Critica Sociale - XXIII - n. 9-10 - 1 -16 maggio 1913

CRITICA SOCIALE 159 la crisi politicà attuale condanna il lavoro parlamen– tare. Gli uomini hanno partecipato allo scrutinio più atti– vamente delle· donne, specialmente nelle campagne; nel 1911 votarono 65,3 uomini su 100 inscritti. e 54,8 .donne. Assai meno astensioni nelle campagne che nelle città, e •i voti annullati non superarono il 10 per mille, segno che il procedimento nella R. P. non presenta per l'elettore grandi difficoltà. E 1 interessante osservare il numero delle liste di can– didati nelle varie elezioni: Liste del Unioni Llote Anni candidati Candidati elettorali libere 1907 597 762 75 54 1908 74t 721 69 51 1909 727 660 70 15 1910 7il.7 615 68 ·22 1911 657 557 68 16 Si avverte subito lo scemare progressivo del numero dei candidati e di quello delle lis,te libere, ciò che pa– lesa la tendenza a una concentrazione in poche grandi Unioni elettoràli. Gli elettori non modificarono l'ordine d"ei nomi èhe in 0,6 schede su 100 nel 1909, e in 1,2 per cento nel 1911. Nella prima e nell'ultima elezione i voti e i mandati si ripartirono come segue, fra i vari partiti: 1907 Partiti Voti Per cento Mandati Socialisti . , 329.946 37,0 80 Vecchi finlandesi , 243,573 27,3 59 Giovani :finlandesi 121.604 13,6 26 Popolare svedeRe . · 112.267 12,6 24 Piccoli contadini . 51.242 5,8 9 Operaio· cristiano , 13.790 1,6 2 Indipendenti 18,568 2,1. o --- 890,990 100,0 200 1911 Partiti · Voti Per cento Mandati Socialisti ..... 321.201 40,0 86 Vecchi finlandesi. 174.177· 21,7 43 Giovani finlandesi 119.361 14,9 28 Popolare svedese: 106.810 · 133 26 Piccoli· contadini . 62.885 1:s Hl Operaio cristiano . 17.245 2,2 1 Indipendenti 708 0,1 o 802.387 100,0 200 Anche qui può notarsi la tendenza a una concentra– zione attorno ad alcuni grandi partiti, forse perchè una campagna elettorale costa relativamente più denaro ed energia ai piccoli partiti che ai grandi. La ripartizione dei 200 mandati corrisponde con suf– ficiente approssimazione al percento dei voti dei par– titi. I grandi partiti però sono leggermente avvantag– giati a spese dei piccoli, grazie alla divisione del paese in Collegi. Col Collegio unico, nel 1911, i socia– listi avrebbero avuto. 80 mandati, i Vecchi finlandesi 43, i Giovani finlandesi 30, il Partito popolare svedese 30, il Partito dei piccoli contadini 16, il Partito operaio cristiano 4. _ Sebbene le donne siàno oltre la metà del corpo ·elet– torale, solo 19 furono elette nel 1907 e 14 · nel 1911, delle quali 9 erano socialiste, una dei Vecchi :finlandesi, una dei Giovani finlandesi e tre del Partito popolare svedese. Le elettrici :finlandesi, anzichè costitnire partiti fem– minili, o gruppi elettorali a parte, •si sono unite ai di– versi partiti- esistenti, e hanno distribuito i loro voti sui candidati. maschi. Non si può ·neppur affermare che abbiano riversato i loro voti sui candidati socia– listi-, petchè il numero dei voti dati ai socialisti non fu relativamente più elevato nei Comuni dove le donne erano in maggioranzll fra gli elettori. Sembra, insomma, che il nuovo :regime elettorale tenda a consolidare la situazione dei partiti esistenti, e che la ,R. P. ostacoli i bruschi sconvolgimenti della vita parlamentare. · Da notare, infine, che il numero dei voti- perduti, cioè raccolti da candidati bocciati, variò, nelle cinque elezioni, dal 2,5 al 6 °lo del totale, mentre, col sistema maggioritario, possono raggiungere il 50 °lo e di rado non toccano almeno il 20 °lo- , I risultati dello scrutinio furono pnbblico.ti, in gene– rale; due settimane dopo l'elezione, indugio assai lungo per gli elettori impazienti, ma che non ha alcuna im– portanza pratica. La Finlandia è soddisfatta del nuovo regime eletto– rale. Se la situazione politica fosse normale, proba– bilmente lo si migliorerebbe e si sopprimerebbe la di– . visione del paese in Collegi, ma, pur così qual'è, la R. P. funziona in modo soddisfacente ('). *** In Germania i deputati socialisti al Reìchstag hanno presentato una mozione perchè il Cancelliere dell'Im– pero presenti un disegno di R. P. a tutela delle mino– ranze e per la più sincera esplicazione del suffragi o uni versale, con corrispondente trasformazione dei Col– legi. In Italia la R. P. fu sostenuta alla Camera, discu– tendosi la riforma elettorale, nelle tornate del 2, 3, 7, 9, 10 maggio 1912, dagli onorevoli Schaozer, Sonnino, Bizzozero, Caetani, Mirabelli, Fe:a, Turati, Meda e Nava Cesare ( 2 ). Successivamente si ebbero discussioni e manifesta– zioni notevoli nel Paese su questa importante riforma, integratrice del suffragio uni versale. · Nella seduta del 19 marzo, il Consiglio Comunale di Milano ascoltava la interpellanza svolta rlall'av. Sco– lari, anche a nome dei consiglieri Gobbi, Cavazzoni, Pestalozza, Caldara, Maffioli, Praga e Necchi, circa la opportunità che il Consiglio Cumunale di Milano, in occasione della riforma elettorale ammtnistrativa, faccia voti per la introduzione della R. P. nelle elezioni co– munali deIIe città di oltre 60.000 abitanti. L'ampià e serena discussione non si concluse'con uu voto, mancando il numero legale, ma fu. una occasioue propizia per portare davanti all'opinione pubblica il problema in se stesso e la proposta della Associazione Proporzionalista Milanese di introdurre nella legge comunale e provinciale• i due articoli seguenti:· ·ART. 71 bis. - Nei Comuni oltre i 60.000 abitanti, l'elettore p·uò votare per una delle liste comprese nella scheda ufficiale, segnando il quadra/elio in testa alla lista prescetta. Può anche votare per uno dei candi– dati della lista p1·escelta, annerendo il quadratelto che vi cori·isponde. Non sono valide le schede nette qual-i non sia annerito il quadratello di alcuna lista. La scheda ufficiale comprende tutte le liste p1·esentate in tempo utile e colle dovute f01·me dai Comitati al Prefetto;. in ogni lista i candidati sono disposti per ordine alfabetico ; nessun candidato può figurare in più di una lista ; ciascuna lista deve comprendere al– meno due terzi dei candidati• da eleggersi. La scheda ufficiale, col bollo del Comune, viene ri– messa ad ogni elettore assieme all'avviso di convoca– zione. ART. 73 bis. - Nei Oomuni, nei quali la elezione si fa secondo le prescrizioni delt'a1·t. 71 bis, il Presidente, dopo ·aver proceduto alle operazioni di cui ai numeri 1°, 2°, 3° - dove uno dei segreta·rZ rende pubblico il numero dei voti che ciascuna lista va ripo1·tando - alle oper-azioni indicate al nume1·0 4~ aggiunge le se– guenti: 5° - divide il numero dei votanti pe,• il nume,•o dei consiglieri da eleggersi, e divide il numero dei voti, raccolti da ogni lista, per quel quoziente; ( 1 ) Da un articolo di ARVID NEOVINSIn Documents- d1<Prog,·ls, aprile 1918. (2) I discorsi di questi parlamentari sono riprodotti In appendice al volume dl MICHELE FRA.NOIOSA.: La Rapp,·esentanza 1woporzionaie 1 oon prefazione di D. A. SPADA. (Bari, casa editrice H1<manitas, 1913). Peooato ohe l'autore non abbia stampato anche quelle che !'on. Co– lajannl deO.nì le -barzellette, con le quali !'on. Giolitti credette di , sbarazzarsi del problema della Rappresentanza proporzionale. DI fronte agli argomenti addotti dal ano! sostenitori, sarebbe apparsa In piena luce la fatuità delle opinioni del Presidente del Consiglio In questa materia. ·.

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