Critica Sociale - Anno XXIV - n. 8 - 16-30 aprile 1914

CRITICA SOCIALE 127 che lavorano col capo dell'azienda, non permette di sceverare i lavoranti a domicilio. La Danima1·ca calcola a circa 18.000 il numero dei 1-avoranti a domicilio, cioè una proporzione di 91 per 100 sul totale degli operai dell'industria. Nella Gran Bretagna, secondo il censimento del 1901 il numero dei lavo·ranti a domicilio è di circa 420.000 (dei quali 3315.500 nella sola industria del. vestiario sopra 1.000.000 di persone occupate nella stessa in- · dustria) cioè soltanto 6 per 100 circa della popolazione operaia totale .. ...... Le legislazioni che hanno cercato di rimediare ai mali cagionati dallo sweating system possono ordinarsi in tre gruppi. Le une tendono a combattere le cond-i– zioni antigieniche, nelle quali questo lavoro si compie. In via secondaria, esse toccano il problema del salario, e cercano di assicurarlo in- misura più equa colla pubbli– cità data alle tariffe (Germania 1911 e Danimarca 1913). Nel secondo gruppo stanno le leggi che non fissano direttamente il _salario minimo doyuto ·agli operai, ma conferiscono agli organismi per l'arbitrato obbligatorio il diritto di fissare; quando s-ono investiti dell'esame di una controversia, le tariffe che saranno d'allora in poi obbligatorie al pari delle altre condizioni del la– voro (Nuova Zelanda 1899-1901, Australia occidentale 1902). Il terzo gruppo tocca principalmente il salario, e pone il principio della sua determinazione obbligatoria in tutté o in talune industrie per mezzo di organismi, che comprendono generalmente rappresentanti padro– nali ed operai eotto la presidenza di un funzionario o di una personalità indipendente .. (Gran Bretagna 1909; in Australia: Victoria 1896, Australia meridionale 1907, Queensland. 1908, Nuova Galles del Sud 1912; negli Stati Uniti, 1913: Washington, Oregon, Massachussetts, California, Colorado, Nebraska, Minnesota, Utah). ;Devesi osservare che in questi due ultimi gruppi la legge, salvo nella Gran Bretagna, non 1·iguarda uni– came~te gli operai lavoranti a domicilio, ed è in ge– ·neralé applicabile a tutti i salariati .della medesima professione, ma. ha per iscopo precipuo l'aumento dei salari infimi nell'industria a domicilio. Vediamo ora· i ris 'ultà.ti di queste leggi: Per la Germania, non avendo la legge lo scopo pi;incipale di elevare il guadagno dell'operaio ed es– sendo di recentissima . applicazione, non è possibile indicare l'influenza che essa ha potuto avere sul tasso dei salari nelle industrie che .essa tocca specialmente. Fino a'd ora sembra che la sua azione si sia limitata a produrre questi effetti: 1 ° in un certo numero di in– dustrie il lasso di tempo, che si esige per il ritiro e la consegna del lavoro, si è notevolmente- ridotto; 2. 0 di alcuni laboratorii a domicilio, in numero molto ristretto, le condizioni igieniche sono migliorate. Nessun Comitato professìonale- è stato costituito. · Invece,-i pa({si, difstralasiani fornisc.onci)lumero~siesempi degli effetti del!~ legis\azione sui salar·'t. Da èonstatazioni uflfoiali° appare· che a Victoria l'adozione del minimo di salario ha fatto. sparire gli abusi dello sweating-system. Nell'industria del ·vestiario propriamente detto, i salari del 1912, riguardanti 8070 operar ed operaie, tanto in fab~dca c~e. a domicilio, accennnno ad un rialzo del 130 per 100 in rapporto a quelli del 1896. Nella confezione delle cami_cie, per tutti gli operai, maschi e femmine, il rialzo è s~ato del 56 per .100; ~ pqi stàto dell'87 p:er 100 per- le operaie a cottimo, e del 110 per 100 per quelle a giornata. Nena biancheria, il rialzo fu del 54 per 100 per tutti .. All'infuori del lavoro a domicilio, altre in– dustrie haQnp approfittato della fissazione dei salari minimi: gli operai dell'arredamento hanno guadagnato un aumento di 18,75 la settimana, cioè 52 per cento; i c._alzolai 17,70, o 61 per 100, ecc. Nelra Nuova Zelanda, in forza delle sentenze àrbitrali in certe industrie nelle quali domina lo swealing-system, i salari per le donne occupate nella cònfezfone degli abiti maschili, salirono, da 18,75-31,75 nel 1899 a 32,25-56,25· nel 1909; per le cncitrici in bianco da 6,25-18,70 la settimana nel 1899, a -25-52,50 nel 1909. Nella G1•an Bretagna i salari, pagati prima della legge •nelle industrie ohe soffrono di più per lo swea- • ting-system, sono molto imprecisi per la grande va- ·· teca Gino Bianco riabilità. Si ritiene però che, nell'inrlustrfa del vestiario, il salario orario variasse, secondo la natura del lavoro, da 0,15 a 0,40 senza mai superare questo massimo. Nella fabbricazione delle catene· il salario settimanale delle donne era da 5,60 a 8,10, e quello degli uomini di 18,65. Nei merletti (finitura) i salati erano inferiori del 15 al 30 per cento a quelli attualmente fissati dai Consigli dell'industria. Questi hanno così determinato il minimo del salario nelle industrie contemplate dalla legge (per quel che riguarda solo il lavoro a giornata): OPERA.I l'ora Fabbricazione catene 0,25 a 0,95 Merletti 0,27 Scatole di carta Donne Uomini Vestiario Uomini Donne 0,28 0,60 0,60 0,325 A.PPRENDISTI la settimana 5,00 a 15,75 G,25 n 11,90 5,00 a 13,10 5,60 a 30,30 (52 ore) 5,40 a 27,40 (50 ore) 3,75 a 15,75 STICUS. ft'RA LIBRI E RIVISTE Il movimento ope1'aio austJ•aliano. Secondo c1uanto scrive il Dr. Mac-Coruick nei Dn– cwnets clu Pr·o.lJ1·ès del felibraio scorso, il movimento operaio australiano per lungo tempo si limitò a riven– dicazioni esclusivamente economiche. Fu solo nel 1890, dopo la dura sconfitta del grande sciopero dei doclw1·~, che gli operai australiani compresero la necessità di integrare l'organizzazione economica con la lotta poli– tica. I Sindacati si misero allora a raccogliere fornii per sostenere le candidature proletarie. Si creò un par– tito operaio, i cui progressi furono così rapidi che nel 1900 esso si trovò ad avere alla Camera tanti de- . putati da controbilanciare l'influenza sì del i,artito li– berale e protez,ionista (sostenitore degli interessi della grande industria) che del partito conservatore e tibel'O– scambista (difensore di quelli della grande proprietà terriera e reclamante la soppressione delle barriere opposte alla esportazione dei prodotti agricoli). I Governi liberali che si succedettero poscia al po– tere dovettero fare al partito ·operaio importanti con– cessioni in materia cli legislazione sociale e creare un sistema chiamato New-Protect-iou, secondo il quale i redditi dei diritti di dogana sono consacrati a miglio– rare la Qonclizione della classe lavoratrice. Continuando a ingrandirsi, il partito ner 1910 riuscì ad a:;sicm;ar:;i la maggioranza della Camera e del Senato, e l'Australia ebbe allora un Governo composto di operai, che dura tuttora. Quale è il programma di questo partito? Si tratta cli un partito cli classe, limitantesi a difendere gli inte– ressi immediati dei li],voratori, O})pure d'un verG par– tito socialista, mirante a trasformare tutta la :;ocietà attuale?· · · Gli avversarì del Governo lo dichiarano senz'altro 1•ericolosamente socialista e tendente a sopprimere ·- 11ac1e · ,1·et1·0 Satana! - la proprietà privata. In realtà, nel partito operaio australiano esistono due correnti: c'è una sinist1·a, ohe professa apertamente le iclee sò– cialiste, e una cles(l·a, che, pure aderendo aJla· visione dell'avvenire offerta dal socialismo, fa col presente troppe transazioni perchè la parola " socialismo ,, onde :;'adorna possa éssere ritenuta più che una semplice etichetta. L'opposizione fra queste due correnti si manifesta spesso quando si tratta di formulare il programma po- _ litico. Ad esempio, gli uni in un Congresso indicavano come mèta essenziale del partito "la nazionalizzazione successiva dei mezzi di produzione", gli altri non· vo– levano che la nazionalizzazione dei ll'lu;ts e delle indu– strie mature pel monopolio. Quest'ultimo punto, tut– tavia, è dal Governo considerato come il più impor– tante ilei suo programma, e, come- le ferrovie, una pàrtè ·delle miniere cli carbon fossile, le officine per la costruzione delle locomotive, le fabbriche frigorifere, ecc,, sono già gestite dai vari Stati australiani, così il Go– verno federale •si propone di prendere presto in mano

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