Critica Sociale - Anno XXI - n. 22 - 16 novembre 1911

CRITICA SOCIALE 341 Si Isoli: non è che intransigenli e ininisteriali con- ,. sentano veraMenle e sinceramente su nessuna cosa i•onerela. l niinisleiiili dicevarm a noi per giustifi- care la loro seeessione: 5 eoline possiamo rimanere accaldo a \ - 11i. se voi ve ne andate coi rivoluzionarii, se voi siele rivoluzionarii?» El qui plus elle disail <pie je n'étais plus rosi, come canta Alurger nella Bohème. I rivoluzionarii il facevano l'opposi. « perchè dunque — ci dicevano - -iiiiii alidale coli 13issolati, con .13o- con l'abiliti? Onellit è il vostro posto!» — Giutheandoei gli uni soslattzòilmente rivoluzionarii, gli Ari sostanzialmente unda-riformisti, è chiaro che sostan:ialmente essi l‘ralm pridorld0 dissidio, sul solo punii, nel quale aiiiiarivalio consenzienti. Ala quesiti riflessiitrie gli uni e gli allei non potegno Fari', 1,er sii stili11, perenliirio: essi dovevano al.- tèrmarsi re,ipro,ainente. e negare noi concorde- mente. per affermare se slessi. l'eroceliè rivoluzionarli e deslri iiSlreini si preSta- reelprAieariiiiiile la ragione Ali essere; sono la slifieazione li'Airlea i pralica gli tini dagli allri. Gli uni e gli aliti. di fpuile al riforinisirio socialisla, sono tie\- iazioni. esagerazioni. cristallizzaziimi. ca- ricalure e\ iili'iili li frolli,. invece, gli uni agli altri, soli. una reazione, una correzione necessaria. Cia- scun. dei due gruppi ha ragione, in ragione dell'er- rori, dell:allro. Sommali, hanno ragione in quanto h,rto. Oliesla ragione falla del torto reciproco, questa verità composla di dire errori contrari' ha bisogno. per esislere e resistere, di sopprimere l'unità di i'mn- lio --- di sopprimere noi. sopprinierci almeno idealmente. Anzi, soltanto idealmente. Peri liè è tinicamenle nel nostro campo. elle [una ala estrenui possono sperare di reclulare adertmli e quindi di fortificarsi. Onde sorge questo ,oroliario: elie i due estremi del partito si esallario a \ -icenda. a cagione e in ragione della loro assohila invonipalibilitir, e si sforzano di deprimere la correnie intermedia, a cagione e in ragione della Istmi' che conservano con essa e del bi- sogno clic lie hanno. Ala la citnseguenza di fallo non muta. I due eslreini. li, due' minoranze, tentano e tenteranno — per il futuro non limitino Congresso — di eliminare la maggioranza. il corpo centrale del partito: in so- stanza. di bullar fluiri il partito dal partito. L'una in nome tIella logica riformista; l'altra in nome della logiiia rivoluZionaria. Spella i iiii iiit.lerci da entrambe in nome della logica semplicemenle socialista; che é — come canta il vecchi. pparenle bisliccio, così pieno di verità — riformista perchè c'a oluzionaria e 'rivoluzionaria ribtrinisla. Ossia rivoluzionaria e riformista profondamente e sul serio. SCRRiltILICCIE Avevamo divisato, in questo fascicolo, di presen- tare alla Signora Oda Olberg le nostre più sentite ed umili scuse. Forse il lettore ricorda come — nei commenti al Congresso — noi avessimo rilevato ciò che, d'altronde, è cosa di fatto, constatata da tutti: l'avvenuta attenuazione della lotta fra le due vecchie tendenze del Partito, rivoluzionaria e riformista. E ne attribuivamo la ragione a tre ordini combinati di cause: la reazione del riformismo, che, pur rima- nendo tale, vuol però anche e sopratutto mantenersi socialista, alle deviazioni, accentuatesi nel suo stesso campo, verso la collaborazione e il ministerialismo sistematico, di cui s'era constatato, anche sperimen- talmente, il danno pel Partiti,: le circostanze obiet- tive, clic oggi, in Italia, sottraggono vialentemente il terreno a un'opera di riformismo e di collabora- zione seria ed efficace; l'attenuazione, nella fraziono` rivoluzionaria, degli esclusivismi dommatici, del pro- fessato culto della violenza, dell'attacco VCITIOSI continuo all'opera e alla tendenza riformista, che avevano così a lungo caratterizzata quelia frazhaiet Citavamo, a conferma, un articolo i iist I program- matico, nella Soffitta, di Giovanni Lerd:i, oratore al Congresso della frazione rivoluzionaria o direttore eletto dell'organo della frazione medesima. Non l'avessimo mai fatto! Il riconoscimento — che stimammo doveroso per noi — di un ravvicinamento, che tornava anche ad elogio dei nostri compagni in- transigenti, e propizio, in ogni caso, alla forza e all'unità del Partito, venne interpretato, dalla nostra egregia compagna dell'altra riva, Come una specie di attentato al pudore della sua frazione. In un lungo articolo della Soffitta, dal titoli', ironico « Tutti d'ac- cordo ti, essa si affretta a detergere sè e gli amici suoi dall'oltraggioso sospetto, che anch'essi pOssa- no, per 'avventura, avere qualche cosa imparato dal- l'esperienza, qualche cosa concesso tille necessità pratiche e attuali dell'azione socialista in Italia. E,. attribuendo, con cortesia tutia femminile, l'at- teggiamento nostro al Congresso e le dichiarazioni del nostro ordine del .giorno, non già :11 fatto Ali una leale convinzione e alla preoccupazione li condurre il parldii per le vie di un'azione sempre più efficace, ma alla smania di vincere ad ogni costo nel Con- gresso, con qualsiasi adattamento alle opinioni pre- valenti, a prezzo della nostra dignità e del nostro decoro; la Signora Olberg ci stringe nelle corna di questo dilemma: o il ravvicinamento esiste, e vuoi dire che voi riformisti siete sul nostro terreno, sul terreno della intransigenza assoluta, perenne, immutabile; o voi su questo terreno non siete venuti, e rav- vicinamento non esiste e non potrà esistere mai. Quanto a noi — rivoluzionari — non ci muoveremo mai d'una linea sola dalle nostre posizioni tradi- zionali. Ripetiamo: di fronte a una accoglienza così socia- listicamente cordiale, non ci rimaneva se non con- fessare la goffaggine nostra e chiederne umilissime scuse. Tutt'al più potevamo rivalerci col ricercare — nelle pagine stesse della Soffitta — dove fosse vera- mente quella linea rigida e precisa di dottrina, alla quale la scrittrice si richiamava; e dalla ripetuta e leale confessione, in quelle colonne, che alla fra- zione rivoluzionaria manca oggi ogni programma positivo e concorde, potevamo ricavare qualche con- forto all'angoscia, in (mi la nostra rigida compagna ci aveva sommersi. Fors'anche potevamo tentare di correggere e chia- rire, per migliore intelligenza da parte sua, qualche frase del nostro ordine del giorno che a lei parve raggiungere « altezze di oscurità quasi mistica me quella che alla convenienza della odierna parte- cipazione di un socialista al Governo oppone il flesso che siffatta partecipazione — a differenza di un semplice ministerialismo occasionale — « implica una intima e continua solidarietà del Partito in tutta l'azione di difesa della classe antagonista al prole- tariato r, Riconosciamo che alla scrittrice della Soffitta — oriunda tedesca — queste parole potessero presen- tare qualche oscurità, sebbene sembri difficile, an- che per una mente profondamente filosofica come ogni cervello tedesco ha l'obbligo di essere, ravvi- sarvi qualsiasi traccia di misticismo. Ma pensammo poi che sarebbe inchiostro spre- cato. La frazione rivoluzionaria, dopo la votazione fortunata al Congresso di Modena, non sarebbe di- sposta a sentire ragione. La compagna Olberg, in par- ticolare, ci aveva dichiarato in più lingue — nella Soffitta e nella Neue Zeit — che 'ogni tentativo di approccio era destinato all'assoluto insuccesso. Ouand'anco la nostra azione e quella dei suoi amici potessero e dovessero essere identiche oggi e per degli anni ancora — esse dovevano combattersi e scomunicarsi a vicenda, come quelle la cui identità derivava da un diverso principio: da un diverso mo- do di concepire l'antagonismo di classe.

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