Critica Sociale - XXIII - n. 2-3 - 16 gen.-1 feb. 1913

4G CHITICA SOCIALE Si aggiunga il lavoro fatto più intenso, le pause abo– lite, gli infortunì resi più frequenti per effetto dello speeding-up! (" spicciatevi! ,,), sopratutto il rincaro dei viveri. Ecco i numeri iodici del Boa1·d of T1·ade, rela– tiv: ai prezzi, ragguagliati a 100, dei gtineri al minuto, in Londra, in confronto del 1900: 1897-1901 1902-1906 1907-1911 Pane 102,9 106,3 111,2 Carne di bue .98,8 102,0 108,1 Lardo 101,6 111,4 125,4 Analogamente per il burro, le uova, il cacio, il pesce e così via, come pure per la birra, l'alcool, .il tabacco. Sommate, e avrete un peggioramento, nello stato del– l'operaio medio, del 15_per cento almeno nel corso di un decennio. Urge dunque - conclude impensierito il giornale - che i nostri statisti affrontino il problema del lavo::-o,se non vogliamo che i nostri operai cadano sempre più sntto il dominio dei " ciarlatani ,, e che il nostro prestigio industriale svanisca. l<'rattanto, 1'11 novembre scorso, all'Albei·L Hall di Londra, i rappresentanti di 198 Associazioni convocati dall'lndependent Labour Party e dalla Pabian Society per iniziare, secondo il Daity Citizen (12 novembre), una campagna contro la non necessar·ia malattia sociale della miseria, proponevano i seguenti temi d'agitazione: otto ore, salario minimo legale, prevenzione della dis– occnpazione, completa assicurazione malattie, nutrizione e cura dei bambini, abolizione della legge dei poveri. Che i " ciarlatani ,, abbiano ragione? ... si. Sembrandoci debbano 1•iuscfre opportuni anche per t,, propaganda spicciola, abbiamo raccatto in opuscolo (J,ogine 24) gti ai·ticoli di ALESSANDRO SCHIAVI DALL'ERITREA..ALLA..LIBIA.. 61'insegnamenli ditr t'anni dicolonizzazione ital -africana nelM r Rosso Centesimi 15 (Per 20 o più copie, sconto del 20 °lo) Presso la Critica Sociale, Portici Galleria, 23, Milano. FRA LIBRI E RIVISTE . " La civiltà della democrazia "' La democrazia ebbe fin qui difensori ed accusatori, Gpostoli e Cassandre, ma non ebbe ancora, forse, un filosofo. Lo stesso Rousseau ne fu piuttosto l'asser– tore dogmatico, il predicatore; fu il Mosè, non il Platone o l'Aristotele della democrazia. · · Or_a Dauicl Koig_en, un ebreo misti-co, un russo ger– manizzato, pubblica un hbro su « la civiltà della de- 1hocrazia », che, secondo chiosa Ed.oardo Bernstein ~'intitolerebbe meglio « la filosofia della democrazia' dal_punto di vista del problema della civiltà». La tra: diz1onale concezione statica della democrazia come Gove_rno popolar~. f~md'.1-to sull'uguaglianza dei' diritti e dei d_over1poltt1e:1, viene qui abbandonata, o piut– tosto viene subordmata a un concetto dinamico al con_cetto della civiltà. L'uguaglianza d'un branc~ di lupi o d'uno stormo di cicogne, è un fenomeno che non ~ice nulla, che _non_contiene al~un problema; pari– men_ti la. democraz1~ d! c_erte ~r1bu selvag~ie, quella staz10nar1a ~egh antichi v1llagg1 comunistici, non pre– s~nia ~lcun mteresse. S!)lo ~ulla base d'una complessa Ytla civile la democrazia diventa degna di esame fi– losofico. i:: nella lotta contro i Titani, contro l'arbitrio dei Yiolenti, che l"iùea democratica diventa principio di civiltà, cessando di essere un fenomeno puramente naturale. Il concetto d'uguaglianza aoquista un valore sociale quando le inuguaislianze sociali si sono svilup– pate, ossia ad uno st.ad10 avanzato della evoluzione civile. Dal considerare democrazia e civiltà come fatti non connessi organicamente potè nascere la teoria di al– ·cuni storici e filosofi che, generaliz~ando qualçhe esem– pio di democrazie inerti, supposero fra civiltà e demo– crazia una specie di antitesi. Nulla di più falso. Nes– suna epoca è più favorevole de!l.e- epoche veramente democratiche allo svolgersi di una media intellig,enza popolare, più elevata in generale della intelligenza dei ceti aristocratici. Nei periodi dinamici a impronta de_mocratica, il senso diffuso e vigoroso della semplidtà e -della realtà qeptime qualche -volta lo sviluppo del gusto, l'educn– zione estetica, il valore attribuito alle creazioni dello spirito come fine a. se stesse. · i:: questo un pericolo per la civiltà al quale si deve reagire. Ma anche co– testa reazione, che sembra oltrepassare la pura de– mocrazia; è anch'essa una forza essenzialment,e de– mocratica, è la fede delle masse popolari nel proprio elevamento, dell'umanità nel proprio divenire. Unn fede· che ripudia la -contemplazione passiva e stimola all'azione feconda. f. I.'. Gli ctnarcliici. Il penultimo volume (X) della collezione Hisloire des Partis sacialisles en France (Editore: Marce! Ri– _vière et C., Paris, 1912) è dedicato agli Anarchici. La storia del movimento è rapidamente schizzata. Max Stirner, Godwin, Proudhon, Bakounine, Reclus e Krapotkine ne formularono la filosofia, la quale - scrive l'Autore, che si cela sotto lo pseudonimo di Jacques Prolo - « nella nostra epoca di crisi e di trasformazioni sociali, ebbe una influenza inèon– testabile. All'infuori dei violenti e degli impulsivi, i quali, per voler essere energici fattori del risveglio e dell'azione popolare, affermarono inconsaj:levolmén– te il dinamismo vitale e di razza ·dei celto-latini (sic), l'anarchismo mantenne, nel cuore delle folle -e dei sociologi, il sentimento virile del grave pericolo che vi è, s-e la ragione subisce, senza ribellarsi, l'influenza delle teorie distruttive di ogni individualità. Esso ha esaltato il sentimento della dignità umana ,e ha sbar– rata la via agli ideologi meta.fisici ii. Le prime manifestazioni dell'anarchismo militante si ebooro colla secessione di Bàkounine e dei suoi amici dall'Internazionale nel Congresso dell'Aja (1872), e colla « propaganda del fatto insurrezionale » della banda di Benevento capeggiata da Malatesta e as– solta dai giurati del 1878. Scomparsa l'Internazionale, il movimento anarchico si concentra, &opratutto in Francia, dove nel 1880 gli anarchici con Jean Grave si staccano dal Parti Ou– urier e predieano apertamente l'insurrezione a breve . scadenza. La polizia se ne immischia coi suoi agenti provocatori; e si hanno i torbidi di Montceau-les– mines e di Blanzy (1882), e la prima bomba di Lione, che d ètte origine al « processo dei 66 anarchici ii, nel qua.le Krapotkine e altri ,furono condannati a parec– chi an ni di prigionia (1883). .. · Seguirono -nel 1883 le mani-festazioni dei disoccu– pati a Pa.rigi, con vi·olenti scontri colla polizia, e nel 1886 il primo atto individuale anarchico compiuto da Duval - cui la pena di morte fu commut ata n ei la– vori farz.ati - col saccheggio de-Ila casa di M.me Her– belin, che dètte luogo a vivaci polemiche nel c ampo anarchico sul « diritte al furto » come mezzo d'espro– priazione capitalistica, teoria vigorosamente respinta dai socialisti, come Guesde e Deville. Col primo maggio 1890 si apre il periodo tragico dell'anarchismo: ecco la sommossa di Vienne, e la collisione colla polizia di Levallois-Perret l'anno dopo, seguiti da processi clamorosi; le bombe del Boule• vard Saint-Germain e di rue- Clichy davanti alle abi– tazioni del Presidente e del Pubblico Ministero del processo di Levallois; la cattura di Ravachol e la ·bomba nel ristorante Véry, dove serviva il cameriere che aveva riconosciuto Ravaehol; eppoi ancora la

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