Critica Sociale - XXIII - n. 18 - 16-30 settembre 1913

278 CRITICASOCIALE resse del Partito per la questione dello sciopero ge– nerale ... Premessa necessaria, perchè esso riesca vit– torioso, è una organizzazione politica ed economica del proletariato quanto più possibile perfetta ... , piena d'entusiasmo -rivoluzionario per la lotta e pronta a qualsiasi sacrificio... Lo sciopero generale non può essere prodotto artificialmente per comando del Par~ lito o delle organizzazioni, ma può scaturire soltanto dall'inasprimento delle condizioni politiche ed eco– nomiche, come culminazione di un'azione delle masse già cominciata ... Come prima condizione di una trion– fante azione delle masse è necessaria su tutti i campi una tattica offensiva risoluta e .coerente, che trasporti coscientemente nell'azione delle masse il centro di gravità della lotta ... Essa solo può tenere desta negli organizzati l'energia combattiva e l'idealismo e nei momenti importanti trascinare i disorganizzati... Il Congresso invita i compagni e le varie r.appresentan– ze del Partito a prendere tutte le misure necessarie perchè .il proletariato tedesco sia armato per tutte le eventualità )>. Quanto dire che al Congresso si son trovati tutti d'accordo, salvo nella forma e nel tono. Nessuno cre– de lo sciopero .generale uno specifico infallibile per tutti i mali, da applicarsi su vasta scalà; nessuno vuole infantilme~te ricorrervi ogniqualvolta un padrone di fabbrica licenzi un operaio, oppure un questurino pesti un callo proletario; nessuno lo crede un mezzo onnipotente e decisivo, che spalanchi d'un tratto le . porte dell'avvenire; nessuno vuol essere tanto stupido da esporre a cuor leggero alla rovina_ l'opera faticosa di decennii; nessuno vuol essere tacciato di insurre– zionista, di sindacalista, di rivoluzionario romantico. Tutti conco·rdano nel giudicare necessario, per la buo– na riuscita d'uno sciopero generale politico, il con– corso, tutt'altro che faciie ad aversi, delle seguenti condizioni: un'organizzazione politica ed \'lCOnomica solida, agguerrita e disciplinata; un'intesa perfetta fra i diversi organi. del movimento operaio; -una situa– zione rivoluz-ionaria che dia il lievito al movimento. Ma sostanzialmente lo sciopero generale per. sè, hon lo si rinnega. Sono anzi scomparse le restrizioni che· lo facevano reputare un'arma buona solo per la difesa contro attentati al diritto di coalizione o al suffragio vigente per il Reichstag, e inadatta per l'at– tacco. Come se la reazione non potesse « tagliar la coda al cane pezzetto a pezzetto », fare una guerriglia a colpi di spillo invece che una guerra a batta.glie campali; non potesse, ad esempio, attentare in modo subdolo al suffragio con una nuova ripartizione gra– duale di quei Collegi che sono le Tocclie forti dei so– cialisti. Come se la infinita complessità delle lotte politiche si· lasciasse così semplicemente classificare. Lo sciopero generale non viene ripudiato neppure come arme di attacco. Lo stesso oratore della Dire– zione del partito ripetè vibratamente alla chiusura della discussione: « su questo punto siamo fermi». Lo sciopero, è vero, ora non si vuol fare, ma, ogni c·osa a suo tempo. Si tratta d'un semplice rinvio ... per poterlo far meglio. - cc È ormai per noi una que– stione d'onore)> - disse Frank, capo dei revisionisti meridionali, che primo ripose sul tappeto la questione col bellicoso discorso di Wilmersdorf . ........: « È l'unico meizo per conquistare_ il suffragio universale in Prus– sia - soggiunse Scheidemann a nome della Dire– zione - ed è una imperiosa necessità •politica. Lo sciop.ero generale ver'rà. Sarà, come disse Bebel, la nostra ·ultima ratio>). Resta da vedere se a questa ultima ratio la demo– crazia socialista germanica si troverà mai nella ne– ce&sità imperiosa di dover ricorrere. È difficile, salvo sempre l'imprevisto che nella storia ha una par-te di prim'ordine, imaginare, in un periodo di tempo non remoto, una situazione storica che, fallito ogni altro mezzo legale, spuntata ogni altra arme, ve la co– stringa, togliendole qualsiasi possibilità di agire al– trimenti. Poichè soltanto a queste strette disperate essa ,,i si indurrà. Lo sciopero generale politico fu appunto chiamato da Sassenbach cc !'arme della dispe– razione». Si aggiunga che, ·come vedremo, si vuole essere preventivamente sicuri del successo, avere fa– vorevole la pubblica opinione, avere anzi dietro di sè una stragrande maggioranza, qualcosa come i tre quarti della· nazione. Data una situazione siffatta, bisogna supporre _govern~nti che siano cc abbando– nati da tutti i buoni spiriti» perchè sia data la possi– bilità ·d'uno sciopero generale politico, che divente– rebbe la cosa più superflua del mondo. Per lunga serie di anni gli argomenti ad.dotti contro lo sci~pero generale saranno ancora, qual più- qual meno, ap– plicabili; e per una serie di anni infinita non è sup– ponibile .che ·l'anima: tedesca ·possa subire notevoli trasformazioni. Sicchè prendiamo atto delle risolu– zioni votate al Congresso, ma guardiamoci dal fare su di esse troppo a fidanza. Rendiamo anche onesta– ·mente omaggio alle magnifiche dimostrazioni di ener– gia che parecchi oratori ci diedero, ma ricordiamoci che esse vogliono avere anche valore e funzione di ammonimento agli avversari che stanno a sentire. Le ragioni essenziali che si adducono contro uno sciopero generale politico a-breve scadenza sembrano elidersi a vicenda. Si dice: « ancora non siamo pre– parati; le masse non sono mature; le nostre organiz– zazioni non si sono abbastanza sviluppate e raffor– zate>>. Poi si· soggiunge: « abbiamo organizzazioni meravigliose che sono il nostro orgoglio e destano l'ammirazione dei nostri fratelli all'estero. Sàrebbe peccato metterle allo sbaraglio. Abbiamo lavorato e costruito troppo per poterci permettere il ,usso di giocare il tutto pel tutto ». Così è. Senza o'rganizza– zioni lo sciopero non si può fare; le stesse organiz– zazioni sono motivo per· non farlo. Pare ·un circolo vizioso. La democrazia socialista tedesca si considera a mezza strada; troppo innanzi per poter ancora gio– care col fuoco; non abbastanza· per tentare un gran colpo. Gli esempi degli altri paesi non quadra·no alla Ger– mania. Uno scioper,o generale politico ha qui esi– genze speciali. Bisogna sapere che cosa si vuole e fin dove si vuole andare. Uno sciopero dimostrazione di qualche giorno non ha senso; nqn ci dà che noie e danni e non arriva a null-à. Uno sciopero che duri fino a suffragio prussiano conquistato? tanto vale dire fino a che la bandiera rossa· non svéntoli sul castello imperiale. La reazione pr-ussiana ha radici salde e profonde; lo Stato prussiano non si arrende al primo colpo; ·bisogna che noi ci sentiamo tanto forti da calcargli le ginocchia sul petto. Cosl Bern– stein. - E per questa non lieve impresa noi non possiamo contare che sulle nostre forze. Se le cose volgono a male non abbiamo al di là dei confini, come i nostri fratelli hanno in noi, un fratello mag– giore che ci corra in soccorso: Se lo· sciopero sve– dese non si· risolse in una catastrofe, fu grazie al

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