Critica Sociale - Anno XXI - n. 1 - 1 gennaio 1911

CRITICA SOCIALE rebbe condannato senz'altro alle sue radici, per Illcltll.icl.UZU Ul !Jase. Md <111cue cui e disposto a vedere nell'elettorato Ulld 1UUL.1U1lt: 0vu1t:Ht,(I. UdliU ~Lu.LU v.e1 l"dt,i,lUU0,1- lllt:ilW ue1 1nu1-1ru u111 1 ueve,per 1JULt:1'euvl.:it:L"are Laie 11 C.1HùUIUU ::i1d c.u:::.1,,rt :a.LU d c vu1piere uu Ut;;111 CU::il,U 4.ut: ,Ld lUt1:t1Uue SvliZd 1Ju:,;::.1JJ1lll,d Ul 1'1uu– l,arv1.:-:it, VUU::it:Ul,tl't: illlC.Ut: Ht:l t:uw.;t:tl,U c.ue ld 1::;vn– /';lUJLe llt:lle W:ìue e1eL1,urau Sia S'uLLl'ètt,Ld ddd 1HI– /,Ldl1Vil 111u1v1umueper wve111re aucu essa ounu– gcuvna. 1,uH so miaUi comprendere come sia possibile disc,1u11gere 11 vo1,u (wu11ga1,uno ua11·uuu11o·ui,o- 1·1e~ct. ueu 1scr1zt0ne. iSo DCllJt:.'c.11e 11011 lJO0111 .;:;0i-1t– ton e a1vers1 auwri d.i prupos1,e a1 ieoge suu ar– gornerao teuLauo cii sfuggire a11'0Jxeziu11e elle il vuLoobbllgaLor10 costiLu1::;1;a una v101az10ne ueda lioerLa 111u1v1uuale,sosLeueuao che i1 cataau10 'cteoba essere iasciato p1emune11te arbitro ct11scr1- vers1 o 110 neue llste e1eLlora11,n1a non caµ1st..:o i:.:O11 qua1e logu.:.a si possa conceuere 11si:.:r1zwne facoJLdLJVa (jUdllU0 Sl su11c1soe li voto 0blJ11gdL0- rio; s1 v1e11e1111at,-i a stubll1re questo assurcto: che è conse11tito al citt<1dmo ct111011 eserciLare mai il uintto o la funzione del sullrug10, ma lo s1 pu– nisi:.:ese, qua1c11e volta soltanLo, egli si astiene datJ'eserci tarlo. :òe poi c1 s1 pone sulla via d1 rendere obbliga– torio tanto l'iscriversi nelle liste quanto il votare, si riconosce allo :òLatoil diritto d1 imporre ad un cit~a<.uuo,sol µerc11è egli possieue Geni requ.~siLi,· d1 partecipare nel1'interesse ctella colleltlvna alla si:.:etta Cle1 legis1aLon 1 n1eC11anLe la designazione dei più capac1. Ma sorge allora un'altra ob1ez-1011e: ha veramente diritto lo t:;tato di obbligare tu,ti i cittacJ111ia compiere questa Iunzione·1 Ha esso il d1nlto di rwlnedere a LJ uei cittadini, clie ap– parLeugono a una rniuorauza politicar11en1,econ– traria alla costituzione, di cooperare al consoli– damento e allo svolgimento cteda costituzwne stessa·/ E facile intenaere che, dando una rispo- · sta negativa a questi dubbì, s1 viene senz'altro a escludere la possibdità dell'adozione del voto ob– bligatorio. Ma, superando, senza risolverli, questi gravi dubbì, diamo invece per dimoslrato che il voto obbligatorio abbia ìn diritto un fondamento le– gittimo e passrnmo oltre. Ammessa e non concessa così la sua legitti– mità, appare esso almeno attuabile in pratica e veramente efficace? Anche su quest-o punto i dubbì sono molto forti ed investono il fondamento stesso dell'istituto. Perchè 1I voto obbligatorio sia allnabile ed effi– cace, occorre che contro l'infrazione al principio stab,ilito dalla legge sia possibile fissare una san– zione che risponda allo scopo. Ora, tutte le san– zioni escogi;tate si prestano a gravi censure. Se si propone di privare della rappresentanza la circoscrizione nella quale gli astenuti raggiunga.. no una data percentuale, si puniscono i diligenti per la negligenza altrui e, se l'astensione non è dipesa da apatia, ma è stata voluta e meditata, si ra si elle gli astenuti raggiungano il loro scopo antisociale nel modo più completo che fosse loro dato pensare ... Se si pongono a carico di coloro che si asten– nero nel primo scrutinio le spese della rinno– vala votazione, si incorre in questo duplice as– surdo: che, se gli astenuti non furono così nu– merosi da rendere necessario il bal!ottaggio, essi sfuggiranno a qualsiasi pena; e, se invece il bal– lottaggio è stato necessario, la gravità della san– zione sarà proporzionalmente inversa al numero BibliotecaGino Bianco degli astenuti: difatti, quando il male dell'asten– swne sarn più grave percl)è gli astenuti sarnnno più numerosi, a ciascuno d1 essi wccherà una pena m111ure,percne ,ie svese cJ,e1 ba110,1<1gg10 sa- 1·au11O rivaruLe 1ra un nu111ero p1u 111genLe u1 c1t• taurni. · ;:,e poi ci si decide a colpire singolarmente l'a– steuulÒ, 11011 è 1Ho1LoagevuJe lruvare uua san– ztuue erncace: i 1autor1 uel voto obDngator10 sO11O luLL1 couconti nell esc1uaere te pene tllllttuve cor– )J0!'Ullea 0SCJllano ljUIIIUl Lra le jJU111ZJUlll pura– Jll811Le rnorau tl.jun1e surenbero ra1us::;10ue11e11 al– bo Gornu11aIeueI 1w11ieue-g-11 astenuu, o la suspen– s10ne wu uu·11,w ete~Lurau:~J e ie aw111e11uevecu– ntal'!e. ueu ewca(jJa ueile vr11ne 4uas1 LULLluubi– tauo e quu1ai o nuu ·v1r-wui·rouo o ie cou:::;iaerano co1ue µeue au.:essur1e 1 rua a1wne l'auuueuua aa luog·o a no!l pucJie verp1ess1L<1:infd1u, se essa è lieve, sara l•I'ascunw11e ver g11 e1euun ag1at1; se è gra ve 1 costHuu·a un peso uno11erab11e µeu non ag1au; se è µruporz.1011i:.Ue, v1uieru. 11 1JnuG1p10 1uuua1nenLale ue1 u1r1Hop011a1e,cue vuu1e 1a 11n– versu11auLu e J·uguag-lliill:t.a ueua µena. 1\Ja a tuU1 ques,1 uubui, crnscuno ae, quali ri– chieuereooe uua wngd trn1taz1011e,si r1spo11uecol d_1recne IesperiellZd pratica ae11e 1eg1sl<1z10m, che nanna dCi0LLatoJ'obb11g<1tonetà del voto, mostra v1ttonosame11te come H voto obbl1gator10 possa in prauca lunzwnare e come la sa11z1011e riesca in prut1ca Cll!Cace. A dire Il vero, noi abbiamo forti dubbi sull'e– videnza degli esempiJ c11esi adducono: essi sono scarsi, perc11è, lascùwdo da pane LJ neui che s1 rnensco!lo a elettori d1 secondo grado, o che sono citati per semplice anawgia, o pe1 4ua1I non ab– biamo alcun uato su cui fondare il nostro giudi– z10, essi s1 riducono a11'esemp10 del Belgio e di alcum cantoni della Svizzera: ed, oli.re che scarsi, appa10no anche poco conv111centi, percl!è, sia per le cond1zio1n di ambiente, sia per 11morneuto nel quale la obb1ig-ator1età Ila com111ciato ad operare, mal si riesce a sceverare quali siano i resultati da attribuirsi verarneHte al voto obbligatorio. Ma esaminare a fondo sotto questo àspetto la 1eg1sla– zione elet.torale del l.lelg-10 e della Svizzera ci porterebbe troppo l011tani dal nostro assunto, quale, almeno per ora, ce lo siamo segnato. Così pure sarebbe superlluo discutere qui nei suoi particolari la organ1zzadione pratica dell'ob– h1igatorietà del voto per quanto si riferisce alla scelta del giudice competente ad applicare le san– zioni, all'affollamento del numero grandissimo dei giu.dizii, al pericolo di adozione di pesi e misure diverse nell'applicazione delle pene e cosi via. Nello stesso modo, insomma, che noi abbiamo supposto dirnoslrato che il voto obbligatorio sia legittimo, vogliamo accettare ad,esso dai suoi pro– pugnatori l'asserzione che esso sia di facile at– tuazione pratica e capace di produrre resu1lati efficac.i, di diminuire cioè il numero delle asten– sioni, conformemente a quello che è il suo scopo precipuo. Non per questo avremo ancora sgombrato il terreno dalle opposizioni pregiudiziali contro l'ob– lJl1gatoriet,1 del voto. Dato che essa s;a legittima, dato che sia efficace, è poi anche utile? Perchè, evidentemente, non basta aumentare il numero dei vo,tanti, ma occorre a.ltresì che, au– mentandolo, si abbia la certezza, o almeno la fon– data presunzione, di avere raggiunto in modo più completo e migliore lo scopo che la elezione si prefigge. Ora, se noi consideriamo nell'elettorato sopratutto il carattere di diritto, esso deve tende-

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