Critica Sociale - Anno XXII - n. 13 - 1 luglio 1912

CRITICA SOCIALE 207 mi; studii dai quali risulta che i batterii e•le spore nulla hanno _dà temere dalle temperature bassissi– me dell'aria e de ll'idrog eno liquidi e che sono le temperature degli spai.i i intersiderali. Inoltre, espe– rienze rigorosamente .condotte dimostrarono non es– sere impossibile che germi, in condizioni di vita la– tente, possano camminare inde(ìnitamente nel vuoto glaciale e privo di vapore degli spazii celesti senza perdere la loro vitalità. · · Ma un fatto la rende insostenibile: l'azione ener– gica, che esercitano i raggi ultravioletti sui micror– ganismi. Non è batterio, spora o germe, che re– sista a una loro azione più o meno prolungata. Se quindi i raggi dei soli hanno il potere di lan– ciare e trasportare attraverso l'infinito i piccoli ger– mi, hanno anche il potere di ucciderli, sicchè non trasportano da U1! mondo all'altro che materia morta. Fino a prova contraria convien dunque ritenere che la vita sul nostro pianeta abbia avuto un'ori– gine assolutamente terrestre. Il che tuttavia non esclude che la vita possa es– sere eterna; nè si presta ad .accreditare l'ipotesi della generazione spontanea. Vi ha cli 'più : giusta le più recenti conquiste della scienza, possiamo ri– tenere la vita non soltanto eterna, ma unica in tutto l'universo. Si sa infatti, ormai, che unica vi è la materia; e perchè e come appaia multiforme; e come, nel mutare, sia una e perenne; e il mede– simo è dell'energia; che farebbe con la materia una cosa sola. Or, se pensiamo la vita come forma di energia derivante dalla materia in date speciali condizioni, rimangono immutate_le conseguenze che si ricaverebbero dalle insostenibili ipotesi di Ar– rhenius. La materia, seguendo i suo.i cicli, tornando cioè attraverso alle sue trasformazioni allo stato .primitivo attenuato, prepara un nuovo ciçlo di tras– formazioni, rifà le condizioni che rigenerèranno la vita. E poiché ciò avviene ovunque ad un modo, e la materia è unica, potremo ritenere unica anche la vita, senza· necessità di ~upporla trasportata dal mondo di sua prima origine. E come la materia unica assume forme diverse con le circostanze, così fa la vita unica secondo i varii ambienti in cui si sviluppa. Se tutto ciò non ci spiega come ebbe origine la vita, nè in che speciali circostanze le particelle di mater:-iabruta acquistano le caratteristiche degli es– seri viventi, spoglia tuttavia il problema della sua nube di trascendentale e· di rriistero. Risultati più notevoli si ottennero circa le cause che· s.uscitano dall'uovo il nuovo essere che serve .alla conservazione della specie. _ Si ritenne già che esse esulassero dalle leggi della chimica e della fisica comune. L'azione atti– vante dello spermatozoo sull'uovo sembrava supe– riore a ogni nostra indagine. Oggi non più. Il Loeb, professore all'Istituto fondato dal miliardario Ro– ckefeller a New-York, dimostrò, non è molto, con numerosi esperimenti, che il fenomeno della fecon– dazione ubbedisce alle leggi della chimica e della fisica. L'intervento dello spermatozoo non è neces– sarno. La rottura della membrana che circonda l'uovo basta ad iniziarvi lo sviluppo del nuovo es– sere. Lo spermatozoo non compie che cotesta fun- 1.ione meccanica : provocata questa rottura in al- . tra guisa, l'effetto segue, a dispetto dell'assenza del- lo spermatozoo. · Gli esperimenti si compirono su varie specie di alllimali inferiori, anche da altri noti biologi. Sol– tanto, il mezzo, in cui l'uovo ha da collocarsi perchè si dete1mini la -rottura dell'involucro ed il conse- . guente sviluppo, varia secondo le specie, è l'espc– -vimento non riesce che in pochissime specie. Questa limitazione però non infirma le conclu– sioni del Loeb, apparendo assai probabile ·che le leggi della fisica e della ·chimica, che regolano que– sta particolare categoria• di fenomeni, non ci siano note abbastanza per concederci di determinare con sicurezza le circostanze adatte allo sviluppo delle uova delle varie specie di animali. . Questa deduzione serve al Loeb come punto di partenza per derivarne di più audaci, con le quali la fisica e la chimica anche spiegherebbero la tras– missione dei caratteri ereditarii, le fasi dello svi– luppo, le varie manifestazioni non soltanto istin– tive, ma. degli affetti e del pensiero. In un tempo non lontano, dice il Loeb, i clesiderii ·e le speranze, gli sforzi e le lotte, le disillusioni e le sofferenze, che costituiscono ciò che noi chiamiamo la vita - ciò che è, per dir megliò, la nostra vita - rien– treranno nel campo della fisica e della chimica, La fame· e la ricerca degli alimenti, la vita sessuale con tutte le sofferenze morali e fisiche che l'abbelli– scono e la rericlono amara; l'amore materno con le sue gioie e i suoi dolori; sono le sorgenti prime della nostra vita interiore, così come' l'istinto o le vari,e forme di istinti degli animali costituiscono gli impulsi della vita di essi. Ricondotti questi a con– seguenze di fenomeni fisici .e chimici, che si svol– gono nel loro organismo, si ha la spiegazione delle leggi che regolano la loro vita. Per l'uomo, da ciò che la biologia scientifica ha iniziato, niun dubbio che si arriverà allo stesso punto per quegli istinti di ordine più elevato, che costituiscono le manife– stazioni caratteristiche della sua esistenza. Non è possibile dire ora se e quando si potrà giungere alla conoscenza delle leggi di questa chi– mica e di questa fisica di ordine superiore, nè si può stabilire se esse saranno sufficienti per risol– vere l'altro problema di ordine più elevato che concerne l'origine della vita in generale. Certo è che ~l giorno in cui, non dico tale obbiettivo fosso raggiunto, ma i fatti dessero sicuro affidamento che ad esso si potesse sicuramente giungere, molte leg– gi, che regolano le relazioni sociali, ne verrebbero completamente modificate. Sopratutto ne risentireb– be la morale, che fin qui si fondò su una ba.se cli misticismo, base. che già oggi (queste campo nuovo pur ess~ndo appen'.1 intraveduto) costituisce un vero e proprio anacromsmo. Nè sarebbe il primo caso della storia. La morale greca e romana era ben diversa· dalla nostra: l'or– dinamento della famiglia poggiava sulla schiavitù, che oggi ci sembra un delitto. Se la biologia giun– gerà, come prevede il Loeb, a penetrare il segreto della vita, un'altra morale ne deriverà, per la quale varie altre forme di schiavitù saranno abolite, che oggi costituiscono la forza e la prerogativa di al– cune classi sociali, e che ai p'osteri appariranno co– me macchie, oscuranti lo splendore della nostra ci– viltà .. RAFFAELE PIRRO Abbiamo pubblicato: GINO BAGLIONI Il possibile eznbrione di una grande conquista (A proposito delle • rappresentanze dicategoria • deiferrovieri) con proemio di FILIPPO TURATI Centesimi 25 (franco di porto) Presso Libreria dell'Avanti!, via S. Damiano, 16. Milano . Commissioni coll'importo. - Per almeno 20 copiP, 20 ¾ di ~conto.

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