Critica Sociale - Anno XXII - n. 3 - 1 febbraio 1912

I, V I ' CRITICA SOCI~L~ ._.I!.,;,.,.,.,. I lavoratoci con le loro organìzzazioni vogliono plasmare la realtà, sociale ai postulati della leg– ' ge; ed ecco pèrchè sorge e sì alimenta l'antago-' njsmo fra la democrazia, e il socialismo, fra il potere pubblico, l'autorità e 1 Sindacati di: me- ' stiere, e si 'Origina la crisi profonda che travaglia -111 Stato· moderno: « crisi c~tituzfonale e. crisi dì autorità». ' · · · Dapprima l'urto è fra la borghesia e le falangi degli operai organizzati, poi a questi si aggiun– .gono gli impiegati, i quali - obbedendo alle stes- · se necessità sociologiche degli operaii - vogliono, •pure es'si, discutere la durata -del lor0 lavoro; le condizioni in cui si svolge ; il modo come lo si re– tribuisce; la sua organizzazione tecnica, e la dire_– zione pratica e morale che è loro imposta dalla - H:l/:>'g'-~ rn nome dell'interesse generale. ' , . La lotta si etende così· agli impiegati,· fino al– lora umili entro il chiuso della più: cieca obbe– ' cuenz.1,,. ·? il campo delle battaglie ]_i)roletarie si aUafgll-,,.·,.. ., t., •. ; , , . , " ((Questi fatti, queste associaz.'oni - esclama èon viva soddisfazione Maxime Leroy, nell'altro sùo prii– gevole lavo-ro « Syndicats et Serpices Publics» - non tendono· che a instawrare 11n nuovo ordine - fondato suila professione. Un nuovo "potere» è sorto-:n fac– cia dell'Esecùtivo, del Legislativo e del Giudiziario: il Profeffiionale ». - Ora, se _n,ou pro.prio all'instaurazione di un nuovo ordine 'fondato suda professione, come vuole, secondo la {!Uatesi, il Leroy, è certo che il lavoro si ria'ìza :fiero dalla· subordinazione in - cui l'aveva costretto una secolare tradìzione reli– giosa e civile e reclama, e vuole, e prende già la dignità e le ·prerogative, di cui la -proprietà man-– tenne fino· ad oggi il· monopolio e ,il godimento. Su ciò i francesi ,studiosi di fenomeni sociali ed economici fermarono .gii.à cla tempo le loro_ ri– cerche e i loro studi ~ richiamati daìl'i:tnportan– ~a che il movimento sindacale degli impiegati, andava assumendo nel loro paese---, e crearono ùna ,interessante letteratura che a noi manca se si tolgano alcuni scritti, tra i suoi ·più notévoli, cli Filrp,po Turati, allorchè tracciò genialmente - da presidente de~la Fèderazione Pqstelegra:fica Ita– Jiiana - ìa via a tutte le organizzazioni degli im– piegati italiani e alla Conf.ederazi0ne. · Secondo· i più autorevoli cli cotesti studiosi, la orgà"4izzazione degli impiegati apparirebbe come una lenta, ma irrefrenabile II p1'esa di ,pos-sessu » clei servizi pul:>blici, pe:r parte.degli agenti che a quei servizi vogliono imporre una organizzapione 'tecnÌcl;l,, 'lottando cc.m'tro la g~rarchia, la quale è! una casta chiusa, conservatrice, egoista,' e con'ho il sistema politico aituale, che mette la direzione dei servizi p1!1.bblicihelle maiLi di uomini politici incompetenti. · _ Il ministro Barthou, in appoggio a tale pre– tesa, scriveva: · ,, .Bisogna vivere nel. nootro 'tempo, e non .perpe– tuare nei costumi del1a democrazia il dogma ·di uno Stato, sovrano in,fallibile, di ·cui i funzionarii sareb– bero gh' schiavi, rassegnati e muti ». · A sua volta Léo;,_ D,uguit, studiando le cause,e ,.i ,fff,tti delle Associazioni degli impiegati (1), scriveva: ,J 11 I Sindacati de' funzionari - costituiti_ dappri– ma per difender.e gli interessi professionali, gli irite– ressi d: classe ,_ acquisteranno, man mano, una fun– zione d'impulso e di direzione nei servizi pubblici a. loro affidati ». · · • ''1 (1) ,LeonDuguit: • Le droit socia!, le droit iridividuel et la trnns{o•·– mation de t' Etat ,. . E Edoardo Vaillànt, cercando più a fondo il senso sociale del mov.imento degli impiegati, giun– geva a ritenere le loro organizzaz,ioni come i pri– mi germi d'una " socializzazione delle funzioni dello Stato » ; l'esordio della cc società socialista dei produttoni associati, dove una amministrazio– ne, non più legata ad un solo, ma professionale - una amministrazione di cose - rimpiazzerà 1' attuale Stato di classe ». · A c,iò - con le ragioni storiche, :filosofiche ··e politiche, e con maggior forza cli esse - cospira la necessità tecnica scaturita dalla evoluzione che subirono -i I;11ezzi -e i modi di produzione. Nella fabbrica moderna; alla disciplina dura, :fissa, reg-ollam'entare di una volta, sottentra ogni . giorno più, fra dìrettori ed· operai:, un sistema di rapporti, it cui scopo è d'impedire tutti ·gli ar– respi nella ricerca e nella produzione e stimolare i lavoratori· al massimo l'endime·nto. ... Da ciò la necessità che il lavoratore non sia più l'automa e la bestia da soma di una volta, ma •l'bperatore ,intelligente che· tien :fissa l'attenzione a sooprire e togliere tutti gli ostacoli, gli·intoppi, gli attriti, le " fughe » di forza, che diminuiscono l'intensità e il valore delìa produzione. ·Sinteticamente: all' autoritar1ismo caporalesco, al favoritismo, al p:vocacçiantismo e all'incompe– tenza politica, che demoralizzano il personale e disgregano le· amministràzfoni pubbliche, gli im– piegati, organizzandosi, tendono a sostituire un nuovo ordinani-ento, basato sulla tecnicità e dom– pe.tenza di ognuno e sulla co1laborazione demo– cratica - resa indispensabile dalla. e-rnluzione tecni?a dei seryizi - fra i dirigenti é gli ope- ratori. , · E' questa la coscienza nuova che, elaboratasi faticosamente nei Sindacati professionali, si dif– fonde l~ntamente nelle masse degli •impiegati, e, c0n un. primo fremito di vita, ris;veglia gli iloti· . della pf·una dal sonno secolare in cui sembravano ad dormiti:. (Continua). Grno BAGLIONI, MEllADRIA · E RHA[DAttIA rn 1H H~MAfiff - VI. I mBzzi d migliornmBnto B'di BmnncipnzionB pBr i brnccinnti. ( Cont-inuazi:me) ladisoccupuione dei braccianti e loscambio Delle opere. Fino, a pochi anni or sono, in tutta la Roma– gna, i mezzadri si scambiavano le opere: cioè· a dire; ogni famiglia colonica, allorchè doveva fare operazioni, per le quali non era sufficiente la propria forza lavorativa, ricorreva· all'aiuto di altre famiglie coloniche, vicine od amiche, salvo, a Slia 1ollta, restituire a queste, in circostanze an_a– loghe, la· medesima quantità di iavoro. I lavori, pei qùa.li un· tale ·scambi.o di prestazioni personali risultava più frequente, erano quelli, che prt!– sentavano un maggior ·grado' di urgenza in rela– zione al pericolo di perdere, o di vedere, almeno, grandemente deteriorato, il prodotto. Principali fra questi lavori: la irrorazione delle viti, la mie– titura, [a !trebbiatura, e la vendemmia, Pressati dalla disoccupazione, i braccianti cer– carono cli c,onquistare per sè tutto questo. lavoro . ' Essi sostennero la tesi che, data la loro disoccu– pazione, tali lavori spettavano a loro, e che. i

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