Critica Sociale - Anno XIX - n. 22 - 16 novembre 1909

CRITICA SOCIALE 315 lavoratrice durante la gravidanza o l'impossibilità in cui ossa si trova, por ragione di miseria, di attendoro alla cura del suo nnto durante li primo mese di vito, 01 qui deriva dlrettomonte una grando nocossltà: a) difendere la madre dagli strapazzi, specialmente negli ultimi tempi della gravidanza; b) garantire al bambini l'assistenza materna nel pe– riodo più pericoloso. A questi scopi si può provvedere con l'as9lstenza della donnR.-roadre. A. 'l'orino esiste una Cassa libera di assistenza per la maternità. :Ma essa non ha potuto csoreltnre che una aziono limitatis!llma Il Ooverno 1 da parte sua, ha pro– mosso d'istituire una Cassa nazionale di maternità, ma Il provvedimento ò rimandato di anno In anno da oltro un triennio. Ora sarobbo ottima cosa, earobbe un esem• pio che verrebbo dnto od altre città. ltallnne ed al Oo– vorno medesimo, eo Il Municipio di 'l'orino esaminasse por conto proprio 11 problema. Finora il nostro 1>rogramma ma!!simo rimase inat– tuato. )[a sarebbe eccessivo affermare che nulla ei sia compiuto. Il Comune ha. fatto stampare, a sue spese, un opuscolo che, accanto n preziosi consigli I per l'allevamento infantile, contiono 1111 cidoroso in• vito a servirsi dei Dispensari esistenti. L'opuscolo ò regalato nell'atto della denuncia di nascita. Di recente poi si è costituito un Consorzio tra Comune ed enti !orali cli beneficenza per gerire il .Dispensario che fu fondato dall1Allcanza cooperatirn. Così questo, più largamente dotato, di\•enuco Yero e proprio ente di utilità generale, sotto la diretta vi– gilanza dell'Ufficio d'igiene, acqnistori\ pregio ed espansione. Altri Comuni italiani si propongono di entrare in questo arringo. Cito, a titolo d 1 onore 1 Vire11ze, che diede incarico al professore Jfyfl, una delle menti più lucide della pediatria italiana, di studiare la questione. La Helnzionl'.', recentissima 1 ò un prezioso documento. Non c'è che da formnhll'C l',wgurio che le conclusioni sinno tradotte in 1tltret.tnnte proni– dcm~o sollecito o concl'Otc. Da tutti quc1,ti segni pare quindi che anche il nostro paese stiu per scuotere di dosso la. singolare n1>atia che in coti1 alto do,·erc 80cil\le rn,·eya sor– preso. E il fatto è di felice pre~agio, se è esatta l'ossen'azione di .1/aw·izio Jlaetel'li11h. JI più profondo dogli analizzatori dello stato mi– stico dell'animn diceva un giorno che vi sono mo– menti nella storiiL ln cui l'umanili\ JH\l'0 elevare In ,sua ntrnosfern ideate. Jn quei momenti "gli uomini si sentono più vicini a se stessi e più vicini ai loro fratelli; si guardano e si amano più gravemente e pii1 intimamente. Com1wendono t:011 tUt1g9ior tenert.u<, e t:on maggior profo11d1fù il bambino, la domu, '.'1' Siamo all"inizio di una così bella ascesa? Ci 8ia lecito ritemprare, in que.!:it.O bagno di fede, la iuc– saui-ibile spernnzn. Dott. Qw1,1O CASALINI. Abbiamo pubblicato i,i opuscolo: Dott. GIULIO CASALINI ILCOMUHE E LADIFESA 161EHl[A della prima Infanzia Ceni. 25 (presso la Critica Sociale). LE ispEzioni sullavoro in Italia Ei problemi chE ESSE mEttono i IUCE § 5. li luvoro notturno (' gli orari. Nel 1906 il lnoro notturno durava nncora in Italia In 4 t 1 stabilimenti con 39.-rno operai eogKottl nlla legge o r,2.247 maschi adulti, por una duratn di mono di 8 oro In fl6 stabilimenti, di 8 a 10 ore in 20:1,di più di 10 oro In :rn.·,. Eis0 si a,ldon•mva special monto noi Piemonte, ed era predominante nello Industrie tes~111noi 38 2 per cento degli staliìlimentl. SI può dunque dire cho l'abolizione del la,·oro notturno dolle d,mne era uu problema riguar• dante unicameulo l'lndu'Jtria tessilo. L'opera. quindi dogli I~pettori dovotto osscro as.,l<lua o vigile per rar nppllcnre la leggo nbolltlva del lavoro notturno, o i risult11tl non sono certo trascurabili. Negli stabilimenti del B\elleie 1 in 9'.l stabilimenti Ì.:lpezionatl rra Il 1907 e il 190H, su H29 operai maitchl occupati o 7318 femmine, furono trovati addetti al lavoro notturno 1tf,3 madchi 1 cloò Il 26 per cento, o 7i>O femmine, cioè Il 10 per cento, In tutto il 16,2 per conto. Però, di ratto rlsultnvano lllognlmente impiegato al lnvoro notturno 41 donne e 11 fnnclulll soltanto. (Pag. 194 1 l95). Il lavoro notturno dura ancora, nella provincia di Genova, nelle ferriere e nelle vetrerie dove si occupano solo uominli percbè per ragioni tecniche non è possibile Interrompere il lavoro. (Pag. 146). L'abolizione del lavoro notturno ha dato luogo in pa– recchi casi all'aclozlono del lavoro o. duo squadro, si– stema che ha Incontrato molte simpatie ma ha prova– cato molte critiche o che si ricollega alla materia più difficile da controllaral e che più si preda alle frodi, quella degli or"rt, nella quale la leggo stessa presenta oscurità. che le facilitano. Cosl, nei grandi stabilimenti, si fR. un orario massimo di 11 ore e spes30 di più, con rlrosl di men'ora o di 1 /, che sono assegnl\tl sulla carta ma cbo non si tonno. Occorrerebbe perciò che Il ripo'lo fosso sempre di 11011 meno di mezz'ora e che fossero J}rt.~cdtti l'arrtslo dtlle ,nacchi,ie e l'uscila dt'f}li opt1·a1 1 prrrM qut.sti 11e ruu. (r11isstt·o. Nelle industrio all'aperto (fornaci) si fanno orari lun– gblsslmi, dall'alba al tramonto. Noi Biellese l'orario ò concepito In modo da lasciaro l'adito alla frode 11ulnumero totale dolle ore di lavoro. Cosl si dà un primo fhchio alle oro ~,30 1 e si Indica l'Inizio del lavoro alle ore 6, ma, se gli operai sono a cottimo, non appena entrati cominciano a lavorare, o si guardano bene dal protestare contro l'orario più lungo di quelìo dalla legge permesso. Occorre quf11dl (1eterminarechiarnme,itequale deve COii· sid1rm·si l'i11izio del lai:oro per il com1mto dtlle ore dt lat 1 01·0. (Circ. di 'l'orino, pag. 143). Il Capocircolo di )lllano osserva che nello campagne e nello piccole cltlh, dove gli operai hnono l'abitudine di an lare a casa pel 1>asti, è necessario che il riposo sia di almeno nu·ora o mezza. u Nel Comune di i\lllano invece non ò diffusa questa abltudinej i pl\'ltl vengono cousumntl o nei locali di lavoro, o nei refottori 1 come prescriverebbe il regola– mento d'igiene. "' In realtà Il periodo di riposo viene trascorso, se– gnatamente dal ftrnclulll e dalle donne minorenni, J>el cortili e per lo vlo; è naturale ohe dolio persone gio– vani, chiuse por tutto il giorno In locali non semJ)ro

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