando scoppiò. il socia!.ismo, dove non fu travolto dall'inganno dei monarchi, si trasse pensoso in disparte, decjso a tentare ogni sforzo per mettere limiti alla rovina, decis,o altresì a difonders,i in ogni patria aggredita. La sconclusionata d·emocr.azia che ha la mente .al '66 nulla intende di questa guerra, e solo perciò ò possibile ehe essa ne rnglia fare una guerra per In nazìon.a.lilà, clic dal 1914 voglia fa.r saltar fuori il 1848. E pctx:hè la incoerenza tocchi i c-onfini de\);1 follia, sotLo le insegne dei fauto-ri della nuova guerra riel 1848 si sono .arruolati i democratici che non votarono mai le spese miliLari. Tr.a questi è l'ono– revole Colajanni, che proclama pubblicamente il proµri,o pentimento dì tenace oppositore delle spese militari. , I~ chiaro che fon. Colaianni si illude che b.asti penti,·si del proprio ant.imililm·ismo per avere di– ritto a divent.a1·c fautore della guerra. Cotesta ilh1- sione riposa sull'osservazione troppo superficiale che la maggior.anza ha sempre approvalo i cred~ti militari proposti dal Governo e quindi l'opposizione antimilitarist.a non avrebbe avuto alcun effetto qua.11- to .alla efficienza militare. Ora ciò non è affatto. L'op– posizione degli antimilitaristi ebb,e risultati positivi, per quanto (ci s.i perdoni il bisticcio) negaLivi. Bi– sogna infott.i domandarsi dove i Governi e le maµ-– gioranz<' sarcblwro arrivai-e in punto cti armamenti, Sf' 11011 avessero lro,·.alo n•sist{'ll'l.a. J\11clie nei Par– l.!111c11li nulla ::;iperde; IL0IL vi s-i spieg-a ak1111;1 ('111'1'– gia la qtr.afo, per quanto sopraffatta, non diminuisca la efficacia della energia sopraffattrice. Ecco perrhi: lo stato dell'armamento è qml'ie può essere come risultato delle due fone contrarie, e chi, in un pen– siero consapevole di pace, di -a-rbitrato, ecc., ne ha propugnat,o l'espressione minima, non basta che si penta per avere l'armamento adatto quando egli cn– lrcrà in un altro pensiero (spetfamo ugualmente cons,apevole) di guerra e di conquisi.a di territorii. I I ' I f l 'j ~ I l e j

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