Critica Sociale - Anno XXI - n. 11 - 1 giugno 1911

164 CRITICA SOCIALE ba11i quella rapprcscnLant<.Y, alla quale hanno di– ritto. E mi sja consentito cli tcnni11arc questo mio scritlo riassumendo quanto ho dello, per fissare j punti che, a parer mio, sono da raccomandarsi GOmc esse11:,_,_iaU. Si faccia, anche nell'ora prcscnLe, Uai proporzio– nalisli la doverosa cd utile propaganda per la rap– presentanza proporzio11alc, affermando però dcci– sninenLc il proposito di chiederne l'adozione sol– L-1ntoper dopo cltc ]'allargamento del suffragio sia un [atto compiuto; ci si opponga decisamcnt.e allo scrutinio di lista rnaggiorilario, sia pure rndclolcìLQ da una qualsiasi forma cli rappresentanza delle rni- 11oranze; si insista pel rnanLcnimenLo elci Colleg·io uni1101ninalc, chiedendo che, con la riforma della procecl,1ra e cou Ja revjsioue delle circoscrizioni, esso sia poslo in caso di funzionare j( più equa– rnenle possibile. Tale ci scmhra la via eia seguirci per alfro11Lllrc con sc1:cno animo il gran fallo soci,1lc e polilico che sla ntalurandosi, e dal quale cllpenclono - per un tempo non b,·eve --- i destini d'Halia. GINO RANDJNI. Consentiamo inter·amente nei due concetti essenziali del nostro collabo1·atore, la cui competenza specifica nell' a?'gomento è, d'attroncle, cosi bene e notoriamente assodata. Ove occo1-ra, chiederemo anzi licenza alla sua cortesia di rip1'oclw·1·e o riassume1·e in queste co– lonne quel suo forte studio, cla noi all1·e volte, e oggi da lui 1·icordato, nel quale di1nost1·ava in modo frre– futabile la lesi qui 1·ievocata: la p1'o/'onclaingiustizia, e il danno certo, che ve?'l'ebbeoggi ai partiti cli clemo– c1·at:ia,da un atlargamento di circoscrizioni con la semplice rapp1·esentanza, non proporzionale, della cosi– detla mino1'anza. E, poichè è evidente che, oggi conie oggi, mettendoci in questa direttiva, non si ari·iverebbe più in là; noi stessi, qui aderendo ai Comitati propo1·– zionalisli, costituitisi a .Milano ecl a Roma, ponemmo conie condizione, e invitammo gli amici a vigilare, che l'opera loro non /'osse che di preparazione, e cioè di p1·opaganda del concetto e di studio e di discussione delle (orme migliori in cui la ?'appresentanza propor– zionate potrà incm·narsi in Italia - non già di azione e di p1·opulsione immediata, onde si corresse 1·z 1·ischio di vede1·nescaturire la falsa resultante di uno scrutinio di lista imperfetto, i1Tazionale, decisamente 1·egressivo, at quale si clom·ebbeopporsi con ogni maggiore enm·gia. Anche sulla necessità di una revisione nunierica dei Collegi to1·1ie1·emo - insistenteniente - nei prossimi numeri. Noi. VI È VERAMEN'l1E OON'l'RADDIZIONE? (A p1·oposito d~'i du.e ll'l'ticol'i che seguono) Vi è egli veramenlc conLraclclizione e confJillo - corno può. sembrare a prima vista - fra quesli due ::uticoli che seguono) fra il pensiero di quesli due valorosi giovani. sc'r.iLto6 - il Mnrchioli, cli cui salutianw .il.rii.orno a queste colonne dopo lun– go silenzio, e Tullio Colucci - de' qnali, jl primo risponde in tono di critica :1 un preccdenlc articolo dell'altro, e questo sembra inconsapevolmente re– plicare al suo non sospcllalo conlr-acldilorc? O, co~ me invece a noi pare, a clispetlo cli un contraslo quasi violento d'intonazione e cli stile, in quelle due diverse espressioni di una filosofia revisioni– slica ciel vecchio socialismo, l'una csallanlc la ma- Biblioteca Gino Bianco gi.ca virtù clell'jcJea guidati•jcc, apologizzante, l'al– tra, la villoria pe,·cnne del fatto, dell'energia, del– l'azione, sono due frondi di uno sLcsso fondamen– tale pensiero? Si badi: l'uno e l':1ltro, ugualmente proclamano :il nocciolo esse1l'/,iale etico del socialismo, Ja sua jndipendenza dalle preLle l'ormule economiche, an– ehe da quelle che si è foggiale esso stesso; la per– fetta lnnocuilà, perciò, delle critiche a lui mosse clnlla Economia dottrinale; la vfrlù trasforrnalrice, che è in esso) non in dipendenza eia un cieco l'alo economico, ma in ragione della capacità, della for– za e della volontà degli uomini che ]o rappresenlano e che lo propugnano. E, se all'uno pare che il molo, ]a spinta, la c]jrnttiva parlano prima da un'idea, non però, com'egli sLesso avverte e vi insiste, di– slaccala dal terre110 dei fatli nè avulsa dagli inleressi cli classe, e pare all'altro che l'azione socialista, operai:1 1tel suo 11ucleo centrale, s11scili pjuuosto e modelli le fìlosofìc che conlroreagiscono su lei; vi è egli, in queslo modo diverso cli recidere ideal– mcnlc il circolo saldo ed eterno delle cause-effetto e degli effetti-causa, onde all'uno converrà l'etichet– ta iclealislica, la malerialistica all'allro, un dissidio reale e foncl~1menlale? CerLo, anche ]a (< lotta di c1asse n, nnzi - giusla la significazione esatla del vocabolo tedesco - la « lotta delle classi)), anch'essa, crescendo negli anni e nell'esperienza, e crescendole cl'aLtorno le cose, s'è falla ben altrimenti complessa, e tormentala cli conlrasti inlerior·i, clie nell'infanzia non fosse: e quasi tullo ciò 1 che jl Marchioli sembra annunziare come novità ncll.':1stratlcua delle sue formule blande - l'interclipenclenza parziale cicli.e classi e degli in– teressi, la non empirica collaboràzione, ecc., ecc. - è già nella pratica, e, ci sia lecito affermarlo, an– che nella qualsi~1si clottrir1a, per quanlo frarnrnen– Laria, che il noslro riformismo ha elaborata via via, tentandone, con maggiore o minore fortuna, le applicazioni possibili. Ma in che cosa si risol– verebbe la famosa - ahimè! quanlo indetermina– ta! - << giustizia sociale>> del Ma1·chioli, ove l'anima proletaria, il dolore, la volontà, l'encrgi:1 pi-olelaria, non le dessero .la propria impronta, il proprio ca– ratlere? Forse queslo solo avrebbe chieslo al Marchioli il Colucci, se, scrivendo, avesse avuto conoscenza cli qu:1nlo l'altro pensava. file Ego. OLTRELA LO'I1'.I1A DI CLASSE Nell'ull.irno fascicolo di questa Hivisla è conlenulo un articolo di Tullio Colucci (1) il quale, nel mentre vuol essere· una dimostrazione sin teli ca della peren– ni Là del socialismo, conlro coloro che, ad ogni piè sospinto, ne proclamano la morle, rappresenla anche abbaslanza bene quelle che si possono chiamare le idee medie del riformismo tedesco e llnliano. Lo scrillo è evidenlemenle informato a quella fìlosofìu, che di recen le si è battezzata col nome di filosofia dell'azioll(:, uno dei particolari aspelli che, da noi e alÌ'eslcro, h:1 assunlo il pragmatismo. « Soltanto nel– l'azione è la fonle delle conquiste e viUorie future; solo l'az.ione è la legge sovrana ciel socialismo rin– novalo >L lo non intendo certnmenle qui cnlrare in polemica coll'aulore dell'articolo in parola, nel quale, ripeto, sono brillanlemente condensali alcuni dei principali (!) CrWca Soclale del 16 maggio 1911: Rifeggemlo ,uarx.

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