Critica Sociale - Anno XXI - n. 6 - 16 marzo 1911

CRITICA SOCIALE 93 tori anagrafici, cifra anagrafica essa stessa, che riem– pie le statistiche di numeri e lascia desef'fo il pen– siero; che non ha sbocchi, non ha domani nella vita; che sente dell'ospizio, del cimile1·0, del carcere; che, lasciata, non si rimpiange; che, del sapere, non ino– cula 'le /eb!Jr'i gagliarde, ma le precoci lassitudini. La sc11ola vedova .di libri, muta di parole alale, ignara cli convegni geniali, straniera alle arti del pae~e, che mente a chi insegna e a chi impara, e a chi crede (e mette l'anima in pace) vi si impari ed insegni; alla quale si arriva, in patur·nia, pel sentiero più lungo, dalla quale si fugge, cantando, per lo sco1·cione. Che ignora i padl'i, i fratelli adulti; che i fratelli e i padri non sanno.. Questo scuola, da nulla preparala, che a nulla prepara, cui 11ulla dentro ri• scalda e la quale nulla riscalda fuori di sè - questa è il sepolcro i111biancalo, è fa ll'a"ppa della collw·a. E il maesfl'o vi suda di zappa, come un padre•bCC· chino. Pure, dovrà essere '•essa il tempio, esso il sace,·• dote, nella nuova islol'iG'. O la '~V(!Vaistoria non ?~rà.,\ ' . ' • * Siamo rossi? gialli? cilestri? La politica che lillla ci presta? Forse, rinff'angendo qualche ragqio,. ci accadf'à di proiettarne più d'una, come nello spellro solare. Ma, nei partili politici, noi scorgiamo oggimai il bigio che invade. Nei vecchi partiti, cl1e immiscl'isco'rw, ogni giorno più., nelle cabale sceme; nei nuovi, clte han dato lo sr,os.rnne alle genti as,sonrrnte, e sembrano esausti, e van brancolando ancor essi, e cercano nelle formule il segf'cfo della vita che langue, mentre nè agli slanci idealistici trovano ali, nè alle prudenti tenacie mu• scoli pl'onli. E l'egoismo li avviluppa, e lo sconforto li invade. Egli è - c'inganlliarno noi forse? - che s'è ,·ar,• giunto uno svolto. Superale le idee semplici, ror1· giunte le conquiste semplici, al nuovo commino dei parlili sovl'asta una preqiucliziale fo,-,miclabile. Qiwsfa pl'cgiudiziale.. è il cervello dell'uomo. B il pensiero di tutti, che esige nuovo alimento, per• chè gli interessi foggino le idee, e queste si lancino nella grande baflaqlia selell1·ice. E allol'a chi avl'à più. {tlo tesserà più tela. Oggi, /l'oppi arcolai son vuoti e qir'ano a vuoto. Diamo nuovo filo aqli arcolai della storiai Date filo ai vostri scarni arcolai, tenaci rabberciafol'i cli tele· con·sunle; generosi tcsSifor·i cli nuove vele più Clll· daci! Solo allora le vecchie classi forniranno, senza if'osi f'irrtpianti, il còmpifo loro, e la lampada della vita passel'à, senza incendii, alle giovani mani pro. lese. Per dir questo; per lavol'al'e a qucslo - ecco per• chC siamo nati! NEL·MOVIMENTO INTERNAZIONALE LA POLITICA. Dalla"formula ,, al " fotto,,. Internazionalismo vittorioso. Fino a non mollo tempo addietro, quella parLe dei programmi socialisti che si riferisce alla solidarietà internazionale dei lavoratori, intesa come una forza reale, capace, a un dato momento di entrare in cam• po quale un elemento fallivo della politica, era dalla opinione pubblica borghese considerata come una réverie platonica, un lusso dottrinario, o un pleona• smo_inconcludente. Non c'era atteggiamento dei so• cialisti dell'uno o dell'altro paese, il quale sembrasse contrastare con quel dettalo, che non fosse afferrato d'un subito dalla stampa, deformato e camuffato sa– pientemente, e sollevato in alto a dimostrazione della retorica' inanità di certe leo-rie, di front.e· alle più imperiose e insopprimibili esigenze nazionali. E, se avveniva che un Congresso inte!'nazionale si chiudes· se s(;lnza un trattato completo e circostanziato di di• p\ornazia proletaria, ecco la medesima stampa, in ag• gualo di pretese contraddizioni e di creduti insuc· cessi socialisti) gridare al fallimento dell'inlernazio• nalismo dei popoli, e fare lucere di sanguigno J'i. roso e rabbioso palriotlardismo speculatore dei guer• rafondai e dei fornitori. Quando, poi, la borghesia di un paese poteva acchiappare sui fili del telefono qualche notiziola, virtuosamente lavorata dalle Agen• zie, intorno alle affermazioni che i socialisti dell'uno e dell'altro paese venivano facendo occasionalmente, nei rispettivi Parlamenti, sulla concezione che oggi hanno della patria e della patria difesa, era un affrettarsi febbrile a registrare la savia dichiarazione, per affìg. gerla a scorno dei socialisti di casa propria, i quali eran dipinti invece nemici della .patria e peggio, BibliotecaGino Bianco Ora la scena muta. Lo sviluppo del capitalismo e lo sviluppo della or• ganizzazione operaia e del pari.ilo socialista si inca• ricano di insumare nella formula teorica la vita ciel fatto che si compie. La formula era vera ieri, in quanto esprimeva una tendenzn profonda, sorgente come una linfa dalle radici della multiforme e vasta pianta sociale, una tendenza progressiva e incoerci• bile: ma rimaneva ancora dottrina pura e tendenza, almeno per gli osservatori superfìciali o pregiudicati dalla loro schiavitù a punti di vista preconcetti: e non poteva trionfare delle abili speculazioni bor• ·ghesi. « Poesia, null'allro! » - si continuava a dire. « Poneteli alici.prova codesti socialisti, e vedrete che il loro internazionalismo s"idileguerà come una bolla di sapone >i. Tutt'al più si concedeva che i socialisti di casa potessero fare eccezione; ma gli altri, gli altri no; e non: si rifletteva che la somma di queste eccezioni veniva proprio a ricostituire quell'internazionalismo, invano diviso in tante fette dulia miopia dei partili borghesi dei singoli Stati. Oggi, dunque, alcuni avvenimenti illuminano con grande vivezza di luci la realtà di quella formula. Qg. gi la consistenza della verità internazionale del SO· cialismo e della organizzazione proletaria si rileva attraverso falli concreti della più alla importanza, che tengono l'attenzione pubblica e si impongono al· la meditazione anche di coloro, anzi sopratutto di coloro, i quali vedono per essi sgominate le illusorie sentenze dell'ieri. Taciamo della recente riunione internazionale di Londra, come del viaggio che, or non è molto, fece lo Jaurès in Germania, e del suo giro di- conferenze- in mezzo ai compagni tedeschi,

RkJQdWJsaXNoZXIy