Critica Sociale - Anno XIX - n. 22 - 16 novembre 1909

338 CRITICA SOCIALE e più degno, che non siano le Convenzioni, è accn– :, .. ato di voler spostare il terreno del dibattito, a ser ri?.io del Ministero! V'ha di pili. Fino a iel'i p:1reva, a una certa Op– lJOsizione radicale o radicaloide, che il termino di– scretivo1 caratterizzante le possibili coalizioni e op posizioni di partiti, non potesse essere che un vago anticlericalismo {quante sublimi divagazioni e insigni tirate sul famoso telegramma H.udinì-Luzzatti all'o– nornvole Hota !). Le cléricalisme, toilèt l 1en11emi, la famosa frase di Gambetta, sembrava esprimere il solo concetto abbastanza ampio o resistente, per servire dt1. catapnlt-a efTìcacecontro la rocca del nichilismo giolittiano. E noi stessi, appunto perchò tenevamo invece a un anticlericalismo di sostanza - concre– tato in opere di educazione popolare e di legisla– zione sociale, che non riempissero le bocche coll'in– sulso dùlli al prete!, ma rizzassero le schiene e le coscienze degli uomini - \'enivamo, soltanto per questo, additati come sospetti di giolittismo larvato. Senonchè - che è, che non è? - ecco che la parola d'ordine di cotesta Opposizione radicale sem– bra 8nch'essa sia per mutare. Poichò il Centro son– niniano, in ossequio al suo capo, si dichiara nemico a tutti gli cmli (fatta eccezione pet· un solo, l' "an– tigiolittismo 11 , con significato sopratutto di opposi– zione alle persone) 1 anche cotesto tanto strornbaz. zato anticlericalismo sembra dover essere sacrificato alla necessità preminente dell'oi a. Pantano stesso tempera a Palermo il discorso di Giarre. :Ma la soppressione, dopo tutti gli altri, anche di quest'ultimo e misero a11U, non è essa dunque, im– plicitamente, sul terreno politico, la soppressionei per converso, di tutti i pro 1 la negazione cioè di qual– siasi indirizzo e di qualunque programma? Noi confessiamo anche una volta di non intendere in che cosa possano interessare il proletariato, e quindi il partito socialista, tutti cotesti nrmeggii, che non hanno un preciso programma di Governo per fondamento e per mèta. E, poichè la maggior preoccupazione delle Opposizioni ortodosse sembra essere quella di non lasciar neppure sospettare un programma qualsiasi, così è chiaro che il partito socialista dovrebbe rimanere oggi all'Opposizione - contro il Governo attuale in prima linea, perchè è il Governo che ben conosciamo - ma ugualmente - rebus sic stantibus - contro i probabili Governi di domani o di posdomani. Suol dirsi che si è sempre, alla Camera, i ministe– riali di qualcuno - o del presente Governo o del successivo. Temiamo forte - e ne siamo sinceramente addolorati - che questa regola debba stavolta, da parte nostra, patire eccezione. Rimangono sempre salvi i diritti dell'imprevisto, che, nelle vicende politiche, è il deus ex machina maggiore e pii1 decisivo. * * * 1'uttavia - già lo accennavamo e non potremmo tacerlo - una luce meno scialba han gettato nel– l'ambiente politico i discorsi recenti di Palermo e di Giarre. Ivi l'oratore - a pa1·te anche il problema delle Convenzioni - issò veramente una bandiera politica; e Edoardo Pantano è uomo 1 il passato lo dimostra, da sape1·la fortemente brandire. La riforma tributaria proclamata urgente, i Mi– nisteri delle ll"erro,•ie e del Lavoro, le opere di coloniizazìone interna e soprat_utto l'avocazione della., scuola allo Stato, costituiscono altrettanti caratte1·i– stici segnali, emergenti sul nebbione fitto e malsano del nullismo politico imperante, e ai quali ben do– vrebbero simpaticamente tenderc 1 dalla parto nostra, gli sguardi ed i voleri. Purchè non avvenga che, obbedendo alle necessità della ... combinazione parla– mentare, anche quella bandiera si stinga, anche quei segnali si risommergano. E purchè, non rica– dendo nell'errore che tenne a battesimo il 1\linistero dei cento giorni, quella. bandiera non presuma di piantarsi e durare sui banchi del Governo, senza ayere fra le :,ue pieghe - minaccia e difesa neces– saria - il decreto di eventuale riconvocazione dei Comizì. All'infuori di ciò, non vediamo, iu questo preciso momento, sull'orizzonte politico, alcun segno di for– mazioni nuo\'e di Governo, che possano sollecitare il nostro interesso di partito. Non perciò le antiche forze e le nuove, onde si ar– ricchì il nostro Gruppo parlamentare, dovrclibero ri· manere in aspettazione passiva. Se forse, da un de– cennio, giammai come in questo momento noi fummo tanto Jontani 1 come partito e come Gruppo, da qua– lunque possibile, non diciamo partecipazione, ma col– laborazione all'azione di un :Ministero; ci rimangono, ,iòmpito non meno utile e preliminare oecessario, lo studio e l'illustrazione dei maggiori problemi dalla t1·ibuna parlamentare, il coordinamento del lavoro parlamentnre con quello da proseguirsi nel partito e nello organizzazioni proletarie; tutta un'opera, in– somma, di preparazione vigilc 1 indefessa. e paziente; diretta a riempire i nostri schemi, a educare e disci– plinare le nostre milizie, a raccostarci, per mille versi, al paese. Nell'atonia. universale, in questa, vorremmo dire 1 apolilicitù di tutta la politica ortodossa, che sembra aver raggiunto il suo acme, n. noi incombe pii1 che mai il tlorcre, non di affermare soltanto il nostrn programma, ma di farlo vivere 1 di prepararlo e di addestrarlo alle applicazioni concrete. E, alla sua ora, si imporrà. LA CRITICA SOCIALE. LARIVINCITA DEI SOCIALISTI GERMA I magnifici successi elettorali dei socialisti tedeschi si sussegllono napoleonicamente. 'l'anta battaglie, alti·et– tante vittorie clamorose. Dalla chiusura del Reichslag, ovunque RÌ fa un assaggio dell'opinione pubblica, la risposta è una, ed è di condanna aperta e recisa contro i partiti governanti; i suffragi convergono naturalmente, irresistibilmente al candidato socialista e, sequesto manca, al liberale della frazione dal partito socialista meno lon– tano. TI 21 ottobre, che aprl la serie dei trionfi, si me– ritò il titolo di" giornata rossa,,. ì,; la rivincita sul 1907 1 J)roclamano concordi vinti e vincitori. Se in questi giorni fot.sero indette le elezioni generali al Reichstag, avremmo una carneficina di agrari e clericali. Una sorda collera freme nel popolo, fra gli uomini d'ordine spira vento di fronda. 11signor von llfydeb1·a11d, duce dei Junker, cioè della maggioranza nero-bleu al Reichstag, cioè della Prussia e dell'Impero, 11 il re senza ca-rana n che destituì Bi.ilow,dove riYolger la parola agli elettori in locale chiuso, perchè dentro non irrompa la protesta popolare. In qualche luogo Pesasperazione con– duco a tentativi di pronunciamenti separatisti. '' Yolete cbe il Collegio sia conservato al germanosimo? - grida a Wollstein un elettore al candidato conte di Vestarp - via i conservatori e chi con es~i patteggia! ,, **." Per renderci un giusto conto dei successi riportati <\ai socialisti, non dobbiamo accontentarci del nlldo computo dei suffragi degli eletti i dobbiamo ricordare lo condizioni in cui lo batte.glie si svolsero. In Sassonia, da decenni non si erano avu~e le elezioni generali o da decennì una coalizione di conservatori 1

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