Critica Sociale - Anno XXI - n. 10 - 16 maggio 1911

CRITICA SOCIALE 151 , Z' Incamera,nento dei beni ed assunzione dei contratti. - Benchè desiderabile eia noi socialisti, non appare possibile. Il diritto cli proprietà, violen– talo, manderebbe a gambe all'aria il disegno di legge. 3° Riscatto dei contratti con indennità. - È la via che più impensierisce; pcrchè i più vi sospette– rebbero un grosso affare per le Compa!C(nie e un mare di contese e cli guai per lo Stato. Ecco alcuni dati slatistici, che dimostrano l'im– portanza del problema: Affari in cm·so al 31 dice1nbre 1908 {1) ·Quoto: [usaPensioni Torino Cw.aSocialeGenova 1'ol<IH Polizze n°,,•1Pc'.~!.'~ I Premi ltlsorve Cauzione ,.. u mntemnt. deposlttlta ------ 229.147 1.502.272.874 59.618-298 Sa9.5l6.24.9 202.696.834 306.545 - , s.os9.2S4 s1.s29.os1 31.s29:os1 S.68!, - 63.Sll 398.461 248.200 -- --- --- ---- ---- 539.377 J.502.272.814.i 65.721.34.S 897.243.741 2-10.278,56& Prima e suprema difficoltà: come si determine– rebbe il prezzo del riscatto? Solo esaminando i fondi principali, di cui dispon– gono attualmente le Compagnie di assicurazione per far fronte ai proprt impegni, si può venire a capo di qualche cosa. a) Riserve matematiche. - Le Società di assi– curazione, per for fronte agli impegni futuri, ac– cantonano una parte dei premt e costituiscono le riserve matematiche. Non è qui da discutere, se queste sieòo o no pro– prietà degli assicurali; certo si è che non sono uli I i ricavati dall'esercizio, ma fondo di garenzia, for– malo dai premt pagati dagli assicurati; se questi non vi hanno diritto di proprietà, nulla possono pretendere su di esse neppure le Compagnie. In– camerando le riserve matematiche, lo Stato, suben– trante nei contralti, non dovrebbe alcuna inden– nità. b) Fondi di garenzia. - Le previsioni, special– mente iniziali, possono fallire. Le Compagnie ano– nime devolvono perciò una parte del capitale so– ciale a fondo di garenzia, e le mu.lue o ricorrono al credito o a versamenti dei soci. Ecco un primo elemento ciel prezzo cli riscatto: lasciare agli azionisti il fondo di garenzia. Nelle mu.tue, il più sovente, i versamenti investiti a que– sto scopo si troveranno già svincolali. c) Fondi cli sicurezza. - Quando i rischi ,spes– ~~ggiano, il fon~lo di garenzia non basla più; per– ç1ò le Compag111e costituiscono i fondi di riserva, accantonando una parte dell'utile industriale annuo, e aggrnn!3·endolo al capitale azionario. Si ha così un seconclo elemento per determinare il prezzo del nscalto. d) Capitale sociale. - Questo serve all'impian– to, all'organizzazione dell'azienda, ecc. e a formare i fondi di g;arenzia. Converrebbe sottrarre quanto fu invertito m mobiglio e in fondi cli garenzia,; poi trascurare affatto il valore di borsa delle azioni, poichè questo dipende dai fondi di riserva (utili ac– cantonali/ e cli garenzia (parte del capitale versalo), che, nel a nostra 1poles1, verrebbero lasciati alle Compagnie. Il capitale sociale è un altro elemento per determinare il prezzo ciel riscatto. Chi ben guardi, non è vera e propria indennità qu_ella da. noi proposta: il riscallo lascerebbe agli , az10111sl1 ciò che loro spella realmente e passerebbe (I) I dati del 1909e 1910non poesono spostare sensibilmente quelli r1portatL Biblioteca Gino Bianco allo Stato ciò che è necessaria gilrenzia per gli as– sicurali. Cosi prospellalo, molle illusioni dovreb– bero svanire, molte paure rienlrare. Le altre difficoltà non son tali eia troppo impen– sierire. Ad esempio, alcune Compagnie eserciscono diversi rami; converrà precisare in quale propor– zione fu impiegalo il capitale per il ramo-vita .. Alle Società estere, operanti in Italia, la leg·gc, a diffe– renza di quelle nazionali, fa obbligo cli impiegare in titoli del debito pubblico dello Stato, vincolali presso la Cassa depositi e prestiti, la metà dei pre– mi riscossi; questa diversità di trattamento quali conseguenze dovrà avere sull'evenluale riscatto dei contralti esislenti? Comunque, un triplice ordine di ragioni ci de– cide per il riscatto. Per organizzare il monopolio, per mettere il per– sonale in condizione di produrre, lo Stato, come qualsiasi altra industria, deve impiegare un capi– tale. Questo può prelevarsi dai premi dei contralti, che si riscatterebbero. Non si gl'averebbe cosl il bilancio l'fenerale, e quella porle del capitale cli– staccalo s1 ammorterebbe in breve tempo. Riscallanclo i contralti, lo Stato dovrà corrispon– dere il diritto di incasso dei premi. Dare, sin dal– l'inizio, al rappresentante un utile, con cui egli possa subito bene organizzare il servizio, pagare i suoi incaricati, ecc.; dargli, insomma, nelle mani, col portafoglio bello e formato, !'arme di ballaglia, significa creare slancio cd entusiasmo in chi deve superare diflìcoltà vecchie e nuove. Con l'anelar del tempo, quando l'organizzazione sia completa e sia prospera l'industria, lo Stato potrà concedere vantaggi (ad es. diminuzione di tariffe,_ condizioni più liberali cli polizza, ecc.) che, da prrnc1p10, per prudenza, non potrebbe dare. Ma perché, nell'ipotesi che la previsione ottimista si verifichi, dovrebbe esso allora far scontare agli attuali assicurati la peria cli essere nati prima· e cli avere prima esercitata la previdenza? Si ver– rebbero a creare due classi di assicurati: una cli fortunali, e un'allra di perpetui sfruttali dall'indu– stria privata. Sarebbe ora opportuno vagliare tulle le oltre ob– biezioni, affacci~te sin da quando l'on. Giolitti prc– ann~111.c1avu 11 disegno di legge, e munire di dati stut1st1ci le nostre proposizioni. Sarà forse, per un'altra volta. L'Assicuratore. UNCASO TIPICO DILOTTA DICLASSE La sommossa dei vigm1iolifrancesi. Se i telegrammi della nostra grande stampa potevano far pensare a possibili esagerazioni e amplifica;i;ioni do– vute alla concorrenza giornalistica, se le cantine lunghe 30 chilometri viste dal Barzini potevàno gettare qual– che ombra di dubbio su!l'imponenzn dell'agitazione, le fotografie documentano in modo irrefutabile la enorme estensione e intensità del movimento agricolo della regione della Marna e dell'.Aube. Questa agitazione violenta e tumultuosa fu chiamata - a ragione - la nuova Jacquerie dello Champagne. Scrive infatti la ltlust1·ation, a commento delle foto– grafie, che bisognarono non meno di 16.(X)() soldati e 60 arresti, per ricondurre nella Marna; non la calma, ma un ordine relativo. Le fotografie ci mostrano interi edifici incendiati, enormi depositi di botti completa-· mente distrutti, eserciti di bottiglie del prelibato vino ridotte in frantumi. Migliaia e migliaia di vignaioli adu-

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