Critica Sociale - Anno XXII - n. 14 - 16 luglio 1912

CRITICA SOCIALE 223 FRA LIBRI E RIVISTE Il sòcialismo di. Fichte. In occasione del 1:50° anniv~rsario della nascita di Fichte (19 maggiò 1762), Kurt Elsner, nei Sozialistische Monatshefte (1), e Max Adler, nel Kamp/( 2), p ubblica– rono due articoli sul socialismo di Fichte, r.he meritano di essere riassunti. Kurt Eisner traccia brevemente la biografia di Fichte, di questo figlio di. un nastraio di Rammenau, e ne rac– conta la vita agitata e perseguitata. Morto l'incom,odo uomo, lo spirito di Fichte .,venne perseguitato come quello di un grande corruttore. Nel promemoria, col quale, nel 1821, Beckendorff, Eylert, Snethlage e Schultz invitarono il re di Prussia ad una guerra di sterminio contro la rLvoluzione, è vivamente descritta l'influenza deleteria di Fichte. " Giacchè, secondo quel nuovissimo sistema morale, giusta e morale può essere chiamata soltanto quella azione che è in accordo col più intimo convincimento dell'uomo, mentre ogni azione deter-minata da un'auto– rità estrinseca è immorale e indegna dell'uomo puro; è dunque, secondo esso, immorale e indegno assogget– tarsi a leggi, della cui' bontà non si è convinti e .alle quali non si è dato, tacitamente o esplicitamente, il proprio assenso .... Da ciò deriva anche, per i discepoli di questa morale, l'assoluta necessità di rivendicare per ogni individuo la sua parte alla legislazione, conseguen– temente la necessità di una rappresentanza popolare legislativa; d'altra parte essi, dal principio della nul– lità di ogni autorità, anche delle leggi divine della ri– velazione, e dal principio dell'assoluta eguaglianza di · valore degli uomini come depositari del masRimo essere divino, traggono la conseguenza necessaria della sovra– nità popolare. ,, In questa dottrina di Fichte non è già da riconoscere il " ditç di dio ,,, ma piuttosto " la mano del ·demonio ,,. Ove è andato perduto .i[ cristianesimo per sostituirvi il folle orgoglio della conoscenza filosofica della natura divina dell'uomo, non possono più a lungo sussistere Chiesa e Stato. Ogni salute del presente e del futuro precipita in un baratro senza fondo. Sull'orlo di tale precipizio sta la patria nostra. Quindi i .quattro valen– tuomini tracciano una biografia ufficiale prussiana di Fichte. " Questo professor Fichte, i cui insegnamenti pubblici sono sta.ti la base più efficace dello sviluppo di questo pericoloso sistema, fu già, nel 1798, come insegnante di filosofia nell'Università di Jena, accusato di ateismo su proposta della Corte di Dresda. Egli si ·difese pubbli– camente in un modo che non fece che confermare il fondamento dell'accusa e che diffuse più largamente il veleno della sua dottrina. Dopo essere stato, perciò, cacciato dalla cattedra di J ena, egli venne chiamato, per nostra grande sfortuna, ad Erlangen, per compen– sarlo il.elle amarezze toccategli; anzi, egli fu invitato a esporre le sue idee, anzichè a Erlangen, a Berlino, davanti ad un pubblico misto, e quindi in forwa popo– lare. A·queste letture popolari', tenute·aa Fichte nel 1808 con crescente successo, è da attribuirsi, in gran parte degli impiegati di Stato, dei dotti e dei maestri di qùi, la .distruzione dei sentimenti cristiani e morali, cui fu sostituita la ferma fede nella onnipotenza e onniscienza filosofica dell'uomo. ,, I " Discorsi alla nazione tedesca ,, sono in prima linea chiamati responsabili di tutto ciò. Sand, l'assassino di Kotzebue, !l,veva, del resto, parlato, alla festa di Wart– burg, completamente nel senso di quel " riformatore universale . filosofo ,,. Sono dunque necessarie misure per impedire " che, mediante la speculazione e la cri– tica, siano più oltre. attaccate e scosse le basi della Chiesa e dello Stato "' naturalmente, " senza con ciò limitare la libertà della ricerca scientifica ,, I L'influenza. di Fichte è calcolatamente esagerata in questo documento della reverenza prussiana per la filo– sofia e la scienza. Per le stesse esagerazioni, i " Discorsi alla nazione tedesca. ,, vennero proibiti nel 1824, come " un libro pericoloso, educatore di fantasmi ,,. Le classi (1) KURT EISNRR: Der Phllosoph àes sozlaten EnthuSlas»ms. - N'el SozlaUst. Monatshefte del 2s maggio 1912. (2) MAX 'ADLER: Der SozlaUsm11s Flchtos. = Nel Kampf del 1• mag– gio 1911. dirigenti prussiane testimoniavano la loro riconoscenza all'uomo, che aveva operato, con pericolo della propria vita, per la loro liberazione, cercando di diffondere la conoscenza dell'importanza rivoluzionaria del suo genio. Passando a esporre i principi fondamentali della dot– trina di Fichte, Eisner ne riassume cosi il pensiero cen– trale: il suo io assoluto, il suo dio, non è altro che de– mocrazia e socialismo, come principio finale attivo, as– sicurato dalla fede entusiastica.mente attiva verso questo fine. Eisner ritiene che questa filosofia dell'entu~iasmo sociale abbia assai poco di mistico in sè, e sia piuttosto la condizione vitale di ogni combattente rivoluzionario: la fede assoluta nella vittoria finale della libertà, nella sua attuazione terrena. Fichte ha, fin aal principio, nella sua difesa della rivoluzione francese, colorito la democrazia. colla critica socialista della proprietà; e, nel 1800, ha svolto l'idea di uno Stato socialista isolato nel suo " Geschlossener Handelsstaat ,,. Il sistema di una repubblica socialista occupò ancora i suoi ultimi anni. Non è soltanto, il suo, una specie di socialismo pedagogico. I " Discorsi alla nazione tedesca,, non sono che un capitolo provvisorio di un vasto si~tema politico della democrazia socialista. Nè Fichte pensa in alcun modo ad un socialismo dal– l'alto. La emancipazione non può essere che l'opera di un elevamtmto di masse dal basso. Nella" Teoria dello Stato ,, del 1813 egli sfiora già il pensiero della lotta di classe: l'umanità è divisa in due tronchi: i proprietari e_i nullatenenti.· Il potere dello Stato fu finora il ser– vitore dei proprietari, che però non sono realmente lo Stato. Queste sono già idee di una poliiica assoluta– mente pratica. Fichte ha: anche, come i socialisti, ten– tato tutte le vie per effettuare i suoi ideali, e non ha disprezzato nessun lavoro graduale, nessun parziale successo. Come democratico e socialista, egli rimase cosmopolita. Il suo nazionalismo non ha nulla da ve– dere con ciò che si intende ora per nazionalismo. Egli odiava Napoleone e i francesi come traditori della rivo– luzione. Appunto perchè nel popolo tedesco era distrutta ogni unione statale, e così sembrava distrutta la forza organizzata della ·schiavitù, egli riteneva il popolo te– desco destinato a completare la rivoluzione. Questo era il suo entusiasmo nazionale, che mirava oltre tutti i confini e tutti i tempi (1).. *** Anche Max Adler rileva che sarebbe un errore con- siderare la teoria dello Stato sociale come Stato secondo ragione, svolta dal Fichte specialmente nel su-0 " Gesch– lossenen Handetsstaat ,,, una stravaganza del suo pen– siero, un libero prodotto della sua fantasia.. Piuttosto, chiunque conosca a fondo l'opera di Fichte, scorge come l'idea dello " Stato unico 1, non sia già un episodio nella vita mentale di lui, bens1 costituisca una parte inseparabile di tutta la sua filosofia, e come le idee ~ocialiste sostenute nello " Handelsstaat ,, (1800) fossero state. da lui preparate ne' suoi primi scritti e mante– nute e sviluppate poi nel periodo " nazionale ,, e nel– l'ultimo periodo " religioso " della sua vita. Talchè tutte le correnti del pensiero di Fichte, le sue dottrine té'brièh'é' fond'atiientali, la sua' concezione meìrale e là sua concezione religiosa del mondo confluiscono nella grande idea dello Stato sociale dell'umanità che solo sviluppa realmente ed attua sempre più tutte queste correnti dello spirito. Adler dimostra sinteticamente questa unità nel pen– siero di Fichte, basata sulla sua dottrina della cono– scenza, di cui Fichte ha chiaramente riconosciuto il carattere sociale. La sua celebre filosofia della- storia - che considera. la storia come un'evoluzione dell'uma– nità verso la libertà, un passaggio dalla schiavitù in– teriore al dominio autocosciente della ragione - non è che una conseguenza del punto di vista teorico d'una legge razionale attiva, che prima costituisce ogni sin– golo io, ma mettendolo in attivo consorzio con altri io, solo nel quale e mediante il quale egli può raggiungere i suoi fini nazionali; talchè egli deve trasformare il consorzio, per poter progredire esso stesso. Anche il diritto è concepito dal punto di vista so– ciale come un " superindividuale ,,, che comprende e (!) In nota Eisner raccomanda, come fedele • breviario llchtlano • l'eccellente Eva1111el'I""' àer Freihelt, compilato da Max Rless e edito (nel !90b/ da Eugen Dlederlchs, nella raccolta Erzleher ,.,.,. àe,.tschen BUàtm(I (M. S).

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