Critica Sociale - Anno XXII - n. 14 - 16 luglio 1912

212 CRITICASOCIALE versivo, quello che h::i preso Leonida Bissolati! Ed è veramente pericolosissimo. Per me è il maggior pericolo della tendenza di destra. Giacchè noi non abbiamo la psicologia dei rivo– luzionari, che, al Congresso, fischiavano come lo– comotive al minimo accenno al valore dei nostri !!Oldati, e che credono, nel loro semplicismo, di af– fermare l'Internazionale deprimendo e sputando ad– dosso all'Italia. Noi abbiam cuore capace per albergarvi ad un tempo, ciascuno al posto suo, tutti gli amori. E crediamo e siamo lieti che i soldati italiani siano valorosi piuttosto che codardi, e &iamo convinti, e ce ne compiacciamo, che l'Italia abbia grandi ener– gie da sviluppare, e che questa gente « da le molte vite>> abbia tesori di inesausto vigore. · Ma adagio, per Dio!, a dare per compiuto il fu– turo, a scambiare ciò ch'è in potenza con ciò ch'è in atto. V'è un immenso lavoro da fare, v'è da de– stare, da dirozzare, da sgrossare, da educare, da ripulire; vi sono orrori, pigrizie, abissi di tenebre profondi, e perciò (quel ch'è peggio) ignorati. -Ed è questo.. il lavoro lento, assiduo,, pertinace, da formiche innumeri, oscure, che il proletariato italiano, sotto l'assillo e la guida del Socialismo umile, semplice, antico, andava compiendo, nrn'r– sue Leghe, nelle sue Cooperative, nelle sue Scuole serali, nei suoi Comuni, nella cellula della sua vita È un lavoro che richiede continuità di sforzo, fiducia e ad un tempo modestia delle proprie forze. Che dura fatica a unir questa gente, a tenerla in– sieme, a serbarla curvata al lavoro! Ogni momento s'alza a guardare in su, se vien dal Cielo (Dio, Re, · Governo, Caso, Terno al lotto, Rivoluzione, chia– matela come volete) la manna, che deve lenta fio– rir su da la terra. Se a questa gente voi dite, che quella via è la più lunga; che l'Italia è un gran paese, che-·l'Eu– ropa ci invidia, che abbiamo una monarchia socia– listoide, e che i destri sono alle soglie del potere; tutta questa gente, pigra, frettolosa, teologica, rivo– luzionaria, non fa più nulla. Aspetta il Socialismo da voi, attende la rivoluzione- per decreto reale, controfirmato da Sua Eccellenza Bissolati! Questo il pericolo.: questo tentato trionfo del superuomo socialista, della baldanza veloce, che stima imminente la mèta, e considera le avanguardie scordando la massa pesante dell'esercito in marcia; che vede così rapido profilarsi il nuovo mondo, men– tre ancor durano (per dirne una sola) tutte le for– me burocratiche che, con la inerte forza passiva, farebbero un ostacolo enorme e un sabotage in~al– colabile. alle riforme dei Ministri arditi. Io non so se e quanta parte del prole\ariato se– guirà i destri, affidando ad essi le proprie sorti. Ma so che quella sarà la prova del fuoco dei destri e dei lavoratori. Ivi si vedrà al cimento la sanità socialista della concezione di destra, e sopratutto del metodo. Ivi si vedrà se è socialismo il loro, o corporativismo o sindacalismo volgare : se è socia– lismo, o patronato da democratici rancidi e cor– ruttori. E si vedrà altresì se il proletariato scorge nei destri i socialisti capaci di guidarlo oggi e domani e sempre a mète sempre più alte, o solo i mediatori d'affari, i patroni cli leggi, gli intercessori ai Ga– binetti, gli uscieri delle anticamere ministeriali, che si ammorbidiscono con uno scudo, per essere in– trodotti più presto al «principale». Per me, credo e spero che la violenta operazione chirurgica del Congresso di Reggio, separando i destri da noi, isolandoli nella loro azione, sì che essi non possano, come altra volta, coprire la pro- pria responsabilità col mescolarla a quella degli altri, li porrà al punto di invigilar su se stessi, di misurare, assai più di prima, parole ed atti, di sentire più direttamente e più da presso la gravità del carico ch'essi si assumono, costituendosi rap– presentanti pratici degli interessi del proletariato. Ciò può significare tanto un'azione ben poco dis– simile dalla nostra, quanto - se la deviazione s'ac– centui - un'opera di afflosciamento, di arresto, di corruzione, di rovina per i lavoratori italiani. Sono convinto (ripeto) che l'esser soli a speri– mentare il proprio metodo faccia sentire ai destri tutto il peso della terribile responsabilità, tutta la necessità di una concezione morale e ideale - umile ed alta, semplice e nobile - accanto al loro pragmatismo di « agenti d'affari » del popolo d'I- talia. · PROBLEMI DIEM16HAZIOlfE Da ·una piccola aduna grande espulsione d' italiani. Mentre -si vel'Sano lacrime di coccodriJ.lo sull'espul– sione di parte degl'italiani dal territorio turco e si protesta largamente contro « l'odiosa rappresaglia» della Ture;hia, i nostri patriottardi lasciano passare· sotto silenzio la minaccia d'una ben più formidabile espulsione che 'ci pende sul oopo. · Vero è ohe- la causale non è la -stessa; e, se, nel primo caso, può parlarsi di espulsione vera e propria, nel secondo trattasi soltanto di « 11011 ammissione », o - ad·operwndoil termine burocratico - di semplice cc rejezione ». · Alludiamo alle misure restrittive contro l'immigra– zione, che stanno, di questi giorni (1), fissando in un'apposita :legge i -signori legislatori degli Stati Uniti. • La guerra ha fatto dimenticare ai varii snobs del patr-iottardismo italico che la più tirannica delle mi– naccie pesa· sul capo della maggiore nostra ésporta– zione. Sarebbe il caso di rivolgerei, entre nous, una do– manda: - Gli italiani erranti - come con nuova terminolo– gia son·o qua1ificati gli emigronti - per parte dei patriottardi ii:i•parola non sono-.stati sempre tenuti nel dimenticatoio? - Non sono essi diventati gli enfants gdtés del ·na– zionalismo indigeno unicamente <lacchè e perchè i loro ingenti risparmt (considerate bene che la pater– nità di questa .affermazione risale ad un nazionalista di marca garantita) hanno dato. modo all'Italia di tare la « grande » guerra? Marte, col suo tempio aperto - invaso da una turba di pochi ... ingenui e di molti ... interessali - ha oprato questo ultimo miracolo, in pieno secolo di cosidetto ateismo e di « bancarotta della fede». La legge, approvata dal Senato degli Stati Uniti, aveva fatto varie volte capolino: ma la poco a-fTettuosa accoglienza ricevuba l'aveva sempre finora ricacciata nelle tasche pudiche dei suoi presentatori: presenta– tori che, laggiù, nell'America del Nord, nella terra dei lrusts, formano una specie di pattuglia naziona- (I) Questo articolo cl pervenne or b circa nn mese. Le Relazioni e dlsouBBlonl relative al CongreHo 41 Reggio Emilia ci coatrlnaero a ritardarne la pubblicazione. (Nota ,una CBITIO~).

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