Critica Sociale - XXIII - n. 16 - 16-31 agosto 1913

242 CRITICA SOCIALE Ma BEBEL principalmente. Perchè gli altri, appunto, furono, innanzi lullo, :;cienza, intuizione, pensiero. Non il pensiero ne– ghittoso del filosofante, chiuso nell'impassibile ego– lismo delle proprie a rislocratiche conlem plazioni; pensiero, bensì, che si lancia nella vita, che vuol essere arme di bàltaglia, che cerca e suscita il con– senso degli spiriti e delle volontà. Ma, fra l'intuito dei profeti, fra la dollrina dei maestri, fra il sublime eroismo dei precursori, e i bisogni e i sentimenti e le umili virtù della folla dolorante, è profondo lo hyatus, lurhinoso il fiume che li separa, arduo il contatto e l'afflato, fuorchè per fiammate di entu– siasmo che svampano e cadono in cenere, se un ponte non si gilti a traverso, di blocchi massicci, ma– teriati e cementati da quei sentimenti medesimi, e bisogni, ed umili virtù, onde la folla vive, dolora cd anela. Dove l'artefice, o il mago·, che sappia profondarsi nella corrente, non temerne l'impelo inconscio e, palombaro accorto ed impavido, posare i piloni sul fondo, rizzarvi sopra l'audacia delle solide arcate? . I , .... , I Questa fu l'opera di BEBEL, nella quale egli ec– celse, della quale fu, in una volta, maestro e disce– polo, artista e operaio, architetto e manovale inde– fesso, per cinquant'anni di vita - ogni giorno del– l'anno, ogni ora della giornata, dedicandovi tutte le vibrazioni di un cervello possente, i palpiti di un cuore larghissimo, e i calcoli prudenti dello s.Lra– lcga, e la passione dell'apostolo, e la probità pro~ fonda del galantuomo - del galantuomo proletario tedesco. La parola è prosaica e il periodo,·· che chiude co11 essa, volge al pedestre'/ Pure venne an– che di là la magia irresistibile di quella lunga fatica.· E nessuno, a quest'opera, più «destinato» di lui. Orfano, a lrcdici anni, di un modesto soltufficialc delle casc111allc di Colonia e di una buona massaia, che ingcgnavasi a venducchiare qllisquilic ai soldati per spàlt11are men sott.ilc il burro sulla fetta di pane dei figliuoli, BEBEL, lasciata appena la scuolelta dei poveri, va in pellegrinaggio, come apprendista tomilorc, per le città e le borgate di Baviera e del Salisburghese, provando, sentendo, nella vita randa– gia, deulro, le sue carni adolescenti, tutte le spine e i dolori e le iniquità, onde è attristala l'esistenza della sua classe. Tut.ti gli sdegni prolclarii fermen– tano clcnlro il suo cuore; il servaggio millennario gli opprime lo spirito. In quell'inferno si temp1:a; e allorquando, nel 1860, ventenne appena, la biz– zarria delle congiuntura lo porta i11 una città - Lipsia -· dove già ferve un pensiero civile e batta– µ-liero nelle avanguardie operaie, raccolte in quelle prime Socict.à di migliormnenlo e d.i collura; il me– tallo del suo animo è pronto a ricevere le impronte di una grande fede operosa, a ripercuotere con voce prolcta~·ia un pensiero proletario nobilitalo dal sa– pcfre. La sua sete insaziabile cli lettura, di coltura, di sl11rlio- nelle ore disputate al sonno ed al to111io - lo fn in breve primo fra i compagni cli mestiere, fra i soci del sodalizio - fondatore, poscia, ed ani– mn di un nuovo sodalizio. Erano anni fecondi e fccondato1·i per uno spirito alacre, per una natura forte e passionata. L'Europa mutava d'ora in ora le proprie vecchie compagini; t' giù fervevano in Germania le clispule e le lolle polili<.:l1c, fra statolatri e liberisti, fra lassalliani e quelli che più tardi prenderanno da un loro Con– grcssò il nome di Eisenachiani, fra sognatori in ri– tardo di barricale romantiche e rivoluzionarii nuovo stile. Nel '65, ecco capitare a Lipsia Guglielmo Liebknrcht, chP- insegna nel Verein diretto ed ani– mnlo cln REREL, e fra i due, ben degni un dell'al– tro,. fra il pubblicista erudito e l'autodidatta, si si rin- ge quell'amicizia assai più che fraterna, che non si spezzerà mai più nella vita. È ancora l'accidente fe– lice che domina il destino di BEBEL : a quella scuo– la le sue direttive politiche e sociali, fino allora oscil– lanti, acquistano saldezza definitiva. AUGUSTO BE– BEL è nato. Alterna - sempre nelle scarse pause del rude ·Javoro salarialo - gli studii filosofici, storici, eco– nomici a quello delle riforme e delle leggi operaie; · lancia i primi opuscoli di discussione e cli battaglia; nel '67 è eletto con Liebknecht dagli operai di Sas– sonia nel Parlamento della Germania del Nord. Da quell'ora la sua storia si confonde con la storia, più nota, del Partito socialista tedesco. Al quale egli reca Lutto il suo fervore di schietto proletario, alieno dallo spirito di sella, dall'astruseria dottrinale, pe– netrato della necessità di accostare e di fondere i11 un solo movimento l'azione proletaria econorrùca e l'azione politica, il partito e la classe; ugualmente geloso di ogni pratico elevamento, sul terreno del– l'immediato possibile, della condizione e della forza ·operaia, come diffidente e sdegnoso della piccola diplomazia di corridoio, dei benefizii mendicati, pat– teggiati o largiti; fiducioso sopratutto nelle crnscenti e concordi energie della massa consapevole - onde egli diventa bentosto, e rimane poi sempre, nei Congressi, nella stampa, nella propaganda, nella Direzione del Partito, il tattico per eccellenza ciel movimento,· assiduo in Padamenlo, vigile fra il po– polo, coefficiente decisivo cli unità e compattezza nelle file, spietato col dcmagogismo, implacabile con– tro i lenocinii ciel conciliantismo, ed appare, a volta a volta, rivoluzionario e riformista, conservatore e radicale nel Partito; e, mentre sostiene fieramente l'urto degli impazic11ti di ribellioni inconsulte, e com– batte e demolisce con mordace sarcasmo le anar– coidi ·impulsività degli Jungen, anche rilutta osli– uatamenle alla politica malfida delle transazioni e dei compromessi, e ammonisce il troppo furbo o troppo ingenuo «destrismo» dei « vollmariani », con bonaria malizia dicendo loro: « 11011 abbiate fretta, ragazzi; sappiate essere modesti!». *** Così AUGUSTO BEBEL fu veramente il più schiet– to, ·il più operoso, il più devoto alla causa, fra i so– cialisti d'azione della nuova Germania; e fu ria– malo con lo stesso ardore d'affetto che Egli spese per la sua classe, in marcia per la civiltà. Nessuno fu cli lui più veramente adorato; nessuno sarà più sinceramente e più largamente pianto e rimpianto. !\Itri poggiò• cerio più allo: ma nessuno lo emulò nell'equilibrio sapiente del pensiero e dell'azione, delln prudenza e dell'ardorn. Oratore formidabile, e vario, a seconda degli ambienti e degli scopi da raggiungere, allro al Reichstag, altro al Congresso, altro alla trib1111adei Comizii; ma rispelloso sempre di sè e del suo pubblico - fosse pure, anzi tanto più, di lavoratori i più modesti - e perciò non mai leggermente improvvisatore. Scrittore limpido, pia– no, scevro di «frasi». La letteratura socialista di propaganda conta innumerevoli suoi scritti, che sarà un d o-vere del Par'l-ito di raccogliere oggi e di ripro-– cl.ur! 'e. Perchè Egli mai non stimò compiuta e suffi– ci ente la sua opera cli autoistruzione. I cinque anni, a più riprese, durati in prigionia gli valsero, per l'ardore dello studio, venti anni di scuola regolare e cli università. In carcere approntò il materiale dei suoi scritti migliori, fra l'altro di quel libro mirabile « La donna e il socialismo » che ebbe oltre 50 edi– zioni e fu venduto e letto a centinaia di migliaia di c_opic e lraclollp nelle lingue cli tutti i paesi; e col quale Egli aggiunse alla propaganda socialista forse la parrina più nobile e la più importante, e contribui :'Id .aggiungere al movimento proletario

RkJQdWJsaXNoZXIy