Critica Sociale - Anno XXIV - n. 13 - 1-15 luglio 1914

ClllTICA SOCIALE 199 tabaecai. -Ccstovo comprano tanto dalle fabbriche quanto dai grossisti. Le' scatolette di cera, che i tabaècai vendono a L. 0,10 cadauna, conteng~no da 71 a 150 (75-90-105- 120-125-'150) cerini: sta nella furberia del tabacèai-0 vendere sc.atqJe;tte per <itue soldi con la minore còn– tenenza possibile di fiammiferi, giuocando sull'igno– ranza del- consumatove. Queste •scatole si vendono dalle · fabbriche da un minimum di centesimi 6 ad un maximum di cente– sirnii 9. 'Le scatolè di legno, che si vendono dai ta- 1:iaccài ad ,un· soldo, costano 'a loro in media cente– simi 3 1/2. Non è possibile determinare il guadagno realizza– bi-le dai fabbricanti per ogni « grossa» prodotta, va– ria·ndo esso da stabilimento a stabilimento, a seconda della sua perfezione tecnica, del pvèzzo delle ~aterie prime·· (p,er ,esèmp-io, il 'piopp-0 ha prezzi diversi per ogrni •regione j e del costo· della mano ·d'opera, varia-. bile da u,rnluogo, all'altr0 dell'Italia. · · Molte fab'briche· vendono al puro prezzo di costo. Attualmente i gr-o;,sisli po-ssòno guadagnare dall'l al 6 %; i ',tabaccai sino al 35 %, Neppuire .si· può stabilive il guadagno di rivendita per « grossa i>.,· ·variando esso infinitamente, a seconda della quali·tà dei fi.an :imif.eri e della contenenza della seato-la; ,e neanche è facile · determinarlo per cassa, p,erchè vi sono casse da L. 50 ed altre da L. 400. Ora, supponiamò che, introdotto il monopolio, la vendita d,ei .fi.a:mm,iferivenga organizzata nello stesso modo con il qùale è regolata la vendita del -sale e del tabacç,o. . . In questo caso, diminl1irà considere·volme,n:te il nu– mePo dei riv,enditori, ma aumenterà lo smercio di coloro .ohe· rimangono: e questa· circostanza non li d_istog!i,erà dalla rivendita, neanche se v,errà dimi- nuita la loro provvigione. . Il prezzo di vendita al minuto ·sarà nècessariamente fissato e pubbli~ato dall'Amministra,zione di Stato. L'intervento dello Stato: Espropriazione edind nnità. < 1 > Nell'eventualità di un monopolio, lo Stato può sce– gliere due vie: 1° l'instaurazione immediata del mo– nopolio con !:a rel11.tivaconseguente proibizione ai pri– vati çli fabbricare, di vend•ere., di importare fiammi– f·yri; in questo caso opera la legge: e l'equità dà fon– damento e quindi norma e misurazione per l'indenc {l,(z&q,;·g,)a ,s,un,Jll.nqat,a, Ì'n '(igare ..d,op,o-,un ben deterr mi.nato periodo di tempo; qui. nessuna indennità deve !-0 Sfatò,· togli~ndo all'attività delle persone solo uno dei tanti modi di manifestazione per ragi-0:ni di pub- blico interesse. . .. Intanto, sarà bene notare _find'ora come il _.principio di indennità, per il fatto dell'assunzione di un mo– nopolio da parte dello Stato o dei Comuni, è già stato riSQ!to pacificamente nella legge Giolitti sull'assun– zione dei servizi da parte dei Comuni. Detta legge, nella enunciazione di tali servizi, all'art. I enumera alcuni casi nei quali il Comune può municfpalizzare con privativa, ossia in regime di· monopolio. Orbene, l 'a.rt. 25 esclude ogni indennizzo per fatto di tale monopolio, mentre detta le norme dell'indennizzo &tes– so quand-0 -il Municipio riscatta un'azienda da una Società privata. Cosi il Comune di Torino ha muni- O) Vedi la questiona giuridica In GIVSSPPlilBARBERI! L'l1td11strl.a fl# flalflmlfm ,,. llalla ed all'ealero, 1;1ag. ns, 11. Torino, Tipografia Il. Atiale, 1918, . . cipalizzato il serv1z10 delle affissioni, e non ha dato un centesimo di com.penso alle Ditte che prima eser– civano,· benchè queste abbiano sentito un danno im– mediato e grave, anche ·a causa deÙa inutilizz.azi-0ne di un certo macchinario. l' incapacità tecnica dello Stato 7 . Lo Stato, si dice, è male preparato -ad esercitare industrie od a fare commerci•. I suoi agenti, per abili che si.ano, perdono fatal– mente,· al servizio dello Stato, gli elementi essenziali di -ogni gestione industriale: l'interesse personale, l'iniziativa e la r.esponsabilità. Inquadrati in una ge– rarchia ben regolamentata, non si possono muovere che negli stretti confini delle loro .attribuzioni perso- ' nali, arrestati nelle lo·r:o concezioni dall'accentramen– to, che riserva ogni él-eliberazione al potere centrale. Questa critica si può applicare parola per parola alle grandi Co_mpagnie private, e in modo particolare all'Anonima di Milano. Il pers,a.riale è disposto in essa l per gerarchia; .ogni impi:egato ha la sua sfera di azio– i ne e le sue .attribuz-ioni particolari. Le decisioni finali, I la ratifica di innovazioni negli StabilimenLi, nel mac– i chinario, negli acquisti di s/oks spettano- sempre al , Consiglio d'Amministrazione. : Non è che nelle piccole imprese eh-e regna una li– ; bertà di iniziativa più grande, p,er il person.ale meno : numeroso-. Ma, in tutti i grandi affari, la specializ– ; zazione e I.a gerarchia dei collaboratori, l'accentra– : mento della direziirone e delle decisioni ·sono condi– . zioni indispensabili, e non vi è nessun campo indu-· ; striale ove esse non rappvesentino una regola asso– \ Iuta. , Ed è pure un vieto pregiudizio continuare a soste– i nere che in Italia lo Stato è inetto a gerire qualsiasi ; azienda industriale. Già: lo- Stato è incapace ad arn– '. ministrare. In sostegno di tal,e tesi si dimenticano ' volentieri talune industrie, come quella dei tabacchi, ' la quale, pur essendo tutt'altro ohe agevole, procede : splendida-mente. L'industria dei fiammiferi è relativamente molto ' se;mplice, ben più semplice, ad esempio, di quella i ferroviar-ia. Col progresso a cui, specie in questi ul– j timi anni, l'hanno portata i fabbricanti, non presenta j difficoltà maggiori di quell.a dei tabacchi. Pur richie~ · ; dendosi un probabile aumento di capitale, di mac- i chinario, d'acquisto delle materie prime, d'impiego 1 di operai, lo Stato non_ potrebbe non seguire le sa- l pienti e prev,eggenti norme dell'Anonima. Chè, anzi, I apportando all'attuaJ.e infinità di tipi di scatole, di ; buste, di astucci, di bossoli, una .intelligente r.idu- : zione; adottando, come già ha fatto I.a Francia, non ; più di tre o quattro specie di fiammiferi, con limitate i variazioni; abolendo completamente le marche da bo!- ; lo, lo Stato non potrà non realizzare, fin dagli · inizi i, un beneficio considerev-0le. Beneficio che di- . verrà' t~nt~ · maggiore _quanto più oculati s;iranno gli investimenti delle riserve fatti. dall'Amministrazione : statale. .. . Monopolio diretto odindiretto 7 Non ·possiamo• chiudere senza far rilevare che l'a– .dozione del monopolio dei fiammiferi non risolve punl,o di colpo !',altra questione: se., cioè,_ allo S!,lto · spetterà di fabbricare,-o -se tale facoltà dovrà affidarsi, sotto determinate clausole-e concessioni, a un ristretto ;n~mero di fQbbricanti. · · ·

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