Critica Sociale - Anno XXI - n. 20 - 16 ottobre 1911

CRITICA SOCIALE 319 essere condotte da un piccolo numero di persone; ma l'assemblea dei delegati fornisce, a chi deve trattare, il materiale di fatto necessario. Nè è da temere che questo parlamento sindacale si burocratizzi; perchè i soci, colle elezioni annuali, provvederanno a che ciò non avvenga. Ciò che occorre, nelle grandi organiz- zazioni è il moltiplicarsi di quei soci, che, esperti degli affari federali e della tattica migliore, parteci- pano alla responsabilità della direzione, ne difen- dono e ne propugnano le decisioni. L'attuazione della democrazia nelle organizzazioni non può effettuarsi secondo regole dottrinarie. Le or- ganizzazioni professionali, essendo fatte per la lotta, devono rispondere alle necessità della lotta. L'intro- duzione del referendum per gli scioperi e le serrate ne indebolirebbe la posizione di battaglia; per esse, non si può dunque discutere se non dello sviluppo di un sistema rappresentativo, che meglio concilii gli interessi divergenti delle singole località e dei singoli gruppi. • Democrazia, del resto, non significa il dominio di piccole minoranze sulla collettività; essa esige sotto- missione della minoranza ai deliberati della maggio- ranza p dei delegati di questa. Le organizzazigni eco- nomiche, fìnchè sono nel mezzo della lotta, non pos- sono effettuare tutti i postulati ideali della democra- zia, ma hanno il còmpito di educare a questa gli ope- rai, e allora potranno passare alla legislazione diretta, quando siano tanto forti e salde, che la esposizione in pubblico di tutte le condizioni della lotta non met- ta in pericolo gli interessi operai. Un corpo perma- nente di delegati, che educhi le masse alla disciplina democratica e a un più intenso spirito di sacrificio per la giusta causa del lavoro, è il mezzo più adatto a dare alle organizzazioni questa forza (I). Mentre von Elm rispondeva ai suoi oppositori, l'or- gano della e Commissione generale » polemizzava aspramente col Pannekoek, per un suo articolo sulla « democrazia sindacale », in cui si accusavano i fun- zionar/ delle organizzazioni di essersi staccati dalla massa, di lavorare a una conciliazione colla borghe- sia, di esser riformisti, di condurre, a differenza de- gli operai, una esistenza meno angustiata, che alla convinzione rivoluzionaria sostituisce in loro a poro a poco una concezione borghese della vita, ecc., ecc. L'organo confederale rispondeva per le rime all'intel- lettuale rivoluzionario e violentemente ad una replica dello stesso Pannekoek (2). *** Contemporaneamente Adolfo Braun esaminava la questione in un articolo sulle « questioni costituzionali sindacali », nella Neue Zeit, nel quale rilevava le contraddizioni tra democrazia ideale e premesse di lotta reali imposte dagli avversari, di cui occorre tener. conto più che non delle prime. Egli pensa anche che le organizzazioni traversano un periodo di transi- zione, con tutte le manchevolezze e contraddizioni che a tali periodi son proprie. Non crede all'efficacia del rimedio, proposto dal von Elm, di un parlamento sindacale accanto al ministero sindacale; ma rileva co- ma le organizzazioni siano in cerca di nuove forme e ordinamenti, onde molti errori sono inevitabili, e come mal si comprendano la vita e l'azione delle or- ganizzazioni se non si misurino con la misura sin- dacale. In un articolo della Rivista socialista austriaca Der Kampf (8), il Braun, sulla falsariga dei Webb i , ricor- da come nelle organizzazioni operaie, che per Webb sono la forma più perfetta dell'applicazione pratica dei principi democratici, il principio della democrazia si sia adattato ai bisogni delle grandi masse. Egli attribuisce le accuse di burocratismo e di oligarchia a spesso inevitabili esteriorità, create dalla psicologia e dal tenor di vita del dirigente l'organizzazione, o (1) Le difese del von Elm furono pubblicate, col titolo Massen und Fiihrer, nel numeri 8-9 del 1911 del Correspondenzbtate. (a) Dr. Pannekoek und dio deutsehen Getocrkschaften. — Correspon- denebtatt, numeri a e 4 del 1911. (3) .A.00LF Bassa: Dentocratie und Bureaucratte i,, den Gemerle- schaften. — In Der Kampf, 1.ottobre 1910. al contrasto tra l'interesse generale degli organizzati e quello di singoli soci o di singole Sezioni. Il Braun non nega che, entro il movimento operaie sindacale, siano tendenze burocratiche, non imputabili alle per- sone, ma derivanti dal naturale sviluppo dell'organiz- zazione. Ma la conoscenza di questo pericolo, la cri- tica, spesso eccessiva, contro i responsabili, la deli- mitazione dei loro còmpiti, le idealità della batta- glia, ecc., saranno correttivi efficaci e restituiranno sempre alle organizzazioni la loro naturale base de- mocratica. Anche Edoardo Bernstein, nel suo bel lavoro sul movimento operaio (1), dedica un interessantissimo capitolo al problema delle mansioni e dei diritti dei dirigenti e degli impiegati delle organizzazioni, rile- vando come l'attività del singolo, dove il movimento operaio è così progredito come in Germania, è sola- mente preparatoria; sempre e in ogni caso, sono ne- cessarie deliberazioni collettive. Nè l'attività del diri- gente é 'collegata a diritti formali; non è il comando, ma l'influenza sugli spiriti, che va presa in considera- zione. L'azione educatrice, l'indicare nuove vie, il consigliarn le masse. nei momenti difflpili, la capacità — eventualmente — di persuadere le masse a -recede-- re da deliberati presi: questa è l'attività che distingue il dirigente nella democrazia. Per far ciò non gli oc- corrono pieni poteri dittatoriali; gli basta far valere le proprie qualità, nelle sedute, nei Congressi, nei Comizi, a mezzo dei giornali. I dirigenti il movimento operaio odierno si trovano del resto — in quanto ri- vestono cariche — nella posizione formale di semplici impiegati. E, sempre formalmente, in gran parte, impiegati per un tempo brevissimo. Del resto, i dirigenti e i Comitati di vasti corpi debbono godere di una non troppo angusta libertà d'azione. La possibilità di condurre un grande movi- mento in base al principio della democrazia senza dirigenti, per mezzo del referendum, è ancora pretta utopia». * A queste osservazioni del leader del riformismo tedesco, non contraddicono i rilievi di Kautsky. Questi, nella prefazione alla seconda edizione del suo studio su e parlamentarismo e democrazia o (2), in cui tratta storicamente della legislazione diretta e del sistema rappresentativo e parlamentare, nota di aver voluto ripubblicare questo studio per aver visto nelle file socialiste rifiorire la critica al parlamenta- rismo, e l'idea del governo diretto ripigliar voga in ciò che ha tratto alla costituzione delle organizzazioni proletarie, cooperative, di partito. Tanto più vaste si fanno queste organizzazioni, os- serva Kautsky, tanto più difficile e pesante vi diventa il Governo diretto del popolo, mentre è indispensa- bile la nomina di impiegati permanenti, onde la op- portunità di congegni rappresentativi rispondenti, non come nello Stato, all'antitesi degli interessi delle clas- si, ma alle differenze psichiche fra dirigenti e massa. E invero, se il singolo operaio o non ha altro da perdere che le sue catene », lo stesso non può dirsi della sua organizzazione, che è la conquista, nel si- stema capitalistico di produzione: conquista che il proletariato non deve rischiar di compromettere sen- za necessità. Da ciò la maggior ponderatezza degli organizzati di fronte ai non organizzati, dei diri- genti di fronte alle masse, e dei dirigenti perma- nenti, a responsabilità continuativa, rispetto ai di- rigenti non permanenti e non professionali. Tanto più vasta e la organizzazione, tanto più gravi di- ventano le responsabilità e tanto maggiore deve es- sere la qualificazione tecnica dei dirigenti. Col cre- scere della organizzazione, più profonda si fa la dif- ferenza nel modo di pensare e di sentire tra dirigenti e masse; di qui spesso malintesi e critiche reciproche, sebbene impulsività delle masse e ponderatezza dei (1) E. BERNSTM Dte Arbetterbetuegrtng. — Nella collezione ~usano, Bd. 35.86. — Frankfurt a/M., Rateo n. Loanig. — M. 8. Nella stessa collezione furono precedentemente pubblicati, fra gli altri, del BERNSTEIN : Der Strette e del SOMBART Das Proletariat. C. ICAUTBH, Parlamentarismes und DOTIOCM048. — Stuttgart, Dietz Naeht, 1911.

RkJQdWJsaXNoZXIy