Critica Sociale - Anno XXII - n. 5 - 1 marzo 1912

CRITICA SOCIALE 79 di quei v•eri che sono ugualmente comprensibili da chi •app,ena sÌ ·è affacciato sul limitare della vita e da chi della vita ha percorso un t:mtto più o meno J.urngo.Questi ne intende il senso per esperienza; que– gli per intuizione. L'uno li prova e .Ji considera rife– rendoli ai casi passati; l'altro se ne .fa, o può ess·ere tratto a farsene,- il viatfoo p·er la strada che ha_ da percorrere: un viatico di sapienza proba, di moralità discreta e meditativa, di accorgimento diritto e um'<l– namente gentile. E il piccolo lettore e il grande sono po-i ugualmente percossi ,e attratti dal fascino del– l'arte' spedita e serena onde il volume è tutto infor– mato: l'arte - dico -· squisita del Novaro, che am– mirammo l'ultima volta nei canti soavissimi e pri– "mav•eri'1idel Cestello. Col Cestello, appunto, salvo la ragion del ritmo, ha questa collana di noveJ.le comune l'anrima e la bel– lezza. Ugualmente felìoe vi è la fusiorne del fantastico col rea•le, degli affetti con le cose, dello spirituale col concreto. D'un modo prestante e nitida vi è l'a– deguatezza della parola al conoetto e al fatto per essa esemplati ed espressi; d'un modo serena ,e, di– rei, mattinale la temperanza delle immagini. E pari– menti strette vri procedono la g,entilezza e la logi,ca della moralità e della favola. Non l'una si sovrappone aH'altra; ma 'S-Onoinsite quella a questa, ,e a vicenda questa a quella, come nella vita. Lo scrittore non ha sciolto il nodo che l,e avvince; ma le ha sorprese tali e qualri, con pienezza poetica di peroezione e di raf– figurozione. Scomporle per poscia r.iaHacciarle in– sieme con più o meno scaltro artificio sarebbe stato uno spediente da «virtuoso». E il Novaro, manco a dirlo, non è un «virtuoso». È un poeta e un savio. Così accade di definirlo, quando si è giunti al ter– mine di questa Bottega dello stregone. La quale Bot– tega è l,a seconda delle undici novelle del libro, e non vi fanno fortuna una· fruttivendola loquace e negli– gente, un sorbettiere goloso- e un mercante di scam– poli accidioso e dormiglione che vi si insediano un dopo l'altro in tre mes,i e danno la <:olpa_della loro disavventura alla bottega stregata; v1 fa mvece fior di fortuna un giovine ciabattino alacre e giocondo, che non lascia mai il suo stambugio e ne fuga la te– traggine co.J raggio di· sole che vi batte, per rifl,esso, da uno ,specchio collocato sovra la, finestretta della sua fidanzata, la quale abita li di contro. La mo,raJ.e? Eccola: « Il ciabattino si sposò la fanciulla dalle trecce bionde, e fu pienamente felice». Un moralista di mesti,ere avrebbe invece finito col suo bravo o mu– thos deloi: - la nove1'J.a insegna che la felicità, o quel tanto di felicità che nella vita si può cons,eguire, ha due sorgenti, il lavoro e l'amore; e che il più delle volte l'uomo trasferisce · fuo:r,i di sè, nelle cose estrinseche, colpe e difetti che, per contro, risiedono nel suo animo dentro e nel suo modo di vivere. E architettate con la stessa delicata bravura son tutte le altre nov-elle, e insegnano - non J.etteraria– mente hè didatticamente, ma come la vita insegna - umili e profonde massime di sapienza pratica ed etioa: massime, le quali fanno capo quasi tutte a una moralità più ampia e comune. E questa m?ralità co~– prensiva, che vediamo, a cosi dire, specificata e m– .dividuata nel più numeroso grupp.o delle novelle del libro è che la cosa più triste e più trista della vita e la 'più infesta alla felicità vera è l'egoismo, faccia esso per la cupidigia avara del denaro, nemici bie– chi { « due fratelli musici », o assideri nella <( capanna in fondo al vallone » la solitaria -e tragica vecchiaia dei due sposi eh~ _non hanno ".oluto fie-l~uo~iper_ go– dersi indisturbati 11 loro peculio, o pr1v1 d1 ogm le– tizia i giorni di « Giovannino Sen~a<?uore »: E in que– ste poi e nell'altre novelle la ser1eta gentile del rac– -conto è interrotta tratto tratto come da un lampeg- giamento dis~reto di S(!rr_iso lepido e giocon1ata da alcun partico-lare umonsllc?; e per tutte flms_ce un vivido fiotto di linfe agresti, UJ!, sen~or sano d1 ca~- . pi e dri rive, un aroma georgico_ d! g)ebe. La vita degli uomini e la divina natura v1 s1 d1sposano, ~on sapor quasi . esiodeo, in ~n legame non arcad_1ca– mente smanceroso, ma schietto e, nella sua. :so~t1htà elegantissrima, forte e valido. E anche per ciò 1'.l ".0- lume, pur nella sua dov_izia, p~re smilzo e )ascia, dopo svolta l'ultima pagma, un acuta nostalgia del novellatore probo ed alato. VITTORIO OSIMO. FRA LIBRI E RIVISTE Le elezioni al " Beichstag ,,. Max Schippel esamina in Sozialistisclze Monatshe/te (31 gennaio) i risultati della lotta - fenomeno pre– dominante, la mirabile asoesa dei voti -socialisti, an- che nell'ultimo qui,nquennio. · Anno 1907 Aumento Anno 1912 · Elettori . . 13.350.698 + 1.091.079· = 14.441.777 Votanti . . . . . 11.262.775 + 944.033 = 12.206.808 Percentuale (non mai prima. raggiunta) 84.7 · 84,5 Voti socialisti . . 3.259.020 + 991.309 = 4.250.329 Voti del Centro. . 2.179.743 · 2.035.290 Il contrasto fra i due partiti più forti, il vecchiò e il giovane, spicca anyor più s-e confrontiamo le percentuali dei voti rispettivi dal 1887 in poi: Anno Socialisti Centro 1887 10,12 20,11 1890 19,75 18,57 1893 23,28 19,14 .,. .. · 1898> 27,18 18,77 r 1903 31,81 19,75 1907 29,00 19,40 1912 34,82 16,67 Ecco l'aumento delle vittorie ~ primo scrutinio e del numero dei ballottaggi: Anno 1890 1893 1898 1903 1907 1912 Mandati socialisti a primo scrutinio 20 24 32 56 29 64 Ballottaggi con socialisti 57 .83 98 118 90 121 Meno lieto il responso delle urne pei nazionali-libe– :r,ali e pei progressisti, Destra e Centro della nuova maggioranza: 22 mandati in meno a primo scrutinio, 20 baI!ottaggi in più. Pure anch'essi registrarono, a danno de•i diversi ·partiti reazionari, un aumento di voti: Nazionali liberali . Progressisti . . Anno 1907 1.637.048 1.233.933 Anno 1912 1.672.619 l.558.330 La sproporzione fra voti e mandati dev,esi e alla disunione fra hberali e alla iniqua ripartizione dei Coll,egi. çosì (non tenendo conto dei 441.736 voti dei polac– chi) Centro, conservatori e affini raccolsero 4 miliorii di voti; socialisti e liberali, 7 milioni e mezzo. I ballottaggi sfasciarono l'antica maggioranza an– che dentro la Camera. Erano 208 voti -sicuri, -non contando i Polacchi, gli Alsaziani, i Guelfi e i cosi– detti «Selvaggi>>; ridotti a 163, per raggiungere i 199 neoessari ne hanno 36 di manco. , ' I''R Sinistri >i,da 1-53sono saliti a 200 (llO socialisti, 4'1·progressisti, 45 nazionali, 4 ·della Lega Agricola) . Nerbo dell'antiblocco i II0 socialisti; ma -in Par– lamento ciò è un imbarazzo. A una maggioranza or– ganica, animata dai socialisti, la Germania è imma– tura; mentre i II0 socialisti son troppi per una poli– tica di continue rinuncie. Sola possibile è quindi una maggioranza occasionale, per date· difese o riforme. Lo spezzettamento dei partiti, la rilassatezza e ete– rogeneità delle Sinistre, daranno ancora buon gioco al destreggiarsi e altalenare e trafficare del Governo; gravitando un po' più verso i nazionali-liberali, il blocco nero-azzurro può ricomporsi. Nei Landtag, le questioni più str,ettamente locali e tecniche - istru– z.ione, amministrazione, traffico, ecc. - consentirono collaborazioni efficaci. Ma. nelle grosse questioni ge– nerali - armamenti, coloni,e, dogane - l'urto è ine– vitabile, e il nemico ne fa suo. prò. L'evoluzione dei partiti muterà tale stato di cose. Frattanto la difesa concr,eta dei più urgenti interessi operai trova un camp·o più vasto e più munito di prima. /. u. NB .. In senso non molto diverso, .ma con mqg– giori sviluppi, si pronuncia, nel· sizccessi~o ja_s_ciç_o;o

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