Critica Sociale - Anno XIX - n. 16 - 16 agosto 1909

250 <'RITICA SOCIALE . . . \"ia di redenzione dolht inferioritf1, siciliana o me– ridionale è solo quella che mena all'industrializza– zione agricola noi latifondi per una ricchezza baste– vole agli accresciuti bisogni. La sola forza condu– cente i:~ quella mf'ta è la organizza1.ione delht classe agl'icola) che, nclln gestione collettiva di un demanio comune, imp!eghi tutto le braccia, orn disoccupate o emigra11ti, e tutte le energie 11atural:, rimbosrhenclo le costiere franose, trattenendo l'acqull. piovana per un più regolare corso di essa e una più estesa irri– gazione, S\'iluppando la energht elettrica, non per i soli usi cittadiui con 1t1 poca o nrnl diffusa foria idraulica esistente, ma per tutti i hwori ag-ricoli, con i motori a vento, nei posti lontnni, do"o non arri"i Hbbondante e poco costoso il trasporto di forza elettrica. La dimostrazione di tutto ciò è il còmpito della tcr1,a parte di questo studio, se ci B 11'lt dato di arri• rnrvi. Il libero pensiero non è nncorU- del tutto trion~ fato. Jl rogo, con le fiamme. non è piì1 di mod;l: è troppo tragico, fa fumo e puzM, e nobilita la vit• Lima; la ipocrisia politica ha in,,ece tro\•ato piÌ.1ci· vili succedanei. Innestando il problema della pro– sperib'l ogricohi e sociale sul ceppo di un radicale rinnovamento della oriwnizzazione economica e po– litica,ahbiamo commesso il pii1 impordona,bile dei l'eat i. Promuo\'ere l'agricoltura per via politica, anzichò con i soliti e poco utili trattatelli di casistica delle colture, o, pii1 estesamente, fare della politica il più potente veicolo di applicazione scientifica, oh! vi pare che sia cosa da tollerare?! Non è la politica, invece, per tutti gli arrivisti, veicolo di camorre e dì posit.ioni privilegiate? E non è la scienza, quttndo non sene a. favorire il privilegio di classe, dC'stinrlta a rest.tre morta nei libri o chiusa. nelle aule scola• stiche? Non ci basta che il nostro pensiel'O a.hbia onorata sepoltura nelle pagine di questo scritto? )la c'è un precedente che ci onora, ricordato dallo storico ed agronomo siciliano, Nicolò Palmieri. Quando, al principio del secolo clecimonoao e allo aprirsi della nuo,·a Unh•ersit:\ di Pulerrno 1 rinsigne agronomo e politico siciliano Paolo Balsamo tenne In prima lezione di agraria, la signoria palermitana accorse in grnn numero. Il Balsamo tornava da un gil'O d'istruzione, con i mezzi fornitigli dal 1>rincipe di Caramanica, nei paesi di più evoluta agricoltura dell'l~uropa. :rutti si aspettavano la rivelazione di pratiche agricole miracolose; ma, quando intesero che il Balsamo, per 1>romuovere la prosperità agri– cola, pigliava le mosse dalle urgenti od imprescin– dibili riforme politiche, senza delle quali le buone pratiche restùno inattuate, fu un susurro, uno scan• dalo immenso. Poco dopo, a Paolo Ilalsamo veniva affidato l'o• nore di compilare il disegno cli t·iforma della costi– tuzione siciliana. La competenza politica ed agrono– mica insieme veniva adunque in lui riconosciuta. Ma l'opera di lui e del suo degno discepolo Nicolò Palmieri non è stata 1>iùdegnamente proseguita con vedute sempre più nuove e più complete. Ho visto perciò sempre avanti a me le loro omhre sorridermi di un sorriso tra il compassionevole e l'incorag– giante. Noi ora. aneliamo, nella. soluzione del problema agrario siciliano 1 molto più io là del loro pensiero j e diamo a quclh1 soluzione una portata molto pilt grande, perchè vediamo nel problema del latifoado 1 per la Sicilia e per tutto il hfozzogiorno italiano, il prohlema dei problemi. S. CAMMARERI SCURTJ. lalifomlo. U11O studio - a parere 11On 11ostro solta11to,ma d~ i11siguistmliosi c/1 11 attentamente lo segui1·ono - mira• bile per t•igida logica niat·trist<t e per p>·ofomlitàobiettiva <li osse1·t:azio11i 1 in grau vm·te originali 11 t·erame11te u ri– vol11zio11arie,, delle opinioni cornuti sulla materia. Certo,nocque,per altro, alla comprensioneviva ed esatta <l"lconceltofo11dame,i(aledel lmxwo - che ne tmversa i ml'! capitoli colladirittezza di t11u, lama d'acciaio - l'essere .~tatopubblicato a lunyhi intervalli, dal 190.5 ad oggi, a ,o;fco11d<i che le sra,·iate occupazio11i e la vita errante <1el– l'autore gli consentiva,io i rnccoglimenti 11ecessa1'i. Ed è verciò cheabbiamot'Olttto 1·accoglien l'inte,·ostudio in w1a Umitata edizione di alc1me centinaia di esemplari ad uso dei ,wstri abbonati. Jl volumetto, rli 2.52 pagine, dal titolo: Il latifondo In Sicilia e l'inferiorità meridionale, sat·ù pro11to,,rell'e11- tra11tesettima11a, al prezzo di L. 1,50. Noi. .Al prossimo mtmero: Nel mondo della burocrazia: Le tre fasi di 'l'r1wet, di C11,\XTE01,1rn. 1 LA POLITICA MILITARE ED ESTERA IT LIA I I rautori dol grandi arm:~ontl li ritougono Jndispon– sabili ad una politica estera offtcace; come se tutta la politica estera di uno Stato moderno o civile dovesse esaurirsi in una serie di ricatti. Su questo punto due ricerche sono opportune: t" quali siano le finalità politiche che 11Jtalia deve proporsi all'Estero, quale vnlore esso abbiano, ed entro qua.le limite esse po~sano compensare te maggiori s1>ese militari all'uopo necessarie; 2• se, per conseguire quelle finalità, sia necessario essere potentemente armati. La principale delle aspirazioni esteriori dell'Jtalia ò la sua integrazione politica, mercè la liberazione delle terre Italiane soggetto all'Austria; ma t.ale aspirazione, per nobile che sia, non può figurare, oggi, nel pro• gramma 1 diremo cosl, ufftclale, della nostra politica Odtera; perchò essa, oggi, non potrebbe effettuarsi se non colla guerra; guerra impossibile da un lato e senza alcuna convenienza dall'altro. Altre mire d'espansione o di dominio politico, che possano implicare un con– flitto con qualche potenza europea, l'Jtatia non ha, nò de,,e avere. Le finalità della politica estera italiana non possono quindi eRsero che due: Puua, propria d'ogni nazione civile, e rispondente a un altissimo Interesse generale, consiste nella conservazione della pace fra le nazioni civili e insieme nella tutela della giustizia internazio– nale, e nel progresso della civiltà presso ogni popolo e in ogni Stato i l'altra 1 d'ìuteresse suo particolare, con• siste nella pacifica penetrazione della sua civiltà, della sua cultara o lingua, dei suoi commerci, della sua emi• grazione e di ogni altra sua pacifica o clvile attività, noi paesi che ne sono suscettibili. Con questci1nmtata è chiusa la 2a pm·te dellostitdio <U cammareri sul " problema agrafio sicilia11O 11 , che si oc– ciipò della genesi, dell'indole e della infl.t,enza sociale del L'azione clell'Ita.lia a tutela della giustizia interna– zionale vuol essere intesa. anzitutto a favorire l'imll– pendonza e l'unità politica di ciascuna nazione (oggl nella questione cretose, come ieri in quella bulgara o della llosnia-Erzegovina 1 come domani in quella del– l'Albania, della Macedonia o dell'Armenia) e intesa al– tresl a· impedire ogni ulteriore esplicazione di ambizioni d'espansione o di predominio politico altrui, in pat'lsl

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