Critica Sociale - Anno XXI - n. 1 - 1 gennaio 1911

.èRITICA SOCIALÈ di lottatori tenaci, persistenti, instancabili, noi lancia– moci tutti fra le moltitudini a suscitarle dal torpore, in cui questi ultimi anni le hanno sommerse, a far risplen– dere ancora una volta innanzi ai loro occhi un raggio dell'eterno ideale. La vittoria non ci può, non ci deve mancare. Perchè abbiamo già riportata una grande vit• toria su noi stessi: abbiamo vinte le incertezze che ci paralizzavano; abbiamo liquidate le ultime illusioni; ab– biamo le mani libere e le idee chiare e il cuore sicuro; e siamo oramai giunti a questo, che ci è forza vincere, se non vogliamo perdere ogni ragione di vivere come esseri inetti e senza volontà. Ma il Gruppo socialista ·parlamentaria starà, saldo e concorde, colla dicbiarazione Turati? In altri termini, questa campagna per il suffragio universaTe possiamo iniziarla sul serio, con la sicurezza che il Gruppo par– lamentare non rallenterà mai la corda dall'altra. parte? Oppure a un certo punto la corda s'abbasserà per con– sentire il salto a... qualche Banca del lavoro? E, poichè fra i fleputati socialisti ce ne sono cli quelli per i. quali l'nnticlericalismo è oggi per l'Italia Ja su– prema necessità, mi sia peL'messo di domandare loro: "Se, al riaprirsi della Cnmera, il Ministero Luzzatti, o un qualunque altro Ministero ~orto dalle sue ceneri, vi venisse incontro col ramo d'ulivo della ..... precedenza del matrimonio civile o di altra com1imile laicità, con– tinuerete sempre a ricordarvi di quanto ha detto Filippo Tui-ati nel discorso del 20 dicembre, oppure considererete il suffragio 'universale come una merce di pessimn qua: lità da essere scambiata al momento opportuno con un po' di paccottiglia anticlericale? ,, Insomma, oc.corre una buona volta. uscirfl dalle qscu– rità e dai tentennamenti. Crede il Gruppo parla~eu– tare; crede la Direzione del Partito, necessario fare sul serio la campagna per il suffragio universale? In questo ca~o, bisògna dichiarare che nulla ci accontenterebbe senz!.\, il suffragio universale, ed agire in conseguenza. - Credete che la campagna per il suffragio universale sia inutile o impoijsibile, e che meglio varrebbe un boc– concino di Banca·del lavoro o di matrimonio civile? e allora ditelo chiaro e tÒndo, e non parlate nè di suf-, fragio universale, nè di ..allargamento del voto, nè di altre consimili inutilità e frascherie di " intellettuali,,. Ma cercate una buonà volta di chiarire le vostre idee e parlate chiaro. ' Continuando à tentennare, a volere e disvolere, a mi– rare a deRtra ll1eotre il vostro sguardo è a sinistra, non conchiuderete1 mai nulla. Non avrete la Banca del lavoro, e continuerete a rendere impossibile ogni propaganda per la riforma elettorale. L'amico Salvémini riconosca che noi sembreremmo autorizzati a prendere tutta negli utili, personalmente, la sua fiammats. di entusiasmo iòcitatore. Egli ha infatti, stavolta, la sottile abilità - anche. tu, dun– que, ti corrompi?! - di non insistere troppo a re– criminare, di atteggiarsi, per sospingerci ai suoi fini, in pieno accordo con noi, di valersi, anzi, del nostro discorso ·alla Camera come di sentenza definitiva sul passato, di programma comune per l'avvenire. Ma verremmo meno alla lealtà verso noi stessi. verso i nostri lettori, verso i nostri colleghi del Gruppo parlamentare, se tacessimo che v'è pure qualche cosa di pr.esupposto e di implicito nell'arti– colo di Salvémini, ·che non sapremmo sottoscrivere senza riserve. Vi è l'unilateralità, l'esclusivismo, la iperbolicità del punto di vista da cui muove e a cui 1tssoggetta il l?roprio pensiero, che lo portano a teo- BibliotecaGino Bianco rizza.re e a u teoremizzare ,,, ·come assoluto 'e p·erenne, l'atteggiamento di un'ora, e di quest'ora. QueRta ec– cessività è forse necessaria nell'iniziatore, nel dornii– tanUum excubitor; deve a questa, forse, e al suo me• rìdionalismo passionato, se il Salvémini riescì a per– suadere, alla intelligenza finorn più che al sentimento, ma, comunque, riescì a persuadere alle avanguardie del Partito Ja imµortanza, _decisiva in Italia, dell'al– largamento del suffragio. E una benemerenza . ine• stimabile, che gli riconosciamo non da oggi. Ma que– sta stessa felice caµacità di polarizzarsi dietro un solo criterio tattico. verso un solo ideale preminente e assorbente, lo dilunga qualche volta dalla realtà, spezza Pequilibrio della sua visione, e lo renderebbe - se non venisse corretta - eccessivo, ingiusto e, in definitiva, meno efficace. Il Salvémini aggiunge Fallargamento deJ. suffragio alla l,,!amma ideale <lelle nostre rivendicazioni eff'et· tive ed urgenti; ottima cosa . .Ma poi sopravaluta l'importanza relativa di tale conquista, e non vede altro prima e fuori di essa. P-rotesterebbe, è vero, e in perfetta buona fede, contro chi lo accusasse di attribuire al suffragio universale una virtù tauma– turgica immediata; ma ragiona, un po', come se a questa credesse. Movendo dal concetto schematico della lotta di classe, constata, a ragione, la impos– sibilità di ottenere, dalle nrnggioranze parlamentari, una rinuncia amichevole ai loro privilegi; ma in (]uesto concetto va tant'oltre, che ogni cotiquista parziale, ogni accordo, ogni comµromeSso, ogni µa_ci– fico avvia.mento, gli sembrano inganno volontario e risibile utopia. E sogna, pei deputati socialisti, una specie di Tebaide parlamentare; un isolamento ar~ oigno 1 u._na· opposizione instancabile, una Jlegazione perenne e sempre uguale; la quale, suggendo e re– stituendo vigore a una ·agitazione popolare monoi·– deista e tenace, e intensificandosi sempre più, finisca per spezzare le porte ciel.privilegio, colla minaccia e, se oc_co'rre, col fatto del-l'insurrezione di dentro e dell'insurrezione di fuori. Ora, tutto questo nou è ché uno schema teorico. Che suppone; però, due condizioni fantastiche: .una resistenza avversaria, in Parlamento, ·granitica, senza fluttuazioni, senza screpolature possibili; una forza rivoluzionaria nel paese, nel proletariato, che si possa accumulare mano mano, nutrendosi solo di un'idea, contenendosi fino all'ora fatale· dell'esplosione vitto– riosa. Non ·parla egli, il nostro amico, di un ostru– zionismo parlamentare e di uno sciopero generale, che clovrebbero proclamarsi soltanto colla certezza del trionfo 1 Ma di coteste certezze preventive - ce ne appel– liamo allo storic·.o - là vita dei popoli è estrema– mente avara; forse la storia non ne po~ge un esempio. Le energie accumulate, se nou siano mano mano im• piegate alle graduali conquiste che vengono a por– tata di' mano, o si disperdono nel vuoto; ·O, esplo– dendu f~ori di tempo, susèitauo delusioni insanabili e reazioni nefaste. La società non è un ]aboratorio, non è dato agli uomini politici regolare ~ proprio libito gli sperimenti sociali. Quali che siano la im– portanza e l'efficacia del suffrngio allargato o uni– versalizzato, esse in tanto possono venire comprese, valutf:lte, sentite, in quanto il meccanismo politico, che si tratta di meglio dominare, ma sul quale già abhiamo in qualche modo la mano, generi anche attualmente, sotto i nostri sforzi, qualche beneficio immediato e visibile. E' cotesti benefici si ottengono per vie diverse, a seconda delle congiunture varia• bilissime 1 che ora esigono la opposizione accanita, ora la blanda aspettativa, ora il moment.aneo con– senso con altre delle forze in cui si frange la massa dei partiti e degli interessi dominanti. Non si può - mentre tutta la vita del proletariato urge dap– presso e reclama coi suoi bisogni frementi - dirle

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