Critica Sociale - Anno XXIV - n.16 - 16-31 agosto 1914

244 CHITICASOCIALE: sale nel loro idealismo; ma anzi buona battaglia per salvare dalle macerie della conflagrazione euro– pea, quello che. - assolutamente - non vi deve perire, la sensazione e la nozione del diriuo nostru e delle genti! Lo intenda il Governo - con noi! E con noi e con Lutti gli italiani fìduciosamente faccia che quella nostra neutralità, che si tentò colpire oltraggiosa– mente, quasi neghittoso rifugio al Limbo della sto– ria, splenda invece fra breve nella sl-0ria i.rnmincnt,c come un l'aro di civismo euroµeo, come il nuovo scoglio di Quarto donde partirono i condottieri del fato alla conquista della pace più vera, della libertà e della giustizia per tutti i popoli. GIOVANNI JAURÈS. f.: già stato detto, e il ripeterlo si impone; la morie cli Giovanni J aurès, alla vigilia della mobilitazione della Fran<:ia è stato un simbolo, un segno c\.el de– stino. Il grande sostenitore della pace europea spa– riva quando la pace spariva. Il mostro della guerra, prima cli sfrenarsi, doveva chiederne licenza a lui, Jaurès, e non ottenendola, lo clov,eva assassinare, per passare sul suo corpo. Ed è passato. Quell'ignoto folle, quel Vilain, il cui nome apparì un'ora sui gior– nali e poi disparve senza traccia e senza ricordo, fu v,eramente uno strumento cieco del fato. Egli non ha quasi suscitato collere o rappresaglie. Egli era il Prologo nella tragedia eschilea. Al cuore rifluivano i sentimenti presaghi cli terrore e gli impeti della ribellione della vita contro la morte, della pace con– tro la guerra,. in cui si substanziava l'imminente e immanente tragedia. La sola vendetta dell'esecran– do assassinio doveva essere la ricongiunzione in– torno al corpo d,ell'Assassinato di t.utte le forze vive - e decise a non morire, e, in ogni caso, decise a non morire senza avere venduta car.a la vita - della Francia; della Francia bon?;hese e proletaria, della Francia della autorità e della rivoluzione, della Fran– cia aggredita e pacifica, della Francia ingiustamente offesa, provocata, ridotta a salvare col suo il cliritt.o alla vita di tutt.i i popoli, cli tutte le razze. Ah! quei funerali di Jaurès! Viviani e Jouaux che si abbrac– ciano, singhiozzando, e, uniti, il Presidente ciel Con– siglio e il segretario della Confec\·erazione Generair del Lavoro, chiedono al Maestro dist,eso nella bara la testimonianza suprema che essi, essi non 1Jole– vano, non volevano, che essi. restavano a lui fedeli, rd al tomune ideale, che essi andavano alla guerra solo p,er trarre in salvo gli auspici d<;\lle riscosse futur,,, per conservare alla patria il diritto di essere patria, di pace, cli libertà c cli giustizia, c\acchè la <1. rejJl,;)bi1ca t' la forma politica ciel socialismo », e « il sor,1alismo lega costantemente l'emancipazione dei proletari alla pace della umanità ed alla libertà de!lc p::.trie! ». /\I., qn~i fr,nerali cli Jaurès cli cui hanno d·ettu che erano i funerali cieli' idea di Jaurès, volendo dire chr perchè il socialismo non trionfa ancora non t.rionferù mai, quei funerali sono stati invece il palio cli risun·ez1,)11c:dcll'id<'a di Jaurès. noichè hann.:– congiunto in un'ora unica nella storia- - indissolu– bilmente -,-- la Repubblica e. il Socia\i$mo! E non era si.alo questo I.o scopo dri venti anni di aposto– lato, di bai.taglia, di eloquenw, cli organizzazione durati da Jaurès? A quale altra mèta aveva mai mi– ralo, egli, oratore, giornalista, storico, uomo della piazza e del Parlamento, se non ad allargare la re– pubblica, la democrazia àl socialismo? II crogiuolo cl.i fusione delle forze affi'ni cli pro– gresso e di trasformazione contro I-e for·ze cli cou- BibliotecaGino sranco servazione e di reazione era per lui il Parlamento, l'istituzione rappresentativa del suffragio universale, nella repubblica d,emocrat.ica. Pe1· Jaurès la repub– blica p!'epara il socialismo, lo coni.iene già in una certa misura, poiehè la r,epubblic;a sola può condurre al socialismo mediante un'evoluzione legale, wnza soluzione cli continuiU1. Egli si reclamava· in ciò cl.alla $lessa gloriosa tradizione del 1793, al1orchè Baucuf si felicitava cli aver· difes.o la rivoluzione e la 1,cpub– blica, anche quando esse el'ano in mano dei pase– culori del popolo. Ed egli si proponeva di portare al Parlamento la stessa questione della .proprietà, non più per via di semplici dichiarazioni teol'iche, ma mcclia11tc vasi.i e precisi disegni di lcg·ge con– cret.i, nei. quali la socializzazione neoessaria e sol– lecita d_iuna gran _parte della propriet.à capit.alist.ica, mcluslrrnle e terriera doveva prendere una forma definita, giuridica ed economica. Con ciò egli era convinto cli essere nell'orbita ciel pcn$ioro degli stessi patriarchi ciel socialismo, come Liebcknecht, il quale prnlestava la necessità di « allargare, non restringcrc » gli strat.i popolari a cui rivolgere la propaganda socialista, poichè sarebbe « troppo in– genuo credere che noi possiamo realizzare i nostri principii contro la volontà dell'enorme maggioranza della nazione» e so,gnav.a tutto un programma di azione legislativa nel quale il socialismo, .avrebbe fatt,o le sue prove di vasta comprensione, manife– standosi agli occhi anche dei più ciechi, come un partito di inle,resse generale: propaganda cli azione integratrice della propaganda cli parola! Co.sì balenò viva, sfavillante a Jaurès, l'idea del socialismo dacchè se ne sentì tutto avviluppato col movimento operaio della vetreria cooperativa di Al– bi e collo sciopero minerario cli Carmaux. Fu a queste fiamme che il professore di filosofia, clcput.aLo ciel centro, che sedeva muto nell'assemblea ocrcanclo se stesso, si ritrovò. E si ritrovò parlando all'assem– blea borghese· ed invocando dall'assemblea repnb– blicana il riconoscimento e l'a[lelto per il diritto pro– letario emergente dai dolori e dalle lolle della classe. Ed ecco come esseNdo stato il socialismo concepito da Jaurès in un con l'azione parlamentare e con l'azione repubblicana, da -essa non si c\istacchcrù mai, neppure allorchè Jaurès sposerà il socialismo all'azione diretta e allo sciopero gene1'.ale. Ed ecco perchè Jaurès è il vero fondatore del socialismo parlamentare, non già in quanto abbia i_nizi.ato il socialismo nelle ass·embJ.ee rappresentative. ma in quanto iniziò il socialismo a tutte le risorse, a tutti gli sviluppi deJl'azione parlamentare. Prima cli lui il socialis mo er a ncl Parlamento come un intruso che è r:iu, scit.oa piombare sopra una tribuna, donde no,n ha che una parola da gridare al mondo, la parola della esecrazione, un solo pensiero da in– cidere nelle menti: il pauroso Mane Techel Phares del convito cli Balthazar della civiltà capitalistica! A quel tempo il socialismo non sa neppure se è solidale o no con gli altri partiti nella stessa cou– servazionc della sua tribuna, cioè d,oll'istituto demo– cratico, e nell'alto stesso cli affermare cotale solicla– ri,età il socialismo dubita non forse sia per cadere in un'oscura trappola, che lo leg-hi per sempre al– la classe borghese! 1-;; il lcmpo che il socialismo è tuttavia atteso in una realizzazione in blocco, esl,c– riore non solo, ma estranea al Parlamc11lo cd ai suoi accor~imenti ed equivoci, alle sue tr:rnsazio11i e compromissioni. t Jaurès quello che, pcr il primo, presume da_\Parlamento un copioso, largo, benefico - sebbene non esclusivo - divenire del socialismo; un attivo, costante fiancheggiamento protettivo ui tutta la penetrazione socialista (resistenza, coopera– zione, coltura, scioperi, riforme legislative, ammini– strative, giuriaiche) e, perciò, impegna il proletariato alla difesa politica del Parlamento e del regime de-

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