Critica Sociale - Anno XIX - n. 22 - 16 novembre 1909

CRITICA SOCJALE 341 l'imposta di ricchezza mobile per la so11111rn di 3 mila lire; 0 1 in realtà, per essi, questo sviluµpo del loro reddito non provoca nessun altro al'l'icchimento. In– vece il proprietario cli cnsa, accanto nlle 2 mila lire in piì.11 che ottiene ogni nnno, si trova arricchito della somma di circa 50 mila lire (corrispondenti alla ca– pitalizzazione delle L. 2000 1 essendo supposto il 4 ° 10 il tasso dell1interesse sul mercato). E: con queste 50 mila lire egli potrà assicurarsi una rendita per– petua, comprando, per esem1>io, titoli d(jl debito pub– blico, e poi trasmettere questo capitale ai suoi crndi; mentre invece il medico o l'avvocato possono da un giorno all'altro perdere la salute o la clientela e con esse i loro maggiori proventi e, in ogni caso, non si trovano in grado di lasciare ai figli nessun capitale, che non sia frutto di sudati risparmi. 11! quindi evidente e giusto che il proprietario di casa (e, similmente, di un terreno, di una miniera o di un titolo industriale) debba venir sottoposto a una nuova e speciale imposta, che colpisca l'accrescimento cli valore subìto dal suo capitale. Incrementidi ca11italegratuiti e guadagnati. Oltre che per ragioni di coerenza ed equità tribu– taria, questi incrementi di valore nei cr~pitali di ogni na.tura (terreni, fabbricati, azioni industriali), quanto gli ncquhiti di ricchezz11, ottenuti nelht cessione del– l'a.v,,iamento di aziende commerciali, vanno colpiti in misura particolare, perehè spesso non sono dovuti al merito o all'attività del capitali!3ta, ma dipendono eia cause generali clcll1ambiente : come da un au– mento della popolazione nelle città, che provoca il rincaro delle pigioni, oppure da opere puhliche (trama, strade, parchi, edifici publici, acqua potabile, fognatura, ecc.: ferrovie, ponti, canali, eec.) o ancora da un risveglio economico generale cli tutta la na– zione. Si tratta duuque in massima parte di guada– gni completamente gratuiti, indipendenti dall'opera dei proprietari di questi capitali; essi quindi si cli– mostrnno suscettibili di essere gravati con aliquote cli imposte più elevate che non i lucri di capitali dovuti per esempio a bonifiche delle terr~ fatte dal pro– prietario, oppure ottenuti da un commerciante, come prezzo di cessione della clientela, conquistata còlla sua attività e diligenza. In ogni caso, siano gratuiti o guadagnati, questi incrementi o acquisti capitali– stici vanno sottoposti a nuovo tributo: i primi con tassi più eleYati, i secondi con aliquote minori, dopo che siansi dedotte le spese compiute per ottenere tali profitti. Alcuneobiezionialla nuovaimposta. 1~ bene, prima ~i abbandonare la discmisione di principio in favore del nuovo tributo, rispondere ad alcune obiezioni, che si muovono contro l'imposta sui lucri di capitale. Si dice infatti che lo Stato, nello stesso modo che colpisce i guadagni, dovrebbe indennizzare le per– dite, che nei momenti di crisi fauno i capitalisti. .Ma l'obiezione non è forlo e astme dalla natura del– l'imposta, che ha per funzione di ottenere i fondi necessari alle speso publiche, colpendo i cittadini nella misura per cui sono ritenuti in grado di soste– nere l'onere fiscale; l1imposta però non ha anche il còmpito di assicurare una posizione economica si– cura ai contribuenti. Del resto l'obiezione non regge, so si osserva quanto avviene per le imposte sul red– dito: un industriale o un avvocato veggono salire le loro entrate da 5 a 10 mila lire - e l'imposta col– pisce ciascuno per detta somma; nelPesercizio suc– cessivo il loro bilancio si chiude con una perdita di 10 mila lire: lo Stato cessa di colpirli, ma non 1i indennizza. Similmente il valore di una casa o di uu titolo sale da 100 a 200; in tale circos~auza lo Stato, con 1111 1 unica imposta occasionale, hon determinati, per flmmontare, non periodica 1 dove colpire questo gnadogno: ma esso 11011 1-1i trova logicamente ohli gato a indennizzare il proprietario di questi beni, so i I loro valore scende da 200 a I00 o a 50. Un'altra obiezione ancora pili <kbolc ò che queste imposte deprimeranno l'impiego di capitali nelle in– dustrie e ostacoleranno l'immigrazione di capitali fo– restieri: ma, di grazia, quali imposto furono mai di premio all'attivitìt economica? Per questa ragione si dovrebbero abolire tutte le imposte, che gravano i reciditi industriali, agricoli, ccc.! Al contrario, da questo punto di vista degli effetti econom ici, le im– poste sugli incrementi <li valor capito.le hanno il vantaggio di colpire guadagni '" non meri tati ~ dal contrihuente, arricchito per circostanze fortunate, oppure. in ogni C!lso,di gravare profitti, ottenuti 1 sia pure coll'attività personale, in condizione cli mono• polio capitalistico o commerciale. Il nuovotributo negli Stati moderni. Il nuo,·o tributo, che limitatamente agli incrementi di valore dello terre è stato introdotto da circa un decennio in una colonia tedesca e poi in moltissime citt1\ della Germanio., dove sta per divenire imposta dell'[mpero, e che testò venne energicamente pro– posto in Inghilte1·ra dal ministl'O Lloyd G-eorge, manca di quella larg-a esperienza, che lo sottruggii ad ogni discussione circa i modi ciel suo assetto. Per orn non entro nei dettagli tecnici intorno nll'or<lina• mento di questo tributo, in rapporto anche a una necessaria riforma tributaria generale: mi basta in• tanto di a,•er posto la questione cli pl'incipio, con– vinto che il problema per la istituzione della nuova imposta debba presto apparire anche in Italia alltl 'monte del legislatore, il quale ,•oglia assolvere un còmpito di perequazione tributaria e aprire allo Stato nuove e fresche fonti finanziarie. BExn:NUTO ORIZIOTTI. Per una legislazione contro le malattie professionali li dibattilo nou è UUO\'O anche in Italia: può, cioè, e deve In malattia professionale Yeoir equiparata all'infor– tunio sul lavoro? ed, in caso affermativo, deve essere preseritta l'assicurazione obbligatoria P I Congressi di ogni genere - alcuni voti sono di ieri - dicono di si, o protestano contro l'iniquità del tratht· mento, e t.rovano rngloul ohe possono a tutta prima non ammettere obbiezioni. 111 fondo, non e:ivede bene perchò Il rischio di prendersi il carbonchio 1 nella la,•orazione delle pelli, debba essere Ynlutato ad una stregua diversa dal rischio di prendere sul dorso una levn.. Ma non bi– sogna arrestarsi a queste ragioni, pcrohò una assicura– zione obbligatoria, formulata senz'altro nella legge: po– trebbe serbare qualche sorpresa. Oli industriali, infatti, obbiettano: si osservi quello che capita da quando le assicurazioni contro gli infor– tuni sono obbligatorie. O percbè la garanzia del premio dà un senso di noncuranza peculiare ngll operai, oppure perchè in qualche caso il premio, col.sovrnmercato del riposo, apparo corno nccottablle a miglior titolo dell'in– fortunio, IL ratto si ò ohe gli iurortunt crescono con un aumento cosl sensibile da far radicare Il sospetto che davvero la protezione contro gli infortunt abbia aumen– tato gli accidenti. Non basta. Se por l'inrortunio la prova dell'inrorhrnio è facilmente rilevabilo, chò il tra.urna pormette al me•

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