Critica Sociale - Anno XXIII - n. 4 - 16 febbraio 1913

CHITICA S001ALE 59 .I PROVVEDIMENTI PER LA SCUOLA MEDIA · in grado di ·funzionare. Mancano i professori, e ·va tra. essi crescendo il numero degli avventizi e degli ina-' bilitati. E, se i rimedi non sono immediati, la spropor– zione tra la popolazione scolastica, che è in continuo– aumento, e i docenti giu.ridicamenté ed effettivamente capaci andrà facendosi sempre più vasta. Chè i con– corsi, eziandio per le discipline una volta più battute,.. sono, ann9 per anno, meno affollati; e non pochi restano– addirittura deserti. E gli inscritti nelle Facoltà da cui escono gli insegnanti medi si riducono via via a un• manipolo sempre più rado .. Dove il manipolo è meno smilzo, non è di uomini, ma di donne e di. ... preti. E non è da dire che il Governo - il quale, del resto,. dovrebbe saper vedere e prevedere da sè - non sia stato· messo sull'avviso! Sono anni che la Fed~razione Da oltre un me~e la questione· è " d'attualità "' e non< occorre ornai che ne parliamo qui con ampiez$a anaÌitica di ragguagli e di argomenti tecnici. Ogni . quotidiano, anche tra i più acremente osti,Ji agli insegnanti delle· ecuole medie e alla loro organizzazione di classe, ha· in proposito bastevolmente erurlito i suoi lettori; e noi non faremmo c~heripetere•·e glossare cose risapute. E non avremmo,' 9-el resto, che da riesumare, dalle annate deila l'ri,tica, tra il 1900 e il 1906, gli articoli che allora venimmo scrivendo intorno alle èondizioni economiche e didattiche della· uostra istruzione secondaria e alle belle e decoroee battaglie combattute in quegli anni dalla Federazione professorale. Chè effettivameute si tempesta, denunciando, oltre alla crisi didattica, la crisi trat_ta; per quel che è delle sue linee essenziali, della professoralP, cioè l'anarchia e la paral.isi nella vita della. stessa crisi, ingrandita, anzi, e acuita formidabilmente scuola. E furono sempre lai vani, gridi di dolore ina- d!t' bn'ill'sieme di caiure ch('ririlas·te dapprima di~gre- :scolotati. L'on. Giolitti reputava, i;iella sqa sufficienza. f sdegnosa, che non mettesse conto _di darsene pensiero·, gate e men maui este, si sono ora strette in un grop~o così intricato e forte da uon concedere neppure la più come se ncn fossero state in giuoco le sorti di uno degli corta dilazione, pena lo sfacelo definitivo della scuola istituti fondamentali ed e~senziali di un Paese civile t. media. Il negligere, appunto, queste cause e il non va-· .... lutarne adeguatame-nte i rovinosi effetti, fu ed è la Accanto alla responsabjlità, diciamo 0osì, generica e- grande colpa delle 'classi dirigenti postrali e del Go- dittatoria dell'on. Giolitti, non possiamo tenerci, ben verno; il quale, facendo il sordo alle querele insistenti s'inten'de, dall'additare pur quella, diretta e specifica, degli insegnanti, proponendo con ostinata incuria e con dell'on. Credaro. Il quale ba, secondo noi, un torto so-• cieca e improvvida avarizia la soluzione di tale pro- pratutto: il torto di non avere sentito a tempo la gra-- blewa _:_che era ed è problema vitale per l'esistenza vità e l'importanza del problema, di non essersene in- · e i destini del Paese - a ogni altra preoccupazione vestito con animo amico, di non averlo messo tra i e sollecitudine, ricusando o lesinando pitoccamente i punti capitali e informativi del suo programma, di non mezzi alla scuola secondaria, come a una molesta in- averne, almeno sino a poche Rettimane fa, fatta una tru~a nella vita nazionale, l'ha ridotta a tale disor- delle condizioni della sua permanenza al ·potere. La sua dine e disgregazione, e in così mortificante stato di zelante cura, per quello che è della scuola media, fu minorità, che il ridarle dignità e ~alute è a quest'ora costantemente di non chieder nulla, o di chie~ere il una fatica enormemente ardua e laboriosa. E, comunque, meno possibile, al collega del 'l'esoro; di attuare o pro- i danni del pas~ato non potranno coaì presto essere mettere rifor·me che non importassero alcun nuovo onere riparati e colmati. Non impunemente, infatti, una Na- all'erario; di sacrificare la scuola secondaria sull'altare· zione, grande o pfrcola che sia, re.lega all'ultimo posto, dl'lle altre esigenze, più o meno essenziali e urgenti, nella gerarchia dei suoi valori e dei suo\ doveri, la della vita nazionllle. E fu il suo malinte~.o civismo. Ca- scuola, di qualunque grado essa sia; non impunemente rità di patria avrebbe dovuto addurlo non a non chieder· la tiene alla mercè ùe' bilanci più opimi e voraci e della nulla per la scuola secondaria, che'sotto gli onchi gli parzialità taccagna del ministro del Tesoro, con taluni si andava sfa~ciando, ma a chieder molto; a chiedere· dicasteri prodigalmente e lietamente munifico, con altri fermamente, tenacemente, indiscretamente magari; a intlesBibilmente arcigno; non impunemente ne scompa- segnalare con decisa risolutezza e a mettere in prima gina l'organismo, ne avvelena o ne aduggia il vivere, linea, accanto ai bisogni improrogabili del Paese, e non ne lascia o ne rende malcerto e precario l'andamento, i in coda, trai, i deside1·ata trascurabili, i li>isogni della ne svaluta l'officio e i·fini, non commisurando cpn illu- · scuola secondaria; a proclamare la vacuità di qualun- minata larghezza gli stromenti ai bisogni e alle funzioni. que sogno di grandezza politica cbe debba andare a de- Questa è una fra le più gravi, se anche sin qui fra trimento della coltura e procedere dissociata da questa .. le meno avvertite, respon11abilità dei Ministeri che si Noi non siamo militaristi nè entusiasti dell'impresa di eono succeduti in Italia in questi ultimi ~nni; questa Tripoli; ma, se anche fossimo, penseremmo e parleremmo- è una delle colpe men veniali dell'on. Giolitti. Non è cosi. Gli Stati più rigidamente militari dell'Europa sono lecito a un uomo di Stato ignorare o tollerare di con- quelli in cui la scuola media è oggetto delle più prov- traggenio l'esistenza e la necessità della s·cuola secon- vide e liberali cure e spese da parte del Governo; e daria, dispregiarue o uon teuerne in ve.runa conside- nessuna delle nazioni che si contendono il primato o razione i maestri, opporre dinieghi cocciuti alle loro sui mari o nella potenza coloniale o nelle industrie e- richieste e rivendicazioui, vqlerli coudannare, come ac- nei traffici presume di pote1·e attendere ·alla prosecu-· cattoni o parassiti, a una vita tribolata e irngnst,ante; zione de' suoi ideali negligendo l'istruzione secondaria. non. è lecito a un uomo di Stato riconoscere il male Ptirciò - dicevamo - fu un malinteso e pernicioso ci- quando l'acqua è alla gola, permettere o disporre che vismo quello dell'ou. Credaro. Fu una scioperata ec0-– ei corra ai ripari quando il disse1·vizio straripi\ per ogni nomia - di quelle economie cbe dànno frutti di cenere pa~te, cangiare le ricusazioni ostiuate in piµ o meno , e tosco - quella_ che egli si ll\sciò imporre dall'on. Gio-· co.rqiali ammissioni e accoglienze quando è questione . litli e dall'on. Tedesco. E qui risiede la maggior causa di vita o di morte. Chè a tal -punto si è giunti e questa, della precipitosa disgregazione della scuola media avu– è la ,re1Lltà che bisogna guardare in faccia con occhio : tasi in· questi ultim.i anni: gli anni, appunto, del suo fel'}llo': la scuola :iµedià italiana non è matei·ialmente . 'Ministero. ·Qui è da ricercare la ragione precipua della.

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