Critica Sociale - Anno XXIV - n. 8 - 16-30 aprile 1914

114 CRITICASOCIALE Guardando con retrospettiva serenità filoso.fica i tre lustri trascorsi, ci pare cli trovarvi la conferma della legittimità delle due lattiche da noi principal– mente adottate, la transigente e l'intransigente, se– condo l'evidente diversità dei tempi e delle circo– stanze consigliavano, non parendoci davvero ·- neanche adesso - che il Ministero Zanardelli-Gio– litti dell'era degli scioperi agrari sia stato la stessa cosa che fu il Ministero Giolitti-Di Sangiulia-no-Ber– Lolini dell'era della impresa libica, come si ritiene, nella concezione astratta, trascendente della lotta di classe contro la borghesia tutta uguale, da certi « ri– voluzionari». Ben è vel'o che un certo tale, che passò dominando -come una girandola attraverso tut– te le fra1:ioni ciel Partito, quando capeggiava intran– sigent.i ·e riv-0.Juzion:art soleva dire sarcasticamente che noi ammettevamo bene in teoria la pluralità delle tattiche, ma non trovavamo tempo che per ap– plicarne una. Avesse durato tanto il suo socialismo quanto u'la fase della n ost.ra tattica, egli ci avrebbe visto all'opposizione « i ntransigente e rivoluzi-0na– ria » - come egli arrotondando le erre ed allun– gando le consonanti soleva dire, intend<:}nd,o poi sem– plioemente la costante opposizione al Governo e la indipendenza del Pmtito socialista dagli altri demo– cratici. Peccalo che egli ad Ancona non ci sarà (qualis arlifex pereo!) a vedere la concordia che egli non conobbe mai! Infatti l'ombra appena di tattica diver– sa cui si -accennerà riguarderà le elezioni ammini– st.t-ative, mentre la bella, elegante e acuta relazione di Giuli.o Casalini sul programma municipale - che CO!-Lituisce,diremo così, la questione di merito - già ha raccolto la firma adesiva del correlatore in– transigente Adelmo Siche! e del rivoluzionario /1.. Della Seta. E la disputa, più che tra la transi– genza e l'intransigenza, secondo l'antico stile - poi– chè degli « affini » si reca da tutti lo stesso giudizio -- sarà tra l'uniformismo rivoluzionario-g-iacobino e la varietà o autonomia riformista-girondina, cioè tra coloro che propendono a piegare i fatti alla nonna e coloro che propendono a piegare la norma ai fatti. E così nessun socialista può pensare di utilizzare il proletariato socialista, là dove ~siste, diversamente d'a quello che propone Celestino Ratti mentre nessuno- del pari potrebbe sconoscere che là dove il proletariato. socialista non c'è ancora le ra– gioni di Arnaldo Lucci sono imponenti, talchè le due relazioni sulla tattica per J.e elezioni amministrative, anzichè avverse tra loro, sembrano complementari. Però come è curioso considerare l'incrocio delle posizioni che si prepara! Chi, come il Mussolini, si accinge· a presentarsi come il più strenuo apolo– gista del Comune contro lo Stato, a vantar di quello . l'unità naturç1le contro l'unità artificiale dello Stato. ~ a prendere dal Comune gli auspici della rivolu- 1.ione abolitiva dello Sta,to, proprio costui si aeçinge in pari tempo a sottomettere, tutte le autonomie locali alla regola della unitaria e accentrata Direzione del P. S., sedente in Roma come una istituzione ... dello Stato unitario. Inversamente chi si prepara a stem- . perare tanto entusiasmo comunardo, avvisando alla funzione frequentemente conservativa di cotali au– tonomie· e la funzione innegabilmente progressiva d,ello Stato in loro confronto, non perciò ardirà spin– gere la simmetria della propria coerenza « stato-la– tra » fin-0 a invocare l'unità assoluta della tattica dalle Alpi al Lilibeo, per tutti i Comuni d'Italia, in città e in campagna, industriali· o agricoli, ecc., sotto In stretta vigilanza della romana Direzione del P. S., che deve scongiurare si v.erifìchi la scandalosa ipo– tesi di un Comune che abbia per amministratore un tesserato socialista senza che socialisti tesserati siano tutti gli altri amministratori del Comune stesso, non ammettendosi neppure la equipollenza d·ella tessera BibliotecaGino Bianco sincla·cale alla tessera politica, là dove i circoli non bastano o per il numero o per la qualità dei soci a fornire tutti gli amministratori voluti dalla legge. Checchè sia di ciò, non sarà il contrasto su la tat– tica· amministrativa che romperà la concordia ne– cessaria (perchè necessitala dalla situazione delle cose) dell'indirizzo politico d,el Partito. Lo si può intuine anche dal pienissimo accordo dei relatori sulla questione della guerra e del militarismo, Sil– vano Fasulo e Claudio Treves, che non si sono ac– corti redigendo il loro «rapporto>> cli appartenere a frazioni diverse ... E lo si può intuire anche dal perfettissimo disac– cordo· dei relatori suU{I questione della llfossoncria e Socialismo, G. Zibordi e A. Poggi, i quali, redi– gendo i loro distinti e contrari rapporti, non si sono aecorti di appartenere ... alla stessa frazione! Ora che imporla se i rivoluzionari attribuiscono a se stessi ogni merito ... delle circostanze? Se nep– pune si mettono il quesito come mai essi, che non diedero mai il loro appoggio, al Govern,()·dei rifor: misti, ma anzi lo combatterono semprè con ogni mezzo e senza misura di colpi, trovarono invece tanto pronta collaborazione tra i riformisti, lìno a fare la Direz-ione stessa del P. S. depositar'ia delle - proprie· riserve circa speciali atteggiamenti dell'or– gano del Partito, pil1ltosto che rompere subjto in pubbliche e viofonti sconfessioni? Che imporla se i rivoluzionari, talora, facendo proprii i motivi della polemica dei riformisti di destra, si dilettarono a rappresentare i riformisti di sinistra come dei pe– nitenti, trascinati, la co-rda al coI!o, dietro il ·carro dei trionfatori? Che impo-rta tutto ciò che non ha attinenza, dopo tutto, se non al tatto ed al buon gu– sto dei commilitoni, se la concorde unità del Partilo socialista riposa in questo, periodo' po-litico · nella impossibilità socialista cli seguire un indirizzo di– verso, senza dar di costa al tradimento? È il vero segno della superiorità ciel « nostro » metodo que– sto « nostro >>poter dare sch ietta ·adesione contin– gente all'indirizzo cosidet.to intransigente, ancora ·chè, come più oltre splendidamente illustra G. Zi– bordi, talvolta non lo sia stato ... abbas't.-·rnza,errando in blocchi rivoluzionari, se si vuole, ma sentimentali e confusionari discretamente. Vogliamo ral1egrarci più tost-0- che la concor– dia necessaria giovi all'incremento «materiale» del Parti·to, benchè noi non siamo proclivi · a dare un valore decisivo al progresso formalislico (stavamo per dire: burocratico) cloi Circoli e delle tessere, se preso per se· stesso. Ma, rallegrandocene, non ·)a– sciamo- credere (chè sarebbe lasciar correre troppo ingenuo- sproposìto) che -tale progresso sia 'il 'J)O•r– tato del metodo astratto rivoluzionario, ma spieghia– mo come la stessa applicazione pratica dell'astratto metodo• rivoluzionarjo è il portato clei fatti (e non lieti - malgrado abbiamo più sopra scritto rallegria– moci) che hanno, con la crisi, la miseria, l'oppres– sione fiscale·, le disillusioni brulali della guerra, ecc., prodotto l'inasprimenlo• della lotta cli classe, ed ir- · 'ritando fino alla disperazione la massa ,proletaria !'.hanno spinta e la spingono verso le, file del socia– lismo, speranza e propugnacolo 11011 solo di [inale red-enzione, ma altre!;!ì di prossimi lenimenti- ai- do– lori ed alle crudeltà inerenti all'indirizzo prevalente della politica bo·rghese. _ In sosta nza, essi ccala per un ce,1.o periodo la• ma– trice delle rifo.rm- e - gli ultimi importanri guada– gni d-el metodo riformista, il monopolio delle assi– curazioni e la riforma elettorale coincid-ett.ero con la guerra, ma nella loro elaborazione l'avevano' pre– ceduta - è logicamente l'era del rivoluzionarismo clH-) si è schiusa, e sarà lanlo più breve o tanto più lungà seco-ncloché Sarà più o meno efficnee; cioè secondo avrà più o meno presto soJ.levato dal fondo

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