Critica Sociale - XXII - n. 21-22 - 1-16 novembre 1912

CRITICA SOCIALE 325 stra ·di ironie - not:i ci ha mostrato quello e· questo vibranti di collera Ò di pietà per uoo grande causa di giustizia, che ben poco aveva da f.are col miglio– r.amento dei ,salari o con la diminuzione" delle ore di ,lavoro, mentre altre classi ,ed altri partiti, che pur fanno ,sfoggio di un idealismo verbale, si mo~ stravano in pratica seguaci del più gretto, del più pigro 'materialismo! ,Orbene: come vi è un'assai larga parte del di-ritto, -che ha una g,eneraJ.e•funzi-one di difesa sociale. anzi– chè quella, particolare, di dif.esa della classe domi– nante, cosi vi è un largo campo dei ,rapporti inter– nazionali, in cui tutte le cla&si deUa nazione sono egualment-e interessate. La difesa nazion,ale, per esempio. Chi tirasse le conseguenze -logiche dalle premess·e del Coluoci · (del– l'Avanti!),' dovrebbe pervenire all'herveismo; ma con questa reductio ad absurdum si dimostra, ,appunto, l'inconsistenza di quei postulati, di cui altri s'è com– piaciuto per puro gioco dialettico. Un ,esempio: se l'Austria o la Francia (fa lo stesso) minacciasse d'in– vader.e l'Italia, cosa dovrebbe fare il proletariato e,• per esso, il partito socialista? A rigor di J.ogica - d.ate, s'intende, le premes.se del Colucci (dell'Avanti!) - tale questìone nazionale e&s•e·ridouna questione borghese, il proletariato dovrebbe infhchiars.ene. La vera e sola nemi-ca sua è la borghesia, -non l'Austria o la Francia. Se J.e condizioni del proletariata;, sotto gl'invasori fossero migliori o dovess-ero affrettare in qualche modo l'emancipazione proletaria,. il partito soci-alista non dovrebbe dare - neppure per una guerra di difesa - nè un uomo nè un soldo. Ma io metto pegno che l'uomo politico, il quale sostenesse un~ simi.Je tesi, sarebbe fischiatissimo dai più auten– tici, dai più coscienti proletari socialisti. Perchè, pur senza fare della ·r,etorica, .gli è certo che vi è tutto un patriottismo id,eale, di memorie, di glorie, di tra– dizi•oni nazionali, caro al proletariato, noh meno che ~l resto della nazione. Ed, anche se ,la terza Italia è stata ed è matrigna, e non madre, per tanti dei suoi figli, i dolori, le miserie, gli stenti, non hanno estirpato dal •cuore della enorme maggioranza de– gli Italiani la fierezza dell'indipendenza nazionale, che _si ribellerebbe di fronte al pericolo di un nuovo servaggio strani·ero. Se gli Austriaci voJ.ess,ero tor– nare a casa nostra, si solleverebbero _anche le pietre, ha detto alla Camera. - mi pare - proprio ·l'ono– rev,ole Turati. Non dico, con ciò, che. la fratellanza degli· sfrut– tati, contro gli sfruttatori - in altre parole, Ja soli– darietà proletaria -internazionale - non sia sentita, e ,non debba. essere valorizzata, sempre più e sempre ineglio, dal sodalismo. Il quale potrebbe e dovrebbe f.ar leva di questo sentimento come di una minaccia contro le guerre di conquista, che i Gov·erni o le borghesie tr_amassero. Ma è certo, per una ragione psicologica, la quale profonda le sue •radici nelle sug– gestioni ese-rcitate su ogni .uomo dal suolo in cui nacque, dall'aria che ha respirata, dal focolare presso cui si è riscaldato, dal cimitero in cui sono sepo,Jti i suoi morti,· che il sentimento di solidarietà di cl.asse non può distruggere il sentimento nazionale. Ed è quesbo un fatto, di cui un s-ocialismo, che non voglia essere utopistico, deve pur tener conto, per assu– mere una positiva orientazione nella politica interna– zionale. Nella quale, per quelle stesse ragioni. .. del cuore, que la raison ne conna1t pas, proièttate a distanza, e per quella simpatia sentimentale, che :lega tutti gli oppressi, popoli e classi, contro tutti gli oppres– sori, è certo che ora, per esempio, il proletariato di tutti. i. paesi - e i.J nostro, fra i primi, in cui la tradizione mazziniana •e garibald-ina è più viva di quanto •si crede - parteggia per i popoli balcani-ci ,contro la Turchia. Il partito socialista, esponente politico del prole– tariato, non deve nè trascurarne questi sfati d'anima, nè :la-sciarsi guidare solo da ,essi. Ma deve tener conto di tutti gli .interessi, anche ideali, del proletariato; a questi ispirare la propria po•litica estera. L'ora pre– s,ente - per la trogedia balcanica, l'agonizzare della Turchia europea, le mire dell'Austria, .Ja prossima scadenza della Triplice - •è di eccezionale gravità. Il partito socialista non può cavarsela... coi punti di vista dell'anno duemila; ma deve studiare, con spi•rito positiv.o, i positivi problemi -della politica -estero, visti sotto l'angolo visuaJ.e suo, propri·o, cioè sub speeie degli interessi del pr oletariato. L'indi– pendenza dei popoli è. un pup.to comune del pro– gramma socialista e degli altri programmi dem-0cra– tici. L'Italia può, deve -esigere, come pegno della rinnovazione della Triplice, il disinteressamento del– l'Austria dalla questione balcanica. Solo a questo patto la Triplice può voler dire, ancora, la pace. Questo; a mio modesto avviso, il programma che il partito socialista dovrebbe seguire nell;,i. politica estera dell'ora presente. Si apra, su queste colon'ne,. un largo dibattito su l'argomento·; e pensino i so– -cialisti che, anche nel campo internazionale, la più comoda, la più facile, ma certo la peggiore politica, ~ quella di non averne alcuna. alfa lamda. Richiamiamo l'atlenzione dei letto1·i sul notevole a1·– ticòlo di OTTONI!: BAUER sulla Guerra Macedone, che il nostro Pagliari ha 1·iassunto, dal Kampf, per la nost1·a rubrica Fra Libri e Riviste, e che ci sembra una delle migliori analisi pubblieate si1i, qui degli avvenimenti batcanici, conside1·ati dal sostanziale punto di vista eco– ·nomico. PER LA UNITA DELLA COSCIENZA "Pensiero' ed .A;ione " La recente scissione del Partito socialista italiano, ha messo in luce quel che fu sempre, fin quasi dalle origini, la sua malattia principale: l'incapacità di concepire e sopratutto di praticare, con secura unità di coscienza, contemporaneamente, armonicamente, indissolubilmente, idea ed azione. In principio erat verbum. Poche idee a grandi linee, la società comodamente divisa in due grandi classi antagonistiche, come una mela tagliata a metà,, la lotta di classe come mezzo, la proprietà collet- tiva come fine. · A somiglianza della teoria, era semplice l'azione. Intransigenza, critica, demoli7.ione, opposizione, in Parlamen'to, nei Comuni, sul giornale, nelle lotte del lavoro. Resistenza e scioperi, conquista di più alti salari, opera negativa in cui 'il proletariato non guar– dava che sè, le sue condizioni presenti, i suoi inte– re~si diret~i 1 concepiti come separati dal mondo in cm esso viveva. L'industria, i congegni finanziari, il meccanismo della produzione, gli erano estranei, non lo riguar– davano, erano affare della borghesia ,del pari che

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