Critica Sociale - XX - n. 6-7 - 16 mar.-1 apr. 1910

I IG CRITICA SOCIAl,E Salutem e.1; i11imicis! dovrebbero ripetere lo donne che san tli latino. J.; non solo sopra questo colonne. Nell 1 Ava11ti! del 1° 11prilo - la data nou include malizia - prima la rlott. Bice Sacchi, dalla colonna delle " varietà , 11 mi .~c:1gliatutto un nrsonalo di piccole ma contundenti armi femminili, accusandomi, con tutta la coorte socialista mascolina, di gretto utilitarismo, di sottile ipocrisia e di terrore verde del ridicolo, .Ncll'Allea11za di Pavia, nccorre a rinforzo la eiguorn Carmela Baricolli, sospet~ to.nclomi cli dubitare, con un certo Concilio ecumenico, che anche la donna abbia un'anima. E altre, altr0\'O, rincalzano, che non tutto ricordo. Così la polemica di• !aga o il mio supposto boicottaggio è miseramente follito ! ~on me no dolgo; o rispondo subilo alla Kuliscioff (a fortiori avrò risposto alle altre, più femministe e suf. fragisto e meno socialiste) che, anzi, vivissimamente me ne compiaccio. Se, movendo alle Indie, avrò, come Colombo, scoperto l'America i se 1 cercando la formula dell'oro, avrò in,·on– t1da la chimica, come gli alchimisti i se, constatando e deplorando l'assenza dello donne dalla politica, avrò contribuito a suscitarne la presenza; ... mi assalgano puro tutti i dardi della dialettica femminile, io solo - se altri non comincia - batterò le mani a me stesso. . .. Soltanto, mi st consenta di soggiungere cho la lettera, tanto discussa, non meritava - in sò e nella sua mo- 1lcstia - tutta questa discussione. E 1 innanzi tutto, tutti gli argomenti che si desumono dal c1iritto della donna, di qualunque classe, fede, razza o colore, a conquistare, accanto all'uomo, la ciHalli– nanza politica - dall'utilitrì che tale conquista recherà, col tempo 1 al progresso civile e democratico - tutti questi argomenti sono spesi a vuoto. La ·mia lettera non soltanto non contestava tutto ciò, ma lo affermava senza la menoma ambage. La questione era altra, o assai più modesta. Sarebbe utile - si chiedeva - propugnare, colla stessa tonalità, le due cause, esigerne la risoluzione simultanea, fare di questa simultaneità una specie di pregiudiziale? E rispondevo - modestamente - di no. Mi impegnerei di dimo9trare che, su questo punto, che è il vero, siamo tutti - e tutte - d'accordo. Ma, allora, che rimarrebbe pii1 della nostra polemica? Senonchò Anna Kuliscioff mi ghermisce nei " con– torni ~i mi inchioda sugli incisi, mi mortifica sulle pa– role. Sopratutto le duolo ch'io abbia scritto che, della immediatci immissione delle donne, di tutte le doni10 ita– liane, nell'esercito elettorale, l'urgenza non può essere sentita dai socialisti. E mi coglie in contraddizione. Perchè, allora, le incbiudoreste nel disegno di legge? e perchò lo invocate collaboratrici nella propaganda? Un amico nostro, che lavorò un tempo per Il socialismo, seriamente e senza clamore, e che oggi un lungo malanno affligge e sequestra (\'adano a lui, di passaggio 1 gli au. guri delle antiche amicizie!), diceva un giorno, alludendo alla nostra contradditrice, questo motto arguto: che il partito socialista italiano non possedeva io realtà che un solo vero uomo politico; soltanto, il solo uomo po– litico del socialismo italiano, era .... una donna - ed una russa per giunta! .lla il ragionamento, stavolta, di Anna Kuliscioff non onora, mi sembra, la logica ..... degli uomini politici italiani. Infatti, la contraddizione ,•i sarebbe se io avessi negato mai nito donne il diritto o la capacità elettorale in linea <li 1,l'incipfo. Ma quando si ò scritto tutto l'opposto!. .. }: appunto, poichÒ il progetto socialista - per le ra– gioni stesse sulle quali la Kuliscioff s'è tanto indugiata - non potrebb 1 essere 1 oggi, che affermazione di prin– cipio, destinata a effettuarsi per gradi - e la capacità si acquista, fra l'altro, col \'Olerla acquistare - la con– traddizione, che mi si rimprovera, non solo non esiste - ma esisterebbe nel caso inverso: quando, per l'im– maturità di molte donne (un diretto, ahimè, da cui si ~uarisce tanto presto!), lo escludessimo dal nostro progetto, o dalla battaglia che lo farà trionfare. Comunque: questioni di questo genere non è il raglo• namento che le risolva i le risolvono i fatti. Vengano le donne, sospinte dai loro bisogni economici e morali, numerose e fenide nell'arringo politico; e conquiste• ranno Il diritto. Esse avranno vinto. .Ma noi - questo è il bello! - avremo \'into con loro. Soltanto, poicbò ò pacifico che questo non potrà che essere il secondo passo, e Il suffragio universale ma– schile dovrh. aver preceduto; a quello si arriverà tanto più presto, quanto più libera e piana, por compiere il primo, cl saremo conservata la via. È la tattica di Orazio contro i Curiazii: abbattere li nemico con arte, alla spicciolata . Quando scatterà l'ora della prima vittoria? Qui ò il fondo, chi ben guardi, e qui è la chiave del dissenso. Per la Kullscloff, anche questa mèta è estre– mamente ardua e lontana. Per noi - nasce quest'otti– mismo dalla consuetudine realistica di lotte per fini piì1 immediati? o è accorgimento iaconsapevole, diretto a suscitare e mantenere più vivaci entusiasmi? - per noi, nell'ambiente italiano, se sapremo manovrare, potrebbe essere, quella prima mòta, molto più prossima. E deci– deranno gli eventi. Da notare: se il 8Uffragio universale maschile dovesse, in Italia, o per nostra Ignavia o per ostilità. insuperabile di circostanze, tardare parecchi decennii; per lento che i;ia il progresso delFalfabetlsmo (e oggi, all'infuori del• Fazione del Governo, molti nuovi coefficienti lo solleci– tano: citiamo, per tutti, l'emigrazioue alle Americhe), esso basterebbe a condur\'lci colla legge vigente. Non sarebbe piì1 il suffragio universale quale oggi lo conce– piamo e pei fini che oggi da noi gli sono proposti. Di battaglla e di conquista non sarebbe più da parlare>. ... Quanto alla \'lrtù rinnovatrice, che una forte agitazione pel suffragio spiegherebbe sulle energie del nostro par~ tito, vi sottoscrivo con due mani. E non mi preoccupano troppo i pericoli, che Anna Kuliscioff affaccia, di con– quiste femmlnill parziali e conservatrici. Bene ò averli prospettati: ma non per rassegnarci fln d'ora a doverli subire. Con tutti i suol possibili e in gran parte Inevitabili errori, il socialismo proletario Italiano, che già seppe rintuzzare le offese alla libertà, non tollererà restrizioni statutarie indirette, non subirà. u voti plurimi " - nep– pure dissimulati sotto le roso galanti di concessioni di sesso. Questo rimanga stabilito. Purchè, s'intende, per troppo ringiovanirsi, non sacri· fichi a mi'iltici miraggi la maturità di consiglio propria agli adulti - ricordi che ogni giorno ha il suo còm– pito - e che, senza l'oggi, non pub spuntare Il domani. E'11.1rl'O TURATI,

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